Autismo /ADHD
4 partecipanti
Pagina 1 di 5
Pagina 1 di 5 • 1, 2, 3, 4, 5
Autismo /ADHD
Eowyn ha scritto:Pensa che anch'io ogni tanto ho qualche dubbio di avere tratti autistici (e ho qualche dubbio per mia figlia, ma forse è (ed ero) solo una bambina iper sensibile). Tu come l'hai capito?
Ne ho sempre avuto il sospetto fin dall'età di 17 anni, periodo in cui studiavo autonomamente temi come la dislessia, etc. (e già con questo, ho detto tutto ), rivedevo molti tratti specialmente in mio padre. Poi di nuovo verso i 32 anni cominciavo a capire che il modo in cui mi dedico ai miei interessi è peculiare (vedasi nascita di Ladyfertility ), ma addirittura 3 psicoterapeuti nel tempo mi avevano dissuaso, ponendo altre "diagnosi" e ho lasciato cadere. Poi nel 2020 ho ripreso gli studi per l'abilitazione all'esame di Stato da Psicologa e allo stesso tempo coincidentalmente in quel periodo mi sono ritrovata a guardare video su YouTube di una famiglia con 4 figli su 6 nello spettro. E lì qualcosa ha fatto click per me. Da lì ho cominciato ad approfondire con varie altre fonti, tra letteratura e popolazione (e dire "approfondire" quando a farlo è un soggetto autistico, è riduttivo ). Una linea di pensiero che mi caratterizza da sempre è quella di imparare direttamente dai pazienti, di qualsiasi cosa si tratti. Quindi mi sono iscritta ad un gruppo per adulti online ed è stato immediato come mi sono riconosciuta in queste persone, la maggior parte delle quali aveva una diagnosi formale.
Ho ponderato se perseguire una diagnosi formale, ho atteso un po', nel frattempo mi sono abilitata ed ho iniziato ad esercitare come Psicologa e, fatalità ho avuto l'occasione di fare varie pre-diagnosi ed invii per la diagnosi formale per adulti, poi tutte confermate arrivata a quel punto del percorso non ho sentito più l'esigenza di farmi diagnosticare da altri, nel frattempo ho compreso molto meglio anche i miei tratti ADHD, che ignoravo di avere (mentre quelli autistici mi sono stati sempre molto più evidenti), e che invece sono quelli che purtroppo influenzano molto di più il mio quotidiano. C'è comunque tantissima sovrapposizione tra le due condizioni, non dico che è scontato avere l'uno se hai l'altro, ma...quasi insieme ai DSA formano il trittico della cosidetta "neurodivergenza" e si ritiene che in futuro queste condizioni siano considerate proprio come espressioni caratteristiche di questa peculiare organizzazione neurobiologica a livello cerebrale/sensoriale.
Per quanto riguarda i tratti, i criteri del DSM 5 sono il punto di riferimento e si riferiscono alle aree dell:
- funzionamento sociale e nella comunicazione
- interessi circoscritti (routine, ipo- o iper-sensorialità)
Ma sono talmente generici che se non si conosce bene la condizione è difficile per uno Psicologo che non si occupa di questi temi riconoscere i tratti, soprattutto nell'adulto che riceve ancora oggi pochissima attenzione e di fatto "non esistono" percorsi terapeutici specifici validati. Però ogni percorso comunque è personalizzato ed è comunque il modo migliore di lavorare con le persone, in generale.
Aggiungo un commento riguardo all'"alta sensibilità" che negli ultimi anni è diventata una moda: non è un modello formalmente riconosciuto nelle scienze psicologiche e personalmente la mia opinione è che chi descrive questi tratti sta descrivendo tratti autistici e/o correlati del trauma - cosa a cui comunque le persone autistiche sono maggiormente soggetti, vuoi per le esperienze di vita dis-inclusive, vuoi per l'elevata sensorialità, vuoi per il loro modo di concepire, vivere,pensare il mondo, che quando si scontra con il modo con cui lo vivono i neurotipici è traumatizzante già così
Una sfida per la diagnosi adulta è il fatto che la letteratura ha sempre descritto l'autismo come condizione prettamente infantile (è considerata un "disturbo del neurosviluppo") e quindi gli ex-bambini che in qualche modo sono "sfuggiti" alle maglie della diagnosi, perché "non sufficientemente problematici" ( ) , rischiano da adulti di aver ricevuto le più svariate diagnosi, spesso più di una, senza che si arrivi ad inquadrarli realmente: disturbi d'ansia, depressione, DOC, disturbo bipolare, PTSD, e chi più ne ha più ne metta. Ma spesso quelle sono le conseguenze di essere nello spettro autistico in un mondo non tarato per le persone autistiche, con richieste molto difficili per le persone autistiche da incontrare, e che dall'altro verso non valorizza quello che le persone autistiche possono invece contribuire!
