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Rapporto con il padre

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Messaggio Da ArdathLilith Lun Ott 17, 2011 11:33 am

Visto il periodo un po' difficile che sta affrontando mio padre e, con esso, tutta la serie di pensieri e introspezioni che mi stanno affollando la mente, ho pensato di aprire questo topic per parlarne un po' insieme...

Magari anche per voi la figura del padre è fonte di ammirazione e preoccupazioni, proprio come per me...
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Messaggio Da sefora Lun Ott 17, 2011 1:45 pm

Oddio che topic, il fulcro dei miei problemi. Il mio rapporto "non-rapporto" con lui è sempre stato piuttosto travagliato. Fin dall'infanzia lo amavo, volevo somigliare a lui ed essere come lui, questo penso sia dovuto al cosiddetto "complesso di Elettra", le fertiline che studiano psicologia potranno correggermi, nel caso in cui scrivessi castronerie. Rapporto con il padre 98660
In realtà, ora che sono adulta non vorrei somigliare a lui quasi in niente Rapporto con il padre 4123 , purtroppo è misantropo, ansioso, asociale, abitudinario. È uno che non vivrebbe per paura di morire, un uomo che non osa e si accontenta di una vita mediocre. Purtroppo, mi ha trasmesso molte paure e ansie, di cui ora voglio assolutamente liberarmi. Non si è mai occupato granché di me, questo forse mi ha portata ad amare ragazzi che, come lui, mi amano, ma non lo dimostrano troppo. Suspect
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Messaggio Da MaryMichele Lun Ott 17, 2011 9:20 pm

mio papà..da piccola lo adoravo....ora.....un pò meno....carattere dominante,arrogante,comandante,possessivo,anche un pò egoista....non oso dire cosa è success quando sono rimasta incinta...però si è sempre fatto in 4 per me...ed ora per noi...anche il mio maritino ha un carattere forte...ma è molto più dolce e meno arrogante e possessivo...insomma con mio papà alti e bassi...ancora oggi mi incute un pò di timore.... Rapporto con il padre 12037 però gli voglio bene...al nonnino!
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Messaggio Da Nina Lun Ott 17, 2011 10:36 pm

Ammirazione zero, preoccupazioni troppe...è difficile staccarsi da certe dinamiche e da certi rapporti.
E soprattutto è difficile smettere di soffrirne. Almeno per me.

Mio padre è rimasto adolescente, pensa solo a sè stesso, esiste solo lui al mondo e gli altri solo se gli servono per qualcosa. Non vorrei mai assomigliargli, ma in certe cose sono uguale a lui e per questo un po' mi detesto. Si può cancellare un pezzo di dna? Pare di no.

Doloroso questo topic...
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Messaggio Da moonriver Mar Ott 18, 2011 9:52 am

sefora ha scritto:Fin dall'infanzia lo amavo, volevo somigliare a lui ed essere come lui, questo penso sia dovuto al cosiddetto "complesso di Elettra", le fertiline che studiano psicologia potranno correggermi, nel caso in cui scrivessi castronerie. Rapporto con il padre 98660
Competizione con la madre per il possesso del padre. Detto molto in soldoni.... Rapporto con il padre 826922
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Messaggio Da Cinzia Mar Ott 18, 2011 10:13 am

Da adolescente lo detestavo perchè troppo rigido,ma non nello studio o chissà che,ma nell'uscire!fosse per lui sarei ancora segregata in casa!
Poi si è sciolto piano piano quando ha visto che anche se mi diceva no,per me era si e facevo come mi pare rispettando però orari e non facendo mai cazzate...

Ora lui parla tranquillamente con il mio attuale lui e non vede l'ora che mi sistemi Rapporto con il padre 654381
Se devo rimproverargli qualcosa,è che appena c'è un problema più grosso si abbatte e non c'è verso d smuoverlo...idem mia mamma..
Dunque in certi momenti mi sento io quella che deve prendere le redini,essere forte e affrontare le situazioni...questo se ci rifletto mi ha sempre pesato...
Mi sarebbe piaciuto avere una figura forte e decisa...
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Messaggio Da ArdathLilith Lun Ott 24, 2011 12:55 pm

Io mio padre lo rispetto. E' una persona intelligente, si è sempre dato da fare, ha raggiunto notevoli traguardi professionali (partendo da una famiglia povera), è onesto ed è un punto di riferimento per tutti.

