Realizzazione personale

Oni però in questo caso il titolo di dottore di ricerca sarebbe comunque una cosa in più sul cv e mi darebbe il senso di non aver proprio sprecato questi anni post laurea. Per carità, quest'esperienza mi ha cmq insegnato tanto, ma per ora penso di poter ancora stringere i denti 12 mesi (che poi effettivi sono meno) e cercare di ottenere il meglio... per lo meno, lo spero!

Per come sono fatta anch'io a questo punto finirei il dottorato, proprio non ce la faccio a lasciare le cose a metà, anche se chissà, sono ancora giovane e in tempo a cambiare.

Jill, ti ho fatto quelle domande sulle tue passioni perché io ad esempio mi sento tanto coinvolta nello sport ad esempio, tanto che mi è addirittura balenata l'idea "se le cose non vanno come devono, mi butto lì e sono felice". Per quanto riguarda le aspettative degli altri sì, anch'io provo queste sensazioni, perché per qualche motivo tutti si sono sempre aspettati che io facessi "grandi cose", dai miei parenti ai miei amici, soprattutto quelli del liceo che magari hanno preso strade diverse. Per fare un esempio, una mia cara amica del liceo ha preso una laurea triennale nell'area sanitaria e ora, pur con uno stipendio non astronomico, lavora. Stamattina ci siamo viste per fare un regalo e mi ha offerto la merenda, anche se io insistevo affinché non lo facesse, e scherzando mi ha detto "dai, che quando lavorerai tu potrai offrirmi molto più che la colazione". Non lo diceva con invidia, so bene che lei è convinta che io avrò un "lavoro di prestigio", che ho seguito un percorso di studi che mi garantirà una carriera stellare, e se non facessi questo, anche per mia scelta...quasi mi sentirei in colpa.

Quoto Nike in ogni singola parola
Le relazioni umane sono ancora sufficientemente dotate di universalità da poter sfuggire alla dinamica del cambiamento a rapido ciclo che invece caratterizza oggi il mondo del lavoro, perciò in particolare per quanto riguarda il piano professionale la fluidità oggi è cruciale per la "sopravvivenza", che è poi la base per la piena realizzazione di sé
Steve Jobs secondo me aveva intuito parecchio con il suo ormai celebre motto: "stay hungry, stay foolish".
Buone scelte!

Quanto mi sta a cuore questo argomento, mi sento meno un alieno a leggervi.. questi pensieri li ho portati avanti anche io negli ultimi mesi, anzi forse negli ultimi anni.. il discorso aspettative degli altri e confronto con gli altri mi tocca un sacco, anche io sono una di quelle che tutti hanno sempre dato per scontato che sarebbe arrivata "in alto" e avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, e quanto è difficile ammettere che non ce la si fa oppure che non lo si vuole fare.. potrà sembrare banale quello che sto per dire, ma io sto lavorando molto sullo smettere di confrontarmi con quello che fanno o non fanno gli altri, e sullo smettere di fare le cose solo perché la gente si aspetta che le faccia e sul non sentirmi in colpa se non faccio le cose "come andrebbero fatte".. razionalmente ho sempre saputo queste cose, ma emotivamente no, emotivamente i confronti e le aspettative hanno sempre fatto male.. negli ultimi tempi ci sto lavorando molto, piano piano sembra che anche la mia parte emotiva stia abbandonando alcune idee e vi assicuro che si sta molto meglio... Jill cerca di lavorare sul capire cosa vuoi dalla vita e su come ti piacerebbe fosse (che già di per sé è difficile e scombussola) e fa le cose che ti permettano di sentirti felice ed appagata, falle SOLO perché ti permettono di vivere bene e come vuoi tu, ma assolutamente evita di usare la vita degli altri come metro di misura per la tua (come starci male perché c'è magari chi riesce ad avere famiglia, dottorato, lavoro e fare ricerca contemporaneamente, o perché il tale ha raggiunto un certo obiettivo e noi no ecc.), e fallo non solo con il pensiero, ma anche dentro di te, nel tuo profondo..

chiaretta ha scritto:anche io sono una di quelle che tutti hanno sempre dato per scontato che sarebbe arrivata "in alto"

Io ho sempre pensato che il concetto di "alto" è molto relativo e personale. La realizzazione personale, fortunatamente, non passa solo attraversi lavori "di prestigio" o posti nei piani alti di una gerarchia. Soprattutto se, oltretutto, per arrivare fin lì si deve fare una vita di m...a.