Associato a questo c'è il fatto che l'autismo è stato considerato fino a tempi recenti un disturbo più maschile, con una ratio diagnostica di 4:1 per maschi rispetto a femmine.
Quello che poi invece si è capito, grazie a lavori come quello di Tony Atwood, è che l'espressione dell'autismo femminile è tipicamente diversa e può "volare sotto soglia", essere più difficile da riconoscere, perché come è già noto nelle scienze psicologiche, i soggetti femminili tendono all'interiorizzazione dei comportamenti rispetto all'esternalizzazione.
Si potrebbe fare una lista lunghissima (non mi tentate ) di tratti tipici, io avevo cominciato a compilare la mia nel 2020 da portare alla consulenza diagnostica.
Poi nei mesi è diventata talmente lunga che ho capito che già il fatto di avere una lista del genere era un tratto molto orientante ovviamente ironizzo, ma al tempo stesso...come dire...è anche vero!
Quindi linko liste che ritengo utili per l'auto-identificazione di potenziali soggetti autistici femminili
https://the-art-of-autism.com/females-and-aspergers-a-checklist/
https://opendoorstherapy.com/women-with-autism-autism-traits-missed-ignored-women/
Naturalmente non vale a titolo di diagnosi, inoltre può darsi che ci riconosciamo in questi tratti oppure no (ogni soggetto autistico è un mix anche molto diverso di tratti), pertanto quello che posso fortemente consigliare è di rivolgersi ad uno Psicologo per avere un parere o per fare il percorso di diagnosi. Può essere molto importante anche da adulti
Molti adulti condividono il fatto che scoprire di essere nello spettro ha finalmente mandato tutti i pezzi della loro vita a posto, quantomeno perché si comincia a capire e ricostruire tantissima parte del proprio vissuto e poter organizzare al meglio la vita successivamente. E' un processo lungo, comunque. Due anni dopo io stessa scopro tante cose nuove ogni giorno, ma il primo anno è stato davvero illuminante, tanto che ogni giorno c'era qualcosa che avevo sempre pensato fosse una idiosincrasia ("una cosa da Jessica") per poi scoprire che era un tratto tipico Ho potuto capire moltissimo di cosa aveva funzionato e cosa invece no nella mia vita, ho rivisto le mie relazioni alla luce di questa informazione...è stata ed è insomma una rivoluzione
_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: Autismo /ADHD
Grazie Jessica per questa condivisione! Ma spiegami un attimo, l'autismo "leggero", riconosciuto solo in età adulta, sarebbe l'asperger? O sono due cose diverse?
E poi... una volta avuta la diagnosi, in che modo hai potuto migliorare la tua vita? Nel senso...non è "già tutto fatto" quando si è ormai adulti?
Io come ti dicevo ho il dubbio per me e mia figlia... è vero che siamo molto diverse ma abbiamo certe caratteristiche in comune: il fastidio sensoriale prima di tutto. Io non sopporto di sentire due rumori insieme (televisione e qualcuno che parla ad esempio, o se sono al telefono e lo è anche il mio collega di fianco a me), lei ha fastidio con i vestiti e le coperte, soprattutto appena prima di dormire. Ah, abbiamo entrambe le "gambe senza riposo".
Poi siamo entrambe molto timide. Lei era quasi stata classificata muto-selettiva perché dopo il lockdown aveva perso completamente l'allenamento nel parlare con gli altri. Poi ha recuperato per fortuna. Ma mi ricorda tanto me stessa da piccola: per me era difficilissimo capire cosa dovevo dire alle persone, che tono usare, come rispondere, come iniziare il discorso. Tuttora mi devo concentrare e faccio fatica, anche se con l'allenamento (al lavoro mi hanno "imposto" corsi di public speaking e comunicazione perché secondo loro ero troppo timida e inibita) sono migliorata molto e ora mi viene più naturale. Inoltre mi è sempre stato difficile dare i classici bacetti e abbracciare qualcuno, anche se vorrei farlo, ma mi sento sempre impacciata nel come. Con le regole covid ero quasi sollevata.
Però nell'elenco del link che ha postato Jessica non mi ritrovo in nulla se non in queste cose che ho detto e nel fatto che adoro i numeri! Chissà...
E poi... una volta avuta la diagnosi, in che modo hai potuto migliorare la tua vita? Nel senso...non è "già tutto fatto" quando si è ormai adulti?
