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Bimbi ad alto bisogno / alto contatto

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Messaggio Da Jillian Mer Nov 16, 2016 2:31 pm

Mi pareva di aver letto proprio qui sul forum qualcosa sui bimbi ad alto bisogno. Cosa si intendeva con esattezza?
Ormai frequentiamo spesso altri bimbi della stessa età di Anita e la differenza con alcuni è abissale. Alcuni anche a 7-8 mesi stanno belli tranquilli e sono molto indipendenti sia nel gioco sia nella nanna, piangono solo per qualche bisogno primario.
Anita si innervosisce spesso per chissà cosa, oltre a essere bella vivace e irrequieta ha questa cosa delle antipatie per gli estranei fin dai 4 mesi, non gioca quasi mai da sola, starebbe sempre in braccio a me e anche in casa nonostante tutti i vari giochi del cucù in mille mila versioni, appena cambio stanza piange (ora per fortuna gattonando mi raggiunge, ma sempre piangendo). Tutti mi dicevano che la dovevo abituare a essere più indipendente (= la devi fare piangere) e io vedevo i bimbi degli altri belli pacifici e sereni e mi chiedevo dove stessi sbagliando, poi mi sono resa conto che molto probabilmente è semplicemente carattere. Mi sono beccata una bimba bella tosta al primo giro e non ero assolutamente preparata ad avere una bimba "difficile da gestire" e che non vuole stare mai da sola, ma soprattutto che vuole sempre e solo me. Anche se ci sono altre persone in casa e sta giocando con loro, appena mi vede passare piange e vuole me. Poi sicuramente il fatto che per 5 giorni a settimana lei viene accudita solo da me per 10 ore al giorno di certo ha incrementato questo suo attaccamento a me, ma comincio a pensare che probabilmente sarebbe stato lo stesso anche se avessimo avuto le nonne a disposizione.
Le notti e gli addormentamenti vanno meglio da quando ho deciso di smettere completamente di allattare, perchè non ce la facevo più a gestire tutto questo suo bisogno di me.
So che da voi non mi sentirò le solite frasi fatte che "è così per tutti i bimbi" (sono davvero arrivata a credete che non sia così) o che "è solo questione di abitudine/organizzazione". Io dal mio, pur amandola sopra ogni cosa, ho scoperto di non essere una mamma ad alto contatto e quindi c'è un problema evidente.
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Messaggio Da ArdathLilith Mer Nov 16, 2016 3:18 pm

Ciao Jillian, vado in ordine sparso considerato che non ho nessun titolo per rispondere alle tue domande, se non l'unica esperienza di un figlio :)

Prima di tutto, io non so se Leo è stato ad alto bisogno o no, ma ti assicuro che una sensazione che provavo i primi due mesi è: perché io? Perché tutti i figli delle altre sembrano degli angeli imbalsamati risplendenti di luce mentre io mi sono beccata un figlio koala che vuole vivere appiccicato (LETTERALMENTE appicciato) a me? Che me ne faccio della sdraietta della suocera? Della carrozzina della zia? Del lettino? Questo mi ha preso come surrogato del mondo, aiuto!
Poi: non so, non sono un'esperta, ma sicuramente l'indole del bambino e la sua predisposizione naturale alla sopravvivenza fanno molto, in questo senso. Tu sei la mamma, tu sei il CIBO capito? Vieni qui, dammi da mangiare, SII TU IL MIO PASTO.
Col mio compagno guardavamo Leo ciucciare e a volte mi guardava con uno sguardo veramente comico, famelico, totale, e il mio compagno, fingendo di parlare in vece di Leo, mi diceva proprio: "Stai fermo, PASTO!"
Il pasto ero io, ovviamente, e non potevo vivere una vita mia perché lui doveva... nutrirsi, in tanti sensi. Capisco quindi la tua scelta sull'allattamento. Guardandomi indietro, è veramente una pratica totale, che chiede veramente tanto a una persona e ognuno di noi ha il suo da dare, non siamo tutti uguali e non tutti abbiamo lo stesso percorso, anche in una cosa universale come il "diventare madre".
Poi: secondo me anche io non ero affatto una madre ad alto contatto. Io mi immaginavo i primi 6 mesi di un bambino che sì, allattavi tanto, ma tanto non si muove, non va in giro, che sarà mai, lo piazzi lì e tu puoi anche lavorare al computer come se niente fosse.
LOL. Rido molto, perché i primi 3 mesi di Leo sono stati anche gli unici della mia vita in cui ho avuto una "domestica" part time, tanto ero dispersa e non riuscivo nemmeno per dire a lavare me stessa (lui sì) o a cucinare qualcosa che non fosse bastoncini findus (mado' che schifo), la casa sembrava il bagno di un autogrill e io ero così stravolta che piangevo e ridevo a casaccio. Una volta mia sorella mi ha abbracciato, dicendomi "Ti voglio bene" e io per risposta mi son messa a piangere chiedendole "Perché?!"... Non so se rendo.
Quindi, per dire: i primi anni sono un casino qualsiasi figlio ti capita, e sono sotto sotto convinta che ti dipinge una vita rose e fiori in realtà ti taccia molte cose. Più di una volta ho ricevuto confessioni di madri disperate che però a vederle da fuori sembravano uscite da una telenovela, e che poi erano sfibrate, esaurite, psicologicamente distrutte.
Questo per dire: fregatene dell'esterno, degli altri, delle altre madri, degli altri figli, del resto del mondo. Non fare paragoni, cerca di farne meno, abbandona i social, da cui traspare solo la perfezione e la felicità assoluta di tutti e non il resto, la vita vera.

