Realizzazione personale
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Jillian
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Re: Realizzazione personale
Direi che stai camminando sulla strada giusta allora!
Vai così!!!
Vai così!!!
luisav- Numero di messaggi : 2574
Età : 44
Località : Fiumicino
Data d'iscrizione : 17.12.09
Re: Realizzazione personale
Luisa cmq se tu ti trovi così bene dovresti provare a sentire qualche tuo prof. se ci sono speranza per assegni post-doc o simili ;) Se è la cosa che ti piace magari qualche possibilità c'è, soprattutto a Roma.
Jillian- Numero di messaggi : 4598
Età : 38
Data d'iscrizione : 26.08.12
Re: Realizzazione personale
Io faccio parte di coloro che hanno lasciato un dottorato a metà
Felice di averlo fatto? Sicuramente energeticamente sì, sicuramente per me era in quel momento la cosa giusta. Da lì ho proprio stravolto tempi e modi di vita, aspettative sul futuro, ed ho pure cambiato città di molti e molti km ... di certo non avrei potuto continuare.
Certo però che un dottorato finito aiuta molto in certi casi. Io avevo la borsa e se faccio anche retrospettivamente un ragionamento puramente razionale, mollare non mi è "convenuto" in un'ottica puramente curriculare. Ogni tanto questo pensiero mi pesa, anche se sto completamente reinventando la mia vita lavorativa in una direzione diversa, per cui quella diventa una mancanza, ma non fondamentale.
Io non penso che realizzazione passi per forza da un percorso finito, o meno ancora da una "carriera" in senso stretto.
Però per quanto mi riguarda ho capito che passa anche dal lavoro. E penso ormai di poterlo dire a ragion veduta perché ho sperimentato la vita dedicata ai miei figli ed alle mie passioni nel quotidiano, ed ho capito che è meravigliosa, ha offerto tantissimo sia a me che ai bambini che hanno goduto del mio tempo e della mia creatività a tutto tondo, ma non mi soddisfa sul lungo termine.
Credo sia una cosa molto personale, leggo di alcune di voi che sentono di potersi realizzare anche solo in altro e capisco che davvero la fluidità è la parola d'ordine, perché per me questo è stato vero per un periodo e poi non più.
Dovendo ri-scegliere credo sceglierei nuovamente quello che mi fa stare bene in quel momento, ma pensando anche in prospettiva se poi quella rinuncia del momento avrà ripercussioni insopportabili per me nel futuro (per quel che si può immaginare ovviamente).
Felice di averlo fatto? Sicuramente energeticamente sì, sicuramente per me era in quel momento la cosa giusta. Da lì ho proprio stravolto tempi e modi di vita, aspettative sul futuro, ed ho pure cambiato città di molti e molti km ... di certo non avrei potuto continuare.
Certo però che un dottorato finito aiuta molto in certi casi. Io avevo la borsa e se faccio anche retrospettivamente un ragionamento puramente razionale, mollare non mi è "convenuto" in un'ottica puramente curriculare. Ogni tanto questo pensiero mi pesa, anche se sto completamente reinventando la mia vita lavorativa in una direzione diversa, per cui quella diventa una mancanza, ma non fondamentale.
Io non penso che realizzazione passi per forza da un percorso finito, o meno ancora da una "carriera" in senso stretto.
Però per quanto mi riguarda ho capito che passa anche dal lavoro. E penso ormai di poterlo dire a ragion veduta perché ho sperimentato la vita dedicata ai miei figli ed alle mie passioni nel quotidiano, ed ho capito che è meravigliosa, ha offerto tantissimo sia a me che ai bambini che hanno goduto del mio tempo e della mia creatività a tutto tondo, ma non mi soddisfa sul lungo termine.
Credo sia una cosa molto personale, leggo di alcune di voi che sentono di potersi realizzare anche solo in altro e capisco che davvero la fluidità è la parola d'ordine, perché per me questo è stato vero per un periodo e poi non più.
