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Bimbi ad alto bisogno / alto contatto

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Messaggio Da sea Lun Nov 21, 2016 5:09 pm

Capisco adesso il senso delle tue perplessità.
Però io penso che si cada sempre nella tentazione comunque di confrontare, etichettare.
Allora se vogliamo etichettare confrontare posso tirarti fuori tanti aspetti in cui mia figlia è stata o è meno/ più di altri.
Perchè mia figlia ha sempre mangiato come un pulcino, mentre gli altri spadellano piatti di pasta a vangate?
Perchè mia figlia ha abbandonato il seno a 3 anni e mezzo mentre altri lo hanno abbandonato serenamente entro l'anno?
Perchè mia figlia ha cominciato a parlare correttamente ben oltre i 3 anni? Mentre altri a 2 facevano discorsi accademici??
Perchè mia figlia deve andare dalla logopedista e non riesce a pronunciare bene alcune consonanti, mentre altri bambini non ci vanno?

Poi di rimando:

Perchè mia figlia alle due ha già fatto felicemente i compiti, mentre molte mamme dei suoi compagni devono lottare tutto il pomeriggio per farli fare ai loro figli ???

Perchè mia figlia adora frutta e verdura e gli altri bambini invece la schifano??

Perchè mia figlia è una bambina solare, sorridente, felice e chiacchierona il suo migliore amico soffre di mutismo selettivo?

Potrei continuare all'infinito e all'infinito ancora in un senso e nell'altro.......

Possono dipendere tutte queste situazioni dal fatto che siamo noi le loro madri, noi col tutto il nostro vissuto, con tutto il nostro bagaglio....io credo di SI!!
Possono instaurarsi delle dinamiche particolari affinchè alcuni bambini manifestino alcuni comportamenti ed altri no????
Assolutamente SI.

Ad esempio, per noi il momento del pasto è sempre stato un momento drammatico e ancora lo è.....ma sono IO e solo IO il perno di un determinato comportamento, perchè in altri contesti fila tutto come l'olio......
Mi limito ad osservare e a chiedermi dove si è insinuato, quando e perchè il meccanismo
( visto che apparentemente non faccio niente di diverso rispetto alle mamme dei bambini che mangiano di gusto).....devo ancora trovare il bandolo....forse lo troverò quando lei avrà 50 anni.....però ho la certezza che si instaura una dimnamica che dipende da me.
Ma non per questo mi colpevolizzo....e non per questo mi sento una cattiva mamma.
Mi sento solo una mamma in ricerca.
Ma come vedi.....il bambino perfetto....il bambino bambolotto non esiste per nessuno.
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Messaggio Da fiordiloto Gio Nov 24, 2016 2:57 pm

Non potevo non commentare questo topic!
Se ben ricordo, Sears li chiamò "bambini ad alto bisogno" per evitare il più facile ma ben più dannoso epiteto di "bambini difficili".
Il punto però per me è: se i nostri figli sono ad alto bisogno, i bisogni delle mamme dove sono?
In parole semplici, come concilio il bisogno di Ilenia di avere la tetta ogni volta che si sveglia con il mio bisogno di riposare? E il mio bisogno di stare la sera in pace con il mio compagno senza essere chiamata n. volte? E il mio bisogno di truccarmi o leggere un libro come lo concilio con il suo bisogno di giocare sempre con me? Come avrete già capito, io sono ben lontana dall'aver trovato un equilibrio in questo. Infatti poi succede che mi arrabbio perché i miei bisogni sono calpestati, o al contrario mi sento in colpa se mi prendo degli spazi e la trascuro.
Riguardo a quello che diceva PQ, vorrei tanto approfondire l'argomento, perché non so se ho ben capito, ma intendi dire che nel momento in cui il loro bisogno di sicurezza è soddisfatto, tutto poi va da sé? E in cosa si concretizza questo bisogno di sicurezza? Allattamento, contenimento, co-sleeping?
Inoltre, posto che l'obiettivo è creare un legame di attaccamento sicuro, cosa devo fare io da genitore per realizzarlo? Come dicevi tu, mi sembra quantomeno strano che la Natura abbia fatto in modo che per far felice il figlio la madre si debba annullare fisicamente e mentalmente per così tanti mesi (anni?), ma allora dov'è il corto circuito? Come ne usciamo? Cosa sbaglio io che cerco di soddisfare i suoi bisogni ma non riesco contemporaneamente a soddisfare anche i miei?
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Messaggio Da Jillian Ven Nov 25, 2016 9:29 am

