Il potere del ciclo mestruale ---> Quinto ciclo

Siamo arrivate al nostro quinto ciclo di osservazione! Vi ricordo, se siete interessate a questo percorso, di iniziare dal primo ciclo
https://ladyfertility.forumattivo.com/t4644-il-potere-del-ciclo-mestruale-primo-ciclo?highlight=potere
commentare lì, e poi proseguire; non conta quanto tempo ci metterete, conta il fatto di fare un passo dopo l'altro per andare sempre più in profondità.

Quello di cui ormai dovremmo essere abbastanza certe è che il fine di questo percorso è quello di imparare ad amarci come donne, e di amare il nostro potere femminile, e per questo ci serve un buon livello di gentilezza verso noi stesse, autostima, rispetto per sè. Autostima significa, tra l'altro, imparare a prendere le proprie difese e saper accettare e rispondere alle critiche. Il proprio livello di autostima si accresce raggiungendo degli obiettivi, anche piccoli, riconoscendo le proprie conquiste, senza focalizzarsi sui fallimenti.

Esiste un momento, nei giorni che precedono il sangue, in cui la nostra pazienza e la nostra tolleranza precipitano ed emerge il nostro critico interiore, che si rivolge verso noi stesse o verso gli altri. Cerchiamo di entrare in contatto con questa figura, ed impariamo ad usarla! Scrivete quello che viene, le critiche, quello che non vi piace e che vi fa reagire, per scoprire cosa vi dice di voi stesse; non aspettatevi che sia gentile, ma non lasciate che sia eccessivamente feroce, accettate però che questa voce interiore vi stia costringendo a rivedere, chiarire, tagliare e fare pulizia, fuori e dentro di voi.
Dovendo affrontare il critico, il vostro alleato sarà la morbidezza: concedetevi pause, rimandate gli impegni, se avete desiderio di qualche cibo mangiatelo e godetevelo, penserete poi a rinunciare al cibo che non va bene per voi, l'importante è che tutto sia di qualità! Se faticate a trovare qualcosa di positivo di voi stesse in questi giorni, chiedete ad un'amica di dirvi quello che ammira di voi, e voi ricambiate. Valorizzate voi stesse e il vostro ciclo; siate preparate all'incontro con questa parte di voi che sottolinea i vostri punti vulnerabili; cercate la verità nella voce critica che si accende dentro di voi, perchè forse è troppo feroce, ma probabilmente qualcosa di vero c'è; cercate di rispondere alle domande che emergono in voi: sto facendo quello che desidero? La mia relazione funziona? Sto seguendo la mia strada?

Riflessione finale:Quali sono le tematiche che emergono prima delle mestruazioni? Cosa criticate maggiormente in voi e negli altri? Dove viene portata la tua attenzione dal critico interiore? E cosa c'è di vero in tutto questo? E come potete portarlo a frutto nel prossimo ciclo?

Buon lavoro, e siate morbide!

Bello questo ciclo!
Però avrei bisogno di qualche chiarimento riguardo a: "Esiste un momento, nei giorni che precedono il sangue, in cui la nostra pazienza e la nostra tolleranza precipitano ed emerge il nostro critico interiore".
Sempre in questa fase, per tutte? C'è un motivo per cui emergerebbe necessariamente in fase premestruale? E se non lo trovo, o se compare in un altro momento?

Ovviamente parliamo dei movimenti energetici-emotivi legati al ciclo, ma la vita può portare altro in altri momenti!
Il sangue è il momento in cui il potere femminile si manifesta, viene allo scoperto, e più ci si avvicina e più ci si trova vicine alla soglia tra mondo razionale e mondo irrazionale, mondo concreto e mondo sottile, per questo motivo sono i giorni in cui aumenta la sensibilità e la sensitività, e facilmente nella fase premestruale si manifestano le pulsioni, le intuizioni, le possibilità di vedere oltre. Tutto questo si accumula nella fase premestruale per poi liberarsi durante il sangue.
Se non lo trovi, o non compare, direi che i casi sono due: fluisci talmente con la tua ciclicità e con il tuo inconscio da non avere bisogno di nessuna "indicazione", e in certi momenti della vita può capitare, oppure in qualche modo non lo riconosci.

