Rapporto con i genitori

Apro un nuovo topic, che mi sa che non c'è niente di così specifico...
Questa sezione è protetta? nel senso, non si vede da google vero?

Dicevo nel topic dei problemi di coppia, che io mi trovo in enorme difficoltà a scindere quello che voglio e penso sia giusto io, da quello che pensano i miei genitori...
Loro mi vogliono moltissimo bene, e anch'io gliene voglio, però mi rendo conto che mi hanno fatto prendere dei meccanismi abbastanza malati...
Faccio molta fatica a parlarne, perchè è solo da un annetto che me ne sono accorta e che ci rifletto seriamente...
Vi basti sapere che mio papà è un maniaco del controllo, e quello che pensa e fa lui è giusto. se gli altri pensano/fanno così bene, se no sono o degli idioti o delle persone strane... Io purtroppo un pochino ho preso da lui...
Mia mamma quando avevo 10-12 anni si è ammalata di depressione... ha un carattere debole, e dà sempre ragione a mio papà perchè è convinta di pensare quello che pensa lui.
Entrambi pensano di essere i salvatori del mondo, quando qualcuno ha un problema non lo sostengono semplicemente, DEVONO risolverglielo loro!
Purtroppo ho fatto più volte l'errore di sfogarmi con loro per qualcosa, magari in un momento di debolezza.
Poi ultimamente mi emergono ricordi di quando ero piccola... ad esempio alle elementari facevo un gioco: per tutta la giornata dovevo essere perfetta. (spesso litigavano perchè io e mia sorella facevamo i capricci...).
Ecco... credo di aver fatto un quadro abbastanza chiaro della situazione...

Eowyn, un po' mi ritrovo nella tua situazione, ma nel mio caso è mia madre la maniaca del controllo, e mio padre fortunatamente mitiga la situazione. Alcune sensazioni le conosco benissimo, come ad esempio scindere quello che vuoi tu per la tua vita da quello che vogliono i tuoi genitori, perché so che a volta si arriva a un punto in cui avviene quasi un "autoconvincimento", e questo fa pensare a quanto il problema sia subdolo e insidioso.

Fortunatamente stai per vedere un terapeuta, e sono convinta che ti aiuterà molto nello sbloccare questa situazione, e anche che il rapporto con il tuo ragazzo ne risentirà positivamente.  Esserti resa conto del problema comunque è stato già un passo enorme, dico davvero.  

mulan, ho letto di tua mamma e del fatto che non vuole che tu vada all'estero! anche mia mamma era così ("ma non puoi avere dei figli se sei lontana da noi, come facciamo ad aiutarti?"), ma quando anni fa ipotizzavo che avrei trovato lavoro più facilmente a trento che a verona (  ) Mica in australia eh!  

mulan ha scritto: Esserti resa conto del problema comunque è stato già un passo enorme, dico davvero.

lo spero! perchè a volte penso invece che sto dando a loro troppe colpe che in realtà sarebbero mie...

Al di là di questi episodi molto palesi, ora come ora mi rendo conto che il modo in cui sono cresciuta, così quadrata, con questo grande, forse eccessivo senso del dovere, è stato dovuto al suo "controllo". Non che mi lamenti eh, il mio modo di essere mi ha permesso tante cose, ma ad esempio non riesco a perdonarmi di aver perso un anno di università, c'è poco da fare, lo considero un mio fallimento, anche se razionalmente so che non è così. Riguardo ai ricordi d'infanzia, mia madre appena finito di mangiare mi faceva fare i compiti, ripetendomi "prima il dovere e poi il piacere", e arrivata a un certo punto me lo ripetevo da sola.

Purtroppo io ancora sono economicamente dipendente dai miei, e questo mi blocca per forza di cose, tu hai la fortuna che comunque uno stipendio per mantenerti ce l'hai, vivi per conto tuo, non sono cose da trascurare.  Tua madre non accettava il tuo trasferimento a Trento, ma tu l'hai fatto lo stesso e ora non mi sembra ti faccia problemi, non pensi che se ti mostrerai convinta di quello che vuoi piano piano verrà accettato? Forse è anche questa la chiave.  

Eowyn cara   
Liberarsi dai condizionamenti genitoriali non è mai facile, ed i tuoi sono piuttosto invasivi da come li descrivi.
Non so molto aiutarti da una tastiera, anche se è un argomento su cui ho pensato e riensato, soprattutto da quando sono mamma.
Ti consiglio però di leggere qualcosa di Alice Miller, magari "il dramma del bambino dotato" per cominciare.
Fa entrare dentro a questo tipo di dinamiche ed anche se il riconoscerle razionalmente non è sufficiente, è comunque una lettura catartica.

La roba difficile è scindere l'affetto che si prova per i genitori dal riconoscere le loro responsabilità ed i loro errori, ed anche arrabbiarsi per questo se è il caso.
Poi una volta fatto questo percorso tante cose vengono da sole ed anche i rapporti con loro - sembra un paradosso - diventano più facili.
Diciamo che io sono piuttosto convinta che per lavorare sul presente si debba prima lavorare sull'infanzia (la propria).

Mono, grazie, credo che lo leggerò.
Hai centrato anche un altro punto. Man mano che mi rendo conto di certe cose, passa la mia voglia di avere figli perchè ho l'impressione che sia impossibile non far loro del male, anche senza volerlo... so che è una sensazione temporanea eh, ma leggere qualcosa non può fare che bene!