Fiore, un applauso!! In poche righe hai spiegato come io non ero ancora riuscita.
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Messaggio Da Jessica Ven Nov 25, 2016 11:51 am

fiordiloto ha scritto: se i nostri figli sono ad alto bisogno, i bisogni delle mamme dove sono?
Se chiedi a me, sono apposta due preposizioni indipendenti. Nel topic ho chiarito perché questiono l'esistenza stessa del concetto/etichetta "alto bisogno" (che lo ripeto, non esiste nella teoria ufficiale dell'attaccamento, di cui Sears non è un rappresentante).

I bisogni delle mamme esistono (sono esseri viventi!) ed è auspicabile ed opportuno che siano soddisfatti (nella misura in cui siano realistici, quanto meno). Stessa cosa che vale per i bambini. Con l'unica differenza che la madre, in quanto adulto, ha capacità di adattamento nella vita maggiori a quelle del bambino che dipende da lei per il suo sviluppo. Per capacità di adattamento intendo uno spettro ampissimo di potenzialità per "funzionare" bene nel mondo, che il bambino, in quanto tale, non ha.
Questo è un presupposto che non possiamo trascurare.

Mi chiedi come si conciliano i vostri bisogni di madre e figlio; allora io ti chiedo: come concilii i tuoi bisogni di compagna con quelli del tuo compagno? O i tuoi con quelli delle tue amiche?

fiordiloto ha scritto: nel momento in cui il loro bisogno di sicurezza è soddisfatto, tutto poi va da sé? E in cosa si concretizza questo bisogno di sicurezza?
La sicurezza si ottiene dalla fiducia nell'adulto. La fiducia si ottiene garantendo cura, amore, guida, rispetto, routine, richieste e risposte nei tempi giusti e con la giusta energia.
Se questo vi sembra facile.. Bimbi ad alto bisogno / alto contatto - Pagina 4 412261
Non viene dall'adesione ad una pratica o all'altra, allattare fino alla morte o dormire in 16 nel letto, se ne viene meno il senso. Non si ottiene alcuna fiducia in più tra genitore e figlio se li si spingono assieme a mo' di calamita per "favorire l'attaccamento". Non è colla e carta, è una relazione significativa tra essere umani. Forse la più significativa, ma io sono di parte Bimbi ad alto bisogno / alto contatto - Pagina 4 412261

Mi chiedi cosa sbagli: io non lo posso certamente sapere senza sapere niente della tua vita, ma ti posso dire che il primo "errore" (siamo sicuri che vogliamo chiamarlo così? io preferisco parlare di modalità che funzionano e modalità che funzionano meno) che traspare è la concezione, diffusissima nella nostra cultura, di braccio di ferro tra madre e figlio: se soddisfo i bisogni di mio figlio, automaticamente sono costretta a trascurare i miei. Perché?
Perché la giornata è fatta di 24 ore, le braccia quando va bene sono 2 e la vita è un gioco a somma zero?

Certamente mi ripeto, ma le aspettative sulla maternità sono importanti per ottenere un equilibrio soddisfacente quando si realizza.
Dico queste cose ben conscia dei limiti che poi incontrano.

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Messaggio Da fiordiloto Lun Dic 05, 2016 4:53 pm

Panicqueen ha scritto:I bisogni delle mamme esistono (sono esseri viventi!) ed è auspicabile ed opportuno che siano soddisfatti (nella misura in cui siano realistici, quanto meno). Stessa cosa che vale per i bambini. Con l'unica differenza che la madre, in quanto adulto, ha capacità di adattamento nella vita maggiori a quelle del bambino che dipende da lei per il suo sviluppo. Per capacità di adattamento intendo uno spettro ampissimo di potenzialità per "funzionare" bene nel mondo, che il bambino, in quanto tale, non ha.
Questo è un presupposto che non possiamo trascurare.
Infatti è per questo motivo che fino ad ora io ho cercato di soddisfare i suoi bisogni, posticipando i miei.

