Vita da genitori: come cambia la vita dopo un figlio?
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Re: Vita da genitori: come cambia la vita dopo un figlio?
quanto a maternità e a periodi concessi o meno per me si apre una voraggine enorme, perchè vedo che in categorie magari simili si faccia spesso in modo diverso, di fatti l' ultima ginecologa che ho avuto era già entrata nel nono mese quando mi ha visitata e rientra appena dopo il puerperio, altre donne smettono proprio di lavorare (con le dovute conseguenze economiche e poi ritornano se c'è posto se no niente).
I figli sono figli e fin da quando nascono reclamano con forza tutte le nostre attenzioni. Io già mi chiedo da adesso in quale realtà lavorativa è meglio che vada ad inserirmi per organizzarmi con la famiglia e riuscirmi a realizzare nel lavoro, francamente non ho ancora trovato risposta (ma tanto non ho fretta ).
La priorità la darò sempre e comunque alle esigenze dei figli, lo trovo naturale e scontato. Ed ha ragione raffina, i nostri figli hanno sempre + esigenze che non sono solo le esigenze materiali( i-pod, computer, cellulare) ma anche relazionali, culturali, hanno bisogno in tutto e per tutto di noi per crescere. Se no è chiaro che faremmo tutte 17 figli , lasceremmo i pargoli da qualche parte e lavoreremmo nelle pause fra le varie gravidanze. Le cose non sono cos' semplici
I nostri piccoli sono gli adulti di domani non dimentichiamocelo, e se c'è da rinunciare a qualcosa per loro lo si fa. Chi riesce a conciliare tutto ben venga, ma con i figli gli imprevisti sono dietro l'angolo lì ad aspettarti.
Io fino a poco tempo fa per circa 2 anni mi alzavo la mattina alle 5, uscivo di casa alle 7 e tornavo alle 18,30, con una bambina piccola che non vi dico quante me ne ha fatte passare e in un ambiente che definirlo ostile è fargli un grossissimo complimento. Ci ho guadagnato un quasi esaurimento nervoso e anche qualche crisi con mio marito perchè non c'ero mai e alle 9 di sera ovviamente dormivo già da un pezzo. :sleep: Sicuramente non sono l'unica ad aver fatto esperienze simili e francamente non voglio assolutamente ripeterla fra qualche anno
Col lavoro mi organizzerò come posso perchè non voglio + rivivere quel periodo, chi riesce a fare tutto quello che vuole ben venga, ma non fa assolutamente per me e per la famiglia che ho in mente io
I figli sono figli e fin da quando nascono reclamano con forza tutte le nostre attenzioni. Io già mi chiedo da adesso in quale realtà lavorativa è meglio che vada ad inserirmi per organizzarmi con la famiglia e riuscirmi a realizzare nel lavoro, francamente non ho ancora trovato risposta (ma tanto non ho fretta ).
La priorità la darò sempre e comunque alle esigenze dei figli, lo trovo naturale e scontato. Ed ha ragione raffina, i nostri figli hanno sempre + esigenze che non sono solo le esigenze materiali( i-pod, computer, cellulare) ma anche relazionali, culturali, hanno bisogno in tutto e per tutto di noi per crescere. Se no è chiaro che faremmo tutte 17 figli , lasceremmo i pargoli da qualche parte e lavoreremmo nelle pause fra le varie gravidanze. Le cose non sono cos' semplici
I nostri piccoli sono gli adulti di domani non dimentichiamocelo, e se c'è da rinunciare a qualcosa per loro lo si fa. Chi riesce a conciliare tutto ben venga, ma con i figli gli imprevisti sono dietro l'angolo lì ad aspettarti.