Tesoro questa dei figli non considerarla come un segnale negativo, anzi! Io più cresco e più mi rendo conto delle difficoltà che comporterebbe cominciare la vita da genitore, e se qualche anno fa mi dicevo con entusiasmo che avrei voluto essere mamma verso i 27-28 anni, adesso la penso in modo completamente diverso e più passano i giorni, più il NO diventa grande. Semplicemente si matura, si capisce che gli errori fatti dai nostri genitori ci sono principalmente perché è difficilissimo bilanciare amore e obiettività, paura di non essere abbastanza presenti e rispetto dei propri figli come persone a sé stanti. A volte mi convinco che tutti i propositi di pazienza e di onestà che mi faccio sono delle stupidaggini e che davanti ad un figlio con un problema che mi farà male cederò al panico... e altre paranoie, ma questo fa parte del gioco, è normale che col tempo si apprezzzino sempre di più le difficoltà che dovremo affrontare ma questo non ci rende meno pronti (anzi! Ci stiamo preparando davvero) e soprattutto non dipende dal fatto che i nostri genitori abbiano sbagliato con noi in un frangente o in un altro.
Anzi io spesso ringrazio di aver avuto genitori con certi tipi di difetti, perché saranno le prime cose che mi segnerò in rosso di NON FARE MAI (poi invece parlavo con un'amica e lei mi ha detto che sarò condannata a ripeterle, mio malgrado!)

Anch'io a volte ci penso, ne parlo anche con il mio ragazzo che da questo punto di vista ha avuto anche una vita più difficile della mia, ed entrambi pensiamo che la consapevolezza degli errori fatti dai nostri genitori (che non deve diventare una "condanna" da parte mostra) serva a non ripeterli...anche se inevitabilmente ne faremo altri, e questo è proprio inevitabile!
Non esiste il genitore perfetto che non fa errori, l'importante magari è fare tesoro del proprio vissuto e proporsi sempre di migliorarsi, cosa che mi sembra hai intenzione di fare, Eowyn. Anch'io, non appena avrò un'indipendenza economica, vorrei parlare con un terapeuta di queste cose per affrontarle prima di diventare mamma, perché tutte queste mi manie di controllo no penso farebbero bene ai miei figli.  

Ragazze io più vi leggo e più mi ritrovo in molte cose che dite.. il mio rapporto con i genitori è un po' diverso dal vostro (forse), nel senso che esplicitamente non mi fanno pressioni e anzi ci tengono a sottolineare che le decisioni sono solo mie e loro non vogliono condizionarmi.. tuttavia alcune cose credo vengano trasmesse anche senza volerlo, nel mio caso la maniaca del controllo sono io per quanto riguarda me stessa (Mulan ti capisco quando parli dell'università perché neanche io riesco ad accettare che le cose non siano andate esattamente come volevo su quel fronte, anche se razionalmente so che non ha senso), ma da qualche parte questa cosa avrà origine.. per esempio, ci tengono a dirmi che le scelte sono solo mie ma poi è sempre stato dato per scontato che la scelta dello studio fosse quella più intelligente, è da quando sono nata che non sento altro che cose tipo "almeno una laurea nella vita ci vuole, poi si può fare qualsiasi lavoro, non importa quale, ma bisogna sempre avere il paraculo che non si sa mai cosa può capitare", oppure "quando si è giovani l'unica cosa da fare è studiare, è la priorità", queste cose sempre genericamente parlando, ma ecco non possono non avere effetto, io ora mi sento di avere avuto difficoltà nella cosa principale che avrei dovuto fare e mi sembra di essere un mezzo fallimento.. se lo dico a loro mi dicono se non sono pazza a pensarla così, ma queste mie convinzioni derivano anche da loro..

chiaretta ha scritto:ci tengono a dirmi che le scelte sono solo mie ma poi è sempre stato dato per scontato che la scelta dello studio fosse quella più intelligente, è da quando sono nata che non sento altro che cose tipo "almeno una laurea nella vita ci vuole, poi si può fare qualsiasi lavoro, non importa quale, ma bisogna sempre avere il paraculo che non si sa mai cosa può capitare", oppure "quando si è giovani l'unica cosa da fare è studiare, è la priorità", queste cose sempre genericamente parlando..

Esatto  
Io ho sempre sentito dire "le uniche due lauree che hanno un senso sono medicina e ingegneria". E guarda caso io sono ingegnere e mia sorella studia medicina, e il mio ragazzo è finito a fare tecnico di radiologia (che è sempre qualcosa di medico) credo anche perché suo malgrado si è trovato infilato in queste dinamiche. Ecco, ora, siamo 3 persone che amano moltissimo quello che fanno, e a me non dispiace minimamente la strada che ho scelto. MA a volte mi chiedo se non sarei stata altrettanto felice nello sceglierne altre, anche solo considerarle. Anche considerare di non fare l'università ma qualcosa di più tecnico. Oppure, io rimpiango moltissimo di aver fatto il liceo e non un istituto tecnico. Mi piace moltissimo l'informatica, e un mio amico che ha fatto un istituto tecnico informatico è mille anni più avanti di me, sa programmare benissimo, e ha trovato subito lavoro! Io invece ho sofferto moltissimo perché odiavo studiare latino e filosofia... Però "al liceo ti danno la forma mentale giusta per lo studio", "negli istituti tecnici ci vanno solo quelli scarsi, e il livello di tutto la classe ne risente"... Eccetera... e in terza media cosa mai vuoi capire?
Mia sorella è più ribelle di me. E molte molte volte ho sentito i miei (mio papà soprattutto) parlare tra loro e dire "dobbiamo impedire che lei faccia questa scelta, o se ne pentirà!" "lei non può fare questo, è troppo intelligente" "se sceglie questo starà male di sicuro, IO la conosco!".