Dovendo ri-scegliere credo sceglierei nuovamente quello che mi fa stare bene in quel momento, ma pensando anche in prospettiva se poi quella rinuncia del momento avrà ripercussioni insopportabili per me nel futuro (per quel che si può immaginare ovviamente).
mononoke- Numero di messaggi : 1375
Età : 45
Data d'iscrizione : 16.06.10
Re: Realizzazione personale
Infatti quando consigliavo a Luisa di finire, se possibile, il dottorato, lo facevo proprio perche' trovandomi nella situazione so cosa significa lavorare per 4-5 anni a un progetto e poi quando si e' in dirittura d'arrivo (perche' appunto 12 mesi non sono tanti per un PhD) immaginare di mollare tutto . Non e' una questione di essere control freaks che non sanno cambiare idea e' piu', come si diceva prima, un voler chiudere il cerchio e poi, se necessario voltare pagina .
Jill, cmq ti sento determinata nel voler finire, quindi sicuramente ce la farai. Io, di nuovo, ti consiglio di smollare quel prof che ti mette tanta ansia e disagio e pensare solo ai tuoi supervsor, con cui spero tu abbia un buon rapporto perche' se no tutto diventa piu' difficile .
Jill, cmq ti sento determinata nel voler finire, quindi sicuramente ce la farai. Io, di nuovo, ti consiglio di smollare quel prof che ti mette tanta ansia e disagio e pensare solo ai tuoi supervsor, con cui spero tu abbia un buon rapporto perche' se no tutto diventa piu' difficile .
dipkick- Numero di messaggi : 1971
Età : 41
Località : Perth-Australia
Data d'iscrizione : 24.04.08
Re: Realizzazione personale
Dip, il mio intervento era solo per mettere in luce un'alternativa che spesso non viene presa in considerazione quando si tratta dello studio, soprattutto a certi livelli. Non sempre il cerchio si chiude finendo qualcosa, ma questa è solo la mia opinione e mi piace quello che dice Mono, sul fatto che fluidità sia la parola d'ordine.dipkick ha scritto: Non e' una questione di essere control freaks che non sanno cambiare idea e' piu', come si diceva prima, un voler chiudere il cerchio e poi, se necessario voltare pagina .
Detto questo, al momento mi trovo invischiata in un mare melmoso e per niente fluido che non mi fa capire chi io sia e cosa voglio fare di me come donna nel futuro prossimo. Stasera mi è venuto in mente che come inizio potrei partire a farmi i peli delle gambe
Zara- Numero di messaggi : 3785
Età : 38
Data d'iscrizione : 19.08.12
Re: Realizzazione personale
Zara ha scritto:Dip, il mio intervento era solo per mettere in luce un'alternativa che spesso non viene presa in considerazione quando si tratta dello studio, soprattutto a certi livelli. Non sempre il cerchio si chiude finendo qualcosa, ma questa è solo la mia opinionedipkick ha scritto: Non e' una questione di essere control freaks che non sanno cambiare idea e' piu', come si diceva prima, un voler chiudere il cerchio e poi, se necessario voltare pagina .
E' anche la mia.
Onigiriyum- Numero di messaggi : 1690
Età : 58
Data d'iscrizione : 08.08.12
Re: Realizzazione personale
Forse non è semplice capire bene la questione perchè l'ambiente accademico è un po' a sè stante. Perchè non si tratta solo di "studio", non si tratta di dare un tot di esami e scrivere la tesi; io ho considerato per 4 anni la ricerca universitaria come il mio lavoro, quello che volevo fare e che mi dava una qualifica in più, ma che mi arricchiva anche sul piano personale, dandomi l'opportunità di vivere nuove esperienze (viaggi all'estero, pubblicazioni, tante conoscenze ecc). Quando hai un progetto, di qualsiasi tipo (lavoro-studio-passione-matrimonio ecc), su cui investi degli anni e sul quale cerchi di costruirti un futuro, in cui ci metti veramente qualcosa di tuo, cercare con tutte le forze di portarlo a termine è doveroso. Mi avete aiutato a capire che non finirlo non è di per sè un fallimento, ma resto dell'idea che almeno bisogna provarci. Poi come Dip ha già intuito, il successo dipende anche da una serie di circostanze esterne (vedi rapporto con i prof ecc) e questo si vedrà.
