I prodromi del travaglio: celebrare la lentezza!
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I prodromi del travaglio: celebrare la lentezza!
Ispirata in parte dall'invito autunnale a rallentare, a riflettere, a rivolgersi internamente, ed in parte all'esperienza recente di una mia conoscente oltreoceano che ha affrontato il suo primo travaglio proprio in questi giorni, mi sento di condividere questo spazio per soffermarci un po' insieme su quella fase delicatissima che sono le ultime settimane di gravidanza!
Se avete fatto una preparazione al parto, vi saranno stati sicuramente insegnati i segnali "prodromici" di travaglio (o prodromi di travaglio), ovvero quella serie di piccoli e grandi cambiamenti che si associano all'ingresso in travaglio.
Rimane, però, molta confusione su come interpretare o gestire questi segnali e in generale che rapporto avere con l'ultimissima fase di gestazione, e perché? Come sempre, per una questione di approccio. Sì, di filosofia applicata alla nascita (che è poi sempre, spoiler alert, filosofia sulla vita! Comincio a essere monotona )
In questo post vorrei illustrarvi alcune comuni "trappole" prodromiche e come affrontarle per non avere più sorprese del dovuto!
Iniziamo col tenere presente che l'evento del parto non è un evento a sé, scollegato da tutto il resto.
La donna non è incinta per un certo tempo e poi un giorno, boom! inizia il parto
Il travaglio attivo infatti non è che l'esito più visibile o più "fertile" di un processo di preparazione verso la nascita (allo stesso identico modo in cui tutta la fase follicolare vi prepara all'ovulazione, culminando nel periodo fertile!)
Allora accompagnare tutta questa progressione, incoraggiando una visione di continuità, può davvero portarci a modificare sensibilmente tutta l'esperienza, fino alla nascita vera e propria!
Qui ti illustro alcuni prodromi molto comuni e capirai che la loro presenza/assenza o intensità non rappresenta mai un segnale sicuro e certo che il travaglio sia proprio dietro l'angolo, ma che il corpo si sta lentamente preparando. E che va benissimo così!
- le contrazioni. Già dalla 20° settimana circa di gestazione possono comparire le contrazioni dette di Braxton-Hicks (ma poi, perché devono appartenere proprio a lui? se è la partoriente a sentirle?). Queste "onde", tipicamente all'inizio non dolorose, caratterizzate da una sensazione di "indurimento" della pancia, non sono "scollegate" dalle contrazioni che si avvertiranno più avanti, che diventeranno più ravvicinate e più intense, fino ad avere un comportamento più simile al caratteristico 5-1-1 del travaglio attivo.
A volte ci si tiene molto a voler distinguere le contrazioni "vere" da quelle chiamate a volte proprio "false" Ecco, non c'è nulla di falso nell'esperienza di una donna incinta che sperimenta contrazioni. Semplicemente ci sono contrazioni che risulteranno più vicine al momento della nascita e contrazioni molto più lontane. Ma tutte le contrazioni sono preparatorie per l'utero, che fa le prove, sperimenta, si allena, organizza la circolazione sanguigna e soprattutto attiva la consapevolezza psicologica della donna che un evento importante sta per accadere (prima o poi )
N.B. se le contrazioni sono dolorose, intense o molto ravvicinate prima della 37° settimana, consulta sempre il tuo provider di cure mediche per escludere o rallentare un travaglio pre-termine.
- lo scioglimento del tappo del muco. Questo può avvenire in un'unica soluzione, e in questo caso la donna vedrà veri e propri "pezzi" del tappo di muco e a volte anche il tappo intero con il suo bellissimo aspetto a "cavatappi" / spirale; mentre in altri casi la sua dissoluzione avviene più gradualmente, e in quel caso la donna osserva la presenza di muco, spesso molto simile al muco di tipo fertile, ma in generale al muco cervicale, dato che le cellule che lo hanno prodotto sono esattamente le stesse! Questo può avvenire molto a ridosso del parto oppure già diverse settimane prima, in quanto il tappo ha la capacità di riformarsi se il travaglio poi non segue perché il bambino non è pronto.
- i cambiamenti nel posizionamento fetale. In Italiano è il cosidetto "impegno", in Inglese si parla del "dropping", inteso come la manifestazione visibile del fatto che il bambino si sta cominciando ad "impegnare" verso il canale cervicale e di conseguenza la pancia potrebbe "abbassarsi" visivamente e/o la madre percepire il bambino che adesso si muove più in basso ed esercita più pressione sul pavimento pelvico.