Per il fatto che lei ti chiede tante attenzione e che tu non sai come accontentarla (o meglio, lo sai ma ti pesa), avrei un sacco di domande per te, te ne scrivo alcune... Cos'è che ti pesa più di tutto, esattamente? La fatica fisica (a fine giornata sei devastata)? La dipendenza psicologica (lei vuole solo te e tu sei sola nel prendertene cura)? Il tuo compagno come si colloca in tutto questo? Se avessi la bacchetta magica, esattamente cosa cambieresti, in modo da essere "più felice"?
Ti chiedo queste cose perché a me da fuori pare che il peso della situazione dipenda molto dalla tua solitudine, e ricordo che per me il primo anno è stato duro perché ero effettivamente, fisicamente sola col bambino per la maggior parte del tempo. Quando l'ho capito, ho cercato soluzioni a questa solitudine. Tutte temporanee, a volte insoddisfacenti, a volte "tappabuchi", ma comunque mi hanno fatta arrivare all'età del nido e poi in generale all'età in cui Leonardo ha smesso di essere una cozza totale. Che in realtà, a guadarmi indietro, non era!
Qual è, poi, il tuo orizzonte futuro? Hai un lavoro a cui tornare? Pensi che manderai la bimba al nido o la terrai a casa tu per altri anni? Io ad esempio avevo quest'ancora di salvezza del pensiero del nido, che per noi è stata un'esperienza bellissima per tutta la famiglia, e mi ha aiutato a "godermi" anche i mesi di maternità e solitudine, perché sapevo che stavano per finire.

C'è tanta carne al fuoco, per cui ti ripasso la palla, spero di non aver fatto confusione, ma da come percepisco io il tuo messaggio, non so se hai tu stessa centrato veramente il punto del tuo problema, ecco, quindi non è facile darti dei consigli mirati :)
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Messaggio Da Jillian Mer Nov 16, 2016 5:12 pm