Quindi finirlo per me sarebbe importantissimo e considera Zara che non sono 12 mesi effettivi, perchè tra lungaggini burocratiche, vacanze ecc i mesi che ho ancora da dedicare alla tesi saranno 5-6, l'anno accademico finisce a fine ottobre ma la consegna della tesi è a fine luglio.
E' giusto che ognuno abbia la sua visione delle cose, volevo solo spiegarvi che è un po' diverso dal dire "frequento un corso universitario che non mi piace e quindi cambio".
@Mono, grazie a te per la tua testimonianza, non sapevo dei tuoi trascorsi accademici. Fluidità è sicuramente il concetto giusto, è giusto che ognuno adegui il proprio percorso alle proprie esigenze.
@Zara ho letto nel topic di Halloween che anche per te sono giorni di grande introspezione...
Quindi finirlo per me sarebbe importantissimo e considera Zara che non sono 12 mesi effettivi, perchè tra lungaggini burocratiche, vacanze ecc i mesi che ho ancora da dedicare alla tesi saranno 5-6, l'anno accademico finisce a fine ottobre ma la consegna della tesi è a fine luglio.
E' giusto che ognuno abbia la sua visione delle cose, volevo solo spiegarvi che è un po' diverso dal dire "frequento un corso universitario che non mi piace e quindi cambio".
@Mono, grazie a te per la tua testimonianza, non sapevo dei tuoi trascorsi accademici. Fluidità è sicuramente il concetto giusto, è giusto che ognuno adegui il proprio percorso alle proprie esigenze.
@Zara ho letto nel topic di Halloween che anche per te sono giorni di grande introspezione...
Jillian- Numero di messaggi : 4598
Età : 38
Data d'iscrizione : 26.08.12
Re: Realizzazione personale
Mettiamola così. La logica e il buonsenso vogliono che si porti a termine ciò che si è intrapreso. Ma, per quanto MI riguarda, se il prezzo di questa fedeltà al progetto diventa insostenibile, io mollo volentieri il colpo. Anche perché, ad esempio, io smetto completamente di funzionare se devo fare qualcosa PER FORZA (non importa se l'imperativo è morale o fisico). Divento assolutamente impermeabile. E se persisto, si avvia un circolo malsano fatto di frustrazione e sensi di colpa che è molto più nefasto degli effetti di un cambiamento di rotta.
Onigiriyum- Numero di messaggi : 1690
Età : 58
Data d'iscrizione : 08.08.12
Re: Realizzazione personale
Jill, capisco appieno quello che dici, e se senti di potercela fare e che finire il dottorato è quello che ti permetterà di "chiudere il cerchio" allora dai fondo alle energie che restano e via (senza magari sbatterti troppo per questioni extra ).
Dico che capisco anche se alla fine non ho intrapreso questa strada, perchè io avrei voluto fare della ricerca (archeologica) il mio lavoro. Poi ho preso solo la laurea triennale e nonostante i brillanti risultati e la certezza che sarebbe stato il mio lavoro dei sogni, ho mollato il colpo, perchè per arrivare dove volevo ci sarebbero voluti troppi anni di volontariato, di precariato e di sfruttamento accademico Io già lavoravo durante la triennale per mantenermi, ma avevo dei ritmi di vita assurdi (stavo fuori casa minimo 12 ore al giorno senza contare che poi dovevo pure studiare), tanto che ho sofferto di candidosi vaginale per due anni a causa dello stress. Ho fatto due conti e mi son detta che non avrei potuto continuare per chissà quanto tempo in quel modo. Così ho buttato al vento i miei studi e la mia passione, perchè in Italia va così: siamo pieni di archeologia, ma non ci sono i soldi per pagare chi lavora in questo campo. Vedo i miei ex compagni di corso che hanno proseguito gli studi e qualcuno la ricerca che sono ancora a casa con i genitori, hanno lavoretti saltuari e si pagano gli sfizi, oppure hanno cercato un lavoro mentre sperano di essere presi per il dottorato. Dopo tutto, ci avevo visto lungo e non mi sono pentita delle scelte fatte. E poi, sono stata premiata: la casa che abbiamo in affitto è costruita su un'area archelogica e trovo pezzetti di ceramica invetriata mentre faccio l'orto (ma non ditelo a nessuno, che se no dovrei denunciare i ritrovamenti ) prima o poi mi faccio uno scavo per i fatti miei