Panicqueen ha scritto:Mi chiedi come si conciliano i vostri bisogni di madre e figlio; allora io ti chiedo: come concilii i tuoi bisogni di compagna con quelli del tuo compagno? O i tuoi con quelli delle tue amiche?
Beh, secondo me è una cosa completamente diversa. Intanto perchè col mio compagno e le mie amiche posso parlare, e poi, come dicevi tu prima, loro sono persone adulte e hanno capacità di adattamento ecc. Con gli adulti funziona la mediazione, la posticipazione e tante altre cose che con i neonati e i bambini non funzionano minimamente  Bimbi ad alto bisogno / alto contatto - Pagina 4 826922



Panicqueen ha scritto: se soddisfo i bisogni di mio figlio, automaticamente sono costretta a trascurare i miei. Perché?
Perché la giornata è fatta di 24 ore, le braccia quando va bene sono 2 e la vita è un gioco a somma zero?

Certamente mi ripeto, ma le aspettative sulla maternità sono importanti per ottenere un equilibrio soddisfacente quando si realizza.
Dico queste cose ben conscia dei limiti che poi incontrano.
Non so, PQ, non vorrei fare la negativa disfattista, ma mi sembrano bellissimi concetti teorici. Io di sicuro avevo aspettative completamente folli, come avevo scritto qui o altrove, tuttavia adesso che mi sembra di avere ben chiara la realtà, non trovo comunque una via d'uscita. Non voglio fare un braccio di ferro con lei, è che lei ha bisogno di certe cose e io di altre, che spesso (dai, diciamo a volte) sono in completa antitesi. Naturalmente i suoi bisogni sono anteposti ai miei (altrimenti non sarei qui a lagnarmi, sarei felice in una SPA pagando una babysitter Bimbi ad alto bisogno / alto contatto - Pagina 4 654381) però mi chiedo per quanto sarà così? E come si fa, visto che tu mi ribadisci che è difficile ma si può, come si fa a trovare un equilibrio soddisfacente per tutti? E' vero, ho trovato altri modi per stare con il mio compagno: la sera quando possibile ci guardiamo le serie anziché andare a cena fuori, ma mi mancano le cene (ci mancano), così come tante altre cose, iniziando dalla più banale che è dormire una notte intera!
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Messaggio Da ArdathLilith Lun Dic 05, 2016 5:52 pm

Devo dire che anche a me alcune cose che scrive Panic sembrano molto frutto della teoria e della riflessione, ma sono difficili da "calare" nella pratica dell'essere madre.
Più che altro perché immagino che ognuna abbia un modo proprio di essere madre e abbia una propria immagine mentale dell'essere madre (ma a onor del vero Panic lo scrive che ci sarebbe da vagliare caso per caso individualmente per fare una lettura significativa).

