Rischio di toxoplasmosi in gravidanza

Ma...se volessi mangiare della pasta con il pesto confezionato ma fresco (le fertiline genovesi mi uccideranno )? Intendo quello che si trova al banco frigo del supermercato, quindi non quello in barattolo che sicuramente sarà pastorizzato.

Purtroppo mi sono resa conto che non riesco a essere tranquilla su questo fronte: un paio di settimane fa ho preso una bruschetta in pizzeria, c'era un po' di erba cipollina e mi sono detta "è talmente poca, poi ti pare che non è lavata?" e adesso sono ancora qui a crogiolarmi nelle paranoie. Quindi ecco, vorrei evitare di passare un altro mese in ansia.

Diciamo che se esiste un'alternativa che consideri più sicura di uno stesso alimento, forse ti conviene puntare su quella, ma giusto per avere serenità

Però un invito che faccio sempre è a notare che se non avete preso la toxo in 20/30/40 anni di vita , senza evitare attivamente alimenti a questo proposito, quali sono le probabilità statistiche che incontrerete quel cibo proprio in pochi mesi di gravidanza? ...vincere alla lotteria potrebbe essere più facile!

Questo studio europeo multicentrico (ma ce ne sono altri che confermano i risultati nei singoli Paesi) conclude che la fonte più probabile resta il consumo di carne cruda, intesa come salsicce o insaccati artigianali, seguito da formaggi freschi non pastorizzati (maiale e pollo sono più colpiti, molto meno il manzo). Frutta e verdura possono essere contaminati solo se coltivati al suolo, dove il suolo sia contaminato da feci di animali infetti. Considerando che la maggior parte dei nostri vegetali è coltivato in serra, questo rischio è notevolmente ridotto.

Perché poi se vogliamo essere precisi allora c'è da preoccuparsi della contaminazione, ad esempio chi ha preparato il cibo potrebbe aver affettato un prosciutto prima del pane e così via... non si campa veramente. Sono scelte molto personali, naturalmente, ma attualmente andando al ristorante si rischia più per Covid, o in inverno per l'influenza, che non per la toxo.

Quest'altro studio (che però non ha incluso l'Italia) osserva che nel 2016 in Europa sono stati riportati 208 casi di toxoplasmosi congenita, dei quali 73% solo in Francia, pari a 5.8 casi su 100.000 nascite. Ora, è vero che non sappiamo in che misura questo sia il prodotto di sforzi comportamentali compiuti dalle donne in gravidanza nei Paesi osservati, ma è veramente molto, molto basso.

Grazie Jessica per "riportarmi sulla terra".

Razionalmente so che il rischio è basso perché io ho sempre mangiato la carne al sangue, mangiato salumi fatti in casa e non ho mai avuto problemi (l'ultimo salame fatto in casa addirittura un mese prima di rimanere incinta). In generale, ad esempio nel caso del pesto, mi sento più sicura con il prodotto industriale perché lo immagino con un basilico di serra di produzione massiccia e lavaggi approfonditi, mentre il prodotto casalingo è inevitabilmente più esposto a contaminazioni, nonostante sia di qualità migliore.

In generale poi faccio le analisi ogni mese, il problema è che quando si avvicinano i 30 giorni dall'ultimo prelievo l'ansia inizia a farsi sentire perché penso che se fossi positiva avrei "poco tempo" per iniziare la terapia antibiotica prima che il rischio diventi concreto.

mulan ha scritto: quando si avvicinano i 30 giorni dall'ultimo prelievo l'ansia inizia a farsi sentire perché penso che se fossi positiva avrei "poco tempo" per iniziare la terapia antibiotica prima che il rischio diventi concreto.

pardon, non sono sicura di aver compreso il calcolo..?
considera che l'intervallo di 30 giorni esiste perché è considerato adatto ad intervenire tempestivamente rispetto alla presenza di una eventuale infezione per limitare gli effetti. Inoltre l'Italia è uno dei Paesi che questo screening prenatale ripetuto attualmente lo fa (come lo fa la Francia), tanti altri no!

in ogni caso, il rischio si riduce dopo il primo trimestre, perché tra la fine del terzo mese e inizio del quarto si è sviluppata la placenta, che è un vero e proprio scudo nei confronti del circolo materno infatti se anche la madre contraesse un'infezione, non è affatto scontato che questo poi riesca a raggiungere il bambino e contagiarlo!