Stare accanto ad una persona malata

Grazie ragazze, infatti non so nemmeno io quanto sono grata alla mia amica per come ha saputo capirmi ieri sera e per come mi è stata vicina dopo, quando andando avanti a parlare mi rendevo conto di una cosa nuova ogni 5 minuti... è stato un momento devastante. Al lavoro evito di parlarne, un po' perché sono molto emotiva e piango facilmente e poi mi riesce difficile smettere, siamo in un open space e preferisco rimanere concentrata sul lavoro, e poi un po' anche perché il mio vicino di banco non è proprio simpaticissimo e non sceglierei di condividere certe cose con lui, altri colleghi con cui mi trovo meglio sono più lontani e non è che capita spesso di alzarsi per andare a parlare dei fatti propri... se capita io lo faccio anche, non sono il tipo che vuole tenere nascoste certe cose, ma non capita praticamente mai. Bisogna anche vedere quando si entra in argomento!
@Miss hai ragione anche tu... è che stavolta un po' per i troppi impegni e forse un po' perché con Valerio non ci vediamo quasi mai causa lavoro (sta lavorando tantissimo di sera e di notte, quando io invece sono a casa) non mi rendo nemmeno conto di avere delle emozioni da sfogare. Rimanevo semplicemente in attesa di qualcosa, perché non avevo nessuna avvisaglia, invece idealmente nella mia testa avrei voluto riconoscere subito "la sclerata" mentre stava arrivando, e dirmi "bene, ora sto reagendo così per lo shock della nuova terapia, sfoghiamoci subito prima di far danni". Boh

Vale, ti capisco perché anch'io tendo molto a dividere la testa a compartimenti stagni, quindi se sono all'università mi comporto in modo impeccabile e professionale, con gli amici rido e scherzo, e magari dentro sono devastata. Il problema è che poi è facile sbottare, in un modo o nell'altro: l'anno scorso, nel periodo della forte depressione del mio ragazzo, apparentemente ero una roccia, ma emerse che qualcosa non andava dal fatto che con i miei amici spesso scherzavo in modo un po' pesante, non da me.
Immagino che non sia facile sfogarsi, visto anche gli orari di Valerio, per questo ti chiedo: stai continuando la terapia in questo periodo?

Sono passati i mesi e la situazione purtroppo precipita... ad ogni PET di controllo le hanno cambiato terapia, perché la malattia nemmeno rallentava o si fermava. Ad inizio luglio è stata in ospedale 10 giorni per una forte difficoltà a respirare, causata da trombi partiti dalle gambe, adesso è sotto eparina e usa l'ossigeno per mantenere regolare la saturazione, ma ha perso forze in ospedale e non può più né passeggiare né fare lavori di casa, al limite cucina un pochino. In contemporanea il fegato ha dato segni di tossicità e hanno dovuto sospendere le chemio, anche per consentirle di recuperare l'uso dei polmoni. Alla PET successiva il fegato è risultato compromesso da metastasi per il 50% e non può reggere alcuna chemio, le hanno dato una terapia ormonale che si fa come mantenimento post-chemio ma a questi livelli dubitiamo che faccia alcunché. Lei comincia ad essere veramente triste, da quando ha avuto questi risultati non si illumina più nemmeno parlando del matrimonio ed è straziante sopportare una tortura del genere. Io da un certo punto di vista sono serena nel senso che non ho "paura di dovermela cavare senza di lei", mi sento pronta e so che lei lo sa. So che ci capiamo senza parlarci e senza neanche vederci, che lei sa tutto e che non c'è bisogno come nei film, di pensare a cosa vorrei dirle prima di pentirmi o cosa vorrei sapere... è già stato tutto al massimo. Ma sono un po' spaesata, un mese fa ho avuto un tremendo scoppio di rabbia in ufficio e adesso di rabbia non ne sento più, ho come accettato ciò che sarà ma ho lo stesso come un'angoscia strisciante, mi sembra che tutto si stia come inquinando. Piango tanto quando ne ho voglia e quando sono con lei cerco sia di accogliere il suo dolore senza fare una faccia disperata, e sia di buttarla un po' sul ridere quando il momento si alleggerisce un po'. Ho visto la terapeuta un paio di volte ma adesso non avrò più tempo prima dell'estate.
Sicuramente ora ho tantissima paura che 3 mesi siano troppi ma comunque sapere che stiamo andando fino in fondo le fa bene a prescindere. Ho come un'ansia di dimenticarmi alcune cose, per lo stordimento... cosa dite è tutto normale o sto già pensando troppo?