Quello che posso dire, riguardo a questo argomento, è che molte di noi non sono pronte al livello di dedizione e sacrificio e auto-annientamento che un figlio richiede. Parlo da madre di un bambino che - secondo me - non è ad alto bisogno, un bambino che ha dormito, mangiato, è stato sano, è sveglio, è attivo, socievole, fiducioso. Con Leonardo affronto solo le tipiche fasi della crescita, mi pare.
Eppure.
Eppure non nego che nei primi due anni io mi sono annoiata a morte. Mi sono annoiata e mi sono sentita annullata e, complice il fatto che sentivo che "essere una buona madre" significava essere presente per lui prima di tutto, ho fatto quello che mi sembra dicano di fare anche le mamme dei figli ad alto bisogno: ci sono stata quasi sempre e per tutto. Annullando tutto il resto, o quasi. Infatti il resto ne ha risentito, per forza di cose, o ne ho risentito io.
Come cambiare questo? Secondo me - rullo di tamburi - non si può. Non si può risolvere la situazione, ma si può solo aspettare che passi. I bambini diventano un po' meno ad alto bisogno man mano che crescono e un po' meno noiosi man mano che crescono. Sono addirittura divertenti, coinvolgenti poi. Ma pensate a quante cose dobbiamo sacrificare per essere o sentirci delle buone madri.
Io guardo la mia vicina di casa: lei non lavorava, non ha amici (è straniera), vive solo di famiglia, non esce se non il sabato pomeriggio col marito, non fa niente di niente. Lei ha sperimentato la fatica del bambino (piange moltissimo, non è un bimbo facile), ma non mi ha mai dimostrato altro che "È totalmente normale e io sono felice di questa cosa, almeno ho qualcosa da fare tutto il giorno che non sia stare con mia suocera."
Lei, per me, ha avuto un bambino più faticoso di Leonardo, in termini oggettivi, ma l'esperienza maternità per lei è stata molto meno invalidante che per me.
Io ho dovuto rinunciare a tante cose, lei ha completato la sua vita in modo più gratificante di prima.
È molto difficile ammettere che ci sono cose che ci piacciono di più che stare coi nostri figli piccoli, dalle cene coi mariti, ai viaggi, alla scrittura, alla televisione, allo shopping, a tutto. Ma per me è il primo passo per vivere tutto con più sincerità verso se stesse e verso le proprie emozioni.
I discorsi di Panicqueen non li capisco in toto relativamente ai bambini e alle mamme, perché è come se secondo te ci fosse qualcosa che possiamo fare (non necessariamente all'esterno, ma anche all'interno, come percorso individuale), ma non credo che si possa convincere la gente a desiderare cose diverse da quelle che desidera (dormire, per dirne una, o passare del tempo non stressante con la famiglia, o non sentirsi sole, o non sentirsi incomprese e così via). Forse è questo che dice fiordiloto ed effettivamente da quello che scrivi non è chiarissimo quello che stai suggerendo.
La verità è che certe cose (della gestione dei figli, ma anche di sé come persone) si scoprono quando è "troppo tardi" per tornare indietro. Fermo restando che nessuno qui sta parlando in questo estremo (anche se ci sono madri che lo fanno, cioè che si pentono di aver fatto figli - peraltro più di uno, 3 o 4), se io dovessi parlare alla me pre-figli e mostrarle la mia vita di ora, forse lei farebbe delle scelte molto diverse da quelle che ho fatto, per evitare di trovarsi in uno stato di costante o senso di colpa o di tensione perché qualcuno non ha quello che vuole (figlio, compagno, lavoro, io).
Non è facile...
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Messaggio Da Julmax Lun Dic 05, 2016 6:08 pm

ArdathLilith ha scritto: Come cambiare questo? Secondo me - rullo di tamburi - non si può. Non si può risolvere la situazione, ma si può solo aspettare che passi.
...
Io guardo la mia vicina di casa: lei non lavorava, non ha amici (è straniera), vive solo di famiglia, non esce se non il sabato pomeriggio col marito, non fa niente di niente. Lei ha sperimentato la fatica del bambino (piange moltissimo, non è un bimbo facile), ma non mi ha mai dimostrato altro che "È totalmente normale e io sono felice di questa cosa, almeno ho qualcosa da fare tutto il giorno che non sia stare con mia suocera."
Lei, per me, ha avuto un bambino più faticoso di Leonardo, in termini oggettivi, ma l'esperienza maternità per lei è stata molto meno invalidante che per me.
Io ho dovuto rinunciare a tante cose, lei ha completato la sua vita in modo più gratificante di prima.
...
I discorsi di Panicqueen non li capisco in toto relativamente ai bambini e alle mamme, perché è come se secondo te ci fosse qualcosa che possiamo fare (non necessariamente all'esterno, ma anche all'interno, come percorso individuale), ma non credo che si possa convincere la gente a desiderare cose diverse da quelle che desidera (dormire, per dirne una, o passare del tempo non stressante con la famiglia, o non sentirsi sole, o non sentirsi incomprese e così via).

Ecco, confermando ciò che Ardath scrive sulla diversità delle madri e delle aspettative o di come una può vivere la maternità, io mi ritrovo molto nella sua vicina di casa. Io lavoro poco e a casa, gli amici li ho ma sono lontani e sempre impegnati con studio/lavoro, anch'io esco solo il sabato col marito e per il resto... sto a casa. Faccende, portare la canina, leggere, poche commissioni vicino casa. E il mio "scopo di vita" se così possiamo chiamarlo era ed è solo la maternità. Quindi non ho niente di particolare a cui rinunciare per un la gestione di un figlio, non ho hobby, non ho un lavoro fisso, non ho passioni particolari.
Infine, nemmeno io credo che si possa convincere la gente a desiderare cose diverse da quelle che si desiderano, e dato che non si può fare niente per cambiare e/o ridurre il bisogno che hanno i figli se non aspettare che crescano, l'unica cosa da fare, difficile sicuramente, è accettarle questo fatto. Prima una mamma fa pace con il fatto che non avrà il tempo da dedicare a quello o quell'altro, inclusa se stessa, e prima vivrà meglio la situazione. Che poi questo vale per tutto il resto anche, e io stessa ci ho messo diversi anni per accettare alcune cose della mia vita sin dall'adolescenza, ma poi si sta meglio. Ovviamente non intendo che ci si debba rassegnare, ma accettare. Sembra una frase scontata, ma vivere qui e ora.
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Messaggio Da ArdathLilith Lun Dic 05, 2016 6:17 pm