Onigiriyum ha scritto:

chiaretta ha scritto:anche io sono una di quelle che tutti hanno sempre dato per scontato che sarebbe arrivata "in alto"

Io ho sempre pensato che il concetto di "alto" è molto relativo e personale. La realizzazione personale, fortunatamente, non passa solo attraversi lavori "di prestigio" o posti nei piani alti di una gerarchia. Soprattutto se, oltretutto, per arrivare fin lì si deve fare una vita di m...a.

Sono d'accordissimo! Ho messo "in alto" tra virgolette infatti, alludendo a ciò che la società, o perlomeno una parte della società, ritiene erroneamente significhi realizzazione, rispettabilità eccetera, alludevo al fatto che ho sentito gente dire queste cose più volte.. per quanto mi riguarda, "alto" non vuol dire proprio niente, anzi mi fa rabbrividire pensare a cosa la società ritenga "alto", soprattutto in seguito ad alcune esperienze..

Onigiriyum ha scritto:

Jillian ha scritto:
Dip mi mancano 12 mesi e spero tanto di farcela a scrivere la tesi (ora sono molto indietro) appunto perchè come te odio lasciare le cose a metà.

Io, col tempo, ho invece imparato a lasciarle a metà, a due terzi, a un quarto. E' molto più salutare. Sto meno male ad abbandonare una cosa che non mi interessa più, piuttosto che a volerla finire a tutti i costi.

Giustamente Jill, devi fare ciò che ti rende più serena. Ma mi sento di quotare Oni. 12 mesi, per me, sono tantissimo tempo. Per me troppo per qualcosa che mi va stretto e mi rende infelice. Il tempo è prezioso. Il tempo e le persone sono le cose più preziose che abbiamo. L'ho imparato a mie spese, dolorose spese, e nonostante io sappia quanto questo concetto sia importante, tendo a dimenticarmene.
Secondo me devi valutare se ne vale la pena. Ritengo che l'idea di avere un dottorato da segnare sul CV sia un po' figlia dell'ambiente in cui ti muovi. Mi spiego meglio. Se decidessi di trovare un lavoro "qualsiasi", nella stragrande maggioranza dei casi, non interesserà sapere che hai portato a termine un dottorato. Non lasciarti ingannare, anche se dovessi mollare, non vorrebbe dire aver buttato del tempo. Non mi ricordo più chi l'ha scritto nei post precedenti, quello che hai vissuto ti ha portato ad essere la te che sei ora e se la te che sei ora ha bisogno di altro è giusto cambiare. Capisco che sia difficile lasciar andare, soprattutto per chi non è abituato a farlo e tende a controllare tutto
Il passo principale è capire cosa desideri ora e come puoi ottenerlo. Se oggi non avessi il dottorato, cosa pensi che faresti? Cosa vorresti fare? Come penseresti di muoverti?

Mi ritrovo tantissimo nelle parole di Nike, Oni e in questo tuo ultimo post Zara.
Jill, io sono una che difficilmente molla.
Per me è un principio continuare, perseverare, resistere e quindi non mollare.
Ma se questo diventa un problema, allora bisogna serenamente affrontarlo e uscirne il prima possibile.
Sei giovane, in gamba e non puoi fare altro che imparare da quello che hai fatto finora, voltare pagina e andare avanti!