Io fino a poco tempo fa per circa 2 anni mi alzavo la mattina alle 5, uscivo di casa alle 7 e tornavo alle 18,30, con una bambina piccola che non vi dico quante me ne ha fatte passare e in un ambiente che definirlo ostile è fargli un grossissimo complimento. Ci ho guadagnato un quasi esaurimento nervoso e anche qualche crisi con mio marito perchè non c'ero mai e alle 9 di sera ovviamente dormivo già da un pezzo. :sleep: Sicuramente non sono l'unica ad aver fatto esperienze simili e francamente non voglio assolutamente ripeterla fra qualche anno
Col lavoro mi organizzerò come posso perchè non voglio + rivivere quel periodo, chi riesce a fare tutto quello che vuole ben venga, ma non fa assolutamente per me e per la famiglia che ho in mente io
buongiornoatutti- Numero di messaggi : 855
Età : 45
Data d'iscrizione : 16.06.08
Re: Vita da genitori: come cambia la vita dopo un figlio?
Io concordo che c'è bisogno anche di relazionarsi con i figli, e ci mancherebbe. D'altro canto è pure vero che esistono esigenze economiche che non sono solo ipod e cellulare, ma ad esempio mettere da parte dei soldi per il futuro dei figli. Oggi si dice spesso che a 18 anni un figlio è grande e deve andare per la sua strada; ma se si guadagna abbastanza da poterlo mandare all'università e da poterlo aiutare nell'acquisto di una casa, è decisamente meglio.
Bisogna mediare; è vero che ci vuole del tempo da dedicargli, ma nemmeno si può essere ciechi di fronte alle esigenze pratiche del futuro dei figli stessi. E i part time non pagano come i full time.
Comunque sono scelte; ognuna sa secondo me quale è la sua realtà, e sa quali sono i suoi desideri più profondi, e sa anche i suoi limiti. Mettendo insieme il tutto, ognuna può fare la scelta migliore per se e per i propri figli.
Bisogna mediare; è vero che ci vuole del tempo da dedicargli, ma nemmeno si può essere ciechi di fronte alle esigenze pratiche del futuro dei figli stessi. E i part time non pagano come i full time.
Comunque sono scelte; ognuna sa secondo me quale è la sua realtà, e sa quali sono i suoi desideri più profondi, e sa anche i suoi limiti. Mettendo insieme il tutto, ognuna può fare la scelta migliore per se e per i propri figli.
Biancospino- Numero di messaggi : 479
Età : 46
Data d'iscrizione : 18.05.08
Re: Vita da genitori: come cambia la vita dopo un figlio?
per la questione medici, credo sia questione di impieghi; possono lavorare in ambulatorio o fare visite, ma limitatamente in reparto o men che meno in chirurgia (per via delle infezioni trasmissibili al feto tramite contatto con gli strumenti chirurgici..)
comunque, bs, come sottolineano rv e le altre, i figli di genitori in carriera non credo siano automaticamente dei "disadattati" (e ti quoto sulle considerazioni che hai fatto riguardo a internet, televisione , cellulari..)...
tuttavia credo che il rischio del genitore "manager" (rischio, che può, come non, esserci...) sia quello che la scala di valori sia la seguente
1° posto= lavoro
2° posto= figlio.
spesso gli uomini in carriera tendono (purtroppo) a fare questo... e con la parificazione dei sessi è sempre più comune questa tendenza anche nelle donne...
e secondo me non è giusto.(ovviamente sia che lo faccia il padre, sia che lo faccia la madre)
se c'è un figlio, credo sia doveroso che al primo posto venga il figlio. e il partner.
ma mentre il partner in molti campi è autosufficiente, non ci si può aspettare che del figlio si occupi in toto una terza persona...per brava e competente che sia!
sai, fare un figlio è in un certo senso come cominciare un nuovo lavoro....il fatto è che da questo non puoi licenziarti o prendere aspettative! e devi essere moooolto più flessibile e attenta che in qualsiasi altro lavoro tu faccia!
io dico sempre a mio marito che era meno impegantivo fare 2 lavori e frequentare contemporaneamente l'università piuttosto che badare ai bambini!
