La paura del parto
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Re: La paura del parto
ho appena letto la tua esperienza elisina e io credo alle tue parole e capisco cosa cerchi di trasmettere. e di certo solo quando sei li e in quella situazione che riesci a vivere delle sensazioni uniche nel bene e nel male. a livello razionale e logico tutte voi che i siete passate trasmettete comunque un messaggio di vita, positivo e esperienza unica. però io, se penso ora di trovarmi in quei momenti (e per assurdo perchè i miei sarebbero diversi ovvio) io ora non riesco a pensarci senza paura!
betty- Numero di messaggi : 1694
Età : 47
Data d'iscrizione : 18.01.10
Re: La paura del parto
Certo Eli, infatti non mi riferivo assolutamente a te.
Però non volevo nè dare spauracchi nè seminare insicurezze, volevo solo far diffidare dai racconti delle Mammole perchè secondo me alcuni sono davvero assurdi.....
Comunque mi dispiace essere stata forse un pò fraintesa, si vede che proprio con le parole non riesco mai a spiegare quello che penso, a questo punto è un limite mio!
Alla fine non è che lo dico io per portare jella, è che spesso i parti non vanno come dovrebbero ma è una realtà..... Se una persona non ce la fa a interpretare il dolore nel modo che dite giustamente voi, non ce la fa, punto. E quindi che dovrebbe fare?
Però non volevo nè dare spauracchi nè seminare insicurezze, volevo solo far diffidare dai racconti delle Mammole perchè secondo me alcuni sono davvero assurdi.....
Comunque mi dispiace essere stata forse un pò fraintesa, si vede che proprio con le parole non riesco mai a spiegare quello che penso, a questo punto è un limite mio!
Alla fine non è che lo dico io per portare jella, è che spesso i parti non vanno come dovrebbero ma è una realtà..... Se una persona non ce la fa a interpretare il dolore nel modo che dite giustamente voi, non ce la fa, punto. E quindi che dovrebbe fare?
Luna nuova- Numero di messaggi : 1561
Età : 51
Località : Orvieto
Data d'iscrizione : 09.12.09
Re: La paura del parto
Per me il punto che non è chiaro è il fatto che non è questione di come si interpreta il dolore, perchè il dolore è dolore, e fa male, e questo è un dato di fatto, e ognuna di noi ha una sua soglia del dolore, e questo è un altro dato di fatto. Il punto sull'informare è che quello del parto è l'unico dolore che il nostro corpo è preparato a subire, tutti gli altri sono dovuti ad incidenti o malattie, quindi a qualcosa che è andato storto, mentre quello del parto è proprio una parte integrante della vita, di tutti i mammiferi. E' vero che noi paghiamo all'evoluzione una testa più grossa, e quindi oggettivamente una fatica in più degli altri, ma qui mi pare che le domande fossero riferiti a parti fisiologici. E' ovvio che se parliamo di parti con problemi è diverso, ma ragazze, non è che alla mia amica che si sposa faccio vedere le statistiche sui divorzi: le dico che sono lì a testimoniare e sostenere il suo amore, che sarà per sempre. Poi sappiamo tutte che la Vita va dove vuole lei, ma ci vuole anche un po' di fede nel fatto che la maggior parte delle volte le cose vanno bene, se no la terra non sarebbe così popolata da tutti questi anni. La mia sensazione sulla domanda di Pippi, e sui dubbi delle altre ragazze, è che bisogna ridare forza all'aspetto naturale e selvaggio, che permette di buttarsi e fidarsi del corpo, poi, grazie al cielo, viviamo in un momento storico in cui abbiamo dei signori paracadute, dati dalla medicina, che possono fare molto per aiutare in caso di problemi. Ecco, questo è per me la medicina in generale: qualcosa che mi può aiutare in caso di bisogno. Se non ho bisogno, tanto meglio! E quello che mi sento di ribadire a chi me lo chiede è: con un po' di fortuna e di preparazione, forse non ne avrai bisogno! E' importante capire che siamo forse la prima generazione che ha paura del parto, quindi forse c'è in questo un aspetto culturale, no?
nike- Numero di messaggi : 5275
Età : 52
Località : Toscana
Data d'iscrizione : 11.06.09
Re: La paura del parto
Luna io le mammole io non le conosco, ma conosco Lu,(la mamma del racconto che ha linkato mononoke) e ti posso assicurare che quel che ha scritto è vero.