Scusa Ardath, ho scritto di getto e non mi sono spiegata bene!
Grazie mille perchè come sempre racconti tanto tanto e fai riflettere! Sulla prima parte della tua risposta mi ritrovo molto, anche io pensavo che "tanto la metto in sdraietta e io posso fare cose". Anche io da quando è nata cerco di trovare occasioni di incontro in modo da non essere sola, frequentiamo diversi gruppi gioco, ma cmq non è come avere la nonna che ti passa a trovare tutti i giorni e ti tiene il bimbo mentre tu riesci a farti una doccia decente o a fare la spesa senza sempre lei a seguito. Confesso che provo molta invidia per le mamme "nonna-dotate".
In realtà dopo 8 mesi mi sembra inutile continuare a pensare che "tra un po' andrà meglio" perchè lei è così e lo sarà sempre.
Mi sembrava di ricordare - ma magari sbaglio - che qualcuno qui sul forum avesse parlato di bimbi ad alto bisogno o ad alte richieste non ricordo di preciso, e quindi volevo capire se si intendevano un po' gli stessi comportamenti che ho descritto io e in particolare cosa mi devo aspettare dai prossimi anni. E qualche esperienza positiva di secondi figli non guasterebbe Bimbi ad alto bisogno / alto contatto 412261
Io non ho un lavoro a cui tornare e ora come ora non lo sto neanche cercando perchè, pur non essendo una mamma ad altissimo contatto (ma ad alto contatto per forza di cose in fin dei conti mi ritrovo ad esserlo), non mi va l'idea di lasciare mia figlia tra nido e babysitter così piccola. Mi piace l'idea di accompagnarla nella crescita per i primi anni della sua vita, solo che a volte mi chiedo come posso fare. Diciamo che più che altro era un topic di sfogo e una ricerca di confronto con situazioni simili Bimbi ad alto bisogno / alto contatto 826922 Io avevo scritto nel club dei babyfertilini ma PQ mi ha detto di aprire un topic apposito quindi immaginavo ci fosse veramente una "categoria" di bimbi ad alto bisogno
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Messaggio Da ArdathLilith Mer Nov 16, 2016 5:30 pm

Secondo me Zara ti può dire qualcosa, mi pare di ricordare che avesse definito ad alto contatto Dante - ma veramente potrei aver preso un abbaglio...
Comunque, c'è tanta tanta carne al fuoco, Jillian... Leggo anche - da persona che ha un percorso travagliato a riguardo - della questione "secondi figli"... a cui mi pare di capire che stai già pensando, e che sicuramente ti causa un certo stress.
Comunque, vediamo se qualcuna ti può dare indicazioni più "accurate", a ogni modo grazie per condividere tutto questo... È sempre, sempre utile farlo.
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Messaggio Da Jillian Mer Nov 16, 2016 6:33 pm

Ma alto contatto e alto bisogno sono per forza la stessa cosa?
Questione secondo figlio...aprirei un vaso di Pandora e dovrei cambiare topic!
Ma una mia amica ha ammesso che la seconda è tranquillissima e la prima invece l'ha fatta sclerare, quindi in pratica la seconda è come non averla. Sarà stata fortuna, casualità o un suo diverso atteggiamento? PEr questo chiedevo.
Anche io come te sono un'appassionata del condividere (e infatti adoro i tuoi post!)
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Messaggio Da Parsley Mer Nov 16, 2016 7:16 pm

Jill non ho esperienze da mamma, ma mi hanno sempre raccontato che fin da neonata, e fino ai 3 anni, ero estremamente nervosa tutto il giorno, di notte faticavo a dormire e il giorno dopo avevo il diavolo in corpo per la mancanza di sonno, quindi era ancora peggio. Non ho mai approfondito se mi tenessero in braccio o meno, nel lettone o in cameretta, ma essendo fine anni 80 e conoscendo le idee dei miei, direi quasi sicuramente di no... e chissà magari un 50% dei miei pianti non ci sarebbe stato se io avessi potuto dormire come volevo, e magicamente la stessa bambina non sarebbe stata *così tanto* piagnona e nervosa. So che ai 3-4 anni, con l'arrivo della sorellina, ho iniziato a dormire la notte e ho smesso di piangere, di fare scene isteriche se non ogni tanto. Mia sorella è la seconda figlia e non era una bambina ad alto bisogno, né come sonno né come attaccamento/dipendenza dalla mamma, però aveva lo stesso un caratteraccio (si è rivelata una brontolona già da molto piccola).

Questa cosa che i secondi figli sono più rilassati, espansivi eccetera, si sente dire spesso in giro; secondo me in parte sarà il caso e in parte saranno differenze di carattere accentuate dalla differente esperienza della mamma... io so per certo di aver appreso atteggiamenti ansiosi nei miei primissimi anni che mi porto ancora dietro, ma è molto difficile distinguere cosa sia ereditato geneticamente dal carattere dei parenti e cosa sia frutto delle paure e insicurezze dei genitori! Però se chiedi a chi ha uno o due fratelli, il 90% ti dirà che il primo è quello pauroso-insicuro e il secondo quello indipendente Bimbi ad alto bisogno / alto contatto 654381
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Messaggio Da fatina Gio Nov 17, 2016 8:27 am