...con questo non voglio dire che è sbagliato per una madre lavorare, ma che lo è se mette al primo posto il suo lavoro o la sua carriera...
dici che conosci persone normalissime che hanno avuto genitori sempre dediti al lavoro?
io ti chiedo di non giudicare dalla apparenze e di non fare di tutta l'erba un fascio....a volte celiamo dentro di noi disagi che difficilmente esterniamo persino alle persone più care, figurati ai conoscenti o a perfetti estranei!
ad ogni modo, non ritengo che il disagio di un bambino possa essere "classificato" solo in base al fatto se diventerà o meno un delinquente da grande...non mi pare un buon termine di paragone!
anche solo sapere che mio figlio ha avuto un disagio nella sua infanzia, mi farebbe sorgere il dubbio sulla liceità del mio comportamento/tipo di rapporto che avuto con lui...
infine un'ultima considerazione; credo si debba scindere tra "lavoro per necessità" e "lavoro per carriera"; nel primo caso entrambi i genitori lavorano per mantenere la famiglia, che non potrebbe cavarsela con un solo stipendio, nel secondo caso si lavora per aspirazione persanale e senza stretta necessità....
in entrambi i casi però bisogna saper trovare sempre e comunque il tempo per poter essere "genitori" e non così stanchi od esauriti da concedere tutto ai propri figli senza necessità -come dice raffina..-, cosa che credo sia realmente alla base dei problemi della gioventù odierna.
secondo la mia personale esperienza (i miei non avevano il becco di un quattrino) non servono tutti 'sti soldi per crescere figli o dar loro una cultura... mio padre era insegnante elementare e campavamo in 7 , ho 3 fratelli laureati -anche io ne avrei avuto la possibilità ma mi sono sposata!- e tutti siamo cresciuti con dignità, anche se con qualche sacrificio... non avevamo moderne velleità, abbiamo imparato a lavorare per permetterci ciò che desideravamo, e a rispettare il lavoro e la stanchezza di nostro padre.
non tutto ci era concesso (molto poco in verità...), ma quel poco ci era gradito e ci rendeva felici...davvero felici...come oggi mi capita di vederne pochi, di bambini.....
comunque, bs, come sottolineano rv e le altre, i figli di genitori in carriera non credo siano automaticamente dei "disadattati" (e ti quoto sulle considerazioni che hai fatto riguardo a internet, televisione , cellulari..)...
tuttavia credo che il rischio del genitore "manager" (rischio, che può, come non, esserci...) sia quello che la scala di valori sia la seguente
1° posto= lavoro
2° posto= figlio.
spesso gli uomini in carriera tendono (purtroppo) a fare questo... e con la parificazione dei sessi è sempre più comune questa tendenza anche nelle donne...
e secondo me non è giusto.(ovviamente sia che lo faccia il padre, sia che lo faccia la madre)
se c'è un figlio, credo sia doveroso che al primo posto venga il figlio. e il partner.
ma mentre il partner in molti campi è autosufficiente, non ci si può aspettare che del figlio si occupi in toto una terza persona...per brava e competente che sia!
sai, fare un figlio è in un certo senso come cominciare un nuovo lavoro....il fatto è che da questo non puoi licenziarti o prendere aspettative! e devi essere moooolto più flessibile e attenta che in qualsiasi altro lavoro tu faccia!
io dico sempre a mio marito che era meno impegantivo fare 2 lavori e frequentare contemporaneamente l'università piuttosto che badare ai bambini!
