L'immagine della donna nei mass media

purtroppo il documentario dall'ufficio non riesco a vederlo...secondo me il problema non sta tanto nell'esibizione della bellezza femminile che di per sé, se fosse bellezza autentica, per potrebbe anche andare bene...una gioia per gli occhi maschili (e perchè no?anche femminili), diciamo anche una piccola "consolazione" per i problemi di ogni giorno...
quello che a me disturba veramente è l'omologazione, il fatto di proporre un unico modello di bellezza femminile. le veline sono tutte alte uguali, coi capelli lisci scalati, la terza di reggiseno, i labbroni, le movenze da pornodive...se hanno un seno o lineamenti diversi si rifanno, in modo da diventare tutte simili, come tanti soldatini sorridenti e sempre disponibili...non c'è più personalità, particolarità, magari anche piccoli difetti che possano rendere una persona caratteristica.
non penso nemmeno sia un problema di quanti centimetri di pelle nuda si vedono (anche se sinceramente mi disturba parecchio vedere ballerine in perizoma la domenica pomeriggio)...i templi induisti sono pieni di tette ma non penso che facciano lo stesso effetto di un balletto di striscia la notizia. discorso lunghissimo...

L'omologazione è centrale nel documentario, spero tu possa vederlo presto Coccinella.

C'è un altro aspetto interessante da valutare secondo me.

Sto leggendo un saggio di Veronica Pravadelli sulla Feminist Film Theory in cui si affrontano, tra le altre cose, le analisi del film classico americano di Laura Mulvey.

La Mulvey teorizza la centralità dello sguardo nell'esperienza cinematogradica e rileva una sorta di omogeneità tra le dinamiche psichice del soggetto umano come le intende Freud, il dispositivo cinematografico e le strutture narrative e linguistiche del film classico.

Partendo da questo presupposto, sostiene che il cinema hollywoodiano classico (dominatore incontrastato dell mondo dall'introduzione del sonoro, 1927) iscriva la differenza sessuale tramite strategie formali codificate, replicando il rapporto di subordinazione del femminile verso il maschile che caratterizza la società patriarcale.

Per farla breve, tramite l'analisi di tutti gli elementi del linguaggio filmico (dalle inquadrature al montaggio alla messa in scena), Mulvey mostra come la prerogativa di guardare, quindi quella del soggetto di rivolgere lo sguardo verso un oggetto, è sempre attribuita all'uomo; alla donna compete il ruolo passivo-oggettuale dell'essere vista.

Prima ancora che nella storia (ruoli femminili forti o deboli), prima ancora che nella rappresentazione della donna (bella o brutta, vestita o nuda), il linguaggio filmico è volto a ridurre la funzione della donna a oggetto di visione maschile, quindi a feticcio erotico che si esaurisce nel sostenere il desiderio maschile, vero motore dell'azione narrativa.
L'uomo è soggetto attivo e motore dell'azione, la donna oggetto guardato, spettacolo.

[Vi risparmio le considerazione più specifiche sulle dinamiche voyeuristiche e narcisistiche e sul legame con la castrazione "edipica" che pure Mulvey analizza].

Inoltre, la differenza di genere è iscritta non solo nella rappresentazione filmica, ma anche nell'esperienza cinematografica.
Dato che è il personaggio maschile a dominare la scena, con l'azione e lo sguardo, solo l'uomo in sala può identificarsi con l'eroe e tramite questa identificazione "possedere" la donna.

Leggendo tutto ciò e allontandomi dalle considerazione del testo citato, a me sembra che la donna oggetto della nostra televisione appaia un epifenomeno, una manifestazione particolarmente volgare di un'idea di donna come oggetto-spettacolo dello sguardo attivo del soggetto uomo che è già implicita nella codificazione del linguaggio cinematografico, quindi, in certo modo, audiovisivo in genere.

Ci sarebbe quindi da discutere sull'idea di immagine-specchio, che riflette una realtà già data, e di immagine-modello, ideale a cui tendere quindi polo attrativo che ha un potere di trasformazione sulla realtà.
Ovviamente (!?) si tratta di un circolo, ma credo faccia capire come il problema della rappresentazione della donna come la Zanardo ce l'ha mostrato nel documentario abbia radici davvero molto profonde, che hanno a che fare con la cosiddetta "passività" della donna, che però io riconduco anche a una dimensione positiva, quindi che non dev'essere necessariamente negata per affermare l'emancipazione femminile.
La donna, infatti, secondo me, mostra un'apertura, una disponibilità all'altro anche a costo del sacrificio di sé che forse l'uomo non può conoscere in egual misura (ovviamente penso all'accoglienza di un'altra vita nel proprio corpo innanzitutto, e a tutto l'aspetto di cura dell'altro a cui la donna è destinata dalla natura) e che purtroppo potrebbe essere alla radice della sua declinazione in "inferiorità", "passività-oggettuale".