Io come ti dicevo ho il dubbio per me e mia figlia... è vero che siamo molto diverse ma abbiamo certe caratteristiche in comune: il fastidio sensoriale prima di tutto. Io non sopporto di sentire due rumori insieme (televisione e qualcuno che parla ad esempio, o se sono al telefono e lo è anche il mio collega di fianco a me), lei ha fastidio con i vestiti e le coperte, soprattutto appena prima di dormire. Ah, abbiamo entrambe le "gambe senza riposo".
Poi siamo entrambe molto timide. Lei era quasi stata classificata muto-selettiva perché dopo il lockdown aveva perso completamente l'allenamento nel parlare con gli altri. Poi ha recuperato per fortuna. Ma mi ricorda tanto me stessa da piccola: per me era difficilissimo capire cosa dovevo dire alle persone, che tono usare, come rispondere, come iniziare il discorso. Tuttora mi devo concentrare e faccio fatica, anche se con l'allenamento (al lavoro mi hanno "imposto" corsi di public speaking e comunicazione perché secondo loro ero troppo timida e inibita) sono migliorata molto e ora mi viene più naturale. Inoltre mi è sempre stato difficile dare i classici bacetti e abbracciare qualcuno, anche se vorrei farlo, ma mi sento sempre impacciata nel come. Con le regole covid ero quasi sollevata.
Però nell'elenco del link che ha postato Jessica non mi ritrovo in nulla se non in queste cose che ho detto e nel fatto che adoro i numeri! Chissà...
Eowyn- Numero di messaggi : 3470
Età : 37
Località : Trento
Data d'iscrizione : 05.12.10
Re: Autismo /ADHD
La sindrome di Asperger era il nome che si dava all'"autismo ad alto funzionamento", ma dal 2013 questa etichetta è stata rimossa dai manuali per motivi sia politici (è associata al nazismo ed alla selezione di ebrei nei campi di concentramento), sia diagnostici, perché richiedeva una compromissione del funzionamento linguistico che può esserci come no - la famosa eccessiva letteralità dell'autismo.Eowyn ha scritto: l'autismo "leggero", riconosciuto solo in età adulta, sarebbe l'asperger? O sono due cose diverse?
Oggi l'ex diagnosi di Asperger è autismo tecnicamente, disturbo dello spettro autistico.
Ma mi preme sfatare una confusione frequente, fatta purtroppo anche da chi si occupa del settore:
l'autismo ad alto funzionamento NON è "autismo lieve" ! (purtroppo è una dicitura che si sente spesso - ah vabbe' ma tu sei intelligente, di autismo ne hai poco! - quando invece magari la persona è completamente arrivata in burnout e non è funzionale più in niente).
Una persona può avere un alto funzionamento (associato tipicamente ad un alto quoziente intellettivo, motivo per cui si venivano a creare "autistici di serie A" e "autistici di serie B" sulla base del QI), ma non per questo affatto un autismo "lieve"! Esistono soggetti estremamente dotati intellettivamente ma con sintomi di autismo molto presenti, che magari in qualche modo però compensano nella loro vita. Così come esistono soggetti con sintomi apparentemente lievi di autismo, ma che ugualmente rispetto alle loro risorse causano una compromissione importante. Il concetto stesso di "compromissione" rimanda al rapporto tra risorse e limiti, che non sono qualcosa di statico che appartiene solo all'individuo ma soprattutto in rapporto al suo ambiente!
Chiaramente il dibattito tra "l'autismo è un disturbo(=patologia, compromissione)" e "l'autismo è una neurodivergenza (=presentazione alternativa della neurobiologia") è un tasto super-delicato in termini di riuscire a vedere i diritti delle persone rispettati, i loro bisogni ascoltati e soddisfatti, anche a livello legislativo e assistenziale, ma al contempo non patologizzare qualcosa che magari invece funziona benissimo nel giusto contesto.
C'è poi appunto il concetto di burnout da non sottovalutare: lo stesso soggetto, in momenti diversi della vita, può "sembrare più o meno autistico" in rapporto appunto al suo equilibrio di vita. Accade spesso negli adulti che si arrivi alla diagnosi proprio perché i loro meccanismi di compensazione che funzionavano per lungo tempo sono schiantati per qualche motivo e "viene fuori" l'autismo. E' spesso ciò che sta dietro un apparente "esaurimento nervoso" a 40, 50, 60 anni o comunque in qualsiasi periodo critico e di cambiamento della vita, dove i vecchi schemi non funzionano più. E' stato il caso di molti soggetti adulti in pandemia, infatti.