Jil, che post che hai aperto!!! Non saprei da dove cominciare a scrivere…e infatti scriverò poco, altrimenti vado più in crisi di quanto non sia già! 
Intanto mi sento di dirti che sicuramente il mio dottorato non è al livello del tuo, o meglio, la richiesta che fanno a me è molto diversa da quella che stanno facendo a te. Io non ho nemmeno la borsa e quindi in pratica lo faccio solo per passione. Lo sanno e accettano, però è pur vero che visto che la mia ricerca sta piacendo,e mi piacerebbe essere più presente (anche se gratis), ma non posso proprio con il lavoro.
Il motivo per cui ho deciso di farlo è proprio perché non riesco ad essere "appagata" da quello che faccio nel lavoro. 
Fare la mamma mi ha riempito la vita e ritornare sui banchi come insegnante mi piace ma non così tanto, non mi è mai piaciuto fino in fondo, nonostante mi riesca piuttosto bene. Non lo voglio fare tutta la vita e ora che sono pure entrata in ruolo è un bel casino, perché ho queste nuove catene che difficilmente potrò spezzare.
Il dottorato mi fa sentire viva e quando metto mano alla ricerca tutto sembra più roseo e mi dico che potrei fare quello nella vita, ma poi come campo? Con che stipendio? Io nella vita non sono mai stata una secchiona, anzi fino ai 18 ero proprio una capra e non ho mai pensato di poter arrivare "in alto", fino a quando non sono entrata nel mondo universitario e sono sbocciata.
Ma ora certo la carriera accademica mi sembra molto complicata e non so se riuscirò a farcela…
Che dire? Ho un lavoro fisso e non credo di avere il coraggio di cambiare radicalmente, anche perché senza un'alternativa ma dove vado, con una famiglia poi?
Capisco quando dici che manca poco…stringi i denti, fancula il prof se rompe, la tesi è tua! Ma soprattutto cerca cerca cerca altro.
Se sei in ricerca qualcosa vorrà dire 

Onigiriyum ha scritto:

chiaretta ha scritto:anche io sono una di quelle che tutti hanno sempre dato per scontato che sarebbe arrivata "in alto"

Io ho sempre pensato che il concetto di "alto" è molto relativo e personale. La realizzazione personale, fortunatamente, non passa solo attraversi lavori "di prestigio" o posti nei piani alti di una gerarchia. Soprattutto se, oltretutto, per arrivare fin lì si deve fare una vita di m...a.

Io confesso che sto arrivando di questa idea piano piano e solo negli ultimi mesi, perchè prima anche io vedevo assolutamente necessario "fare successo". Proprio la possibilità di uscire dai binari non era contemplata, e capisco che siano limitazioni che mi sono autoimposta (per fortuna senza nessuna pressione dai miei genitori a cui è quasi indifferente che io prenda un altro titolo o meno).
Che poi sono d'accordo eh che tutti i lavori sono dignitosi e non avrei problemi a fare altro, però prima voglio finire quello che ho cominciato, se ci riesco (12 mesi non sono poi tantissimi se pensi che è un percorso che dura da 5 anni) e cercare di trovare un lavoro il più attinente possibile a quello che ho studiato. Passato un certo lasso di tempo ovviamente mi andrebbe bene qualsiasi lavoro.
Luisa io purtroppo questa tua passione per la ricerca non ce l'ho. Per lo studio magari sì, ma la ricerca è qualcosa di un po' diverso e io mi sento carente. Le cose che mi fanno sentire viva sono altre, ora la ricerca mi logora e basta, ma può anche essere che dipenda da tutta le pressione del mio ambiente e dai casini che ho subito per la tesi.
Devo dire che fin dal post laurea mi sono completamente rimessa nelle mani del mio prof e ho seguito tutti i suoi consigli, non ho mai pensato di essere libera di poter scegliere il mio cammino, e ora che ci sto cominciando a pensare mi sento veramente libera