Julmax ha scritto:l'unica cosa da fare, difficile sicuramente, è accettarle questo fatto. Prima una mamma fa pace con il fatto che non avrà il tempo da dedicare a quello o quell'altro, inclusa se stessa, e prima vivrà meglio la situazione.
Questo, ahimè, non è vero, o è vero solo in parte. Puoi benissimo fare pace razionalmente con la situazione, anche perché stiamo parlando di figli, quindi di persone che ti danno molto e che si fanno amare e che sono deliziosi e che ti cambiano le prospettive e che sconvolgono il tuo set di priorità e tante altre cose bellissime, che ci fanno "evolvere" come esseri umani.
Ma questo non significa che vivrai meglio la situazione, perché certe cose sono più forti dell'accettazione. L'auto affermazione creativa, ad esempio, è una cosa che non si sceglie. Ce l'hai, è un imperativo categorico per alcune persone forte come l'imperativo biologico. Quando scopri che queste due cose, almeno per un periodo, non sono totalmente conciliabili, ti trovi davanti col fatto che devi ammettere che stai facendo un sacrificio per tuo figlio. Io pensavo che i sacrifici fossero solo economici, quando me ne parlavano da piccola. Pensavo che fosse il bis del piatto di pasta dato a me anziché a mio papà, i soldi per le vacanze al mare anziché comprare un vestito nuovo, e così via. Da "grande", ho scoperto che il sacrificio è tutt'altro, il sacrificio è il TEMPO, che passa inesorabile. Tempo in cui tuo figlio cresce, e tu hai il privilegio e l'onere di vederlo crescere, sacrificando tempo alle tue cose.
Questo intendevo quando dicevo che se tornassi indietro farei delle cose diversamente: gestirei sicuramente diversamente il mio tempo. Ormai è tardi e passeranno anni prima che si possa riassaporare una certa libertà in certi ambiti...
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Messaggio Da Julmax Lun Dic 05, 2016 6:30 pm

Per "vivere meglio la situazione" intendo viverla con positività, avendola accettata, piuttosto che viverla rimpiangendo e abbattendosi per questo... non si sta meglio in questo caso? Faccio un esempio che c'entra poco con i figli, ma io quando siamo venuti a vivere insieme mi aspettavo di passare un sacco di tempo con mio marito. Invece lui lavora fuori casa, e quando torna il tempo è poco, e a volte magari viene "perso" a fare la spesa, o perché lui ha un impegno, o io ho un impegno, o altre faccende. All'inizio ne ero molto abbattuta, come lo era lui (lo scrivevo mesi fa, forse un anno fa, in un topic di sfogo mi pare) mi deprimevo, e poi il tempo che effettivamente passavo con lui lo vivevo male perché sapevo che era poco e volevo fare molto di più di quanto non potessimo fare. Quando ho accettato che per ora è così, che non si può cambiare da un momento all'altro la situazione, anzi che l'unico modo era proprio accettarla così come veniva, sono stata molto meglio. E lo siamo stati entrambi. A questo punto, se arrivo la domenica sera pensando che il giorno dopo "è già lunedì" e volevamo fare altro ma la giornata non è così lunga come sembra, ci mettiamo il cuore in pace perché ci saranno altri giorni insieme, altri momenti in cui fare, piano piano, tutto quello che vogliamo, e tra 7 giorni sarà di nuovo domenica. E il tempo passa più in fretta. Non credo di essermi spiegata come vorrei, spero però di aver trasmesso quello che volevo dire in qualche modo...
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Messaggio Da Jessica Lun Dic 05, 2016 8:27 pm

So che state aspettando risposte da parte mia, ma è un argomento talmente complesso, tanto personale in alcuni aspetti quanto universale in altri, che non sento più di potermi esprimere riconducendo all'interno di un topic tutta la dedizione, precisione e completezza che l'argomento richiede. Prendetelo come un limite mio, non me ne vogliate. Ho troppo a cuore l'argomento.

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