Vale, non riesco a scrivere niente di sensato, purtroppo. Tra pochi giorni saranno due anni che è mancato il mio papà. Ti mando un forte abbraccio, stai facendo tutto nel migliore dei modi. Quello che scrivi sul non avere rimpianti è molto importante, soprattutto lo sarà in futuro. Goditi ogni momento. Forza 

Questa dei rimpianti è una cosa a cui mi sto aggrappando con le unghie, mi dà forza... quando ero rabbiosa era molto più dura da digerire ma adesso che si è trasformato ha qualcosa di dolce. Assomiglia a quando ci si innamora, quel peso nel petto è dolce così, ma al rovescio, come il negativo di una foto.
E un'altra cosa che mi dà sollievo nel dover affrontare tutto questo è che leggo sempre tante notizie orribili, che ti fanno perdere fiducia nell'umanità... questa per quanto terribile è semplicemente come va la Natura. Fa una enorme tristezza ma sta tutto seguendo il suo corso, non so come spiegarmi... solo che non capisco se andrò avanti a piangere per sempre allo stesso modo o potrò un giorno parlarne con lucidità senza essere sopraffatta. Soprattutto per i miei figli lo vorrei, perché dovranno conoscerla meglio che posso, così come io conosco mio nonno. Ora però mi sa che sto andando OT...
Secondo te quando mi parla direttamente della sua paura dovrei dirle qualcosa oltre che guardarla negli occhi e dire "lo so"? Cerco di non usare un tono lugubre e non mi viene difficile ma bisogna pensare alla qualità della vita adesso, e i momenti che passo con lei sono preziosi come l'acqua. Non voglio darle l'idea che minimizzo, ma credo che l'espressione esterna del mio dolore sia privata, a lei devo esprimere solo tutto l'amore che ho, giusto? E devo anche rispettare la sua sfera privata, le sue paure di mamma sono sue e non devo spingerla a riversarle su di me.

Cara Vale, ti mando un abbraccio stritoloso con le lacrime agli occhi.
Secondo me ti stai comportando benissimo, cerca di passare con lei più tempo possibile, magari di aiutarla nella preparazione dei pasti se puoi sia per un sostegno fisico che per aiutarla a seguire un'alimentazione corretta che penso possa essere importante ma anche piacevole per lei se riesci ad unire salubrità e gusto.
Ti ammiro moltissimo per come affronti questa situazione, sei una donna stupendamente matura

Vale leggo solo ora...un abbraccio fortissimo e tantissima ammirazione per come stai affrontando tutto...

Valeria non leggo da un po' ma mi si sono riempiti gli occhi di lacrime nel leggerti. Stai affrontando tutto con una lucidità e una forza e una dolcezza incredibili. Mi limito ad abbracciarti fortissimo.

Non lo so, ci sono giorni che mi sento apatica... stasera primo riferimento esplicito in famiglia. Si è parlato di fare il passaggio di proprietà della sua macchina a me, che tanto la sto usando già da tempo... e beh mio padre col tono più normale del mondo ha detto che è meglio così rispetto ai casini che succedono con la successione dei beni... non so, era come parlare di una prozia o bisnonna, un pugno nello stomaco, è giusto avere questo rifiuto dell'esplicito? Come se fosse mancanza di delicatezza... oppure andrebbe tutto affrontato alla luce del sole con loro visto che sono la mia famiglia più stretta? Ma si può sedersi a tavola e parlare di quando una persona lì presente non ci sarà più? Non so l'ho trovato poco delicato e basta... sbaglio in qualcosa? La terapeuta non riceve fino ad inizio settembre, per parlarne a lei... io per ora credo di sfogare abbastanza, ma non vorrei illudermi. Consigli?

Tesoro, il rifiuto dell'esplicito è comprensibile...come lo è il suo contrario...purtroppo in questi casi ci si può scontrare un po con chi sta reagendo, legittimamente, in maniera opposta alla nostra...
Ti sono tanto vicina