Detto questo, è una persona che per anni - forse da sempre, da quando sono nata io - è stata infelice e che ha represso questa sua infelicità, senza ricercarne veramente le cause, fino a trasformarla in livore, insoddisfazione, apatia.
E' uno strenuo lavoratore, come dicevo, e ricopre incarichi di responsabilità che lo mettono in condizioni di essere perfino "creativo" nel suo lavoro di manager di alto livello. Poi, però, con noi è sempre stato troppo stanco per fare qualsiasi cosa.
Ogni attività familiare era un impegno, non una gioia.
Ogni momento che potevamo passare insieme era un istante sottratto al suo "meritato riposo".

Io sono sempre stata molto diversa da lui, tanto che da adolescente ho avuto molti contrasti e incomprensioni con lui. Solo quest'anno mi sono accorta di quanto stavo cominciando ad assomigliargli: ero sempre stanca senza motivo, ero stressata, infelice, incattivita, irritabile, arrabbiata, mi consideravo una nullità e, allo stesso tempo, ritenevo tutti gli altri degli stupidi inferiori.
Solo grazie a un aiuto psicologico mi sono resa conto che questo non era né il mio carattere né il mio destino, ma che soffrivo di una fortissima forma di ansia generalizzata, che rischiava di sfociare in vera e propria depressione.

Mi sono curata, lo sto ancora facendo, ma questo percorso sulla scoperta di me mi ha fatto capire tanto anche su mio padre: anche lui avrebbe (avuto) bisogno di aiuto, ma non lo ha mai ammesso, non lo ha mai accettato, ed è rimasto nel suo limbo di dolore, insoddisfazione, peso per ogni cosa, responsabilità e tristezza.
Solo adesso, dopo l'infarto, ha cominciato a cambiare qualcosa della sua vita. Esce un po' di più. Ascolta la musica. Ci sentiamo spesso.
Il suo rapporto con me è migliorato da tempo, da qualche anno, da quando ha capito che mi reggo sulle mie gambe, che mi "applico" e che sono in gamba. Il suo rapporto con se stesso, invece, non so se cambierà mai. E a volte mi fa tanta, tanta tristezza essere così impotente.
D'altra parte, ho anche capito che ognuno di noi è solo con la propria tristezza e che solo noi stessi possiamo fare qualcosa per cancellarla o, meglio, arginarla.
Chissà se anche lui, un giorno, deciderà di affrontare la sua.
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Messaggio Da Eowyn Gio Lug 05, 2012 11:12 am

Io quoterei la maggior parte delle cose che ha scritto Ardath su suo padre! Shocked Anch'io rispetto mio padre per i traguardi che è riuscito a raggiungere, per il suo darsi da fare, la sua intelligenza (in certi campi)... ma anch'io mi sono resa conto ad un certo punto che nella mia vita c'era stato solo quel modello ed era sbagliato! che il mio cercare di essere simile a lui mi aveva portato solo ansia e infelicità, e che io volevo essere diversa.
Da bambina lo adoravo, e lui adorava me, è sempre stato molto affettuoso, ha sempre ritagliato del tempo per stare con noi, mi ha sempre aiutata con i miei problemi e mi è stato vicino... volevo essere come lui o trovare un fidanzato come lui Rapporto con il padre 294699 Ora il mio ragazzo è l'esatto opposto! Rapporto con il padre 98660
Poi lui ha avuto un avanzamento di carriera, e tutti i lati negativi del suo carattere sono peggiorati... mi sono resa conto che io non volevo vivere così, mai! diventare insopportabile agli altri, essere stressata e stare male con me stessa, per cosa? per la carriera? l'ammirazione della gente? No.
Ora le cose sono sempre peggio, lui a casa è padrone, tutti devono fare quello che dice e in fretta (sarà abituato al lavoro), e bisogna stare attenti a quello che si dice per non infastidirlo.
Improvvisamente ha deciso che io sono abbastanza grande per risolvere tutti i miei problemi da sola, quindi non ho neanche più il diritto di sfogarmi o di essere ascoltata...
Ma tutto questo non sarebbe niente di che, in fondo io ora sto iniziando la mia vita di adulta...
Il problema è come tratta mia mamma! io se fossi in lei scapperei il più lontano possibile! ma che vuoi fare, a 55 anni? ora loro sono in crisi, e io, mi dispiace dirlo, se dovessi schierarmi non avrei dubbi. Lui non sa che penso tutte queste cose, se lo sapesse ci starebbe malissimo, ma non è che migliorerebbe per questo, si arrabbierebbe e basta. Perchè non ha mai accettato le critiche.
Insomma, una volta quando qualcuno diceva una minima critica a mio padre, lo difendevo subito a spada tratta, ora invece mi accodo o sono io la prima a criticarlo... è davvero triste, e ho paura che questo rapporto sia destinato a sgretolarsi sempre di più... No
Una volta mi immaginavo sempre mio padre che mi accompagnava all'altare il giorno del mio matrimonio, ora non me ne fregherebbe niente, anzi...
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Messaggio Da betty Gio Lug 05, 2012 11:18 am

