La paura del parto
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Re: La paura del parto
hai perfettamente ragioneLuna nuova ha scritto:
Forse ci devono essere davvero motivazioni psicologiche molto forti x arrivare a un cesareo.
io invece ho veramente fatto di tutto pur di partorire in maniera spontanea, michele era in posizione ma non voleva nascere, ho fatto due giorni di stimolazioni ma niente, in ospedale non so quante rampe di scale ho fatto, il terzo giorno mi hanno prenotato per il cesareo ho pregato la mia gine per tentare di nuovo questa volta con l'ossitocina, mi hanno rotto le acque, mi hanno fatto lo scollamento delle membrane e dopo 4 ore di travaglio attivo ero dilatata di 2 cm quindi cesareo ora mi chiederete "perchè tutto questo?"
1) in condizioni fisiologiche è meno traumatico per il bimbo,
2) dopo non hai bisogno di analgesici vari,
3) nella maggioranza dei casi il secondo parto va a cesareo,
4) la cicatrice,
5) è il metodo più naturale per partorire e mi ripetevo "se ce la fanno tutte ce la farò anche io"
6) è comunque un intervento vero e proprio
queste sono state le mie motivazioni
saradavidemic- Numero di messaggi : 515
Età : 39
Data d'iscrizione : 15.02.11
Re: La paura del parto
Sefora, anche gli animali rimangono traumatizzati e anzi, dato che non hanno la possibilità di mediazione di significati attraverso il linguaggio interiore, hanno inferiori possibilità di "riflettere" ed "elaborare" il trauma che è così importante per l'essere umano. Hai mai avuto a che fare con cani maltrattati e abbandonati? Sono spesso paurosi e poco collaborativi e spesso neanche una relazione di fiducia con un padrone successivo può ristabilirli completamente (un essere umano da questo punto di vista ha più chance di recupero)
Come dice Mononoke, però, non avendo una trasmissione di significati tra le generazioni, non potendo anticipare se non in maniera istintuale l'evento del parto, non hanno nemmeno la sovrastruttura di paura e fobia che invece l'essere umano ha grazie allo scambio (e alla distorsione) delle informazioni, e questo è un fattore che aiuta proprio il parto stesso. La paura condizionata che le donne acquisiscono in alcune culture e società è proprio uno dei fattori che condiziona a sua volta l'esperienza stessa (perché a livello ormonale, la paura è antagonista della fisiologia del parto, l'adrenalina inibisce l'ossitocina e viceversa) e di conseguenza un'ulteriore trasmissione di questo messaggio.
Come dice Mononoke, però, non avendo una trasmissione di significati tra le generazioni, non potendo anticipare se non in maniera istintuale l'evento del parto, non hanno nemmeno la sovrastruttura di paura e fobia che invece l'essere umano ha grazie allo scambio (e alla distorsione) delle informazioni, e questo è un fattore che aiuta proprio il parto stesso. La paura condizionata che le donne acquisiscono in alcune culture e società è proprio uno dei fattori che condiziona a sua volta l'esperienza stessa (perché a livello ormonale, la paura è antagonista della fisiologia del parto, l'adrenalina inibisce l'ossitocina e viceversa) e di conseguenza un'ulteriore trasmissione di questo messaggio.
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Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: La paura del parto
concordo sugli animali, ne è testimonianza la mia gatta, maltrattata ed ora molto diffidente, è divenuta più mansueta dopo 9anni di coccole e amore...ma un conto penso sia il maltrattamento da terzi, un conto è affrontare un parto, previsto dalla natura. Gli animali vanno molto più a istinto di noi. Noi umani siamo più paranoici, ansiosi, gli animali, sempre se non maltrattati, mi sembra meno.
Essendo razionali, possediamo anche la facoltà di analizzare gli accadimenti e rielaborarli, dopo averli metabolizzati. Forse, noi viviamo molto di più la paura del futuro. Sappiamo cosa ci può attendere il giorno del parto, tra cui medici incompetenti, purtroppo! L'animale, nonostante il dolore di un eventuale parto, è pre-disposto dalla natura ad accoppiarsi, appena sopraggiunge il calore. La donna, se traumatizzata, tiene conto di molti più fattori, in seguito ai quali valuta.
Essendo razionali, possediamo anche la facoltà di analizzare gli accadimenti e rielaborarli, dopo averli metabolizzati. Forse, noi viviamo molto di più la paura del futuro. Sappiamo cosa ci può attendere il giorno del parto, tra cui medici incompetenti, purtroppo! L'animale, nonostante il dolore di un eventuale parto, è pre-disposto dalla natura ad accoppiarsi, appena sopraggiunge il calore. La donna, se traumatizzata, tiene conto di molti più fattori, in seguito ai quali valuta.
sefora- Numero di messaggi : 6196
Data d'iscrizione : 02.02.11
Re: La paura del parto
Sefora, devo confessarti che sono in disaccordo con te su tutto, a cominciare dall'idea della natura umana (forse che anche gli uomini non fanno parte del regno animale ??) per finire con quest'idea fosca del parto.