- le modifiche della cervice uterina. Tipicamente verificate nel contesto di una visita ginecologica/ostetrica, sono modifiche che riguardano la consistenza, l'altezza e la posizione della cervice, il canale che dovrà aprirsi gradualmente per consentire il passaggio del neonato! E' bene sapere che una donna può imparare a monitorare il suo proprio travaglio con l'auto-ispezione - preferibilmente non sul momento, ma con l'adeguata preparazione un corso sui metodi naturali te lo insegna!
- una sensazione generale. La prova del portentoso intuito materno (e femminile!) le sensazioni psicofisiche sono comunicazioni importantissime che si realizzano tra il corpo e la mente. Ti possono raccontare molto di più di quanto possa fare qualcuno dall'esterno, se sai come ascoltarle ed interpretarle (noterai che i paralleli con il monitoraggio della fertilità sono davvero tantissimi!). Molte donne si "sentono" che il bambino sta per nascere o comunque che qualcosa è cambiato. Magari sperimentano il nesting, definito come la motivazione irrefrenabile a sistemare casa, pulire, organizzare, in modo che tutto sia pronto per la nascita Ma possono scoraggiarsi e smettere di ascoltare quelle sensazioni, se non portano al bambino nell'immediato. Questo è proprio l'errore di prospettiva che rischiamo di commettere. Tutto quello che senti a livello di cambiamento contribuirà al parto, che sia vicino o lontano segui l'onda!
- i movimenti intestinali. Sintomo tipico durante la prima fase di travaglio, quando ancora le contrazioni sono incerte oppure si stanno ravvicinando, l'aumentata frequenza di svuotamento intestinale è un modo intelligentissimo del corpo di fare spazio e permettere che l'utero si possa contrarre agevolmente. Può però precedere l'avvio del travaglio di diversi giorni e non è necessariamente collegato ad un parto super-imminente.
- la rottura delle "acque" (membrane). Questo è il segnale più complesso perché è quello che per molte donne improvvisamente rende l'evento più reale e psicologicamente più vicino! Ma lo sarà anche temporalmente? La maggior parte dei protocolli di assistenza al parto prevede la possibilità di attendere 48/72, in assenza di indicatori di rischio, prima di intervenire sul parto. Perché dovremmo intervenire sul parto? Perché purtroppo la rottura delle membrane di fatto consiste in un modico aumentato rischio di infezioni e dunque di complicazioni, perché ora il canale è più esposto all'esterno di prima. Per questo diventa fondamentale limitare il rischio di contaminazione in questa fase (e questo include i controlli vaginali troppo frequenti!) e purtroppo si collega alla necessità che il parto si determini a breve. E' anche quindi fondamentale evitare di provocare la rottura delle membrane prima che sia il momento giusto! Continua a leggere per capire il motivo...
Veniamo a noi! Cosa fa tipicamente una donna quando sperimenta questi segnali? Cosa dovrebbe fare (nell'ottica di rendersi la vita più facile e la nascita più serena)? Come colmare questa distanza?
-> NON accelerare MA rallentare!
Lo so che questo è controintuitivo, perché stai anticipando il "grande evento", ma ti assicuro che è l'errore numero 1.
L'idea è che ci sia una montata crescente di questi segnali verso il parto e che condurranno direttamente ad esso.
La realtà può essere moooolto meno lineare - e se ci sei passata, lo sai! (ma anche se conosci con esattezza il comportamento della finestra fertile che precede l'ovulazione)
Spesso quando si presentano questi segnali, comincia la pressione. Una pressione tutta orientata alla performance, ovvero partorire "presto e bene" (?). Aggiungiamoci l'insidia pervasiva della data presunta del parto! Quel numeretto che, se non conosci perfettamente la tua data di ovulazione nel ciclo del concepimento, puoi anche lanciare dalla finestra, tanto è inutile sul piano medico! Mentre psicologicamente è molto dannosa, perché collegata a pressioni esterne (parenti, amici, staff) ed interne (la tua ideale personale di quando devi partorire), che generano una motivazione a fare anche ciò che non serve.
E veniamo infine al motivo principale di tutto questo: il travaglio non può mai essere efficacemente accelerato. Si può forzarlo, con varie procedure. Che è molto, molto diverso. E diversa sarà l'esperienza che genera.
Perché, il travaglio attivo inizia soltanto quando il bambino è pronto. I suoi polmoni, quando sono finalmente pronti per la respirazione terrena, inviano un segnale al corpo della madre, che genera l'avvio di contrazioni produttive. Il bambino è anche pronto, a questo punto, a partecipare alla sua nascita. Infatti fa un lavoro molto importante, anche se noi tendiamo a non considerarlo, ma in altre culture, come nell'Antica Grecia invece questa consapevolezza c'era. Il bambino nasce e la madre e il mondo esterno lo accolgono, facilitano, proteggono nel suo viaggio.
