Padri e relazione con il bambino
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Re: Padri e relazione con il bambino
Sea, io credo che tuo marito ora si sia un po' fissato ( e forse tu pure..) sul suo punto di vista. Ma venirvi incontro è fondamentale in questo passaggio, perchè si parla dell'educazione di vostra figlia, in primis, e del vostro equilibro di coppia in secondo luogo (ma poi neanche tanto così secondo..!).
Non pensare che tua figlia sia sacrificata (o meno felice) perchè avete un appartamento piccolo. Quello è il posto in cui è nata e l'unico che conosce come casa, ci si è adattata per natura.
Il sacrificio non lo intendo come star dietro ai miei figli a riordinare tutto il giorno. O meglio, a volte posso farlo, ma occorre mettere dei giusti limiti (anche se sono piccoli, ma capiscono benissimo!!!). Il rischio è che quando avranno 18 anni sarai ancora li che li rincorri per riordinare dove passano loro.
Soprattutto col primo, quando mia madre, santa donna, mi diceva di dargli delle regole (poche, ma buone), mi sentivo una schifezza. Un senso di colpa quasi logorante, mi sembrava di privarlo di qualcosa. Ma col passare del tempo, se all'inizio è sfinente e difficile, poi capisci che ne va della loro educazione, della tua sanità mentale e del rispetto che ci deve essere sempre tra genitore e figlio, anche se loro sono piccoli.
E' più facile assecondare di indirizzare, me ne rendo conto, ma è il mestiere di genitore... uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare!
Non pensare che tua figlia sia sacrificata (o meno felice) perchè avete un appartamento piccolo. Quello è il posto in cui è nata e l'unico che conosce come casa, ci si è adattata per natura.
Il sacrificio non lo intendo come star dietro ai miei figli a riordinare tutto il giorno. O meglio, a volte posso farlo, ma occorre mettere dei giusti limiti (anche se sono piccoli, ma capiscono benissimo!!!). Il rischio è che quando avranno 18 anni sarai ancora li che li rincorri per riordinare dove passano loro.
Soprattutto col primo, quando mia madre, santa donna, mi diceva di dargli delle regole (poche, ma buone), mi sentivo una schifezza. Un senso di colpa quasi logorante, mi sembrava di privarlo di qualcosa. Ma col passare del tempo, se all'inizio è sfinente e difficile, poi capisci che ne va della loro educazione, della tua sanità mentale e del rispetto che ci deve essere sempre tra genitore e figlio, anche se loro sono piccoli.
E' più facile assecondare di indirizzare, me ne rendo conto, ma è il mestiere di genitore... uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare!
Tweetier- Numero di messaggi : 240
Età : 41
Data d'iscrizione : 24.06.11
Re: Padri e relazione con il bambino
Tweetier ha scritto:Sea, io credo che tuo marito ora si sia un po' fissato ( e forse tu pure..) sul suo punto di vista.
Può essere si che in questo periodo abbiamo particolarmente voglia di litigare....forse io più di lui
Comunque non pensiate che dire che sia io sia più accomodante significhi la stia tirando su come una piccola selvaggia ( lo è già di suo ) , però ho sempre paura di chiederle più di quanto mi possa dare. Insomma, va bene tirar su insieme i giochi, ma arrivare addirittura a sgridarla ( come fa mio marito) , per cose che secondo me ancora non capisce mi sembra eccessivo
sea- Numero di messaggi : 5056
Età : 47
Data d'iscrizione : 19.04.08
Re: Padri e relazione con il bambino
Osservando le descrizioni che fai della vostra situazione, mi permetto di avanzare un punto di vista: io credo che tuo marito non sia intransigente come sembra nei confronti della bimba, il che, se intravedo correttamente, ti sta un po' "spaventando". Io credo che lui sia più in crisi con il fatto che tu puoi apparire "schierata" con la bambina e che lui risulti un po' estromesso. Come se, ora che c'è la bambina, contassero SOLO i suoi bisogni e non più quelli di tuo marito. E questo forse lui lo incontra su anche altre sfere, tra cui l'ordine della casa diventa un "buon" capro espiatorio per la sua frustrazione. Non so come siete organizzati, ma forse potrebbe aiutare lasciare più le redini a lui, dargli responsabilità gratificanti, restituirgli un po' di controllo sull'educazione della bambina, anziché solo "subirne" le conseguenze. E con questo intendo informarvi insieme sulle soluzioni da adottare e poi lasciargli prendere iniziative, non solo delegargli compiti nell'accudimento.sea ha scritto:Però, quello che non vedo in mio marito è l'accettazione "matura" di una situazione un pò scomoda, ma che hai cercato consapevolmente...questo mi fa imbestialire tantissimo!