Però ognuno ha la propria visione del mondo e sarebbe molto ot discuterne qui
Quello che vorrei però ribadire con forza è che è proprio recuperando la propria parte istintiva che si permette un buon andamento del parto, questo è importantissimo proprio per come si svolge l'intero processo ... la donna è predisposta a partorire come qualunque altro mammifero, nello stesso modo proprio. Ricordo che il grande ginecologo Michel Odent una volta scrisse che si parla tanto di umanizzazione del parto, mentre quello che ci vorrebbe sarebbe una bella animalizzazione del parto
D'altra parte mentre stai avendo un orgasmo la spegnerai bene la tua neocorteccia
E poi in effetti mi è venuto in mente leggendo il messaggio di miwako che ho scritto che vivono bene il parto le donne che ricevono una buona assistenza, ma in effetti in genere vale anche per le donne che non ricevono nessuna assistenza, proprio come la donna africana che diceva lei.
Insomma, ai mammiferi se non gli rompi le scatole nella stragrande maggioranza dei casi, il parto non provoca nessun trauma, ma fa parte della vita.
Prova a cercare delle immagini di donne che hanno partorito naturalmente, vedrai che cominci a rasserenarti un po'
Però ognuno ha la propria visione del mondo e sarebbe molto ot discuterne qui
Quello che vorrei però ribadire con forza è che è proprio recuperando la propria parte istintiva che si permette un buon andamento del parto, questo è importantissimo proprio per come si svolge l'intero processo ... la donna è predisposta a partorire come qualunque altro mammifero, nello stesso modo proprio. Ricordo che il grande ginecologo Michel Odent una volta scrisse che si parla tanto di umanizzazione del parto, mentre quello che ci vorrebbe sarebbe una bella animalizzazione del parto
D'altra parte mentre stai avendo un orgasmo la spegnerai bene la tua neocorteccia
E poi in effetti mi è venuto in mente leggendo il messaggio di miwako che ho scritto che vivono bene il parto le donne che ricevono una buona assistenza, ma in effetti in genere vale anche per le donne che non ricevono nessuna assistenza, proprio come la donna africana che diceva lei.
Insomma, ai mammiferi se non gli rompi le scatole nella stragrande maggioranza dei casi, il parto non provoca nessun trauma, ma fa parte della vita.
Prova a cercare delle immagini di donne che hanno partorito naturalmente, vedrai che cominci a rasserenarti un po'
mononoke- Numero di messaggi : 1375
Età : 45
Data d'iscrizione : 16.06.10
Re: La paura del parto
io devo ringraziare questo topic perche' mi sta dando una visione diversa del parto, piu' dolce, se cosi' si puo' dire. mi sta anche facendo valutare in maniera diversa la scelta del parto in casa, ma non andro' nei dettagli qui.
pero' mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse la differenza tra dolore e dolore fisiologico. cioe', lo capisco a livello concettuale ma faccio fatica a immaginare la differenza a livello fisico. un dolore per me e' un dolore, sia che sia dovuto al parto o a un pugno nella pancia.
pero' mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse la differenza tra dolore e dolore fisiologico. cioe', lo capisco a livello concettuale ma faccio fatica a immaginare la differenza a livello fisico. un dolore per me e' un dolore, sia che sia dovuto al parto o a un pugno nella pancia.
tartarughina- Numero di messaggi : 1015
Età : 44
Data d'iscrizione : 24.08.10
Re: La paura del parto
Io non ho l'esperienza diretta del parto, ma a livello immaginativo, se mi immedesimo, per me la differenza è che in una situazione di patologia (pugno in pancia, intossicazione intestinale, ecc) il dolore è per forza accompagnato dalla paura delle conseguenze: infatti il dolore è il segnale al corpo che c'è qualcosa che non va. Il dolore del parto è l'unico dolore fisiologico, per cui, a meno di non sovrascrivere con la propria paura di altra provenienza, non è un dolore accompagnato da quella sensazione di "oh no, perché mi succede questo? Cosa sta per succedere? Che conseguenze avrà? Saranno gravi?". Anche perché nel parto, più o meno, sai cosa aspettarti e, se lo scegli, sei assistito da persone che sanno come deve decorrere il tutto e pronti a cogliere eventuali indicatori di un problema, il che secondo me aiuta ad accettare ed accogliere le sensazioni.
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Re: La paura del parto
Credo anche che ci sia un differente rilascio di ormoni. Durante il parto intervengono ormoni legati al piacere, durante un dolore fisico no. Ce l'ho scritto meglio da qualche parte, ma ora non l'ho a portata di mano!
nike- Numero di messaggi : 5275
Età : 52
Località : Toscana
Data d'iscrizione : 11.06.09
Re: La paura del parto
Vero sia l'adrenalina che l'ossitocina (endogena, non artificiale) stimolano l'endorfina, che è uno dei 4 principali ormoni in gioco nel travaglio. In un dolore da evento traumatico o patologico è solo l'adrenalina che stimola l'endorfina.