Quindi, se a me è capitata la casa archeologica, chissà cosa ti aspetta una volta libera dal fardello del dottorato? (un figlio? )
Dico che capisco anche se alla fine non ho intrapreso questa strada, perchè io avrei voluto fare della ricerca (archeologica) il mio lavoro. Poi ho preso solo la laurea triennale e nonostante i brillanti risultati e la certezza che sarebbe stato il mio lavoro dei sogni, ho mollato il colpo, perchè per arrivare dove volevo ci sarebbero voluti troppi anni di volontariato, di precariato e di sfruttamento accademico Io già lavoravo durante la triennale per mantenermi, ma avevo dei ritmi di vita assurdi (stavo fuori casa minimo 12 ore al giorno senza contare che poi dovevo pure studiare), tanto che ho sofferto di candidosi vaginale per due anni a causa dello stress. Ho fatto due conti e mi son detta che non avrei potuto continuare per chissà quanto tempo in quel modo. Così ho buttato al vento i miei studi e la mia passione, perchè in Italia va così: siamo pieni di archeologia, ma non ci sono i soldi per pagare chi lavora in questo campo. Vedo i miei ex compagni di corso che hanno proseguito gli studi e qualcuno la ricerca che sono ancora a casa con i genitori, hanno lavoretti saltuari e si pagano gli sfizi, oppure hanno cercato un lavoro mentre sperano di essere presi per il dottorato. Dopo tutto, ci avevo visto lungo e non mi sono pentita delle scelte fatte. E poi, sono stata premiata: la casa che abbiamo in affitto è costruita su un'area archelogica e trovo pezzetti di ceramica invetriata mentre faccio l'orto (ma non ditelo a nessuno, che se no dovrei denunciare i ritrovamenti ) prima o poi mi faccio uno scavo per i fatti miei
Quindi, se a me è capitata la casa archeologica, chissà cosa ti aspetta una volta libera dal fardello del dottorato? (un figlio? )
Zara- Numero di messaggi : 3785
Età : 38
Data d'iscrizione : 19.08.12
Re: Realizzazione personale
Arrivo tardi e non saprei cos'altro aggiungere a quanto già scritto dagli altri interessanti interventi.
Io sono tendenzialmente come chi dice che non lascia le cose a metà, ma vorrei tanto essere più come Oni. Per il semplice fatto che si vive meglio se si lascia andare il controllo, la logica e ciò che "è giusto". Per il resto, Jill, credo che tu abbia bisogno di un po' di tempo per metabolizzare il cambio di rotta ed elaborare il senso di colpa. Ti capisco bene, il senso di colpa è qualcosa con cui molte di noi purtroppo convivono spesso. Una volta però ho letto su un libro che il senso di colpa non è una vera emozione, ma ne nasconde un'altra, che non lasciamo che emerga e che copriamo con il senso di colpa. Quindi adesso me lo ricordo sempre, e ogni volta che lo provo mi chiedo: "Qual è l'emozione che sta sotto?"
Magari può essere uno spunto anche per te per un altro pezzettino di consapevolezza...
Io sono tendenzialmente come chi dice che non lascia le cose a metà, ma vorrei tanto essere più come Oni. Per il semplice fatto che si vive meglio se si lascia andare il controllo, la logica e ciò che "è giusto". Per il resto, Jill, credo che tu abbia bisogno di un po' di tempo per metabolizzare il cambio di rotta ed elaborare il senso di colpa. Ti capisco bene, il senso di colpa è qualcosa con cui molte di noi purtroppo convivono spesso. Una volta però ho letto su un libro che il senso di colpa non è una vera emozione, ma ne nasconde un'altra, che non lasciamo che emerga e che copriamo con il senso di colpa. Quindi adesso me lo ricordo sempre, e ogni volta che lo provo mi chiedo: "Qual è l'emozione che sta sotto?"
Magari può essere uno spunto anche per te per un altro pezzettino di consapevolezza...
fiordiloto- Numero di messaggi : 1662
Età : 45
Località : Genova
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