Mi urta il fatto che tu abbia detto che i parti li raccontati sono assurdi, almeno io in quelli che ho letto non ci trovo nulla di assurdo
Certo per una persona che ha idee come le tue i parti in casa sono fuori dall'ordinario, ma non per questo devono essere assurdi.Sono cose vere che sono successe e che vengono raccontate.
:roll:
Mi urta il fatto che tu abbia detto che i parti li raccontati sono assurdi, almeno io in quelli che ho letto non ci trovo nulla di assurdo
Certo per una persona che ha idee come le tue i parti in casa sono fuori dall'ordinario, ma non per questo devono essere assurdi.Sono cose vere che sono successe e che vengono raccontate.
:roll:
Martinamarina- Numero di messaggi : 772
Età : 33
Data d'iscrizione : 30.07.10
Re: La paura del parto
Mi vorrei proprio ricollegare al messaggio culturale di cui parlava Nike! Certamente l'esperienza non potrà essere uguale per tutte, ma è il messaggio culturale che fa gran parte della differenza.
Oltre un terzo della mia tesi di laurea parlava proprio del dolore del parto, delle sue origini, della sua gestione. Già da subito dopo l'entrata del parto in ospedale ("invenzione" di neanche 100 anni fa!!!), si è fatto caso ai motivi per i quali il parto fosse ritenuto un'esperienza dolorosa, pericolosa, spiacevole e quant'altro e la prima radice è, purtroppo, culturale.
La paura del parto è un concetto trasmesso nelle generazioni, il problema è che riguarda solo le più recenti.
Poi cos'è la paura del parto? Molto spesso coincide con la paura di provare del dolore. E perché il dolore spaventa? Perché il dolore è il segnale del corpo che qualcosa non va. Vero, tranne che per il dolore del parto, che è fisiologico.
E allora resta solo il dolore, che è, appunto, solo dolore. Non con questo sarà per forza sopportabile, una passeggiata, un'espeienza mistica o orgasmica. Ma può cambiare parecchio il modo in cui si guarda allo stesso fenomeno, risparmiandosi l'ansia anticipatoria, che è alla base del triangolo vizioso del parto: "so che farà male (messaggio culturale), allora mi irrigidisco (ansia) e allora sì, che proverò sicuramente dolore (dolore)". Questo modello è di Grantley Dick-Read e viene tramandato fortunatamente dagli anni '20 ad oggi.
Io rifletto e mi documento sulle tematiche del parto da quando ho 17 anni, ma fin dall'inizio non ho mai avuto paura del dolore da parto, per tanti motivi. Il travaglio dura mediamente per una primipara 12-18 ore (togliendo estremi come 2-48 ore) e il dolore, se c'è, non ha certo la stessa intensità all'inizio. E cosa mi rappresenta un giorno di dolore in una vita intera? Prendiamo allora esempi di "dolore paralizzante", che blocca il travaglio e altri scenari: c'è SEMPRE una componente di ansia che stalla il travaglio, perché amplifica il dolore. E allora perché non lavorare sull'ansia, piuttosto che ricorrere senza altre alternative a rimedi farmacologici non privi di rischi? Se l'epidurale facesse solo del bene, non staremmo neanche a parlarne, no? Il problema è che ha anche notevoli rischi, primo fra tutti quello di aumentare le lacerazioni perineali e queste mi spaventano, eventualmente MOLTO di più del semplice dolore.
Troverete molte donne pronte a dirvi che nella loro vita hanno avuto dolori ben più terribili: mal di denti, coliche renali ed ernie iatali in primis. Ho conosciuto una signora che riferisce di sentire molto più male quando sbatte l'alluce da qualche parte. Mia mamma, che ha avuto un travaglio rapidissimo, lo paragona ad un mal di pancia, e nemmeno tra i peggiori avuti.
A me personalmente ci sono altri aspetti fisici del parto e della gravidanza che "spaventano", nonostante sappia che esistono molte cose che si possono fare per prevenirli e anche eventualmente curarli, ma curiosamente sono cose di cui nessuno parla mai, perché sono considerati tabù. Ed ecco l'importanza del messaggio culturale.
Per concludere vorrei contrapporre il messaggio culturale di "La paura del parto" consigliandovi la lettura del libro "La gioia del parto", di Ina May Gaskin. Naturalmente racconta parti new-age, impossibili e assurdi che alcune donne super-eroine hanno avuto il privilegio unico al mondo di provare. Per fortuna che ce ne sono tante così!!