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Re: La paura del parto
Ecco, tu sei stata un pochino più precisa di me. Ma giusto un po'!
nike- Numero di messaggi : 5275
Età : 52
Località : Toscana
Data d'iscrizione : 11.06.09
Re: La paura del parto
mmh .. ho provato a pensarci alla luce delle mie esperienze
sicuramente la dilatazione del collo dell'utero è quella e richiede una serie di contrazioni muscolari dolorose. ok. quello vale per tutte, fa male ed è faticoso.
sono d'accordo con pq su quanto panico o ansia aumentino il male, ed è indubbio che durante un processo fisiologico il cocktail ormonale è fatto apposta per rendere la cosa sopportabile, e questo fa LA differenza, inoltre aggiungerei che ...
- ti eviti il dolore dei vari interventi (episio, kristeller, ventosa ... sono dolorosi in sè)
- ti muovi come vuoi ed è la salvezza (io ricordo che durante il primo parto travagliavo carponi e quando mi hanno chiesto di sdraiarmi per una visita pensavo di morire dal dolore). oltretutto la posizione analgesica per te è di solito quella che serve al tuo bimbo per un corretto incanalamento e quindi ti eviti ulteriori complicazioni. il movimento poi insieme alla voce aiuta ad accompagnare la contrazione, a farla uscire, non so come spiegare.
- nessuno ti rompe le scatole durante le pause e tu ti puoi ricaricare. perchè è vero che la contrazione fa male. ma dura tutto sommato poco e nelle pause io ero drogata di endorfine e durante l'ultima parte di travaglio se mi avessero chiesto il mio nome non l'avrei saputo ... il punto è che nessuno te lo dovrebbe chiedere, proprio per non interrompere questo beato intontimento che ti aiuta.
- nessuno ti dà indicazioni direttive sul mangiare/bere e tu puoi fare ciò che senti ti fa stare meglio
- non ci sono interventi esterni che allungano artificialmente il travaglio e quindi dura 'il giusto' per te
- ti eviti o riduci al massimo le visite interne che sono dolorose in sè e ti costringono a posizioni dolorose
- ti puoi far aiutare dagli ausili che vuoi ... acqua, canto carnatico, carezze sensuali del partner, massaggi, musica, urla .... davanti a tre medici e quattro specializzandi, con le gambe infilate nelle staffe ed il tempo contato, è un po' più difficilino
- ti puoi permettere lunghe interruzioni a volte salvifiche che in molti ospedali non sono consentite
sicuramente la dilatazione del collo dell'utero è quella e richiede una serie di contrazioni muscolari dolorose. ok. quello vale per tutte, fa male ed è faticoso.
sono d'accordo con pq su quanto panico o ansia aumentino il male, ed è indubbio che durante un processo fisiologico il cocktail ormonale è fatto apposta per rendere la cosa sopportabile, e questo fa LA differenza, inoltre aggiungerei che ...
- ti eviti il dolore dei vari interventi (episio, kristeller, ventosa ... sono dolorosi in sè)
- ti muovi come vuoi ed è la salvezza (io ricordo che durante il primo parto travagliavo carponi e quando mi hanno chiesto di sdraiarmi per una visita pensavo di morire dal dolore). oltretutto la posizione analgesica per te è di solito quella che serve al tuo bimbo per un corretto incanalamento e quindi ti eviti ulteriori complicazioni. il movimento poi insieme alla voce aiuta ad accompagnare la contrazione, a farla uscire, non so come spiegare.
- nessuno ti rompe le scatole durante le pause e tu ti puoi ricaricare. perchè è vero che la contrazione fa male. ma dura tutto sommato poco e nelle pause io ero drogata di endorfine e durante l'ultima parte di travaglio se mi avessero chiesto il mio nome non l'avrei saputo ... il punto è che nessuno te lo dovrebbe chiedere, proprio per non interrompere questo beato intontimento che ti aiuta.
- nessuno ti dà indicazioni direttive sul mangiare/bere e tu puoi fare ciò che senti ti fa stare meglio
- non ci sono interventi esterni che allungano artificialmente il travaglio e quindi dura 'il giusto' per te
- ti eviti o riduci al massimo le visite interne che sono dolorose in sè e ti costringono a posizioni dolorose
- ti puoi far aiutare dagli ausili che vuoi ... acqua, canto carnatico, carezze sensuali del partner, massaggi, musica, urla .... davanti a tre medici e quattro specializzandi, con le gambe infilate nelle staffe ed il tempo contato, è un po' più difficilino
- ti puoi permettere lunghe interruzioni a volte salvifiche che in molti ospedali non sono consentite
mononoke- Numero di messaggi : 1375
Età : 45
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