...con questo non voglio dire che è sbagliato per una madre lavorare, ma che lo è se mette al primo posto il suo lavoro o la sua carriera...
dici che conosci persone normalissime che hanno avuto genitori sempre dediti al lavoro?
io ti chiedo di non giudicare dalla apparenze e di non fare di tutta l'erba un fascio....a volte celiamo dentro di noi disagi che difficilmente esterniamo persino alle persone più care, figurati ai conoscenti o a perfetti estranei!
ad ogni modo, non ritengo che il disagio di un bambino possa essere "classificato" solo in base al fatto se diventerà o meno un delinquente da grande...non mi pare un buon termine di paragone!
anche solo sapere che mio figlio ha avuto un disagio nella sua infanzia, mi farebbe sorgere il dubbio sulla liceità del mio comportamento/tipo di rapporto che avuto con lui...
infine un'ultima considerazione; credo si debba scindere tra "lavoro per necessità" e "lavoro per carriera"; nel primo caso entrambi i genitori lavorano per mantenere la famiglia, che non potrebbe cavarsela con un solo stipendio, nel secondo caso si lavora per aspirazione persanale e senza stretta necessità....
in entrambi i casi però bisogna saper trovare sempre e comunque il tempo per poter essere "genitori" e non così stanchi od esauriti da concedere tutto ai propri figli senza necessità -come dice raffina..-, cosa che credo sia realmente alla base dei problemi della gioventù odierna.
secondo la mia personale esperienza (i miei non avevano il becco di un quattrino) non servono tutti 'sti soldi per crescere figli o dar loro una cultura... mio padre era insegnante elementare e campavamo in 7 , ho 3 fratelli laureati -anche io ne avrei avuto la possibilità ma mi sono sposata!- e tutti siamo cresciuti con dignità, anche se con qualche sacrificio... non avevamo moderne velleità, abbiamo imparato a lavorare per permetterci ciò che desideravamo, e a rispettare il lavoro e la stanchezza di nostro padre.
non tutto ci era concesso (molto poco in verità...), ma quel poco ci era gradito e ci rendeva felici...davvero felici...come oggi mi capita di vederne pochi, di bambini.....
babymommy- Numero di messaggi : 1404
Data d'iscrizione : 15.04.08
Re: Vita da genitori: come cambia la vita dopo un figlio?
ciao BM,
davvero a mio avviso ogni esperienza e' diversa. Non tutti siamo in grado di fare tutto, e non tutti abbiamo gli stessi bisogni, non tutti ci realizziamo nello stesso modo.
Capita a tutti di avere dei disagi, di affrontarli e di risolverli, ogni giorno, e non ci sono genitori al mondo in grado di preservare i figli da questo. Non si tratta solo di lavorare per bisogno materiale; abbiamo anche, chi più chi meno, esigenze intellettuali da soddisfare, cose da conoscere, campi sterminati in cui realizzarci.
Si possono fare, a mio avviso molte scelte, e certamente fare la scelta di avere un figlio o più richiede impegno e dedizione.
D'altra parte, non è nemmeno pensabile che avere dei figli e coltivare le proprie ambizioni personali che esistono indipendentemente dal figlio sia moralmente o praticamente sbagliato.
E lo dimostra il fatto che ci sono milioni di genitori, uomini e donne, che pur occupandosi bene della propria carriera, sono anche ottimi genitori, e viceversa molti genitori pur avendo più tempo a disposizone, sia che lavorino in settori con orari meno strngenti sia che non lavorino affatto, bravi genitori non lo sono.
E' vero quello che dici; si può essee felici anche senza molti soldi, i soldi non fanno la felicità. Però aiutano in molte situazioni, e questo è innegabile.
Quello che ci vuole, secondo me, è una buona mediazione; sì a genitori presenti, ma sì anche a genitori realizzati nel lavoro e nei loro sogni, e sì a cercare di garantire ai figli la migliore situazione economica possibile.
Io ripeto che ho avuto un'infanzia così serena, e bella, da averne spessissimo nostalgia. Non mi è mancato proprio nessuno, dei miei genitori ho sentito la presenza e l'affetto, e da bambina hanno creato per me e mia sorella un mondo di serenità che purtroppo, anche per motivi economici dovuti alla situazione generale del nostro paese, difficilmente io potrò garantire ai miei figli. E francamente è l'unica cosa che mi rattrista. Perchè è vero un bambino è felice con poco (anche se oggi è meno vero), ma tutti quei giorni luminosi che i miei genitori mi hanno fatto vivere, tutti quei mesi di vacanze spensierate, io li ho dentro il cuore, col solo rammarico che difficilmente ne potrò far dono ai miei figli, se non nel mio modo di essere.
davvero a mio avviso ogni esperienza e' diversa. Non tutti siamo in grado di fare tutto, e non tutti abbiamo gli stessi bisogni, non tutti ci realizziamo nello stesso modo.