Quando dico che "i bambini si scelgono il loro compleanno", non scherzo se lo scelgono e se lo vivono. Affrettare qualcosa che non è pronto porta solo guai!
Ad esempio, può accadere che quando si percepiscono segnali di cambiamento oppure semplicemente si sta avvicinando la data presunta del parto, la donna cominci ad intraprendere una serie di azioni intese a "facilitare" il travaglio.
Ma queste azioni agiscono meccanicamente sull'utero, non rendono il bambino più pronto a nascere! Quindi il rischio è stressare l'utero, stressare il proprio corpo e la propria mente, dissipare fino a cancellare la sensazione di sicurezza di cui il corpo ha bisogno per nascere e sostituirla con l'urgenza! Tutto questo rema contro il processo del parto. Non solo non lo facilita, lo ostacola di fatto!
Può accadere che si rompano le acque prima che il bambino sia pronto, proprio perché abbiamo cercato di accelerare in qualche modo. O, peggio ancora, ci sottoponiamo ad interventi medici che hanno l'intento di procurare l'avvio del travaglio, dall'amniorexi ad altre forme di induzione farmacologica del parto. Ma una induzione su due finisce in cesareo. Dell'altra metà, una serie saranno parti operativi, parti in analgesia, parti sofferti. E in assenza di alcun bisogno che andasse così.
Rispettare la nascita significa rispettare i suoi tempi. E di nuovo, è lo stesso identico insegnamento che ci dà la nostra fertilità ciclica!
Cosa fare, allora, in attesa del parto?
R-I-P-O-S-A-R-E dormi, riposati, fermati. Vai lentissima.
Nutriti. Idratati. Respira e goditi il presente.
Dopo avrai bisogno di tutte le energie che puoi accumulare
E tu? Come hai vissuto o stai vivendo questa fase di attesa nell'attesa?
Se avete fatto una preparazione al parto, vi saranno stati sicuramente insegnati i segnali "prodromici" di travaglio (o prodromi di travaglio), ovvero quella serie di piccoli e grandi cambiamenti che si associano all'ingresso in travaglio.
Rimane, però, molta confusione su come interpretare o gestire questi segnali e in generale che rapporto avere con l'ultimissima fase di gestazione, e perché? Come sempre, per una questione di approccio. Sì, di filosofia applicata alla nascita (che è poi sempre, spoiler alert, filosofia sulla vita! Comincio a essere monotona )
In questo post vorrei illustrarvi alcune comuni "trappole" prodromiche e come affrontarle per non avere più sorprese del dovuto!
Iniziamo col tenere presente che l'evento del parto non è un evento a sé, scollegato da tutto il resto.
La donna non è incinta per un certo tempo e poi un giorno, boom! inizia il parto
Il travaglio attivo infatti non è che l'esito più visibile o più "fertile" di un processo di preparazione verso la nascita (allo stesso identico modo in cui tutta la fase follicolare vi prepara all'ovulazione, culminando nel periodo fertile!)
Allora accompagnare tutta questa progressione, incoraggiando una visione di continuità, può davvero portarci a modificare sensibilmente tutta l'esperienza, fino alla nascita vera e propria!
Qui ti illustro alcuni prodromi molto comuni e capirai che la loro presenza/assenza o intensità non rappresenta mai un segnale sicuro e certo che il travaglio sia proprio dietro l'angolo, ma che il corpo si sta lentamente preparando. E che va benissimo così!
- le contrazioni. Già dalla 20° settimana circa di gestazione possono comparire le contrazioni dette di Braxton-Hicks (ma poi, perché devono appartenere proprio a lui? se è la partoriente a sentirle?). Queste "onde", tipicamente all'inizio non dolorose, caratterizzate da una sensazione di "indurimento" della pancia, non sono "scollegate" dalle contrazioni che si avvertiranno più avanti, che diventeranno più ravvicinate e più intense, fino ad avere un comportamento più simile al caratteristico 5-1-1 del travaglio attivo.
A volte ci si tiene molto a voler distinguere le contrazioni "vere" da quelle chiamate a volte proprio "false" Ecco, non c'è nulla di falso nell'esperienza di una donna incinta che sperimenta contrazioni. Semplicemente ci sono contrazioni che risulteranno più vicine al momento della nascita e contrazioni molto più lontane. Ma tutte le contrazioni sono preparatorie per l'utero, che fa le prove, sperimenta, si allena, organizza la circolazione sanguigna e soprattutto attiva la consapevolezza psicologica della donna che un evento importante sta per accadere (prima o poi )
N.B. se le contrazioni sono dolorose, intense o molto ravvicinate prima della 37° settimana, consulta sempre il tuo provider di cure mediche per escludere o rallentare un travaglio pre-termine.