Sono appena finite le mestruazioni e, complice anche il punto in cui sono arrivata del mio percorso di pscioterapia, ho finalmente capito la frase: "Esiste un momento, nei giorni che precedono il sangue, in cui la nostra pazienza e la nostra tolleranza precipitano ed emerge il nostro critico interiore, che si rivolge verso noi stesse o verso gli altri."
Io, che pensavo di essere una persona equilibrata, e che fossero gli altri a essere troppo "pigri", "lassisti", "imperfetti", mi sono finalmente resa conto che in realtà sono IO che ho degli standard veramente eccessivamente alti, che sono io che non tollero, che giudico, che critico, che mi arrabbio, che voglio controllare. Tutto perché sono stata cresciuta così. E poi, diciamocelo, anche perché il mio segno zodiacale è un po' Vergine (e un po' Leone, sono nata nella cuspide). Ma sì, l'educazione in effetti ha influito molto, ed ecco cosa ho notato: quando si avvicina il sangue, divento più insofferente verso i limiti e le debolezze, sia mie che degli altri. L'intransigenza e il perfezionismo raggiungo livelli inaccettabili, l'autocritica e la critica è alle stelle. Niente va mai bene così com'è, a cominciare da me stessa, che se non fossi donna sarebbe meglio, che se solo fossi nata uomo avrei meritato più amore, che se solo non fossi così stupida allora potrei davvero fare qualcosa di significativo nella vita, lasciare il segno.
Insomma, è un grumo ben difficile da sciogliere, il lato positivo è che ora sono consapevole della sua presenza. Mi sforzo, ma non sempre ci riesco, di coccolarmi un po' di più, di non guardare troppo quello che fanno gli altri (per correggerlo), di lasciarmi andare. Certo che però è veramente difficile, quando pensi che l'unico modo in cui potrai meritare amore e affetto è attraverso cose eccezionali, fatte benissimo, senza errori, alla grande, e soprattutto riconosciute dal mondo esterno.
Le persone che mi vogliono bene dicono che vado bene così, che il "segno" lo lascio tutti i giorni con quello che faccio, con quello che dico, con la mia gentilezza, con il mio prendermi cura degli altri. A volte vorrei pensare anche io questo di me stessa, ma è tanto, tanto difficile quando si crede di non essere mai abbastanza.

Valorizzarmi? Coccolarmi? Volermi bene? Ci provo, ogni giorno. Magari prima o poi ci riuscirò davvero.

Chi è che non ti ama, o non ti ha amato, perchè non eri e non facevi abbastanza? E tu, ritiri davvero il tuo amore quando qualcuno non è e non fa abbastanza?

La Vergine è sì il segno che giudica e critica, ma è anche il segno che si mette a servizio, che si gode le piccole cose, che lavora nel quotidiano, giorno dopo giorno, per sè e per gli altri, curando il corpo, la casa, gli animali e le piante, la Vergine è cura.

Ovviamente cercare un riconoscimento all'esterno è sempre una tattica fallimentare, perchè spostiamo l'attenzione sugli altri anzichè sui nostri bisogni, ma io allora ti chiedo: se senti il bisogno di lasciare il segno, dove? In cosa? Cosa puoi e vuoi fare per cambiare il mondo? Perchè io sono certa che tu lo possa fare; solo che spesso l'errore che facciamo è pensare che il mondo lo possano cambiare solo i grandi della Terra, ma non è così, tu puoi cambiarne un pezzo, solo devi prendere la mira e decidere dove! Puoi scegliere di ripulire quel bosco dove vai a camminare, puoi scrivere a un giornale per comunicare quello che pensi, puoi insegnare a qualcuno qualcosa che mai avrebbe immaginato, puoi trasformare il tuo terrazzo in un rifugio per farfalle e uccellini.... Mi sembra inutile dirti "diventa più morbida con te stessa", perchè se tendi a giudicarti e sminuirti non è perchè io ti dico di non farlo che smetterai di farlo, ma ti dico trasforma questo senso critico: se stasera vai a letto sentendoti frustrata perchè non hai agito in una determinata situazione, domattina alzati e fallo, perchè hai tutta l'energia per farlo, e allore invece di implodere esplodi e risplendi!

Allora, nella mia osservazione ho chiaramente percepito l'irritazione che saliva. Proprio irritata, lamentosa, non mi andava bene nulla. Ho litigato con un'amica, con il dottorino... poi ho cercato l'elemento comune. Quello che ho notato è che l'irritazione è data da situazioni in cui non dico qualcosa. Nel bene o nel male, a torto o ragione, situazioni in cui per qualche motivo devo essere diplomatica, o cerco di non dire qualcosa per il quieto vivere, mi rendono una pentola a pressione. Può sembrare banale, ma mi rendo conto che per me è un tema importante e di vecchia data, da quando papà diceva "parlane pure, non è un problema" e mamma "non dire niente, mi raccomando".... Insomma, è una dicotomia che mi porto dietro da tanto. QUello che ho visto è stato chesono riuscita a parlare con il dottorino della questione su cui discutevamo, e siamo stati intimi e profondi, ed è andata bene. Diciamo che il compito per il prossimo ciclo è cercare la verità dietro l'irritazione, e parlarne in un momento di calma!