Oltre un terzo della mia tesi di laurea parlava proprio del dolore del parto, delle sue origini, della sua gestione. Già da subito dopo l'entrata del parto in ospedale ("invenzione" di neanche 100 anni fa!!!), si è fatto caso ai motivi per i quali il parto fosse ritenuto un'esperienza dolorosa, pericolosa, spiacevole e quant'altro e la prima radice è, purtroppo, culturale.
La paura del parto è un concetto trasmesso nelle generazioni, il problema è che riguarda solo le più recenti.
Poi cos'è la paura del parto? Molto spesso coincide con la paura di provare del dolore. E perché il dolore spaventa? Perché il dolore è il segnale del corpo che qualcosa non va. Vero, tranne che per il dolore del parto, che è fisiologico.
E allora resta solo il dolore, che è, appunto, solo dolore. Non con questo sarà per forza sopportabile, una passeggiata, un'espeienza mistica o orgasmica. Ma può cambiare parecchio il modo in cui si guarda allo stesso fenomeno, risparmiandosi l'ansia anticipatoria, che è alla base del triangolo vizioso del parto: "so che farà male (messaggio culturale), allora mi irrigidisco (ansia) e allora sì, che proverò sicuramente dolore (dolore)". Questo modello è di Grantley Dick-Read e viene tramandato fortunatamente dagli anni '20 ad oggi.
Io rifletto e mi documento sulle tematiche del parto da quando ho 17 anni, ma fin dall'inizio non ho mai avuto paura del dolore da parto, per tanti motivi. Il travaglio dura mediamente per una primipara 12-18 ore (togliendo estremi come 2-48 ore) e il dolore, se c'è, non ha certo la stessa intensità all'inizio. E cosa mi rappresenta un giorno di dolore in una vita intera? Prendiamo allora esempi di "dolore paralizzante", che blocca il travaglio e altri scenari: c'è SEMPRE una componente di ansia che stalla il travaglio, perché amplifica il dolore. E allora perché non lavorare sull'ansia, piuttosto che ricorrere senza altre alternative a rimedi farmacologici non privi di rischi? Se l'epidurale facesse solo del bene, non staremmo neanche a parlarne, no? Il problema è che ha anche notevoli rischi, primo fra tutti quello di aumentare le lacerazioni perineali e queste mi spaventano, eventualmente MOLTO di più del semplice dolore.
Troverete molte donne pronte a dirvi che nella loro vita hanno avuto dolori ben più terribili: mal di denti, coliche renali ed ernie iatali in primis. Ho conosciuto una signora che riferisce di sentire molto più male quando sbatte l'alluce da qualche parte. Mia mamma, che ha avuto un travaglio rapidissimo, lo paragona ad un mal di pancia, e nemmeno tra i peggiori avuti.
A me personalmente ci sono altri aspetti fisici del parto e della gravidanza che "spaventano", nonostante sappia che esistono molte cose che si possono fare per prevenirli e anche eventualmente curarli, ma curiosamente sono cose di cui nessuno parla mai, perché sono considerati tabù. Ed ecco l'importanza del messaggio culturale.
Per concludere vorrei contrapporre il messaggio culturale di "La paura del parto" consigliandovi la lettura del libro "La gioia del parto", di Ina May Gaskin. Naturalmente racconta parti new-age, impossibili e assurdi che alcune donne super-eroine hanno avuto il privilegio unico al mondo di provare. Per fortuna che ce ne sono tante così!!
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Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: La paura del parto
@Panicqueen
Comincio a sentirmi davvero una pecora nera, eppure vi assicuro che nella mia vita di tutti i giorni sono in molte a pensarla come me.
D'accordo che il dolore è fisiologico, d'accordo che alla fine ce la facciamo, ma non mi sembra poi così strano cercare di fare in modo di evitarlo.
FAcendo il cesareo non ho mai pensato che cmq è un intervento e avrei potuto anche restarci secca, ma ero talmente contenta di schivare altre cose che mi facevano paura, e infatti il post operatorio mi ha fatto un baffo per questo motivo!
Di sicuro, se avessi fatto un parto naturale, avrei avuto l'ansia anticipatoria di cui parli tu. E molto probabilmente avrei dato di matto, perchè al dunque non avrei avuto gli strumenti per affrontare tutto quanto.
