Obiezione di coscienza in materia di contraccezione e aborto

a quanto mi pare di capire, il problema più grosso emerso fin ora è che con l'obiezione ci si trova ad avere meno medici di quanti servano per eseguire aborti, causando difficoltà di gestione del sistema, giusto?

ebbene, allora a che serve recriminare contro il diritto di scelta quanto, evidentissimamente, dalle vostre parole, il problema risulta acuito da coloro che, pur non fregandogliene nulla di aborto & co, decidono di obiettare comunque?

da questa prospettiva appare chiaro che se solo i cattolici credenti si limitassero all'obiezione, ci sarebbero medici in abbondanza per le interruzioni!
e non è un dato aleatorio; le statistiche parlano chiaro, i contrari all'aborto sono sempre di meno, ed è strano che tale tendenza non si palesi anche negli ospedali...
quindi prima di recriminare contro chi non vuole praticare aborti perchè convinto di togliere una vita (e quindi ripeto, per lui non è un servizio pubblico o civile, si tratta di un atto delittuoso che non si potrebbe mai conciliare con il giuramento da lui professato!), meglio sarebbe scovare i falsi obiettori (e di metodi per trovarli ce ne sono a bizzeffe, non ci vuole una grande inventiva o gran spreco di denaro pubblico...) e richiamarli al dovere pubblico che loro sì hanno ignorato per bieco interesse!!

infine una nota; certo che non è divertente praticare aborti, e concordo che c'è una bella differenza tra far nascere bambini ed eseguire interruzioni.... ma in ogni branca c'è il bello e il brutto...sarebbe come se un dentista volesse solo far sbiancamenti e decidesse che le estrazioni gli danno meno soddisfazione...
la questione aborto non è nemmeno paragonabile come argomento, ma se il peso che gli si attribuisce non è come quello dell'ottica cristiana...allora diventa un intervento di routine come altri...

Sì questo metodo di estendere l'obiezione anche a pillola e spirale (o almeno alla spirale) secondo me sarebbe una giusta via e distoglierebbe i falsi obiettori dal prendere una strada di comodo.. Sul fatto che invece un obiettore non possa lavorare in un ospedale pubblico non sono d'accordo.. però volevo aggiungere una cosa..è vero che ormai sono sempre meno i "contrari all'aborto" però tra essere favorevoli e praticarlo c'è differenza, cioè, io credo che molti obiettori siano favorevoli in linea di principio alla libertà di scelta, come lo sono anch'io, ma contrari alla scelta in favore dell'aborto.. non so se mi sono spiegata, intendo dire che per me è giusto che ognuno possa decidere per sè, (perchè altrimenti si ricadrebbe negli aborti clandestini), ma io in prima persona non lo sceglierei, perchè ritengo che l'embrione abbia i miei stessi diritti e allo stesso modo per questi motivi non me la sentirei di praticarlo..

Vale, è esattamente quello che penso io!

Non so..in effetti avete ragione anche voi.. però il punto è che il medico fa il medico prima di tutto per curare le persone e salvare delle vite.. questo è un caso un po' "limite"..forse bisognerebbe rifletterci prima di scegliere la specializzazione.. Non so..è una scelta così pesante che non riesco a sentire come giusto obbligare chi abbia la passione per la ginecologia e voglia avere la possibilità di lavorare nel pubblico a portarsi dietro per la vita un fardello simile.. significherebbe davvero tradire la propria vocazione..

lavorare nel pubblico non è la stessa cosa che lavorare nel privato....non c'è il minimo paragone . Le cliniche private non sono molto "sfruttate" per ovvi motivi, non sono tanti quelli che possono farsi ricoverare o curare in clinica....