Ma mio padre ha lasciato mia madre dopo 25 anni di matrimonio per un'altra donna con 15 anni in meno. Nessuna condanna da parte mia accetto ma non condivido. Il mio non schierarsi ha fatto scaturire mia madre, mio padre non ha capito che non era scontato il fatto di accettare in maniera mooolto adulta la situazione. Ora l'unica cosa che non deve fare se vuole che si vada d'accordo è fare il padre. Quando cerca di farlo non ne è in grado, quando resta se stesso possiamo parlare. Sono molto convinta del fatto che esistano persone che non sono fatte per avere figli e lui è una di queste. All'altare? sceglierei mia sorella così evito qualsiasi tipo di lotta tra lui e mia madre che non si parlano da 10 anni. infine mio padre viene identificato con un telefono, da sempre è stato una voce al telefono a meno di alcune capatine qui e la. buh non lo so alla fine spesso mi identifico molto in lui e nelle sue scelte.
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Messaggio Da ArdathLilith Gio Lug 05, 2012 11:25 am

La cosa strana, per me, è che in passato ero molto più arrabbiata e aggressiva, ora sono rassegnata e gli voglio bene così com'è, anche se mi rendo conto di quanto negli anni mi abbia fatto soffrire.
Ora, a 31 anni, vedo come gli altri padri trattano i figli e le figlie, vedono come si rapportano con loro, vedo come si comportano e come li educano, e mi rendo conto, nel mio piccolo, di aver subito quelli che possono essere a tutti gli effetti essere definiti come "abusi": io non ero mai abbastanza veloce nel fare le cose, non avevo ASSOLUTAMENTE il diritto di sbagliare, il tempo libero c'era, ma se era condiviso con lui era sempre e comunque una performance. C'era un risultato da raggiungere, c'era un giudizio da esternare, c'era un traguardo da tagliare. E una bambina ovviamente sbaglia, ovviamente si distrae, ovviamente richiede PAZIENZA.
La gente dice che ci so tanto fare con i bambini, in effetti tendenzialmente mi adorano e spesso i genitori mi dicono che è bellissimo come mi rapporto con loro. Ci credo, per me è facilissimo: mi basta pensare e SENTIRE a come avrei voluto essere trattata io e come invece sono stata trattata e fare l'esatto opposto! Ascoltare, dare regole chiare, dare traguardi accessibili, incoraggiare per i successi anche minimi.
Ieri ad esempio ho aiutato tre bambini di 7-9 anni, durante una passeggiata, a chiacchierare con una ragazza di 20 anni, straniera. Lei attirava molto la loro attenzione, ma non volevano parlarle perché avevano paura di sbagliare l'inglese. Invece io li ho incoraggiati, abbiamo riso insieme quando dicevano qualcosa di buffo e sono stati tutti fieri quando invece riuscivano a capire e a farsi capire. Mio padre si sarebbe invece VERGOGNATO di farmi affrontare una cosa del genere se il mio inglese non fosse stato pressoché perfetto, e non mi avrebbe mai incoraggiato, ma mi avrebbe detto di lasciare stare, di non disturbare.
Peccato. Mi sale tanta amarezza, così tanta che ancora mi vengono le lacrime agli occhi perché alle volte vorrei essere quella bambina e chiedergli PERCHE' FAI COSI', PERCHE' TI VERGOGNI DI ME?
Ma è una domanda che non avrà mai risposta, ormai. Quello che posso fare è evitare di ripetere questo comportamento che mi ha causato tanto dolore.
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