Da una parte, penso che mi è andata bene che mia figlia è rimasta podalica, così è stato un pò il destino a decidere per me.
Se fossi riuscita o no a superare i dolori del parto, a sto punto non lo saprò mai, e forse un pò vigliaccamente ringrazio Dio, perchè sotto sotto nemmeno mi interessa saperlo!
Lavorare sull'ansia, penso che presuppone un percorso psicologico più o meno lungo. Per me non è stato possibile perchè la mia fobia è uscita fuori a poco più di un mese dal parto, ma sicuramente per molte persone sarà possibile in tempi giusti e con tutta calma.
Ma a parte il discorso del dolore, posso chiederti cosa ti spaventa su parto e gravidanza?
Comunque il libro penso di leggerlo, ti ringrazio.
@Martinamarina
Non voglio urtare nessuno, ci mancherebbe! Credo anche di aver espresso il mio parere con educazione e tranquillità, e per la mia esperienza, nemmeno il mio Tc è assurdo.... Ma continuo a pensare che in mezzo a quei racconti ci sia anche qualcosa di esagerato, un compiacimento e un'esaltazione che non trovo molto normali, tutto qui. E' solo un mio punto di vista.
Volevo dire che non c'è solo il bianco, ma c'è pure il nero. Anche se l'ideale sarebbe il grigio, la sana via di mezzo, così difficile da trovare!
@Nike
sono d'accordo su quasi tutto quello che hai scritto. In effetti non mi riferivo a parti fisiologici, ma sono andata troppo oltre.
Comincio a sentirmi davvero una pecora nera, eppure vi assicuro che nella mia vita di tutti i giorni sono in molte a pensarla come me.
D'accordo che il dolore è fisiologico, d'accordo che alla fine ce la facciamo, ma non mi sembra poi così strano cercare di fare in modo di evitarlo.
FAcendo il cesareo non ho mai pensato che cmq è un intervento e avrei potuto anche restarci secca, ma ero talmente contenta di schivare altre cose che mi facevano paura, e infatti il post operatorio mi ha fatto un baffo per questo motivo!
Di sicuro, se avessi fatto un parto naturale, avrei avuto l'ansia anticipatoria di cui parli tu. E molto probabilmente avrei dato di matto, perchè al dunque non avrei avuto gli strumenti per affrontare tutto quanto.
Da una parte, penso che mi è andata bene che mia figlia è rimasta podalica, così è stato un pò il destino a decidere per me.
Se fossi riuscita o no a superare i dolori del parto, a sto punto non lo saprò mai, e forse un pò vigliaccamente ringrazio Dio, perchè sotto sotto nemmeno mi interessa saperlo!
Lavorare sull'ansia, penso che presuppone un percorso psicologico più o meno lungo. Per me non è stato possibile perchè la mia fobia è uscita fuori a poco più di un mese dal parto, ma sicuramente per molte persone sarà possibile in tempi giusti e con tutta calma.
Ma a parte il discorso del dolore, posso chiederti cosa ti spaventa su parto e gravidanza?
Comunque il libro penso di leggerlo, ti ringrazio.
@Martinamarina
Non voglio urtare nessuno, ci mancherebbe! Credo anche di aver espresso il mio parere con educazione e tranquillità, e per la mia esperienza, nemmeno il mio Tc è assurdo.... Ma continuo a pensare che in mezzo a quei racconti ci sia anche qualcosa di esagerato, un compiacimento e un'esaltazione che non trovo molto normali, tutto qui. E' solo un mio punto di vista.
Volevo dire che non c'è solo il bianco, ma c'è pure il nero. Anche se l'ideale sarebbe il grigio, la sana via di mezzo, così difficile da trovare!
@Nike
sono d'accordo su quasi tutto quello che hai scritto. In effetti non mi riferivo a parti fisiologici, ma sono andata troppo oltre.