L'altro motivo per cui direi è molto importante riguarda come dicevo prima il discernere rispetto ad altre diagnosi: se una persona viene trattata per l'ansia rispetto a cose alle quali oggettivamente la sua neurobiologia non gli permette di abituarsi, i trattamenti falliranno. Una persona con un disturbo bipolare che magari riceve farmaci a vita! I trattamenti vanno sempre impostati in base alla corretta comprensione del funzionamento della persona, il pregiudizio di neurotipicità fa grossi danni - anche fosse solo in come si tratta l'ansia o la depressione tra soggetti neurotipici vs neurodivergenti. Esempio: l'EMDR di cui tanti decantano i benefici, nella mia esperienza la vedo fallire malissimo proprio nei soggetti neurodivergenti - me compresa!
Confesso che la mia prima reazione è stata "ma beato chi ha già fatto tutto..." lo dico con sincerità, ovvero, io ho fatto molta fatica a "diventare adulta", so che non può sembrare da fuori, ma la mia esperienza è stata sempre quella di arrancare dietro il passo degli altri, perché ora che capivo cosa dovevo fare ed arrivavo a farlo, era già notte, metaforicamente e non e mooooolta di questa esperienza la devo al fatto di essere sullo spettro (complici altri fattori, perché assolutamente ci sono fortunatamente esperienze più felici della mia!) - la differenza è che oggi ne sono CONSAPEVOLE Oggi posso orientare le energie in maniera che funziona per me, evitando di forzarmi (finendo poi per fallire) a pressarmi dentro esperienze che per me non funzionano. E valorizzando le cose che invece funzionano, perché è importantissimo anche quello!Eowyn ha scritto:
E poi... una volta avuta la diagnosi, in che modo hai potuto migliorare la tua vita? Nel senso...non è "già tutto fatto" quando si è ormai adulti?
Sapere (al di là di diagnosi si o no, etichetta qui o quo) permette di darsi pace e in generale significa conoscersi meglio questa è sempre una marcia in più nella propria vita!
Per me è stato importante capire cosa è cosa, quale parte sono io, quale parte è la mia neurobiologia, quanto mi devo sforzare e quanto invece devo accettare e soprattutto come affrontarlo... è un lavoro quotidiano di far andare al posto i pezzi ma prima di sapere dell'autismo, c'era tantissima frustrazione in più: TUTTO era colpa mia, nella mia testa. TUTTO era un MIO limite personale di me come persona. Le ricadute sull'autostima possono essere estremamente pesanti. Capire che se sembro strana è perché lo sono
Io sono andata in crisi pesantissima dopo la fine della mia relazione e per carità quello che ho passato spiegherebbe da sé la difficoltà anche senza l'autismo. Ma mi ha costretto a riflettere che l'equilibrio che avevo creato nella mia vita, senza che me accorgessi, dipendeva praticamente TUTTO dall'autismo. E nel trovarmi a ricostruire tutto, prima senza consapevolezza e dopo con, ha fatto tanta differenza. Prima il mio era un constante scontro con la realtà del mondo, ora so che lo incontro "un po' a modo mio"
I tratti che descrivi capisco bene perché ti fanno pensare all'autismo posti così, ti confermo che sono coerenti con lo spettro.
Chiaramente capire se è "solo timidezza" o c'è di più, è un lavoro più lungo rispetto al riconoscersi o meno nei tratti di una specifica lista
La sensorialità tra quelli che citi è quella che tende ad essere più specifica - ma ad esempio potrebbe essere Sensory Processing Disorder, ovvero "autismo senza la componente sociale". La consulenza o valutazione diagnostica serve a chiarire questi aspetti ed è comunque un processo diverso tra bambini ed adulti!
_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: Autismo /ADHD
Non so se è in-topic, ma parlando di neuro-diversità, sto leggendo "Il bambino altamente sensibile" di Elaine Aron, e rivedo mia figlia in TUTTO! E in tante cose anche me da bambina... e me da adulta nei pochi punti in cui parla degli adulti...
Jessica, tu dicevi che non ti convince tanto come teoria, però io nei vari test online dell'autismo risulto "normale" o borderline, e pure mia figlia, invece leggendo questo libro mi sembra proprio che sia stato scritto per noi! Soprattutto per lei perché io da piccola immagazzinavo tanto...
L'autrice dice che è una caratteristica di circa il 20% delle persone, che quindi risultano "neurodiverse" rispetto al restante 80%, e da qui il sentirsi sempre un po' diversi rispetto agli altri...