- lo scioglimento del tappo del muco. Questo può avvenire in un'unica soluzione, e in questo caso la donna vedrà veri e propri "pezzi" del tappo di muco e a volte anche il tappo intero con il suo bellissimo aspetto a "cavatappi" / spirale; mentre in altri casi la sua dissoluzione avviene più gradualmente, e in quel caso la donna osserva la presenza di muco, spesso molto simile al muco di tipo fertile, ma in generale al muco cervicale, dato che le cellule che lo hanno prodotto sono esattamente le stesse! Questo può avvenire molto a ridosso del parto oppure già diverse settimane prima, in quanto il tappo ha la capacità di riformarsi se il travaglio poi non segue perché il bambino non è pronto.
- i cambiamenti nel posizionamento fetale. In Italiano è il cosidetto "impegno", in Inglese si parla del "dropping", inteso come la manifestazione visibile del fatto che il bambino si sta cominciando ad "impegnare" verso il canale cervicale e di conseguenza la pancia potrebbe "abbassarsi" visivamente e/o la madre percepire il bambino che adesso si muove più in basso ed esercita più pressione sul pavimento pelvico.
- le modifiche della cervice uterina. Tipicamente verificate nel contesto di una visita ginecologica/ostetrica, sono modifiche che riguardano la consistenza, l'altezza e la posizione della cervice, il canale che dovrà aprirsi gradualmente per consentire il passaggio del neonato! E' bene sapere che una donna può imparare a monitorare il suo proprio travaglio con l'auto-ispezione - preferibilmente non sul momento, ma con l'adeguata preparazione un corso sui metodi naturali te lo insegna!
- una sensazione generale. La prova del portentoso intuito materno (e femminile!) le sensazioni psicofisiche sono comunicazioni importantissime che si realizzano tra il corpo e la mente. Ti possono raccontare molto di più di quanto possa fare qualcuno dall'esterno, se sai come ascoltarle ed interpretarle (noterai che i paralleli con il monitoraggio della fertilità sono davvero tantissimi!). Molte donne si "sentono" che il bambino sta per nascere o comunque che qualcosa è cambiato. Magari sperimentano il nesting, definito come la motivazione irrefrenabile a sistemare casa, pulire, organizzare, in modo che tutto sia pronto per la nascita Ma possono scoraggiarsi e smettere di ascoltare quelle sensazioni, se non portano al bambino nell'immediato. Questo è proprio l'errore di prospettiva che rischiamo di commettere. Tutto quello che senti a livello di cambiamento contribuirà al parto, che sia vicino o lontano segui l'onda!
- i movimenti intestinali. Sintomo tipico durante la prima fase di travaglio, quando ancora le contrazioni sono incerte oppure si stanno ravvicinando, l'aumentata frequenza di svuotamento intestinale è un modo intelligentissimo del corpo di fare spazio e permettere che l'utero si possa contrarre agevolmente. Può però precedere l'avvio del travaglio di diversi giorni e non è necessariamente collegato ad un parto super-imminente.
- la rottura delle "acque" (membrane). Questo è il segnale più complesso perché è quello che per molte donne improvvisamente rende l'evento più reale e psicologicamente più vicino! Ma lo sarà anche temporalmente? La maggior parte dei protocolli di assistenza al parto prevede la possibilità di attendere 48/72, in assenza di indicatori di rischio, prima di intervenire sul parto. Perché dovremmo intervenire sul parto? Perché purtroppo la rottura delle membrane di fatto consiste in un modico aumentato rischio di infezioni e dunque di complicazioni, perché ora il canale è più esposto all'esterno di prima. Per questo diventa fondamentale limitare il rischio di contaminazione in questa fase (e questo include i controlli vaginali troppo frequenti!) e purtroppo si collega alla necessità che il parto si determini a breve. E' anche quindi fondamentale evitare di provocare la rottura delle membrane prima che sia il momento giusto! Continua a leggere per capire il motivo...
Veniamo a noi! Cosa fa tipicamente una donna quando sperimenta questi segnali? Cosa dovrebbe fare (nell'ottica di rendersi la vita più facile e la nascita più serena)? Come colmare questa distanza?
-> NON accelerare MA rallentare!
Lo so che questo è controintuitivo, perché stai anticipando il "grande evento", ma ti assicuro che è l'errore numero 1.
L'idea è che ci sia una montata crescente di questi segnali verso il parto e che condurranno direttamente ad esso.