Luna nuova- Numero di messaggi : 1561
Età : 51
Località : Orvieto
Data d'iscrizione : 09.12.09
Re: La paura del parto
No, perché non mi riferisco ad ansia patologica che può investire anche altri piani di vita di quella persona, mi riferisco all'ansia specifica che può emergere anche solo al momento stesso del parto, in chiunque (come l'ansia da esame, se vogliamo). Per fronteggiarla ci sono moltissime tecniche, alcune delle quali insegnate anche nei corsi pre-parto (anche se varia mooooolto il come), come il RAT (Training Autogeno Respiratorio) e varie tecniche di rilassamento-respirazione e varie tecniche di ipnosi, e non si può prescindere dall'educazione sugli aspetti ambientali che favoriscono l'ansia, soprattutto legati al setting ospedaliero.Luna nuova ha scritto:Lavorare sull'ansia, penso che presuppone un percorso psicologico più o meno lungo
In particolare mi spaventano i prolassi del pavimento pelvico (cistocele, rettocele, isterocele), ma devo specificare che ritengo sia strettamente legato al fatto che me ne avevano molto erroneamente diagnosticato uno e quindi associo i sintomi che avevo a quello. Mi spaventa l'incontinenza urinaria o fecale, che sono tanto comuni quanto per la maggior parte transitorie dopo il parto o in gravidanza (è quel "per la maggior parte" che..). Queste conseguenze, per quanto rare, sono possibili dopo il parto, ma sono trattabili e sono anche prevenibili, sostanzialmente usando tutti quegli accorgimenti intrinseci ad un parto naturale (libertà di movimento, evitamento del parto operativo, ecc). Tanto più che sono conseguenze possibili anche in età avanzata senza aver mai partorito (ad esempio le suore) e anche con il cesareo, perciò è il problema non è il parto di per sé.Luna nuova ha scritto: Ma a parte il discorso del dolore, posso chiederti cosa ti spaventa su parto e gravidanza?
Poi mi spaventano a morte le smagliature, e non intendo le 2-3 righine da adolescenza che abbiamo tutte (che nel mio caso sono più 20-30 per volta :P), però quello ha a che fare con la gravidanza e non con il parto.
Da notare, in sintesi, che le mie paure sono tutte riferibili al mio rapporto con il corpo, che non è mai stato ottimale. In sostanza, ho paura di danneggiare il mio corpo e ho sempre avuto la percezione di vivere in un corpo danneggiato, a causa del susseguirsi di vari problemi di salute e forse in origine, dal sapere di aver avuto un intervento alle ovaie da piccola. Quindi nel mio caso non ho neanche la percezione del parto come evento intrinsecamente pericoloso, ma solo rapportando l'esperienza al mio corpo.
Comunque vorrei specificare Luna nuova, visto che dici di sentirti una pecora nera e per lo stile complessivo della tua risposta, che quello che io ho scritto non è in risposta a nessuno in particolare, è solo la mia prospettiva sull'argomento
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Dott.ssa Jessica Borgogni
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Educatrice del Metodo Ladyfertility
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Re: La paura del parto
ok, grazie, ora ho capito per bene.
Certo ognuna di noi ha la sua storia, i suoi vissuti. E di sicuro c'è una spiegazione per ogni nostra paura.
Se anche io vado a scavare ben bene nel mio passato, mi viene in mente di quando a circa 16 anni mi hanno curato le emorroidi e una ragade proprio lì al posteriore!
Ecco a parte il dolore, mi è rimasto impresso il fastidio, il non poter mettermi seduta per bene per diversi giorni, e la paura di "scucire" tutto quando andavo in bagno.
Ora capisco che sono due zone diverse!! Ma forse il ricordo di quei fastidi mi è tornato in mente mentre ero proprio al termine della gravidanza, ho confuso le due cose e mi è venuta la fobia incontrollabile (anzi direi terrore vero e proprio) di, passatemi il termine, scucirmi, ferirmi.
E probabilmente tutto è nato da lì.
Addirittura penso che mia figlia da dentro la pancia abbia percepito quei miei stati d'animo e chissà, magari è rimasta podalica per aiutarmi, a modo suo!
Che dici, è plausibile?
Certo ognuna di noi ha la sua storia, i suoi vissuti. E di sicuro c'è una spiegazione per ogni nostra paura.
Se anche io vado a scavare ben bene nel mio passato, mi viene in mente di quando a circa 16 anni mi hanno curato le emorroidi e una ragade proprio lì al posteriore!
Ecco a parte il dolore, mi è rimasto impresso il fastidio, il non poter mettermi seduta per bene per diversi giorni, e la paura di "scucire" tutto quando andavo in bagno.
Ora capisco che sono due zone diverse!! Ma forse il ricordo di quei fastidi mi è tornato in mente mentre ero proprio al termine della gravidanza, ho confuso le due cose e mi è venuta la fobia incontrollabile (anzi direi terrore vero e proprio) di, passatemi il termine, scucirmi, ferirmi.
