Eye Movement Desensitization and Reprocessing - EMDR

ArdathLilith ha scritto: (riguardano il complesso rapporto che ho con mio padre, a cui voglio molto bene ma di cui ho come "subìto" l'infelicità per tutta la vita).

Stesso problema con mio padre, purtroppo!
A me questa pratica spaventa un po', non è che si possono smuovere emozioni o altro troppo velocemente e provocare traumi, anziché sedarli? Temo possa mancare il tempo necessario per metabolizzarli...una psicologa di diceva di stare attenta col Reiki per questo motivo.
Poi il movimento oculare indotto, n,i fa pensare alla scena di Arancia Meccanica in cui obbligano il protagonista a guardare il film tenendogli fermi gli occhi con delle "pinze"?
Penso siano due cose nettamente differenti, ma inconsciamente mi sorgono queste immagini, ma sono un caso particolare...anche nei massaggi rilassanti in me provocano ansia ed emozioni caotiche. Vabbe' sono folle...

No, beh, Sefora, non sei folle

La tecnica in effetti porta a galla emozioni e ricordi sopiti e in modo anche abbastanza "violento", ma è proprio grazie al movimento oculare, a quanto ho capito, che il tutto non sfocia mai nella disperazione o nel panico più totale.

Poi, la mia psicologa (che è uno dei medici "buoni" che ho incontrato in questo periodo, perché invece per la questione vaggggina è un incubo) è disponibile e mi ha detto che la posso chiamare in qualsiasi momento, dovessero affiorare emozioni, sensazioni o stati d'animo che non so gestire.
Una volta l'ho anche fatto, in effetti!

Devo dire la verità: per circa un mese e mezzo ho inconsciamente evitato l'EMDR. Dovevamo partire con le sedute, ma tergiversavo, parlavo molto e alla fine non avanzava tempo, proprio perché anche io ero spaventata da due cose in realtà: che tirasse fuori qualcosa che non so oppure - questa è comica - che non tirasse fuori niente! Avevo quasi più paura che "non funzionasse"...
Sai, quando ti senti sbagliata in tutto, sentirti sbagliata anche mentre fai terapia non è il massimo. E sì che la mia dottoressa me lo dice e me lo ripete, che non è un esame, che non si tratta di "giusto o sbagliato" eccetera. Certo che siam fatte strane...

La sfera affettiva-emozionale è sempre difficile da gestire razionalmente, può far emergere qualche sorpresa, talvolta sgradita, proprio per l'eventuale perdita di controllo...
L'EMDR è una terapia piuttosto inusitata e poco conosciuta ancora, quindi desta negli scettici qualche sospetto.
Sono felice che tu mi possa capire, allora le mie perplessità non sono proprio follie oppure siamo entrambe "fuori"...

Lo so, io la terapeuta però l'avevo scelta proprio perché affiancava le due terapie. So che è sperimentale, ma visto che non prevede farmaci e che, sperimentata senza saperlo sulla mia pelle, mi ha "rimessa in moto", penso che possa essere un tentativo interessante in casi ritenuti idonei dallo specialista.

Poi, Seofra, che siamo entrambe "fuori", secondo me, non c'è molto dubbio

"La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità." (Il cappellaio matto)

Beh, se la tua psicologa ha valutato possa esser di aiuto al tuo percorso terapeutico, allora fai bene a provare anche questa terapia sperimentale. Io ho uno psichiatra che segue la psicologia dinamica che è più psicanalisi, ma gli chiederò se conosce e cosa ne pensa dell'EMDR.
Ma per ora hai tratto solo benefici? Nessun effetto collaterale?

Per ora solo benefici. Negli ultimi due anni sono stata così male (senza rendermene conto) che niente può essere più traumatico di quello. Due anni di ansia quasi costante che io avevo interpretato come parte del mio "carattere", stanchezza cronica come parte dell'età adulta, sessualità sotto le scarpe, voglia di morire, pensiero fisso ambivalente della morte (paura folle e voglia di suicidio)...
Quindi, dopo un periodo iniziale di TCC in cui mi sono riassestata un po', sto affrontando il mio passato. Fai conto che l'EMDR è un po' come fare analisi... molto accelerata!
NON voglio dire che non ci siano effetti collaterali, ma quelli che mi sono stati presentati sono minimi, io non li ho mai provati finora e le mie reazioni mi convincono a continuare.
Io, ad esempio, non ho un buon rapporto con la psichiatria e con i medicinali... Anzi, devo dire che l'approccio psichiatrico non riesce a convincermi e mi lascia molto perplessa...

Il mio è uno psichiatra, ma affronta più la psicanalisi è contro il prescrivere psicofarmaci con disinvoltura, è proprio bravo, ma questo non dipende dal tipo di terapia, bensì dall'umanità che si trova in una persona. Con lui c'è molta empatia, mi capisce sempre e mi sprona nelle difficoltà, non potevo trovare di meglio! Però mi incuriosisce questa pratica poco conosciuta ancora...Quando hai tempo, mi descrivi con dovizia di particolari come si svolge una seduta di EMDR?

ArdathLilith ha scritto:Io, ad esempio, non ho un buon rapporto con la psichiatria e con i medicinali... Anzi, devo dire che l'approccio psichiatrico non riesce a convincermi e mi lascia molto perplessa...