La realtà può essere moooolto meno lineare - e se ci sei passata, lo sai! (ma anche se conosci con esattezza il comportamento della finestra fertile che precede l'ovulazione)
Spesso quando si presentano questi segnali, comincia la pressione. Una pressione tutta orientata alla performance, ovvero partorire "presto e bene" (?). Aggiungiamoci l'insidia pervasiva della data presunta del parto! Quel numeretto che, se non conosci perfettamente la tua data di ovulazione nel ciclo del concepimento, puoi anche lanciare dalla finestra, tanto è inutile sul piano medico! Mentre psicologicamente è molto dannosa, perché collegata a pressioni esterne (parenti, amici, staff) ed interne (la tua ideale personale di quando devi partorire), che generano una motivazione a fare anche ciò che non serve.
E veniamo infine al motivo principale di tutto questo: il travaglio non può mai essere efficacemente accelerato. Si può forzarlo, con varie procedure. Che è molto, molto diverso. E diversa sarà l'esperienza che genera.
Perché, il travaglio attivo inizia soltanto quando il bambino è pronto. I suoi polmoni, quando sono finalmente pronti per la respirazione terrena, inviano un segnale al corpo della madre, che genera l'avvio di contrazioni produttive. Il bambino è anche pronto, a questo punto, a partecipare alla sua nascita. Infatti fa un lavoro molto importante, anche se noi tendiamo a non considerarlo, ma in altre culture, come nell'Antica Grecia invece questa consapevolezza c'era. Il bambino nasce e la madre e il mondo esterno lo accolgono, facilitano, proteggono nel suo viaggio.
Quando dico che "i bambini si scelgono il loro compleanno", non scherzo se lo scelgono e se lo vivono. Affrettare qualcosa che non è pronto porta solo guai!
Ad esempio, può accadere che quando si percepiscono segnali di cambiamento oppure semplicemente si sta avvicinando la data presunta del parto, la donna cominci ad intraprendere una serie di azioni intese a "facilitare" il travaglio.
Ma queste azioni agiscono meccanicamente sull'utero, non rendono il bambino più pronto a nascere! Quindi il rischio è stressare l'utero, stressare il proprio corpo e la propria mente, dissipare fino a cancellare la sensazione di sicurezza di cui il corpo ha bisogno per nascere e sostituirla con l'urgenza! Tutto questo rema contro il processo del parto. Non solo non lo facilita, lo ostacola di fatto!
Può accadere che si rompano le acque prima che il bambino sia pronto, proprio perché abbiamo cercato di accelerare in qualche modo. O, peggio ancora, ci sottoponiamo ad interventi medici che hanno l'intento di procurare l'avvio del travaglio, dall'amniorexi ad altre forme di induzione farmacologica del parto. Ma una induzione su due finisce in cesareo. Dell'altra metà, una serie saranno parti operativi, parti in analgesia, parti sofferti. E in assenza di alcun bisogno che andasse così.
Rispettare la nascita significa rispettare i suoi tempi. E di nuovo, è lo stesso identico insegnamento che ci dà la nostra fertilità ciclica!
Cosa fare, allora, in attesa del parto?
R-I-P-O-S-A-R-E dormi, riposati, fermati. Vai lentissima.
Nutriti. Idratati. Respira e goditi il presente.
Dopo avrai bisogno di tutte le energie che puoi accumulare
E tu? Come hai vissuto o stai vivendo questa fase di attesa nell'attesa?
_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: I prodromi del travaglio: celebrare la lentezza!
Questo topic calza veramente a pennello, visto che mi trovo esattamente in questa fase.
Venerdì scorso è stata una giornata tanto particolare, ho avuto parecchie contrazioni irregolari, la sera ho perso parte del tappo. Da quel giorno la pancia ha iniziato ad abbassarsi con tutto ciò che ne consegue: non ho più il reflusso che però è stato sostituito da fastidi più frequenti alla vescica, è aumentato il peso al basso ventre e mi sento parecchio indolenzita a livello di pavimento pelvico (come se fossi andata in bicicletta per tante ore). Allo stesso tempo mi sento parecchio più energica, lo scorso weekend l'ho trascorso a preparare ragù e lasagne da congelare, ho fatto spazio al congelatore, ho voluto completare le ultime cose rimaste in sospeso, ho fatto diverse lavatrici. Ora però è subentrato anche il bisogno di lentezza, me ne sono accorta soprattutto oggi perché mi sono svegliata alle 10 del mattino e anche nel pomeriggio ho fatto una dormita di due ore, domani pomeriggio mi concederò una bella seduta dalla parrucchiera.
Ammetto che un po' di impazienza c'è, più che altro perché sento qualche fastidio a livello fisico, però sento che Elsa sta bene, si muove come sempre e credo che voglia attendere ancora un po' per palesarsi. D'altronde diamole anche tempo, sono solo a 37+5! Sicuramente però non è facile, quando incontri gente che ti riempie di "eh ormai ci siamo", "eh ma ora la pancia è bassa"...sembra di avere il pubblico lì a fare il tifo!