E probabilmente tutto è nato da lì.
Addirittura penso che mia figlia da dentro la pancia abbia percepito quei miei stati d'animo e chissà, magari è rimasta podalica per aiutarmi, a modo suo!
Che dici, è plausibile?
Luna nuova- Numero di messaggi : 1561
Età : 51
Località : Orvieto
Data d'iscrizione : 09.12.09
Re: La paura del parto
Assolutamente! Se vuoi ne parliamo nel topic apposito
https://ladyfertility.forumattivo.com/t3319-parto-podalico?highlight=podalico
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Re: La paura del parto
Io, ora come ora, non ho per niente paura del parto, se sarà come vorrò io. Penso che se ce la fanno le altre, e pure in ambiti ospedalieri, posso farcela anch'io. Mi fido delle mie reazioni, perchè è già successo che, in momenti molto pericolosi, io sia riuscita a mantenere la calma, con pensieri e tecniche mentali tendenti sempre al positivo. Per cui non mi preoccupo più di tanto. Anzi, quello che mi spaventa molto è il post-parto. In caso di stanchezza e disarmonizzazione delle mie abitudini tendo a diventare psicologicamente molto fragile ed è questo che mi preoccupa. Ho paura di essere troppo debole e stanca, di diventare intollerante con le persone e di cadere in un baratro di pigrizia e astenia. Poi penso che se anche succederà, ne verrò comunque fuori rinata, ma la cosa mi spaventa lo stesso.
Non sarei, però, così tranquilla riguardo al parto se dovessi partorire in un ospedale tradizionale. Fortunatamente, non sono mai stata ricoverata all'ospedale, e non intendo farlo durante il parto, che dovrebbe essere un'esperienza molto diversa e completamente opposta all'esperienza miserabile degli ospedali. Perchè così li percepisco, come luoghi miserabili, dove il corpo della donna viene usato senza un minimo rispetto. Ovviamente parlo degli ospedali tradizionali, non dei reparti di parto naturale.
La cosa che, un pò, mi preoccupa è solo il fatto che sono molto stretta di fianchi e ho paura che il bimbo si incastri. Non so se è una paura giustificabile o no. Ma anche mia mamma era magrissima (anche se con una taglia in più della mia) e ha avuto un parto bellissimo (fisicamente, perchè psicologicamente, in quell'ospedale, a 19 anni, lasciamo stare...), dice che sono schizzata fuori subito come un tappo di champagne. E nemmeno si era accorta delle contrazioni, solo sentiva che stavo per uscire, tanto che i medici non volevano venire, perchè non le credevano che stesse per partorire, mentre io ero già quasi fuori!
Intanto oggi mi è arrivato il libro della Ina May Gaskin "Spiritual Midwifery" che mi sembra molto bello (e molto hippie! ) e non vedo l'ora di leggerlo!
Non sarei, però, così tranquilla riguardo al parto se dovessi partorire in un ospedale tradizionale. Fortunatamente, non sono mai stata ricoverata all'ospedale, e non intendo farlo durante il parto, che dovrebbe essere un'esperienza molto diversa e completamente opposta all'esperienza miserabile degli ospedali. Perchè così li percepisco, come luoghi miserabili, dove il corpo della donna viene usato senza un minimo rispetto. Ovviamente parlo degli ospedali tradizionali, non dei reparti di parto naturale.
La cosa che, un pò, mi preoccupa è solo il fatto che sono molto stretta di fianchi e ho paura che il bimbo si incastri. Non so se è una paura giustificabile o no. Ma anche mia mamma era magrissima (anche se con una taglia in più della mia) e ha avuto un parto bellissimo (fisicamente, perchè psicologicamente, in quell'ospedale, a 19 anni, lasciamo stare...), dice che sono schizzata fuori subito come un tappo di champagne. E nemmeno si era accorta delle contrazioni, solo sentiva che stavo per uscire, tanto che i medici non volevano venire, perchè non le credevano che stesse per partorire, mentre io ero già quasi fuori!
Intanto oggi mi è arrivato il libro della Ina May Gaskin "Spiritual Midwifery" che mi sembra molto bello (e molto hippie! ) e non vedo l'ora di leggerlo!
Ultima modifica di Gipsy il Sab Feb 05, 2011 6:09 pm - modificato 1 volta.
Gipsy- Numero di messaggi : 3523
Età : 40
Data d'iscrizione : 05.07.08
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