Valesax ha scritto:

Però lo Stato deve assumere gente che non obietta! Ma scherzi, a questa stregua si maderebbe gente a fare il militare che poi non vuole far la guerra, o poliziotti che poi non vogliono fare multe o correre dietro ad un deliquente od usare la pistola!!!

credo stiamo parlando di due cose molto diverse...se uno va a fare il militare, è per, in qualche modo, entrare in un ambiente belligerante. quindi se poi rifuita la guerra è un controsenso in sè....
se i poliziotti si rifiutassero di fare multe o correre dietro ai deliquenti, nello stesso modo, tradirebbero la loro "missione" civile, come sopra.
diverso, credo, sia il caso che riguarda la pistola, poichè credo che nessuno di noi si possa trovare a giudicare se un poliziotto ha fatto bene/male ad usare l'arma e in quale situazione, dato che si tratta di eventi legati sempre a determinate circostanze...

noi stiamo parlando di medici che professano un giuramento di operare sempre nell'interesse del paziente, e che si ripromettono di non usare mai le proprie conoscenze contro tale paziente.
ebbene, un credente ritiene che far abortire una donna è l'atto peggiore che potrebbe farle, indipendentemente dal fatto che sia lei stessa a chiederglielo!
e inoltre, in questo caso, sempre secondo la sua fede, il paziente non è più uno solo, bensì due, di cui solo uno però ha la "presenza fisica" e la capacità/possibilità di decidere per entrambi.

e quindi perchè escludere tale medico dal praticare anche pubblicamente?
solo per il fatto che si nega all'effettuare aborti?
se si negasse perchè gli fa senso rovistare nell'utero di una donna, o perchè reputa un aborto una perdita di tempo, capirei (ma allora credo si rifiuterebbe pure di eseguire raschiamenti, o parti, o qualunque altra cosa!); ma si tratta invece di un'azione che va contro la sua stessa morale deontologica e che nessuno può obbligare a farlo senza provocare un'ingiustizia anticostituzionale!
verrebbero infatti esclusi dal pubblico servizio i medici credenti, solo su basi religiose, e questo la nostra costituzione, fortunatamente, non lo ammette.

babymommy ha scritto:
verrebbero infatti esclusi dal pubblico servizio i medici credenti, solo su basi religiose, e questo la nostra costituzione, fortunatamente, non lo ammette.

Quoto BM, soprattutto su quest'ultima frase.
E' un problema effettivamente molto serio, lo riconosco: per un ginecologo veramente credente l'aborto è identico ad un omicidio.
Per il cristiano anche solo collaborare (come medico) ad un atto contro la vita è una cosa terribile: per una ginecologa cristiana praticare un aborto sarebbe come abortire.
Ma a guardare bene c'è una serie di altre cose che sbattono contro la professione di fede: la spirale è la più eclatante (si impianta un sistema che causa aborti continui), ma anche la prescrizione della pillola per fini strettamente anticoncezionali sarebbe contraria alla condotta cristiana. E allora che si fa? Si rinuncia ad una professione così bella e così vicina alla vita?
Lo ammetto: è un macello! Quando ci penso sono contenta di essere in un settore lavorativo che non mi mette di fronte a scelte simili.
Credo che l'unica soluzione sia una retata contro gli obiettori "per comodo".
Unita ad un forte aiuto alla maternità da parte dello stato: a chi diverte l'idea di abortire?
E' spesso l'ultima scelta, dovuta molte volte a motivi economici, organizzativi, o all'età troppo giovane.
Pensate che succederebbe se lo Stato garantisse un sostegno economico in maniera automatica alle madri in difficoltà, desse aiuti concreti alle famiglie numerose, istituisse asili nido gratuiti in misura sufficiente ad ospitare tutti i bambini di madri giovani che vogliono studiare, madri precarie che devono lavorare, madri sole che non sanno come tirare avanti, madri con troppi figli a cui pensare...
Se poi ci mettiamo anche una bella campagna di educazione sessuale preventiva, con una bella spiegazione del concetto di fertilità, secondo me ci sarebbe un crollo del ricorso alle pratiche abortive, e il problema dell'obiezione sarebbe (ovviamente) molto più contenuto.