Io credo che tutti i bambini siano bambini ad alto bisogno: l'istinto di sopravvivenza che per migliaia di anni ci ha permesso di tirare avanti ci porta ad essere cuccioli sempre attaccati alla mamma perchè l'uomo, diversamente da molti animali, nasce ben lontano dall'essere autosufficiente. Posto questo, oggi disponiamo di una serie di mezzi che ci permettono, se lo desideriamo, di prenderci qualche minuto di tregua perchè, come dici giustamente tu, non tutte siamo mamme fatte per crescere figli in quel modo. E io mi metto in testa all'elenco.
L'unica cosa che in una dinamica di vita familiare deve, secondo me, restare un punto saldo è la salute mentale della mamma. Come ha già notato anche Ardath io leggo nel tuo post la solitudine della mamma e la capisco in pieno: io qua a torino non ho parenti miei, i miei suoceri sono piuttosto anziani e i miei cognati lavorano entrambi, oltre ad avere un figlio nato il giorno prima di samu. Com samu mi sono fatta il corso sullo svezzamento, il corso di massaggio infantile, l'acquaticità, qualunque cosa mi potesse interessare mi sono buttata. E poi siamo andati tanto a spasso insieme, dalle commissioni di ogni giorni ai giretti di shopping, mostre e musei, semplici passeggiate al parco. In casa lui sarebbe stato sempre attaccato alla tetta invece in giro dormiva nel boba e io potevo respirare; ricordo ancora un paio di pomeriggi passati a leggere su una panchina del centro con lui addormentato sulla pancia. Non è stata una vita facile, ci sono stati momenti in cui avrei venduto l'anima per avere qui mia mamma o qualche sorella alla quale lasciarlo per un po', ma con un po' di buona volontà si tira avanti. Fondamentale in tutto questo però è stato mio marito: se è vero che samu all'inizio voleva solo me, lui ha fatto di tutto per entrare nella dinamica familiare. Quando samuele aveva 3 mesi glielo lasciavo un paio d'ore alla settimana e ho ripreso a nuotare; gli lasciavo del latte tirato che quasi mai ha usato ed ero tranquilla di potermi godere la mia ora d'aria.
Faccio invece un po' la voce fuori dal coro per quel che riguarda il secondo figlio: marzio è molto più richiedente di samuele. Di notte si sveglia ancora spessissimo (a 5 mesi samu dormiva praticamente tutta la notte), non ha mai accettato surrogati tipo ciuccio e neanche il biberon col mio latte tirato, si addormenta solo al seno o in fascia e, sinceramente, adesso come adesso non vedo nessuna luce in fondo al tunnel. Faccio molta fatica perchè comunque c'è la vita che va avanti, mentre so che a lui piacerebbe passare il pomeriggio a pisolare sul lettone e avermi tutta per lui, ma cerco di accontentare tutti. Lui poverino fa del suo meglio, rispetto al fratello alla stessa età è molto più attivo sia fisicamente che verbalmente, però so che la strada è ancora lunga.
Credo che molto di quello che pensiamo sia frutto di quello che ci hanno sempre fatto credere: per assurdo desideriamo che uno scricciolo di pochi mesi sia indipendente e poi quando davvero dovrebbe esserlo lo tratteniamo per paura di fargli spiccare il volo, ma credo che questi primi mesi, questi primi anni siano un dono immenso, per quanto faticoso. Li vediamo crescere ogni giorno, imparare a fare cose nuove e diventare piccoli uomini e donne: certo per tante donne che vivono la maternità come un'esperienza così totalizzante da non desiderare altro, ce ne sono altrettante che invece hanno bisogno di non fare solo le mamme. Quando avevo samuele piccolo dentro di me invidiavo molto le donne che avevano un lavoro a cui tornare, un porto sicuro al quale approdare da lì a qualche mese per tornare ad essere altro. Adesso con Marzio la vivo molto più serenamente, ma è stato un lungo percorso. Detto questo però io Samuele a 13 mesi ho iniziato a lasciarlo qualche giorno alla settimana in un baby parking, poi lo scorso anno in un micronido: in questi tre anni insieme ci siamo divertiti un sacco, abbiamo vissuto mille avventure urbane, visto un sacco di cose e io sono davvero contenta che lui abbia avuto la possibilità di conoscere tante cose diverse, la maestra dell'asilo mi ha detto che è uno entusiasta della vita e lo vedo anche io ogni giorno. Però qualche ora di tregua ogni tanto è stata per me fondamentale, è stata quella che mi ha aiutato ad avere le energie per andare avanti e Dio solo sa quanto mi mancano adesso quei momenti.
Sono stata un po' prolissa e forse anche off topic, però volevo raccontarti un po' della mia esperienza: l'infermiera del consultorio ci dice sempre che a 15 anni, se li beccheremo a dormire con qualcuno, non saremo certo noi. L'attaccamento dei primi mesi, dei primi anni di vita serve per costruire l'indipendenza di domani: se mi avessero detto che, dopo essere stato praticamente tutti i giorni solo con me e con mio marito samuele ci avrebbe salutati così serenamente per andare all'asilo io non ci avrei creduto.
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Messaggio Da ArdathLilith Gio Nov 17, 2016 8:56 am