Jessica, tu dicevi che non ti convince tanto come teoria, però io nei vari test online dell'autismo risulto "normale" o borderline, e pure mia figlia, invece leggendo questo libro mi sembra proprio che sia stato scritto per noi! Soprattutto per lei perché io da piccola immagazzinavo tanto...
L'autrice dice che è una caratteristica di circa il 20% delle persone, che quindi risultano "neurodiverse" rispetto al restante 80%, e da qui il sentirsi sempre un po' diversi rispetto agli altri...
Eowyn- Numero di messaggi : 3470
Età : 37
Località : Trento
Data d'iscrizione : 05.12.10
Re: Autismo /ADHD
Non so se ne avevo già accennato, però sì, sono critica di tutto il filone PAS / Persone Altamente Sensibili, perché al 99% descrive persone che sono di fatto sullo spettro autistico
Però perché non le chiama autistiche? Eh perché "autistico" ancora pare brutto, no? Basta vedere quanti adulti diagnosticati difendono a spada tratta la definizione di Asperger ("io non sono autistico, sono Asperger! Mica sono come quelli lì" - come se inerentemente questo indicasse che loro sono migliori...frasi vere, che si sentono ancora in giro eh)
Se dici alle persone che potrebbero essere autistiche, coloro che hanno uno stigma al riguardo si allontaneranno dalla persona che lo propone, dal percorso che glielo potrebbe confermare, da eventuali trattamenti e strategie che potrebbero giovargli...
...ma se gli dici che sono individui "altamente sensibili", ovvero, leggi: "molto speciali", allora ecco che nutri il loro ego, ti comprano i libri, fanno i tuoi percorsi, pure se non hai alcuna qualifica nel campo del benessere mentale, perché tanto qui non parliamo di disturbi o menti, ma di anime, talenti, bambini indaco, cristallo e così via
Rendo l'idea, sì? #polemica
Per la cronaca è la stessa identica critica che ho verso l'"alto contatto" nell'allevamento dei bambini le teorie e le pratiche già esistevano da abbondanti decenni, erano chiare, avevano già il loro nome, ma no, gliel'abbiamo dovuto cambiare per questioni di marketing e palatabilità e così riconfezionando lo facciamo passare per un prodotto nuovo, migliore, speciale...! Che soprattutto distingue -no, eleva (=alto, altamente)- chi lo "pratica" o segue, dal resto della plebe... e questo va a discapito assolutamente di tutte le parti, coinvolte e non!
Se c'è uno stigma associato alla condizione autistica, io invito ad affrontarlo, per il semplice fatto che nasce quasi sempre dal non avere abbastanza informazioni al riguardo e/o dall'avere una visione stereotipata di questo tipo di differenza, magari perché abbiamo in mente solo alcuni esempi che non sono da soli illustrativi dell'intero spettro. Oppure perché lo associamo ad un "disturbo" (cosa che lo spettro autistico da solo non è) e abbiamo un abilismo interiorizzato, per il quale avere un "disturbo" è automaticamente "una cosa brutta" e così via...tutti aspetti sui quali si può lavorare!
.
I test auto-somministrati hanno chiari limiti e non sono infatti mai proposti come strumenti diagnostici, ma di screening. Ovvero, se si hanno dubbi, si comincia da un test auto-somministrato e poi si discutono i risultati con un clinico, se il dubbio o la voglia di approfondire rimangono.
I test di screening poi non sono tutti uguali e soprattutto non è inusuale trovare risultati ai limiti della positività (i miei risultati, ad esempio, sono tutti "a metà strada" nei test auto-somministrati, solo per fare un esempio).
Ai miei pazienti consiglio quelli che si possono trovare caricati qui:
https://www.aspietests.org/
In particolare l'AQ (Quoziente di Spettro Autistico) e il RAADS si trovano in lingua italiana a quel link, a meno che non abbiamo cambiato qualcosa nel frattempo!
Ti ricordi quali hai fatto? Inoltre da ricordare che i test destinati agli adulti sono diversi da quelli previsti per la valutazione di bambini.
Però perché non le chiama autistiche? Eh perché "autistico" ancora pare brutto, no? Basta vedere quanti adulti diagnosticati difendono a spada tratta la definizione di Asperger ("io non sono autistico, sono Asperger! Mica sono come quelli lì" - come se inerentemente questo indicasse che loro sono migliori...frasi vere, che si sentono ancora in giro eh)
Se dici alle persone che potrebbero essere autistiche, coloro che hanno uno stigma al riguardo si allontaneranno dalla persona che lo propone, dal percorso che glielo potrebbe confermare, da eventuali trattamenti e strategie che potrebbero giovargli...