Io credo che in questa cosa saremo sempre diversi, potremo cercare di smussare gli angoli ( ora che è uscita la questione sono molto spinosi), però abbiamo proprio due ottiche diverse...io che la guardo e la trovo adorabile anche se fa qualche monellerie di troppo e penso " e va bhè che sarà mai , dopo con calma riordino"...lui, meno accomodante che sa dire solo " Guarda che casino che ha fatto"...ecco questo mi fa un pò irrigidire e non riesco ad andargli incontro
_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: Padri e relazione con il bambino
Questa è una chiave di lettura che non avevo mai considerato. Ora ho anche troppo su cui riflettere !
Grazie mille, siete state preziose
Grazie mille, siete state preziose
sea- Numero di messaggi : 5056
Età : 47
Data d'iscrizione : 19.04.08
Re: Padri e relazione con il bambino
Panicqueen ha scritto:
E' importante poi che possiate essere coesi e coerenti nel gestire i comportamenti di Chiara, altrimenti se un genitore permette o addirittura approva un comportamento e l'altro invece lo scoraggia in modo anche incisivo, possono portare confusione e irritabilità per la bambina, che si tradurrà in comportamenti sempre meno gestibili.
Io però, e non sono polemica, sono sincera, non riesco proprio a capire come questo si tramuti in realtà.
Almeno nel nostro caso, sono talmente tante le situazioni che si propongono e talmente tante le reazioni che ciascuno dei due può avere, che anche discutendo, leggendo, nella maggior parte dei casi concordando ... ma non si può mica esaurire la casistica!
Ci capita spessissimo, anche quotidianamente, un comportamento di fronte al quale abbiamo un sentire diverso e quindi reazioni diverse. Se ne può parlare a posteriori, ma al momento intanto la contraddizione si verifica!
In più a me capita di non concordare con cose che il papà fa, ma perchè mi sembra che spesso le faccia contro quello che lui stesso pensa, per stanchezza, per incuria, e soprattutto per coazione a ripetere. Capita anche a me ovviamente.
Io in quei casi preferisco smussare, mettermi anche di mezzo se ce n'è bisogno, e parlarne poi insieme, forse perchè trovo più importante la relazione tra noi quattro nella globalità, che non una singola reazione ad un singolo comportamento.
Se anche i miei figli deducono che a volte non concordiamo sulle rispettive reazioni e che siamo disposti a cambiare idea, non mi dispiace, non mi interessa che ci vedano granitici, in fondo siamo persone proprio come loro.
mononoke- Numero di messaggi : 1375
Età : 45
Data d'iscrizione : 16.06.10
Re: Padri e relazione con il bambino
Io sono d'accordo con quanto detto da Panicqueen.
Credo intendesse, correggimi se sbaglio, che la rotta da seguire dovrebbe essere la stessa per entrambi.
Mio figlio per esempio aveva la fissa di arrampicarsi sul mobile dell'ingresso (in vetro ). La prima volta gliel'ho detto con le buone, la seconda ho alzato la voce, e la terza gli ho detto basta questo non si fa. Qualche giorno dopo trovo mio figlio che faceva ancora free climbing sul mobile e il mio compagno dietro che lo badava. Quindi gli l'ho preso da parte e gli ho detto che l'avevo sgridato qualche giorno prima perchè è pericoloso e lui: ma ci sono io qua! . Ci siamo accordati sul fatto che non fosse comunque una cosa adatta ad un bambino e quindi da quel momento (nonostante altri tentativi) la linea seguita è stata la stessa per entrambi.
Sarebbe stato peggio se la discussione fosse avvenuta davanti a lui, a mio modo di vedere. La mamma che dice no e il papà che mi fa fare tutto quello che voglio. Quindi chi ha ragione? Il papà ovviamente! E la prossima volta che la mamma gli dirà di no pesterà i piedi per terra, perchè il papà dice che è si!
E' chiaro che non si potrà essere coerenti in tutto sempre, ma parlarsi è fodamentale e talvolta per trovare il punto di incontro è necessario essere a quattr'occhi, senza i bimbi in giro. Almeno per me.