Ecco, questa è una cosa che noto anche io e che mi dicono anche persone che mi stanno intorno/che conoscono la nostra storia: mi dicono tutti che mio figlio "è molto indipendente". Alcune di quelle persone, però, quando Leo era piccolo, mi dicevano anche che lo tenevo troppo addosso, che dovevo usare di più culla e passeggino (mia mamma mi diceva addirittura: "Questo qui ti comanderà a bacchetta, saranno ca**i tuoi" perché lo tenevo spesso in fascia e inizialmente si addormentava solo ciucciando la tetta - e io lo assecondavo), o che la sdraietta era la soluzione di tutto (è stato uno dei pochi regali di mia suocera... Pure l'ostetrica, che ho poi estromesso perché mi pareva una presenza più patologica che altro, quando le confidavo qualche momento di difficoltà (tipo quando ha avuto il reflusso, che poi verso il 4^ mese si è molto, molto attenuato, e non dormiva perché gli tornava su tutto) mi aveva terrorizzata dicendo che sarebbe stato così o peggio fino ai 3-4 anni, che la maternità non era tutta rose e fiori.
Quello che ti dicono gli altri ti influenza tantissimo, sia in positivo che in negativo. Quindi sì, abbiamo questa immagine del bambino bambolotto che mangia e dorme e basta, ma poi abbiamo anche il terrorismo psicologico che "mioddio come farai, vedrai per anni e anni non dormirai, sarà durissima, ecc. ecc.".
Io ho chiuso i battenti ai commenti, in modo anche un po' brutale e facendo volgere a mio favore la solitudine in cui mi trovavo. Ero sola? Bene, fanculo tutto e tutti, ora sperimento IO col mio bambino, ora provo IO a vedere cosa lo e ci fa stare bene, senza preconcetti, senza influenze o, quantomeno, senza farmi ossessionare da un'immagine mentale esterna.
Siamo fortemente OT, forse, ma forse no, perché nella mia totale inesperienza io credo che il concetto di "alto bisogno" sia nato nella nostra società perché c'è stato un cambiamento sociale che ci ha portato, in quanto madri, a percepire la maternità in modo diverso, per cui poi quando ti capita un figlio che "non si rassegna", allora ti pare che o stai sbagliando tu o c'ha un carattere difficile lui.
Io credo che si debbano trovare strategie per sopravvivere insieme, per farsi aiutare quando serve, per evitare di arrivare troppo stanche, sfibrate, indispettite e spazientite.
Le cose che dice Fatina sono tutti ottimi scenari, anche io avevo fatto corsi, uscite, giri, andavo a trovare gente, andavo in una comunità di disabili a comprare la verdura e stavo lì magari un'ora e Leo all'inizio aveva paura, poi ha imparato a conoscere queste strane persone che alla fine sono molto buone e curiose, e così via.
Una sera ogni 15 andavo al mio Gruppo di Acquisto Solidale, stavo fuori dalle 21 alle 23, il mio compagno lo metteva a letto, insomma cose così.