...ma se gli dici che sono individui "altamente sensibili", ovvero, leggi: "molto speciali", allora ecco che nutri il loro ego, ti comprano i libri, fanno i tuoi percorsi, pure se non hai alcuna qualifica nel campo del benessere mentale, perché tanto qui non parliamo di disturbi o menti, ma di anime, talenti, bambini indaco, cristallo e così via
Rendo l'idea, sì? #polemica
Per la cronaca è la stessa identica critica che ho verso l'"alto contatto" nell'allevamento dei bambini le teorie e le pratiche già esistevano da abbondanti decenni, erano chiare, avevano già il loro nome, ma no, gliel'abbiamo dovuto cambiare per questioni di marketing e palatabilità e così riconfezionando lo facciamo passare per un prodotto nuovo, migliore, speciale...! Che soprattutto distingue -no, eleva (=alto, altamente)- chi lo "pratica" o segue, dal resto della plebe... e questo va a discapito assolutamente di tutte le parti, coinvolte e non!
Se c'è uno stigma associato alla condizione autistica, io invito ad affrontarlo, per il semplice fatto che nasce quasi sempre dal non avere abbastanza informazioni al riguardo e/o dall'avere una visione stereotipata di questo tipo di differenza, magari perché abbiamo in mente solo alcuni esempi che non sono da soli illustrativi dell'intero spettro. Oppure perché lo associamo ad un "disturbo" (cosa che lo spettro autistico da solo non è) e abbiamo un abilismo interiorizzato, per il quale avere un "disturbo" è automaticamente "una cosa brutta" e così via...tutti aspetti sui quali si può lavorare!
.
Eowyn ha scritto: Però io nei vari test online dell'autismo risulto "normale" o borderline, e pure mia figlia
I test auto-somministrati hanno chiari limiti e non sono infatti mai proposti come strumenti diagnostici, ma di screening. Ovvero, se si hanno dubbi, si comincia da un test auto-somministrato e poi si discutono i risultati con un clinico, se il dubbio o la voglia di approfondire rimangono.
I test di screening poi non sono tutti uguali e soprattutto non è inusuale trovare risultati ai limiti della positività (i miei risultati, ad esempio, sono tutti "a metà strada" nei test auto-somministrati, solo per fare un esempio).
Ai miei pazienti consiglio quelli che si possono trovare caricati qui:
https://www.aspietests.org/
In particolare l'AQ (Quoziente di Spettro Autistico) e il RAADS si trovano in lingua italiana a quel link, a meno che non abbiamo cambiato qualcosa nel frattempo!
Ti ricordi quali hai fatto? Inoltre da ricordare che i test destinati agli adulti sono diversi da quelli previsti per la valutazione di bambini.
Ultima modifica di Jessica il Lun Ott 03, 2022 1:38 pm - modificato 4 volte.
_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: Autismo /ADHD
Nota a parte per il discorso che riguarda i termini "neurodiversità" e "neurodivergenza": ora che stanno cominciando ad andare di moda, si è amplificata la confusione che li riguarda sin dall'inizio, quando sono stati coniati e ahimé originariamente usati intercambiabilmente e soprattutto per riferirsi a qualsiasi differenza neurobiologica, fino al punto da perdere completamente significato perché le differenze neurobiologiche riguardano assolutamente ogni singola persona del pianeta per una serie di aspetti che avrà diversi da altre persone.
Invece sarebbe molto utile utilizzare neurodivergenza per designare una specifica famiglia di caratteristiche che sono associate clinicamente e statisticamente, quali autismo, ADHD e disturbi dell'apprendimento! Però al momento non siamo del tutto lì e dunque i termini continuano a essere usati a casaccio o nel migliore dei casi (?sarà vero?) come termini "eleganti" per riferirci a queste condizioni neurobiologiche. Io lo troverei pratico non perché cerco un termine politically correct, ma perché racchiude persone con condizioni diverse, ma che hanno una base in comune.
Invece sarebbe molto utile utilizzare neurodivergenza per designare una specifica famiglia di caratteristiche che sono associate clinicamente e statisticamente, quali autismo, ADHD e disturbi dell'apprendimento! Però al momento non siamo del tutto lì e dunque i termini continuano a essere usati a casaccio o nel migliore dei casi (?sarà vero?) come termini "eleganti" per riferirci a queste condizioni neurobiologiche. Io lo troverei pratico non perché cerco un termine politically correct, ma perché racchiude persone con condizioni diverse, ma che hanno una base in comune.
_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: Autismo /ADHD
Ho fatto il test AQ e mi viene 31 con valore soglia 32, poi dice AQ-10 score 4.0 e il valore soglia è 6.0. Devo dire però che a tante risposte ho fatto fatica a rispondere... Devo provare a fare il RAADS!