Capita a tutti di avere dei disagi, di affrontarli e di risolverli, ogni giorno, e non ci sono genitori al mondo in grado di preservare i figli da questo. Non si tratta solo di lavorare per bisogno materiale; abbiamo anche, chi più chi meno, esigenze intellettuali da soddisfare, cose da conoscere, campi sterminati in cui realizzarci.
Si possono fare, a mio avviso molte scelte, e certamente fare la scelta di avere un figlio o più richiede impegno e dedizione.
D'altra parte, non è nemmeno pensabile che avere dei figli e coltivare le proprie ambizioni personali che esistono indipendentemente dal figlio sia moralmente o praticamente sbagliato.
E lo dimostra il fatto che ci sono milioni di genitori, uomini e donne, che pur occupandosi bene della propria carriera, sono anche ottimi genitori, e viceversa molti genitori pur avendo più tempo a disposizone, sia che lavorino in settori con orari meno strngenti sia che non lavorino affatto, bravi genitori non lo sono.
E' vero quello che dici; si può essee felici anche senza molti soldi, i soldi non fanno la felicità. Però aiutano in molte situazioni, e questo è innegabile.
Quello che ci vuole, secondo me, è una buona mediazione; sì a genitori presenti, ma sì anche a genitori realizzati nel lavoro e nei loro sogni, e sì a cercare di garantire ai figli la migliore situazione economica possibile.
Io ripeto che ho avuto un'infanzia così serena, e bella, da averne spessissimo nostalgia. Non mi è mancato proprio nessuno, dei miei genitori ho sentito la presenza e l'affetto, e da bambina hanno creato per me e mia sorella un mondo di serenità che purtroppo, anche per motivi economici dovuti alla situazione generale del nostro paese, difficilmente io potrò garantire ai miei figli. E francamente è l'unica cosa che mi rattrista. Perchè è vero un bambino è felice con poco (anche se oggi è meno vero), ma tutti quei giorni luminosi che i miei genitori mi hanno fatto vivere, tutti quei mesi di vacanze spensierate, io li ho dentro il cuore, col solo rammarico che difficilmente ne potrò far dono ai miei figli, se non nel mio modo di essere.
Biancospino- Numero di messaggi : 479
Età : 46
Data d'iscrizione : 18.05.08
Re: Vita da genitori: come cambia la vita dopo un figlio?
Biancospino secondo me dipende molto nei valori in cui si crede. Forse VALORI non è la parola + indicata . Dipende cosa una persona reputa + importante, tutto qui. Ognuno fa le scelte in base a questo. Cosa è giusto e cosa è sbagliato?Secondo me l'estremo è sempre sbagliato. SEMPRE. Quindi ai posteri l'ardua sentenzia .
raffina- Numero di messaggi : 1010
Età : 45
Data d'iscrizione : 26.04.08
Re: Vita da genitori: come cambia la vita dopo un figlio?
certo che dipende anche dai valori. ma spero non passi il messaggio che una donna che vuole fare carriera è in potenza una madre peggiore. perchè è falso ed è un discorso da uomini contro le donne.
in Italia si è molto legati a questa immagine della donna santa e angelica, che sta al focolare tutta dedita alla famiglia, che sacrifica se stessa e i proprio sogni di individuo per il bene della prole, e di contro della donna aggressiva, maschile, che pensa alla carriera e lascia i poveri indifesi figli in mano a chissà chi. sembra, addirittura, che la bontà di una madre si misuri dai sacrifici che fa, perchè si è molto attaccati a questa idea dell'ottenere le cose con fatica e dolore, sennò sembra che si è rubato, e questo vale soprattutto per le donne che sono o piccole fiammiferaie o demoni.