Venerdì scorso è stata una giornata tanto particolare, ho avuto parecchie contrazioni irregolari, la sera ho perso parte del tappo. Da quel giorno la pancia ha iniziato ad abbassarsi con tutto ciò che ne consegue: non ho più il reflusso che però è stato sostituito da fastidi più frequenti alla vescica, è aumentato il peso al basso ventre e mi sento parecchio indolenzita a livello di pavimento pelvico (come se fossi andata in bicicletta per tante ore). Allo stesso tempo mi sento parecchio più energica, lo scorso weekend l'ho trascorso a preparare ragù e lasagne da congelare, ho fatto spazio al congelatore, ho voluto completare le ultime cose rimaste in sospeso, ho fatto diverse lavatrici. Ora però è subentrato anche il bisogno di lentezza, me ne sono accorta soprattutto oggi perché mi sono svegliata alle 10 del mattino e anche nel pomeriggio ho fatto una dormita di due ore, domani pomeriggio mi concederò una bella seduta dalla parrucchiera.
Ammetto che un po' di impazienza c'è, più che altro perché sento qualche fastidio a livello fisico, però sento che Elsa sta bene, si muove come sempre e credo che voglia attendere ancora un po' per palesarsi. D'altronde diamole anche tempo, sono solo a 37+5! Sicuramente però non è facile, quando incontri gente che ti riempie di "eh ormai ci siamo", "eh ma ora la pancia è bassa"...sembra di avere il pubblico lì a fare il tifo!
mulan- Numero di messaggi : 3150
Età : 35
Data d'iscrizione : 30.08.11
A Jessica piace questo messaggio.
Re: I prodromi del travaglio: celebrare la lentezza!
mulan ha scritto: Sicuramente però non è facile, quando incontri gente che ti riempie di "eh ormai ci siamo", "eh ma ora la pancia è bassa"...sembra di avere il pubblico lì a fare il tifo!
Ecco, hai colto proprio un punto centrale! Anche sapendo coscientemente che non dobbiamo farci influenzare (e conoscendo la data corretta di ovulazione come te, sei a postissimo con la coscienza ), poi diventa difficile sottrarre al nostro cervello emotivo quelle informazioni, pressioni, richieste...sono tutti stimoli che riceve e ai quali reagisce!
Io suggerisco la strategia "sorridere e annuire", tipo i pinguini di Madagascar
"Allora, manca poco ormai, eh?"
"Sì, sì certo, grazie!"
"Nasce presto la bimba..?"
"Sì, sì certo, grazie!"
"Quanto manca al parto?"
"Sì, sì certo, grazie!"
...
L'errore comune è cedere alle attenzioni sociali e mettersi lì a monitorare, contare, preoccuparsi o, peggio ancora (come purtroppo ha fatto la mia conoscente), documentare tutto e fare per giorni la cronaca quotidiana "Ancora niente!", "Ancora niente!", anche più volte al giorno.
Questo attiva l'allarme per la neocorteccia e intralcia di conseguenze la cascata ormonale del parto.
Spegnere la mente cosciente e attivare la dimensione del sogno!
_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: I prodromi del travaglio: celebrare la lentezza!
Hai proprio ragione Jessica, tra l'altro mi sono resa conto di come la gente consideri la data presunta del parto un po' come la scadenza dello yogurt.
Adesso mi dicono "falla stare ancora un altro po' buona buona, che è PRESTO", sono convinta che a 40+1 mi diranno "eh ma allora quand'è che nasce? Non è tardi?".
A parte i vari commenti, avendo sbrigato le varie trafile di visite e analisi devo dire che mi sto godendo questi giorni un po' come una vacanza: sveglia libera, faccio quello che mi sento, se ho voglia di sbrigare qualche faccenda lo faccio, se ho voglia di riposarmi idem. Rimango in ascolto, e sento che adesso Elsa ancora sta bene dov'è, se poi vorrà sorprenderci siamo pronti per lei.
Adesso mi dicono "falla stare ancora un altro po' buona buona, che è PRESTO", sono convinta che a 40+1 mi diranno "eh ma allora quand'è che nasce? Non è tardi?".
A parte i vari commenti, avendo sbrigato le varie trafile di visite e analisi devo dire che mi sto godendo questi giorni un po' come una vacanza: sveglia libera, faccio quello che mi sento, se ho voglia di sbrigare qualche faccenda lo faccio, se ho voglia di riposarmi idem. Rimango in ascolto, e sento che adesso Elsa ancora sta bene dov'è, se poi vorrà sorprenderci siamo pronti per lei.
mulan- Numero di messaggi : 3150
Età : 35
Data d'iscrizione : 30.08.11
Re: I prodromi del travaglio: celebrare la lentezza!