Alla fine, il vero problema è la griglia soggetto-oggetto su cui si è costruito l'Occidente :P
...Ma è ora di smetterla!

Scusate la pezza!

A proposito delle radici profonde..è stato fatto una studio neurologico: si prendevano diverse persone e si monitoravano le aree cerebrali attive tramite elettrodi, RMN.. mentre vedevano alcune fotografie.. (sono studi che si fanno spesso in neurologia per studiare varie cose) da questo studio è emerso che quando ad una donna si mostra la fotografia di un'altra donna o di un uomo si attivano nel suo cervello le aree della comunicazione, quando ad un uomo si mostra la foto di un altro uomo si attivano sempre le aree della comunicazione, quando si mostra la foto di una bella donna si attiva l'area "utilizzare, spingere, girare" esattamente la stessa che si attiva mostrando un cacciavite!!!..........e solo in seconda battuta quella della comunicazione

ATTENZIONE ATTENZIONE!!
Non facciamoci illusioni, ma piuttosto che niente è meglio piuttosto:

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/?id=3.0.3742858687

Vi voglio portare il pensiero del mio ragazzo..22 anni..stiamo insieme da quando ne ha 17..
Lui è sempre stato definito FROCIO dai suoi amici..non perchè fosse effemminato, per l'orientamento sessuale o cose simili..
..no..semplicemente perchè non si eccitava davanti a calendari di donne nude, non considerava belle le donne dello spettacolo, non si sarebbe "fatto" nessuna per nessun motivo..
Non gli piacciono le scarpe col tacco e il trucco pesante..per lui una donna è bellissima col pigiama tenero, la tuta da ginnastica..le pantofole..
Sostiene che una donna è bella perchè è bella universalmente,semplicemente per il suo essere femminile..la sua femminilità traspare in ogni gesto..ma quando questa viene esagerata e volgarizzata allora cessa di essere attraente..
Quando la donna diventa un oggetto e sembra che ha il cervello staccato o che ride come un'ebete per nessun motivo dice che gli cascano le palle..si innervosisce e spegne la tv..

Indubbiamente nella visione particolarmente italica e maschilista dell'uomo che cel'haduro, il tuo ragazzo assume dei punti di vista poco machi...ma enormemente più apprezzabili e rispettosi dell'essere umano Donna...
Tienitelo stretto, ce ne sono pochi

Io e il mio compagno abbiamo abolito la tv..nel senso che proprio non ce l'abbiamo. Anche e soprattutto per la visione grottesca che da della donna, ma anche per i contenuti, davvero insulsi. Tutta un'altra vita..

[in libreria:
IO: salve, vorrei un libro divertente da regalare, un po' goliardico
COMMESSA: Questo l'ha scritto taldeitali di Zelig
IO: e di cosa parla? sa non ho la televisione
COMMESSA: oh mi scusi! mi dispiace..
IO: ]

Bluce, anche i miei genitori non hanno la tv per scelta ...in effetti le giornate senza tv erano molto stimolanti
Io e mio marito non paghiamo il canone, lo facciamo proprio come protesta...e se un giorno verranno a controllarci abbiamo deciso di liberarci della tv, io una tassa per vedere una tv sempre più degradante e priva di contenuti, nonchè piena di pubblicità, NON LA PAGO!!!!

Nemmeno io vorrei la tv. Perchè la odio proprio. Infatti a Padova non ce l'avevamo, e chi all'inizio era titubante, poi ha iniziato ad ammettere che si sta meglio. Mio marito la vuole solo per attaccarla al computer e guardarci i film o per guardare programmi culturali, tipo Discovery o History Channel. Quindi, mi sa che faremo un compromesso, quando saremo da soli. Ma credo che abolirò assolutamente qualunque visione della tv durante i pasti. E' un'usanza così aborrevole, mi si blocca la digestione. E riguardo al canone, ovviamente non lo pagherò. Una volta mio zio, in Croazia, alla minaccia di toglierli la tv perchè non voleva pagare il canone, ha risposto: "io guardo solo i programmi italiani, i vostri non mi interessano, quindi toglietevi VOI dalla MIA tv". Credo che farò lo stesso!

Siamo molto OT, ma forse anche no, contando che i motivi che ci spingono a non guardare la tv, sono anche quelli riportati fin'ora.

Estremamente OT ma fondamentale per Sea e Gipsy: quando mandano in preavviso di riscossione coatta del canone, non vengono poi a levarti la tv: mettono simpaticamente il fermo amministrativo alla macchina
E' successo a me due anni fa: fine della protesta!