Sono d'accordo con te che sia una "moda" dare nomi più fighi alle cose... però quindi il 20% della popolazione avrebbe qualche grado di autismo?
Inoltre, l'autrice del libro dice che essere HSP non è un disturbo che va corretto, anzi, bisogna sapere cosa fare ma più si cerca di cambiare il temperamento della persona, più sarà infelice.
Comunque...a parte i nomi delle cose che mi interessano relativamente... mi sto ritrovando in quello che dicevi tu, Jessica, di quando ti sei accorta di essere autistica: una rivelazione! come leggere il manuale di istruzioni della mia vita, del mio cervello (e di quello di mia figlia) dopo aver vissuto 35 anni senza! pensavo di essere sbagliata e invece scopro che ci sono altri così e che è una differenza genetica, un funzionamento del mio cervello. Tante cose si spiegano, più vado avanti a leggere! La mia emotività molto forte, la mia "lentezza" nel sapere come rispondere, la mia "timidezza", la mia incapacità a volte esagerata di andare contro a ciò che per me sono "valori" forti e di sopportare le ingiustizie. Oltre che le varie "stupidaggini" di quando ero bambina tipo fastidio per i tessuti, per la "pancia vuota", che da adulta ho imparato a regolare un po'.
E più vado avanti a leggere più capisco che i danni più grossi su di me non li hanno fatti, come pensavo, i miei genitori, ma le varie figure di contorno, insegnanti ecc, fino ai datori di lavoro da adulta.
è possibile acquisire all'improvviso una tale consapevolezza? o è un mio modo per "giustificarmi", ancora?
Sono d'accordo con te che sia una "moda" dare nomi più fighi alle cose... però quindi il 20% della popolazione avrebbe qualche grado di autismo?
Inoltre, l'autrice del libro dice che essere HSP non è un disturbo che va corretto, anzi, bisogna sapere cosa fare ma più si cerca di cambiare il temperamento della persona, più sarà infelice.
Comunque...a parte i nomi delle cose che mi interessano relativamente... mi sto ritrovando in quello che dicevi tu, Jessica, di quando ti sei accorta di essere autistica: una rivelazione! come leggere il manuale di istruzioni della mia vita, del mio cervello (e di quello di mia figlia) dopo aver vissuto 35 anni senza! pensavo di essere sbagliata e invece scopro che ci sono altri così e che è una differenza genetica, un funzionamento del mio cervello. Tante cose si spiegano, più vado avanti a leggere! La mia emotività molto forte, la mia "lentezza" nel sapere come rispondere, la mia "timidezza", la mia incapacità a volte esagerata di andare contro a ciò che per me sono "valori" forti e di sopportare le ingiustizie. Oltre che le varie "stupidaggini" di quando ero bambina tipo fastidio per i tessuti, per la "pancia vuota", che da adulta ho imparato a regolare un po'.
E più vado avanti a leggere più capisco che i danni più grossi su di me non li hanno fatti, come pensavo, i miei genitori, ma le varie figure di contorno, insegnanti ecc, fino ai datori di lavoro da adulta.
è possibile acquisire all'improvviso una tale consapevolezza? o è un mio modo per "giustificarmi", ancora?
Eowyn- Numero di messaggi : 3470
Età : 37
Località : Trento
Data d'iscrizione : 05.12.10
Re: Autismo /ADHD
Questa frase mi ha fatto tanta tenerezza indica che evidentemente nel corso della tua vita è stata fatta un'opera bella persuasiva del fatto che "sei tu a giustificarti". Chi lo dice? Di chi è la voce che senti quando pensi questo pensiero? O a chi somiglia, tra le persone conosciute?Eowyn ha scritto:è possibile acquisire all'improvviso una tale consapevolezza? o è un mio modo per "giustificarmi", ancora?
La presa di consapevolezza di solito è improvvisa, o meglio, quando scatta una soglia critica di consapevolezza, si sblocca una comprensione autentica della propria vita che permette di cambiare prospettiva, di solito con una sensazione di sollievo! che non esclude però del rammarico, rimpianto, tristezza o rabbia per un passato che ora cambia volto!
Questo è assolutamente vero dell'autismo, infatti (e di tutta la neurodivergenza!). Ma nessun disturbo che possiamo trovare nel DSM va "corretto", ma compreso! E' un approccio molto pericoloso, infatti, quando trattiamo la diversità o la sofferenza come "nemici": sono tutti alleati, ma quello che bisogna imparare è come rapportarsi alla propria condizione (qualunque essa sia).Eowyn ha scritto:Inoltre, l'autrice del libro dice che essere HSP non è un disturbo che va corretto, anzi, bisogna sapere cosa fare ma più si cerca di cambiare il temperamento della persona, più sarà infelice.
