Il Club del "Voglio ma non posso"

Ma un conto è non avere un lavoro a tempo indeterminato, un conto è quello che hai raccontato tu, Giada, cioè potenzialmente fra due mesi è disoccupato e io lo voglio fare ora! Messa così, scusa, è un po' stramba! La forza dell'Italia sarà anche metter su famiglia, ma la realtà è che le famiglie non riescono a mettere via un soldo e sperano che i figli non abbiano bisogno l'apparecchio per i denti!

Certo, se una persona non ha nemmeno uno stipendio è una follia pensare di mangiare in 3. Ma se almeno uno stipendio SICURO entra....bisogna anche un pò rischiare, se si aspettano le condizioni favorevoli...uno si ritrova in menopausa (se va bene) e poi?

tartarughina ha scritto:io invece sono del parere contrario, cioe' trovo sia una pazzia mettere su famiglia in una situazione di possibile precarieta' perenne.

Sono un po' confusa su questa affermazione: ovvio che se non c'è un tetto sulla testa, non c'è nessuno che lavora, magari si studia o si è in una fase di malattia grave, è più sensato "temporeggiare". Ma esattamente, qual è quella situazione di stabilità che si contrappone alla precarietà perenne?
Come si fa a identificare?
A meno che non ci facciamo assumere tutti nel pubblico (cosa attualmente impossibile), qualsiasi impiego privato può terminare, anche a tempo indeterminato. Ci si può ammalare. La banca in cui depositi i soldi può fallire. Il tuo compagno/la tua compagna ti può lasciare perché si innamora di qualcun altro (o muore).

Non è una domanda provocatoria: è veramente per capire cosa intendi per stabilità... Noi abbiamo deciso che da adesso in poi si farà. Tanto non farò morire mio figlio di fame in nessun caso. E se, da grande, dovrà lavorare per mantenersi agli studi perché io non posso permettermi di pagargli la retta universitaria (sempre che la voglia fare), tanto meglio: verrà su con la schiena dritta, che è poi quello che è successo a me.

Se aspettiamo di avere lo status che hanno in questo momento alcune delle nostre famiglie di origine rischiamo di fare figli a 59 anni. Perché sicuramente ora come ora non potremo dare quello che i nostri genitori ci hanno dato negli ultimi 20 anni. Ma io, sinceramente, non mi ricordo com'era quando sono nata. E me lo sono fatta raccontare: c'era una sola auto, un solo stipendio fisso, c'erano i vestiti dei cugini, le scarpe delle cugine, i cibi fatti in casa e non comprati precotti, e tante altre cose "al risparmio".

Aspettare il momento ideale può essere sensato, ma questo momento ideale com'è fatto? Come facciamo a riconoscerlo? Perché se ci pensi bene, quando tutto va BENISSIMO allora, poi le cose potranno solo andare peggio... Mmm...

Bisogna fare sacrifici....certo se uno non è disposto a rinunciare a nulla è ovvio che i soldi non bastano.....
Se cominci a tagliare il superfluo e metti da parte....il problema non si pone, o si pone in maniera minore!

[quote="ArdathLilith"]

tartarughina ha scritto:io invece sono del parere contrario, cioe' trovo sia una pazzia mettere su famiglia in una situazione di possibile precarieta' perenne.

, c'era una sola auto, un solo stipendio fisso, c'erano i vestiti dei cugini, le scarpe delle cugine, i cibi fatti in casa e non comprati precotti, e tante altre cose "al risparmio".

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GRANDE! é proprio quello che intendevo...se si è disposti a fare sacrifici, il momento è sempre quello giusto!

Se hai letto i topic più sopra di chi ha bambini non più neonati ti renderai conto che non è esattamente così, poi è giusto che ognuno faccia le sue scelte, però proprio raccontarsi che si può rinunciare sempre a tutto.... Samuel settimana prossima va in gita scolastica a Venezia, che gli dico, che ricicliamo la gita che hanno fatto i cugini? Ok non essere catastrofisti, però neanche fare finta che basta volere!

Non voglio fare i conti in tasca a nessuno, ovvio, e qui si sta solo per confrontarsi...
Ovvio che non puoi reciclare la gita dei cugini ma....magari non si va a cena fuori una sera e il bimbo va in gita....

Ah, e andavamo sempre un mese al mare. In case scalcagnate, magari, o in campeggio, o da cugini, o in qualche modo. Ma un mese al mare, all'aria aperta, nell'acqua.

Inoltre: Nike tu dici che ci sono famiglie che sperano che un giorno i figli non abbiano bisogno dell'apparecchio per i denti, perché non riescono a mettere via soldi. Ma allora, per un problema che è sociale (perché qui non si parla di una persona che continua a perdere il lavoro perché è incapace, ma di un paese che affonda perché le persone che abbiamo eletto sono dei mediocri e dei malintenzionati e perché il modello di economia mondiale, in generale, sta naufragando), dicevo per un problema sociale noi dobbiamo rinunciare a fare figli? I figli devono diventare "appannaggio dei ricchi"? Io mi rifiuto di vederla così.
Essere incoscienti è un altro discorso. Significa fare tre, quattro, anche cinque figli e poi non degnarsi di tenere un lavoro (offerto dai servizi sociali) per mantenerli. Volere fare un figlio, magari anche con il rischio disoccupazione, è un DIRITTO.
Io cosa dovrei fare allora? Da libera professionista non guadagno tanto da "stare in maternità" come chi è dipendente. Inoltre, sospendendo il lavoro con i clienti per un tot di mesi, rischio di perdere tutto il mio giro d'affari. Allora cosa faccio? Non resto incinta perché potrebbe essere incosciente?

Per me incosciente è un paese come questo, dove anche chi si dà da fare si trova a non avere i mezzi, a 30, 35 anni, per avere una reale stabilità. Allora, a questo punto, io penso che ci voglia anche un po' di "egoismo" e che ci si debba prendere questo diritto di fare i figli.

ArdathLilith ha scritto:Per me incosciente è un paese come questo, dove anche chi si dà da fare si trova a non avere i mezzi, a 30, 35 anni, per avere una reale stabilità. Allora, a questo punto, io penso che ci voglia anche un po' di "egoismo" e che ci si debba prendere questo diritto di fare i figli.

Esattamente, fare un figlio non deve essere "da ricchi"....

prima di tutto bisogna stabilire le proprie priorita'. per me fare figli viene dopo la serenita' mia e del mio compagno. noi esistiamo gia', i nostri figli no.
giada parlava di convivere con il senso di precarieta' perenne. questo a me non sta bene se penso di mettere su famiglia.
sono d'accordo che si puo' risparmiare. difatti per me va bene avere solo una macchina, utilizzare vestiti, passeggini, culle di altri che non ne hanno piu' bisogno. il cibo lo preparerei io, i giocattoli saranno solo gli essenziali. meglio portarli in giro e intrattenerli in altro modo.
ovvio che non posso prevedere il futuro. posso essere licenziata, ammalarmi gravemente, essere lasciata dal mio compagno... ma dire che la forza dell'italia sono queste persone che nonostante tutto vogliono ancora mettere su famiglia, a me sembra troppo. piu' che eroi mi sembrano pazzi. piuttosto non faccio figli. d'altronde fare figli e' sempre un atto egoistico, ma qui rischio di andare OT.