E voi? Chi ci racconta il suo quinto ciclo? O il quarto, il terzo, il secondo.....

Cara Nike, le tue osservazioni sono più che vere, sacrosante.
La Vergine è cura, dici. E' vero. Però se non trovo un equilibrio, va a finire che la cura si trasforma in risentimento, perché io DEVO fare delle cose per gli altri, e non VOGLIO.

Con il tempo, con la riflessione, con tanta pazienza sto arrivando a capirmi un po' meglio, anche a scoprire parti di me che non pensavo esistessero, e invece ci sono, ma se ne stanno in un angolino, nascoste agli occhi di tutti. Perché qualcuno o qualcosa, nel mio passato, mi ha convinto che quelle parti sono sbagliate. Che le parti "giuste" e "vincenti" sono solo altre. Che se voglio ricevere affetto, quelle parti più deboli, indolenti, creative e imprevedibili le devo nascondere e soppiantare con la rigidità, l'organizzazione, l'ambizione.

Ma tanto prima o poi tutto questo "si paga". A volte mi rattristo, perché sento di aver trascurato totalmente una parte di me. Altre volte sono felice, perché ora ne sono consapevole e posso lavorarci, e posso riportarla a galla.
Sai, non è inutile quando mi dici "diventa più morbida con te stessa": ho bisogno di sentirmelo dire, ho bisogno di capire e imparare che essere un po' comprensivi con se stessi non è un crimine, non è un difetto. E' solamente umano.
Voglio davvero esplodere e risplendere, e voglio provare a farlo in maniera diversa dal passato. Cercando all'interno la felicità, e non comportandomi come penso che sia giusto comportarsi, come gli altri si aspettano che io mi comporti, perché voglio ESSERE felice, non SEMBRARLO.

Mi ricordo tanto la frase di un film che mi ha colpita molto.
"Mio padre ha messo un'ombra buia dentro di me e non glielo posso perdonare ma ora essa è parte di me e come posso dolermi di ciò che sono?" ("Mary Reilly")

Continuerò di certo a provarci e a coltivare un po' di più tutto quello che ho lasciato nell'ombra, per riportarlo alla luce.

Finalmente rispondo a questo topic!
Ho fatto l'osservazione di questa tappa almeno 3 volte
E adesso ho sicuramente il quadro più chiaro di cosa accade in fase luteale, una fase con cui avevo scarso rapporto in precedenza e che ho imparato a coltivare tanto quanto la fase follicolare.

Ho avuto difficoltà inizialmente con il concetto di "critico interiore" perché l'auto-critica è qualcosa che per carattere mi accompagna quotidianamente, perciò è come se fosse sempre presente, ma anche in questo modo assente, un dato scontato sullo sfondo, non qualcosa da incontrare in momenti diversi e di cui accorgersi. La difficoltà era anche legata al fatto che in fase luteale mi percepisco molto più "morbida", paziente e dolce con gli altri e con me stessa, quindi proprio l'opposto di quello che si può immaginare la "voce critica".

E' stato solo allargando questo concetto che ho potuto fare esperienza di questo particolare aspetto che tende ad emergere quando un ciclo sta per concludersi. E' uno sguardo di riflessione gettato sul cerchio appena tracciato, ma è anche uno sguardo in avanti di preparazione al nuovo ciclo che sta per aprirsi. E' un soppesare maturo ed equilibrato di ciò che è stato compiuto nella fase precedente. Se c'è quindi una cosa su cui pongo lo sguardo critico in questa fase, è su ciò che ho "seminato" nella fase precedente (follicolare) dalla quale dipende ciò che posso "raccogliere" nella fase seguente (luteale). Ma non è un rimprovero, è uno sguardo valutativo, un soppesare e un invito a fare le cose diversamente, dove necessario, nel ciclo successivo, a sfruttare/cavalcare le energie in modo da ottimizzarle e anche forse a evitare gli eccessi che possono caratterizzarmi nella fase "scalmanata" follicolare. Magari mi guardo indietro e penso "ma perché ho avuto il bisogno di fare questo? dovevo proprio?" e spesso magari la risposta è sì, però è vista con occhi un po' diversi.