Assolutamente!! Perché sopravvive ancora troppo l’idea di associare valore ad un numeromulan ha scritto:come la gente consideri la data presunta del parto un po' come la scadenza dello yogurt.
Adesso mi dicono "falla stare ancora un altro po' buona buona, che è PRESTO", sono convinta che a 40+1 mi diranno "eh ma allora quand'è che nasce? Non è tardi?"
Anche se viene detto che la DDP è indicativa, dentro di sé la gente pensa “eh ma comunque vedrai che più vicino si è, meglio è”.
Lo fanno con il ciclo, dove c’è l’idea che 28 giorni, in fondo, sono in qualche modo MEGLIO di 29 o 30, tanto più di 24, 33 ecc.
Lo fanno cone le taglie, se la 44 è la taglia media, allora essere una 42 o 46 saranno MEGLIO delle altre taglie, e così via.
È vero che per varie cose esiste una norma centrica, ma vale qualcosa solo se quel “centro” che abbiamo individuato corrisponde da vicino ad una verità funzionale
Ad esempio, nel nostro campione del forum, ho potuto negli anni constatare che in effetti le donne che conoscono la loro data di ovulazione corretta, tendono effettivamente a partorire tra le 39 (e spiccioli) e le 41 (e spiccioli) settimane, quindi effettivamente mostrando una convergenza sulle 40 settimane circa.
Ma teniamo presente che la finestra tra questi due numeri sarebbe molto più ampia se tutte queste stesse donne avessero impiegato la data dell’ultima mestruazione per l’età gestazionale avrebbero procurato di fatto una forbice più vicina a quella che viene impiegata comunemente in ginecologia (37-42 settimane).
E quando si focalizza sulle 40 settimane calcolate in quel modo, quell’attenzione purtroppo è orientata su un momento a caso!
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Dott.ssa Jessica Borgogni
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A mulan piace questo messaggio.
Re: I prodromi del travaglio: celebrare la lentezza!
Ciao Jessica, rileggevo questo post e mi è sorto un dubbio: quando parli di azioni intese a facilitare il travaglio ti riferisci anche ai cosiddetti "rapporti mirati" (incredibile come la logica si ripeta a fine gravidanza )?Jessica ha scritto:Ad esempio, può accadere che quando si percepiscono segnali di cambiamento oppure semplicemente si sta avvicinando la data presunta del parto, la donna cominci ad intraprendere una serie di azioni intese a "facilitare" il travaglio.
Ma queste azioni agiscono meccanicamente sull'utero, non rendono il bambino più pronto a nascere! Quindi il rischio è stressare l'utero, stressare il proprio corpo e la propria mente, dissipare fino a cancellare la sensazione di sicurezza di cui il corpo ha bisogno per nascere e sostituirla con l'urgenza! Tutto questo rema contro il processo del parto. Non solo non lo facilita, lo ostacola di fatto!
Chiedo questa cosa perché CHIUNQUE (ginecologa, ostetrica, amiche, cognata...) mi sta dicendo che dovremmo avere rapporti frequenti per stimolare le contrazioni. Io in generale ho avuto un forte calo del desiderio in gravidanza, nonostante comunque cercassi una vicinanza e un'intimità con mio marito senza rapporti completi. Qualche rapporto c'è stato, ma da quando la testa della bambina si è impegnata ho un forte fastidio a livello di pavimento pelvico e l'idea di avere rapporti la sento oggettivamente come una forzatura, stessa cosa per mio marito che purtroppo è un po' in tensione. Possibile che in realtà si tratti, come dici tu, di semplici azioni meccaniche/chimiche sull'utero? Non parlo ovviamente di rapporti "spontanei", ma di questa sorta di frenesia che spesso si instaura a fine gravidanza.
mulan- Numero di messaggi : 3150
Età : 35
Data d'iscrizione : 30.08.11
Re: I prodromi del travaglio: celebrare la lentezza!
Anche a me avevano consigliato i rapporti per stimolare il travaglio, però nel mio caso avevo avuto anche un forte aumento del desiderio, quindi erano venuti naturali diciamo. nella seconda gravidanza invece era mio marito che "non voleva", si sentiva a disagio per la grandezza della pancia, quindi nulla, ma il travaglio è partito lo stesso!
Quindi secondo me se non vi sentite lasciate stare! mica è obbligatorio!
Quindi secondo me se non vi sentite lasciate stare! mica è obbligatorio!