Per quanto riguarda i secondi, due mie care amiche hanno avuto l'esperienza contraria: il primo come non averlo, quando hanno fatto il secondo è stata l'apocalisse. I bambini non dormivano da soli, i maggiori erano comunque influenzati quindi c'era un caos non indifferente, e così via. Dipende, dipende, dipende...
Io, come forse sai, per tanti motivi, sto pensando di "fermarmi qui", ma non per come è stato o non è stato Leonardo, bensì per ragioni esterne a lui, e interne a me e alla nostra coppia. Comunque, Anita ha 7 mesi, è ULTRA presto per qualsiasi cosa ora, almeno questo pensiero forse lo puoi rimandare...
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Messaggio Da Sharon Gio Nov 17, 2016 9:07 am

Jil ci siamo sentite ieri ma rispondo anche qui, appena nato Chris io mi sono trovata spiazzata… Lui è un bimbo che i primi 3 mesi ha pianto praticamente ininterrottamente, non sono MAI riuscita a lasciarlo nella sdraietta/ovetto, la sera mangiavamo a turno io e mo marito e a pranzo 2 volte su 3 non riuscivo a mangiare, lui era tutto il giorno in braccio ma in ogni caso piangeva ed era un pianto che entrava nel cervello, non riuscivo a rapportarmi con lui perché se anche lo coccolavo, lo contenevo, lo allattavo… lui piangeva sempre… i giorni di ricovero sono stati tremendi, perché oltre alla preoccupazione, la paura… c’era anche il senso di impotenza nel non poterlo prendere e vederlo piangere in culletta termica…
Poi non ti so dire se la situazione sia migliorata, sicuramente si è evoluta, crescendo ha iniziato a piangere (un po’) meno, ho imparato a riconoscere il pianto, lui interagisce un po’ di più… non è tutt’ora un bambino che a casa gioca da solo, all’asilo mi dicono invece che è sempre affaccendato e super indipendente…. Se siamo a casa lui vuole giocare, ma con me, passerebbe le ore a terra con me a giocare con i lego, se invece mi “distraggo” richiama l’attenzione facendo monellate! Quando era più piccolo l’ho “etichettato” come bimbo ad alto bisogno, ad oggi non ti so dire se lo sia, se lo fosse all’ora… ho capito che lui è lui, ed è così… è così quando la notte si sveglia ogni 20 minuti e se lo prende il papà piange ancora più forte, è così quando mentre giochiamo mi viene a controllare nella maglietta se la “tetè” c’è ancora, è così quando all’asilo mangia la pappa dei grandi ma con me non ci pensa proprio, quando con me chiude la bocca o mi sputacchia tutto addosso e con il papà mangia… quando con il papà passa la giornata giocando da solo a terra e se ci sono io non posso neppure andare in bagno, quando con me si addormenta solo al seno e all’asilo dorme senza problemi…
Quando è nato mi ero confrontata con DK, Zara e Lucy… dall’esperienza di Lucy e DK ho capito che non mi devo fare grosse aspettative sul secondo ma vedo che loro erano forse più preparate e non hanno subito lo shock come con il primo….
DK mi aveva dato il link di uno”studio” che all’epoca mi aveva aiutata molto… purtroppo i messaggi privati sono stati disabilitati e non lo trovo più…
Io posso dire che non ero pronta a un bambino del genere, avevo visto l’esperienza di mia sorella con due bambini che dormivano e mangiavano, si addormentavano da soli, stavano nella sdraietta le ore… non immaginavo potesse essere così… forse tutto è migliorato quando l’ho accettato, quando ho smesso di fare paragoni con i bimbi perfetti delle mie amiche, quando ho smesso di pensare “domani andrà meglio perché peggio di così non può andare”, quando ho smesso di farmi aspettative e di “colpevolizzarmi”

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Messaggio Da Jessica Gio Nov 17, 2016 9:49 am

E' una tematica che mi interessa molto e su cui mi interfaccio spesso. Ho invitato ad aprire un topic a parte perché esiste attualmente questa espressione in circolazione e secondo me c'è da fare delle puntualizzazioni per non cadere in quelle che possono essere trappole. Ci sono comunque tanti topic sul forum che cercano di trattare la maternità da vari tagli (i supporti sociali, le scelte, ecc.) a cui potete riferirvi per lo scambio anche quotidiano. Cercherò di essere sintetica in questa sede perché penso che potrei scrivere di questo argomento per una settimana di fila, tanto ci sarebbe da dire. Cercherò anche di essere contenuta, ma se risulto particolarmente enfatica è perché il tema è particolarmente importante e viscerale (come negli esempi di Ardath).