La fase premestruale è anche sicuramente un momento in cui sono più sensibile alle ingiustizie. E qui mi ricollego ad un esempio riportato da Alexandra Pope nel libro "La Pillola", quando parla di un'assistente che durante un servizio fotografico ad una donna incinta sente il fotografo farle dei commenti inappropriati e reagisce ad alta voce, non potendosi quasi trattenere dal rispondere (perché in fase premestruale, nella spiegazione della Pope). Questo è qualcosa a cui sono riuscita a ricollegarmi, infatti in fase luteale il mio ragazzo mi dice sempre che sono "piagnolina", ed è vero che mi commuovo molto più facilmente davanti ad esempio alle situazioni svantaggiate degli altri, sento molto di più il peso delle ingiustizie verso il prossimo e cresce il sentimento di riparazione, il voler far qualcosa per aiutarli.

Nota extra sulla fase premestruale: da quando accetto la mia natura più "morbida", dal punto di vista psico-fisico (ne ho parlato nei cicli precedenti), anche la forte ritenzione idrica che mi accompagnava sempre in fase luteale (e a cui ho dato il significato di volermi far notare la mia parte "femminile", "morbida") si è molto ridotta.

Per risponde alla riflessione finale:
Quali sono le tematiche che emergono prima delle mestruazioni? Cosa criticate maggiormente in voi e negli altri? Dove viene portata la tua attenzione dal critico interiore? E cosa c'è di vero in tutto questo? E come potete portarlo a frutto nel prossimo ciclo?

Le tematiche che emergono sono sicuramente relative alle ingiustizie, sia quelle che vedo fuori di me, sia quelle che possono essere causate da me con le mie azioni (anche nei confronti di me stessa), sono sensibile alle cose "fatte bene", all'equilibrio, alla giustizia, alla stabilità e alla conservazione, se dovessi riassumere il mio critico interiore, direi che è ha la vocazione del mediatore. Come mi rapprto al critico interiore? Va benissimo che sia un appuntamento periodico, sono contenta di lasciar fare le energie della fase follicolare il loro corso, sapendo che poi arriverà la fase del bilancio al termine. E' un ritmo che devo in generale imparare ad apprezzare, perché la mia tendenza è fare tutto bene subito e invece è molto utile prima "fare" e poi "valutare" ed eventualmente correggere, rivedere. Questa è una strategia che il mio ciclo mestruale mi insegna e che posso però esportare e applicare al di fuori

Sto facendo fatica a rispondere a questo quinto ciclo, nonostante mi sia impegnata a scrivere tutti i giorni le osservazioni riguardo al critico interiore e un po' tutto quello che mi passava per la testa.
Ecco, io il critico ce l'ho 365 giorni all'anno (quest'anno 366!) ed è un critico rivolto un po' a tutti, peccato che quand'è rivolto agli altri non mi renda immediatamente conto di quanto sono fastidiosa, rompiscatole, indisponenente. Il mio ragazzo mi ha fatto notare, in questa fase premestruale, che sono sempre arrabbiata e che faccio l'acida ed ha ragione ma è più forte di me, nelle prime fasi del ciclo lo controllo un pochino meglio perchè sono meno irritabile, in premestruo mi sono scoperta molto più acida...pensare che all'inizio di questo percorso mi sembrava tutto il contrario! Forse perchè do sfogo a tutto il nervoso che ho dentro senza controllo mentre all'inizio del ciclo rimane come un pochino addormentato ma cova? Mah! Mi innervosisco per poco, vorrei che le persone intorno a me capissero al volo quello che penso, soprattutto le persone più vicine a me come genitori e fidanzato. Noto gli errori degli altri più dei miei e mi pesano più dei miei anche se ragionando so di non averne alcun diritto. Interpreto i pensieri degli altri sempre con accezione negativa se c'è un minimo di spazio d'interpretazione. Vorrei che gli altri facessero quello che io non ho il coraggio di fare e se non lo fanno, dentro di me, gliene faccio quasi una colpa. Ma poi non è che non rivolga questo critico anche verso me stessa, solo che lo dovrei fare prima di parlare e pensare male degli altri. E poi il punto è che, una volta trovato il mio errore, devo cercare di migliorare e non perseverare col mio atteggiamento, come spesso faccio. Ma ho anche capito che è meglio se mi concentro su un atteggiamento alla volta altrimenti c'è troppa carne al fuoco dentro di me e non arrivo da nessuna parte, sono solo più confusa. l punto è che io tendo a volere tutto e subito e invece queste sono cose che non posso modificare subito, sono cose su cui devo lavorare oggi, domani e per il resto della vita.