Non tutti necessitano di terapia farmacologica. Ma questo serve serve. Ovviamente in concomitnza con una buona psicoterapia.

Come avevo scritto qualche tempo fa vi riporto quanto letto recentemente su l' EMDR su un libro che trattava del Disturbo Post Traumatico da Stress...
Questa tecnica (letteralmente “Desensibilizzazione e rielaborazione con il movimento degli occhi”) nasce negli Stati Uniti meno di vent’anni fa e, a dispetto del nome, non implica necessariamente il movimento degli occhi come momento importante della terapia.
Si tratta di far eseguire procedure meccaniche di ricordo e rievocazione delle esperienze negative (in un protocollo suddiviso in otto fasi), nel tentativo di far abituare (“desensibilizzare”) il paziente ai ricordi traumatici, distraendolo (rielaborazione attiva del ricordo) facendogli compiere movimenti ritmici degli occhi, oppure tamburellamenti o stimolazioni sonore.
Solo all’inizio la sua artefice, Francine Shapiro, pensava che il movimento degli occhi fosse l’unico metodo per far si che il cervello avesse l’energia necessaria per rielaborare l’evento negativo; successivamente sono state introdotte anche stimolazioni sensoriali tattili o uditive (Shapiro, Forrest, 1997).
Nel caso in cui si scelga il movimento oculare, il metodo consiste nel sottoporre il paziente a diversi set di questi movimenti oculari mentre e’ concentrato sulle emozioni negative. Successivamente si ripete il tutto facendolo concentrare sulle condizioni desiderabili. Ogni volta si fa autovalutare al soggetto stesso sia il grado di disagio sia il grado in cui si sente come veritiera la condizione desiderabile.
L’ EMDR si basa sul presupposto secondo cui traumi o perdite non risolte possano inibire la normale elaborazione dei ricordi interferendo con i meccanismi di registrazione e immagazzinamento delle informazioni.
Il trauma sarebbe “intrappolato” nella rete neurale insieme con le emozioni, convinzioni e sensazioni fisiche in atto al momento dell’evento. Se quindi si evoca il ricordo traumatico in tutte le sue componenti (visiva, emotiva, cognitiva e fisica) si stimola il sistema adattivo (ovvero quello funzionale) spostando il ricordo verso una risoluzione positiva.
Questa tecnica viene spesso inserita all’interno delle terapie cognitivo-comportamentali, ma dal nostro punto di vista dovrebbe piuttosto rientrare in quelle di tipo ipnotico. Se analizziamo in concreto il processo terapeutico, infatti, appare evidente come questo consista nell’indurre una sorta di “suggestione ipnotica” all’interno della quale la persona viene guidata a provare tutta una serie di emozioni positive da sostituire a quelle negative del trauma.
Studi recenti (Gunter, Bodner, 2008) sostengono che i movimenti oculari sono semplicemente una sorta di “distrattore motorio” con una lieve carica suggestiva (aspetto che ne aumenterebbe l’effetto placebo) in grado di ridurre l’ansia durante l’esposizione immaginativa al ricordo del trauma.
Da questo punto di vista, dunque, l’ EMDR creerebbe un effetto di tipo “catartico” che, come tutti i processi di catarsi liberatoria, solitamente produce un buon risultato immediato, ma spesso svanisce con il passare del tempo.
Questa ipotesi e’ stata convalidata da numerosi studi (si veda il numero speciale del Journal of Anxiety Disorder, 1999) che hanno dato vita a quella che oggi viene definita la “Controversia EMDR”, un filone di ricerca che sembra avvalorare l’idea della non persistenza nel tempo degli effetti di questa tecnica.
D’altra parte qualsiasi manovra di sblocco, se non viene seguita da un lavoro di riorganizzazione funzionale del sistema percettivo-reattivo della persona, corre il rischio di vedere svanire i suoi effetti alla prima difficolta’ incontrata. In altri termini, se non si guida il paziente a creare un nuovo equilibrio funzionale che si sostituisca a quello precedente disfunzionale, e’ molto probabile che si assista a ricadute e alla ricomparsa dei sintomi.

Federica Cagnoni, Roberta Milanese, Cambiare il Passato, 2009, Ponte alle Grazie

Grazie Moonriver, molto interessante. Leggendo questo estratto, mi convinco ancora di più della bontà dell'approccio della psicologa che mi segue. In particolare, questo punto:

D’altra parte qualsiasi manovra di sblocco, se non viene seguita da un lavoro di riorganizzazione funzionale del sistema percettivo-reattivo della persona, corre il rischio di vedere svanire i suoi effetti alla prima difficolta’ incontrata. In altri termini, se non si guida il paziente a creare un nuovo equilibrio funzionale che si sostituisca a quello precedente disfunzionale, e’ molto probabile che si assista a ricadute e alla ricomparsa dei sintomi.

L'EMDR, nel mio caso perlomeno, è inserito all'interno di una terapia molto più ampia e quello che emerge dalle sedute non è poi "lasciato così", ma viene approfondito secondo varie modalità, con ritmi costanti e assiduità.

Grazie davvero per questo estratto! Sicuramente sarà utile anche a chi non pratica la terapia e magari vuole approfondirla per decidere se fa per lui/lei oppure no (perché può anche darsi di no, è solo uno strumento, mica la verità assoluta )