Parto col dire che io sono fondamentalmemte contraria all'uso dell'espressione "alto bisogno" o "alto contatto", perché ritengo, per i miei studi e le mie esperienze, sia stata coniata (di recente) per trovare un modo "comodo" di mettere un'etichetta sui bambini all'interno di situazioni "scomode" e deflettere così ogni possibile traccia di colpevolizzazione verso la madre o il genitore. E' un modo politically correct di dire "non ti preoccupare! è il tuo bambino che è fatto così - non è colpa tua , quindi tu non puoi farci nulla". Che bella visione edificante, eh? E' il comunismo delle società materne. Serve a dire "guarda che non c'è una madre più brava di un'altra (sottotesto: non potrai quindi essere certamente tu), quella della tua amica è solo fortuna". Allora la madre torna a casa e si arrende davanti al suo bambino/destino con l'etichetta sbagliata/speciale. Però almeno non si sente incapace, è solo sfortunata! Allora va tutto bene.
Non fraintendemi, proteggere le capacità materne è esattamente ciò che è necessario: ma bisogna sostenerle, contribuire ad alimentarle e rigenerarle. E per fare questo a volte bisogna anche mettere in discussione il punto di vista da cui si proviene.

Per contro, invece viene impiegata la parola "alto", che trovo abbastanza irritante, perché implica che ci si eleva, si sta al di sopra, fa élite. Esattamente come i gruppi Facebook "Noi mamme che..."
Ci avete pensato, perché "alto"? Rispetto a cosa? Un bambino che piange perché ha bisogno di vicinanza è normale. Non è più, né meno, di un altro. L'unica cosa che salvo della teoria dell'"alto bisogno" è che fa capire alla mamma che un bambino che è attivo e comunicativo è un bambino sano, anziché una rottura di palle.
Piange più di un altro? Con quante mamme ho parlato, che pensano che pianga più del dovuto, quando in realtà vengono solo da un'aspettativa purtroppo non corretta su quanto i bambini effettivamente piangano o possano essere lasciati da soli.
Ma se piange (uso il pianto, ma può essere qualunque comportamento), allora scopriamo perché. "Che ci vuoi fare, è nato così" è arrendersi. Perché la verità è che, in tanti casi, la spiegazione delle dinamiche c'è. Deve solo essere trovata, a partire dall'iniziativa della mamma e con i mezzi giusti.

I bambini non sono tutti uguali, è vero, ma:
a) hanno bisogni molto, molto, molto basilari - più sono piccoli e più basilari e simili sono. Quasi tutto si riconduce alla sicurezza, una merce rara anche per gli adulti stessi (indovinate perché?)
b) non sono nemmeno pacchetti confezionati con il loro temperamento di fabbrica (e caso mai la "fabbrica" è comunque la sua famiglia). Infatti anche le teorie del temperamento oggi prendono in considerazione la vita prenatale, gli eventi di vita della madre, delle generazioni, ecc.

Ma non è veeeeero, ogni bambino è fatto a sé...non si può dire/non si può sapere/ognuno deve fare quello che crede . Tradotto, dato che non si trova una soluzione, buttiamola in buonismo.
Se ogni bambino è fatto a sé, ricordiamoci che le mamme anche sono tutte diverse tra loro. Vengono da storie di vita diverse, vivono in contesti diversi, con supporti ben diversi.

Perciò, non mi stancherò mai di ripeterlo, è fondamentale esplorare le relazioni di attaccamento.
Correlano con il sonno, con l'alimentazione, con i disturbi mentali in età adulta, ecc. Con tutto ciò che è vita, perché sono letteralmente la base della nostra vita.
Tutti alla fine della giornata vogliono il bene per i loro figli e per loro stessi, com'è giusto che sia, e si procede con questo in mente.

P.s. il secondo nato gode di varie agevolazioni, tra cui certamente l'esperienza e la maggior rilassatezza della madre, dovuta ad una miglior percezione di auto-efficacia; ma gode anche della presenza del primogenito come risorsa per la sua sicurezza!

_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it

Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility®️

I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
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