Credo intendesse, correggimi se sbaglio, che la rotta da seguire dovrebbe essere la stessa per entrambi.
Mio figlio per esempio aveva la fissa di arrampicarsi sul mobile dell'ingresso (in vetro ). La prima volta gliel'ho detto con le buone, la seconda ho alzato la voce, e la terza gli ho detto basta questo non si fa. Qualche giorno dopo trovo mio figlio che faceva ancora free climbing sul mobile e il mio compagno dietro che lo badava. Quindi gli l'ho preso da parte e gli ho detto che l'avevo sgridato qualche giorno prima perchè è pericoloso e lui: ma ci sono io qua! . Ci siamo accordati sul fatto che non fosse comunque una cosa adatta ad un bambino e quindi da quel momento (nonostante altri tentativi) la linea seguita è stata la stessa per entrambi.
Sarebbe stato peggio se la discussione fosse avvenuta davanti a lui, a mio modo di vedere. La mamma che dice no e il papà che mi fa fare tutto quello che voglio. Quindi chi ha ragione? Il papà ovviamente! E la prossima volta che la mamma gli dirà di no pesterà i piedi per terra, perchè il papà dice che è si!
E' chiaro che non si potrà essere coerenti in tutto sempre, ma parlarsi è fodamentale e talvolta per trovare il punto di incontro è necessario essere a quattr'occhi, senza i bimbi in giro. Almeno per me.
Tweetier- Numero di messaggi : 240
Età : 41
Data d'iscrizione : 24.06.11
Re: Padri e relazione con il bambino
Io sono d'accordissimissimo con te, Tweetier
Elisina- Numero di messaggi : 7414
Età : 47
Data d'iscrizione : 22.05.08
Re: Padri e relazione con il bambino
Confermo che era quello che intendevo i bambini hanno bisogno di regole chiare a cui attenersi, perché il loro livello di sviluppo morale (comprensione delle regole) non gli consente di mettere in relazione i punti di vista diversi o "fare la media" o capire che la verità "sta nel mezzo", che può essere diversa per persone diverse. Per i piccolini esiste una "verità assoluta" ed è quella che proviene dalla voce dell'autorità. Ed è anche giusto perché si suppone che sia il genitore a sapere cosa è meglio per il bambino e da questa base di sicurezza lui partirà (in modo analogo a come accade per l'attaccamento e l'autonomia), da più grande, a farsi la propria idea e auto-regolarsi (darsi le regole in base a principi). Prima può solo obbedire e auto-controllarsi (regolare il suo comportamento) in base a quello che gli viene indicato da chi gli "mostra la via".
Questi sono assunti affermati in psicologia dello sviluppo, per chi si vuole documentare suggerisco Piaget e Kohlberg (non le opere originali, ma i commenti contemporanei sullo sviluppo morale e sociale)
Le applicazioni pratiche sono quelle di cui parlava Tweetier: se mamma dice no e papa sì, si va dietro a papà, perché ci dà la risposta che preferiamo. E mamma non la si ascolta più, nemmeno quando magari è particolarmente importante perché si tratta di comportamenti che possono mettere in pericolo. Si rischia di creare sfiducia e far venire meno il rispetto di un genitore e favore dell'altro e di creare quindi anche pesanti coalizioni, che trovano il loro riflesso in modo subdolo più avanti negli anni.
E' importante che i genitori si mettano d'accordo prima sulla linea da tenere, quali cose sono permesse e quali no, quali sono i principi che ispirano l'educazione dei figli. In gran parte è un lavoro che si fa in itinere, ma è importante poter attingere alle stesse idee, magari prima negoziate (perché non è detto che le vedute dei genitori colliminino automaticamente). Anche perché i bambini percepiscono sempre le spaccature e se mamma e papà non vanno d'accordo, magari per causa loro (nella loro percezione), bene non gli fa.
Questi sono assunti affermati in psicologia dello sviluppo, per chi si vuole documentare suggerisco Piaget e Kohlberg (non le opere originali, ma i commenti contemporanei sullo sviluppo morale e sociale)
Le applicazioni pratiche sono quelle di cui parlava Tweetier: se mamma dice no e papa sì, si va dietro a papà, perché ci dà la risposta che preferiamo. E mamma non la si ascolta più, nemmeno quando magari è particolarmente importante perché si tratta di comportamenti che possono mettere in pericolo. Si rischia di creare sfiducia e far venire meno il rispetto di un genitore e favore dell'altro e di creare quindi anche pesanti coalizioni, che trovano il loro riflesso in modo subdolo più avanti negli anni.