Ma la realtà è assai diversa. In ogni donna c'è in potenza un individuo con sogni, desideri, aspirazioni, che ha tutto il diritto di realizzare senza sentirsi giudicare da nessuno per la scelta di pensare, oltre che agli altri, anche a se stesse.
è un tema su cui, l'avrete capito, sono molto sensibile.
in Italia si è molto legati a questa immagine della donna santa e angelica, che sta al focolare tutta dedita alla famiglia, che sacrifica se stessa e i proprio sogni di individuo per il bene della prole, e di contro della donna aggressiva, maschile, che pensa alla carriera e lascia i poveri indifesi figli in mano a chissà chi. sembra, addirittura, che la bontà di una madre si misuri dai sacrifici che fa, perchè si è molto attaccati a questa idea dell'ottenere le cose con fatica e dolore, sennò sembra che si è rubato, e questo vale soprattutto per le donne che sono o piccole fiammiferaie o demoni.
Ma la realtà è assai diversa. In ogni donna c'è in potenza un individuo con sogni, desideri, aspirazioni, che ha tutto il diritto di realizzare senza sentirsi giudicare da nessuno per la scelta di pensare, oltre che agli altri, anche a se stesse.
è un tema su cui, l'avrete capito, sono molto sensibile.
Biancospino- Numero di messaggi : 479
Età : 46
Data d'iscrizione : 18.05.08
Re: Vita da genitori: come cambia la vita dopo un figlio?
Su questo mi sento d'accordo con Biancospino. I bambini percepiscono e fanno propri gli stati d'animo dei genitori, e avere delle madri sempre presenti, ma frustrate, credo faccia loro tanto male come delle madri assenti. Secondo me ci vuole un giusto equilibrio. Non credo Biancospino parli del metter al primo posto la carriera e poi i figli, ma del naturale bisogno di una persona di sentirsi realizzata come individuo. Che non può che far bene alla famiglia intera.
Gipsy- Numero di messaggi : 3523
Età : 40
Data d'iscrizione : 05.07.08
Re: Vita da genitori: come cambia la vita dopo un figlio?
Su questo mi sa che siamo tutte d'accordo!
Elisina- Numero di messaggi : 7414
Età : 47
Data d'iscrizione : 22.05.08
Re: Vita da genitori: come cambia la vita dopo un figlio?
bè d'accordo fino ad un certo punto......io ho fatto un discorso molto vago :roll: perchè non mi riferivo a biancospino e basta, era un discorso così in generale... Ora certamente una mamma "sana di mente" (quindi non impazzita perchè è rimasta chiusa in casa) non può che fare bene ai figli e alla famiglia ma io intendevo anche un'altra cosa e cioè perchè mettere al mondo dei figli quando già sai che dalle 8 del mattina alle 19 sarai in uffcio?E non parlo di una persona che deve lavorare per mantenere la famiglia ma di una donna che VUOLE lavorare tutto il giorno per i + svariati motivi ...perchè è + soddisfatta, perchè vuole arrivare ad una totale indipendenza economica, perchè il lavoro le piace moltissimo ecc.....
Non prendiamoci in giro ragazze se una persona (e non parlo di biancospino ma in generale) e nella fattispecie una donna decide di mettere al mondo un bambino sapendo fin dall'inizio che vuole riprendere a lavorare TUTTO IL GIORNO e affidare ad un'altra persona la cura e l'educazione del proprio figlio (visto che non lo vedi tutto il gorno qualche d'uno lo farà sicuramente) significa che la famiglia e il figlio sono al 2° posto!! Detto questo magari io sbaglio però nascondersi ietro a frasi del tipo "ma spero non passi il messaggio che una donna che vuole fare carriera è in potenza una madre peggiore" o "In ogni donna c'è in potenza un individuo con sogni, desideri, aspirazioni, che ha tutto il diritto di realizzare senza sentirsi giudicare da nessuno per la scelta". Sono frasi con una logica, di sicuro, però non si tiene in considerazione, secondo me, che in gioco non c'è solo la propria vita ma anche quella di un altro essere vivente..... sembra quasi che che + della realizzazione di un sogno, diventare mamma, sia la realizzazione di un capriccio.......