Eowyn- Numero di messaggi : 3470
Età : 37
Località : Trento
Data d'iscrizione : 05.12.10
Re: I prodromi del travaglio: celebrare la lentezza!
Quello assolutamente Eowyn, non riesco proprio ad avere rapporti "a comando", era così anche in fase di ricerca: se avevamo voglia bene, altrimenti no, senza ansie.
Mi chiedevo appunto se entrare nel loop del "DEVO avere rapporti per avviare il travaglio" non fosse poi controproducente, diventando in questo caso un "dover fare qualcosa", anziché aspettare la naturale evoluzione delle cose.
Mi chiedevo appunto se entrare nel loop del "DEVO avere rapporti per avviare il travaglio" non fosse poi controproducente, diventando in questo caso un "dover fare qualcosa", anziché aspettare la naturale evoluzione delle cose.
mulan- Numero di messaggi : 3150
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Re: I prodromi del travaglio: celebrare la lentezza!
Mi riferisco a tutto quello che è fatto con la mentalità di "far nascere il bambino", dato che appunto tutto ciò che si può ottenere è una stimolazione meccanica del tratto riproduttivo, ma non si può accelerare la maturità del bambino stesso, dalla quale dipende l'avvio del travagliomulan ha scritto:quando parli di azioni intese a facilitare il travaglio ti riferisci anche ai cosiddetti "rapporti mirati"
I rapporti sessuali fanno eccezione però per il fatto che fanno parte del repertorio comportamentale umano e non rappresentano una stimolazione artificiale, quindi, se la coppia lo desidera e se la sente, fa benissimo a continuare l'attività sessuale (tranne nel caso in cui si siano già rotte le acque), perché come la Natura non fa niente a caso, nei rapporti sessuali un vantaggio c'è davvero infatti il liquido seminale contiene prostaglandine, che sono in grado di produrre contrazioni naturali nell'utero e contribuire ad ammorbidire ed aprire la cervice, "spianando" un pochino la strada al travaglio, se è imminente. Inoltre i benefici si estendono naturalmente all'ossigenazione dei tessuti, che ne migliora l'elasticità, e il rilascio di endorfine. Se l'ha fatto la Natura, è sempre utile
Nulla di questo però include l'approccio del "dovere": la frenesia che noti nel tuo entourage è appunto quella tensione che rischia di diventare ostile e controproducente e dalla quale ora più che mai è importante proteggersi e "fare bolla" intorno essere molto selettivi in questa fase rispetto agli input ricevuti, ripaga!
Siamo con te!
P.s. anche sui "rapporti mirati" c'è tantissima distorsione, nata ovviamente negli ambulatori medici: nella PMA, c'è una sorta di "prescrizione" a quando avere rapporti (ridicola, per tutti i motivi che conosciamo). Nei metodi naturali significa semplicemente approfittare dei giorni adatti, ma mai è da suggerire che si "debbano" avere, non ha senso lo saprà la coppia se vuole o non vuole una gravidanza, quindi sapranno loro cosa fanno... eppure si continua a sentire... ma sarebbe come dire "si deve" mangiare il panettone a Natale!
Pensiamo sempre al parto come all'evacuazione: devo fare qualcosa, o viene da sé? eppure non si raccomanda a tappeto un clistere a tutti ogni giorno, ANZI! sarebbe un grosso problema.
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Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: I prodromi del travaglio: celebrare la lentezza!
Grazie Jessica, tutto chiarissimo.
Tra l'altro, a proposito del tema "evacuazione", stanotte mi sono svegliata con dolori forti e anche abbastanza regolari...per poi rendermi conto che si trattava semplicemente di aria nella pancia. Fortuna che non ho svegliato il marito!
Nel frattempo mi godo un po' di meritato riposo: l'ultima cosa "da fare" è stata la ceretta completa sabato e, sembrerà stupido, ma adesso mi sento veramente "a posto" e rilassata. Elsa in questi ultimi due giorni si sta muovendo molto di più, a mio marito dico che forse sta estraendo a sorte il giorno del suo compleanno.
Tra l'altro, a proposito del tema "evacuazione", stanotte mi sono svegliata con dolori forti e anche abbastanza regolari...per poi rendermi conto che si trattava semplicemente di aria nella pancia. Fortuna che non ho svegliato il marito!
Nel frattempo mi godo un po' di meritato riposo: l'ultima cosa "da fare" è stata la ceretta completa sabato e, sembrerà stupido, ma adesso mi sento veramente "a posto" e rilassata. Elsa in questi ultimi due giorni si sta muovendo molto di più, a mio marito dico che forse sta estraendo a sorte il giorno del suo compleanno.
mulan- Numero di messaggi : 3150
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