E' importante che i genitori si mettano d'accordo prima sulla linea da tenere, quali cose sono permesse e quali no, quali sono i principi che ispirano l'educazione dei figli. In gran parte è un lavoro che si fa in itinere, ma è importante poter attingere alle stesse idee, magari prima negoziate (perché non è detto che le vedute dei genitori colliminino automaticamente). Anche perché i bambini percepiscono sempre le spaccature e se mamma e papà non vanno d'accordo, magari per causa loro (nella loro percezione), bene non gli fa.
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Dott.ssa Jessica Borgogni
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Psicologa dell'area clinica e perinatale
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Re: Padri e relazione con il bambino
A me invece accade una cosa un pò diversa e alquanto strana (per me).
Io ho sempre visto bambini che si "schierano" col genitore più permissivo, che quando vogliono fare qualcosa vanno a chiedere prima a lui, e che quando vengono sgridati da quest'ultimo fanno come se niente fosse successo.
In casa nostra quella più autoritaria sono io, e mischio in egual misura coccole e severità.
Mio figlio di 5 anni (non parlo della piccola perchè è ancora presto) quando vuole qualcosa viene a chiedere prevalentemente a me, pur sapendo che da me potrebbe ricevere un no mentre dal padre un sì (e lo capisco questo "viziare", comunque si vedono solo 3 ore alla sera).
Ma quando a volte stà col padre e chiede qualcosa e lui gli dà una risposta (sì o no è indifferente), poi lui viene comunque da me per avere conferma sulla risposta del padre.
E' come se si fidasse cecamente solo di me, mentre del padre un pò meno.
E credo che questo sia dovuto soprattutto da quello che dicevo all'inizio, cioè io riesco meglio a fargli rispettare le regole, quindi è come se lui con me si sente più sicuro.
Io ho sempre visto bambini che si "schierano" col genitore più permissivo, che quando vogliono fare qualcosa vanno a chiedere prima a lui, e che quando vengono sgridati da quest'ultimo fanno come se niente fosse successo.
In casa nostra quella più autoritaria sono io, e mischio in egual misura coccole e severità.
Mio figlio di 5 anni (non parlo della piccola perchè è ancora presto) quando vuole qualcosa viene a chiedere prevalentemente a me, pur sapendo che da me potrebbe ricevere un no mentre dal padre un sì (e lo capisco questo "viziare", comunque si vedono solo 3 ore alla sera).
Ma quando a volte stà col padre e chiede qualcosa e lui gli dà una risposta (sì o no è indifferente), poi lui viene comunque da me per avere conferma sulla risposta del padre.
E' come se si fidasse cecamente solo di me, mentre del padre un pò meno.
E credo che questo sia dovuto soprattutto da quello che dicevo all'inizio, cioè io riesco meglio a fargli rispettare le regole, quindi è come se lui con me si sente più sicuro.
mammamike- Numero di messaggi : 1271
Età : 44
Data d'iscrizione : 28.07.11
Re: Padri e relazione con il bambino
sì sì
ma il motivo mi pare chiaro, Piaget lo conosco
concordare sui principi ispiratori mi pare fondamentale, noi per anni abbiamo credo parlato e letto per il 90 per cento solo di quello, ma continuo a vedere come più probabile nella pratica una certa elasticità, o direi anche fiducia
l'esempio di tweetier a me conferma proprio quello che intendo
intanto perchè la regola l'hanno condivisa a posteriori (e questo quante volte capita! mica si può discutere a tavolino tutta la statistica, i bambini sono creativi...) e quindi ormai il bimbo dal papà il sì l'aveva sentito .. non andrà in confusione così? prima papà mi dice una cosa, poi il contrario ...
poi perchè lei avrebbe potuto non arrivare e vederli ... e ci sarà sempre qualcosa di cui non si è parlato in precedenza in cui ci si comporta/comporterebbe diversamente, a meno di essere perennemente tutti insieme, ma a noi questo non capita, i bimbi sono spesso soli con il padre ed io non sono in grado di prevedere tutto quello che succederà mentre sono insieme
magari si ha semplicemente un senso del pericolo diverso, e con tutta la buona volontà di venirsi incontro, ti voglio vedere a negoziarlo in blocco...