lo so, lo so, per la stragrande maggioranza di voi sono vaneggiamenti i miei discorsi...però volevo dire la mia
Non prendiamoci in giro ragazze se una persona (e non parlo di biancospino ma in generale) e nella fattispecie una donna decide di mettere al mondo un bambino sapendo fin dall'inizio che vuole riprendere a lavorare TUTTO IL GIORNO e affidare ad un'altra persona la cura e l'educazione del proprio figlio (visto che non lo vedi tutto il gorno qualche d'uno lo farà sicuramente) significa che la famiglia e il figlio sono al 2° posto!! Detto questo magari io sbaglio però nascondersi ietro a frasi del tipo "ma spero non passi il messaggio che una donna che vuole fare carriera è in potenza una madre peggiore" o "In ogni donna c'è in potenza un individuo con sogni, desideri, aspirazioni, che ha tutto il diritto di realizzare senza sentirsi giudicare da nessuno per la scelta". Sono frasi con una logica, di sicuro, però non si tiene in considerazione, secondo me, che in gioco non c'è solo la propria vita ma anche quella di un altro essere vivente..... sembra quasi che che + della realizzazione di un sogno, diventare mamma, sia la realizzazione di un capriccio.......
lo so, lo so, per la stragrande maggioranza di voi sono vaneggiamenti i miei discorsi...però volevo dire la mia
raffina- Numero di messaggi : 1010
Età : 45
Data d'iscrizione : 26.04.08
Re: Vita da genitori: come cambia la vita dopo un figlio?
Non sono vaneggiamenti, Raffina!!
Io lo capisco quello che vuoi dire, essendo mamma anc'io lo capisco ancora meglio.
Credo che la chiave di tutto sia davvero l'equilibrio, ma non un equilibrio precostituito, di ciò che è giusto e cos'è sbagliato, ma quel personalissimo equilibio che ogni nucleo familiare deve trovare, tenendo conto delle proprie inclinazioni, delle necessità economiche, della peculiarità dei propri bambini.
E questo lo si costruisce 'dell'interno', e soprattutto sul campo.
Per questo dicevo che tutto cambia quando nasce un bambino, anche (e soprattutto) rispetto all'aspettativa che ogni donna aveva di sè, del proprio ruolo di madre, del proprio lavoro.
Si può partire con mille certezze, ma si dovrà senz'altro rivederle, una volta che avremo a che fare con il bambino vero, come diceva BM e come ripeto anch'io.
Chiedetelo a qualunque mamma, e vi dirà la stessa cosa.
Io lo capisco quello che vuoi dire, essendo mamma anc'io lo capisco ancora meglio.
Credo che la chiave di tutto sia davvero l'equilibrio, ma non un equilibrio precostituito, di ciò che è giusto e cos'è sbagliato, ma quel personalissimo equilibio che ogni nucleo familiare deve trovare, tenendo conto delle proprie inclinazioni, delle necessità economiche, della peculiarità dei propri bambini.
E questo lo si costruisce 'dell'interno', e soprattutto sul campo.
Per questo dicevo che tutto cambia quando nasce un bambino, anche (e soprattutto) rispetto all'aspettativa che ogni donna aveva di sè, del proprio ruolo di madre, del proprio lavoro.
Si può partire con mille certezze, ma si dovrà senz'altro rivederle, una volta che avremo a che fare con il bambino vero, come diceva BM e come ripeto anch'io.
Chiedetelo a qualunque mamma, e vi dirà la stessa cosa.
Elisina- Numero di messaggi : 7414
Età : 47
Data d'iscrizione : 22.05.08
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