Nel caso dell'autismo, l'idea di correggere è più che mai deleteria, proprio perché non si tratta di un disturbo transitorio (come può essere l'ansia o la depressione), ma una impronta neurobiologica dell'organizzazione mentale e sensoriale della persona che la caratterizza dalla nascita e l'accompagna per tutta la vita. Non si può "cambiare", né "correggere" e si fanno tantissimi danni quando l'approccio è questo. I bambini in particolare hanno una traiettoria di neurosviluppo specifica, sulla quale i tentativi di correzione (penso alle terapie di "moda") possono fare danni importanti. E in tutto questo svalorizziamo anche le risorse a loro disposizione, che possono essere settorialmente anche superiori alla media, proprio in virtù dell'autismo e non "malgrado".
Sulle percentuali non c'è ancora un'idea precisa, ma quello che sappiamo di sicuro è che è abbondantemente sottostimato. Ci sono ancora oggi una quantità di adulti e bambini che non sono stati diagnosticati (e alcuni potenzialmente mai lo saranno), purtroppo anche per via delle categorie diagnostiche fino ad oggi (l'ultimo aggiornamento risale al 2013).Eowyn ha scritto:però quindi il 20% della popolazione avrebbe qualche grado di autismo?
Inoltre, è possibile presentare "tratti" senza soddisfare pienamente i criteri per la diagnosi: ciò non toglie che lo stampo neurobiologico di quella persona sia sullo spettro si può essere autistici senza avere un disturbo da spettro autistico, ovvero senza avere compromissione significativa in più aree di vita. Vale per tutte le diagnosi! Si può avere l'ansia, senza avere un disturbo da ansia. Si può avere dissociazione, senza avere un disturbo, e così via. E non è una questione quantitativa, ma qualitativa! Ovvero, non è questione di avere "meno" sintomi o sintomi che si fanno sentire "meno": dipende dall'incontro con le nostre risorse e quanto siamo in grado di convivere pacificamente con la nostra condizione. Ciò non toglie che qualificare il fenomeno (sapere se è ansia, se è depressione, se è autismo, ecc.) ci aiuta moltissimo proprio a realizzare il nostro adattamento!
Per dare un'idea dei numeri, e solo dei numeri, basti pensare che il disturbo antisociale di personalità (sociopatia) è stimato essere presente in 1 persona su 4. Gran parte delle divergenze (di ogni tipo) sono tipicamente più comuni di quello che pensiamo vale per la sofferenza mentale tanto quanto fisica. Tutti hanno qualcosa che li differenzia dagli altri sotto alcuni aspetti, in sostanza!
Ma a prescindere da come chiamiamo le cose, in ogni caso ci aiuta capire come siamo fatti i nomi però esistono per aiutarci di solito a identificare più facilmente le cose che stiamo cercando!
_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: Autismo /ADHD
Jessica a proposito di neurodivergenze puoi parlare anche dell’alto potenziale cognitivo (APC)?
Atena- Numero di messaggi : 88
Età : 41
Data d'iscrizione : 12.04.22
Re: Autismo /ADHD
La voce è della maggior parte dei miei insegnanti (a partire dalle elementari fino all'università), e anche poi al lavoro me lo hanno detto ("non devi fare così la sensibile/emotiva", o "la timidezza è una giustificazione quando non si ha nulla da dire").Jessica ha scritto:Questa frase mi ha fatto tanta tenerezza indica che evidentemente nel corso della tua vita è stata fatta un'opera bella persuasiva del fatto che "sei tu a giustificarti". Chi lo dice? Di chi è la voce che senti quando pensi questo pensiero? O a chi somiglia, tra le persone conosciute?Eowyn ha scritto:è possibile acquisire all'improvviso una tale consapevolezza? o è un mio modo per "giustificarmi", ancora?
E a scuola ero brava eh... tra le migliori della classe. Ma, a parte qualche insegnante di matematica "strano", di solito tutti mi guardavano con un misto di perplessità e disprezzo, come se in qualche modo li ingannassi (perchè agli orali facevo schifetto ma negli scritti recuperavo alla grande e alla fine avevo 8 ).
Eowyn- Numero di messaggi : 3470
Età : 37
Località : Trento
Data d'iscrizione : 05.12.10
Pagina 1 di 5 • 1, 2, 3, 4, 5
Pagina 1 di 5
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.