poi perchè non sempre secondo me si riesce a trovare un accordo che faccia stare bene entrambi
sempre usando l'esempio di T., se io avessi chiesto al mio compagno di non fare arrampicare i bimbi su un mobile di casa, lui non sarebbe stato d'accordo, mi avrebbe detto che ci stava attento e che non ci vedeva niente di male, sarebbe stato molto difficile per me convincerlo del contrario e forse avrebbe accettato la regola controvoglia, ma a me questo non piace
forse allora avrei preferito dire ai miei bimbi che con me non lo fanno, perchè non mi piace, mi spaventa, non lo so gestire, di accettare questo mio limite
non che papà è un deficiente perchè glielo lascia fare, questo è chiaro
poi mi chiedevo, ma questo bisogno di regole all'unisono vale solo per i due genitori immagino.
perchè con tutti gli altri adulti di riferimento la cosa diventa veramente impossibile, no?
boh, forse sono un po'superficiale nell'osservare i miei figli, ma a me sembra che si adattino abbastanza bene alle differenze tra chi si prende cura di loro
ad esempio quando sono al parco con la maestra, che non vuole che tocchino i cani, perchè ha paura e perchè ha sette bambini da gestire, non toccano i cani
quando sono con me che invece non ho paura ed anzi mi piacciono, vanno chiedono e toccano
è ovvio che per quantità di tempo passato insieme e per modalità di relazione, la figura di attaccamento primaria sono io, quindi in realtà sono tranquilla su questo, e direi che il motivo per cui il figlio di mamma mike si comporta come lei descrive
va beh, forse sto spaccando il capello in quattro !
ma il motivo mi pare chiaro, Piaget lo conosco
concordare sui principi ispiratori mi pare fondamentale, noi per anni abbiamo credo parlato e letto per il 90 per cento solo di quello, ma continuo a vedere come più probabile nella pratica una certa elasticità, o direi anche fiducia
l'esempio di tweetier a me conferma proprio quello che intendo
intanto perchè la regola l'hanno condivisa a posteriori (e questo quante volte capita! mica si può discutere a tavolino tutta la statistica, i bambini sono creativi...) e quindi ormai il bimbo dal papà il sì l'aveva sentito .. non andrà in confusione così? prima papà mi dice una cosa, poi il contrario ...
poi perchè lei avrebbe potuto non arrivare e vederli ... e ci sarà sempre qualcosa di cui non si è parlato in precedenza in cui ci si comporta/comporterebbe diversamente, a meno di essere perennemente tutti insieme, ma a noi questo non capita, i bimbi sono spesso soli con il padre ed io non sono in grado di prevedere tutto quello che succederà mentre sono insieme
magari si ha semplicemente un senso del pericolo diverso, e con tutta la buona volontà di venirsi incontro, ti voglio vedere a negoziarlo in blocco...
poi perchè non sempre secondo me si riesce a trovare un accordo che faccia stare bene entrambi
sempre usando l'esempio di T., se io avessi chiesto al mio compagno di non fare arrampicare i bimbi su un mobile di casa, lui non sarebbe stato d'accordo, mi avrebbe detto che ci stava attento e che non ci vedeva niente di male, sarebbe stato molto difficile per me convincerlo del contrario e forse avrebbe accettato la regola controvoglia, ma a me questo non piace
forse allora avrei preferito dire ai miei bimbi che con me non lo fanno, perchè non mi piace, mi spaventa, non lo so gestire, di accettare questo mio limite
non che papà è un deficiente perchè glielo lascia fare, questo è chiaro
poi mi chiedevo, ma questo bisogno di regole all'unisono vale solo per i due genitori immagino.
perchè con tutti gli altri adulti di riferimento la cosa diventa veramente impossibile, no?
boh, forse sono un po'superficiale nell'osservare i miei figli, ma a me sembra che si adattino abbastanza bene alle differenze tra chi si prende cura di loro
ad esempio quando sono al parco con la maestra, che non vuole che tocchino i cani, perchè ha paura e perchè ha sette bambini da gestire, non toccano i cani
quando sono con me che invece non ho paura ed anzi mi piacciono, vanno chiedono e toccano
è ovvio che per quantità di tempo passato insieme e per modalità di relazione, la figura di attaccamento primaria sono io, quindi in realtà sono tranquilla su questo, e direi che il motivo per cui il figlio di mamma mike si comporta come lei descrive
va beh, forse sto spaccando il capello in quattro !
mononoke- Numero di messaggi : 1375
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