Fertilità e concepimento: la guida che non ti aspettavi
Forum Ladyfertility® :: I METODI NATURALI PER LA FERTILITA' CONSAPEVOLE :: Concepimento naturale e ricerca di gravidanza
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Fertilità e concepimento: la guida che non ti aspettavi
Veniamo al mondo in molti modi.
Alcuni inaspettatamente, sorprendendo mamma e papà con un turbine di sentimenti, pensieri e decisioni da prendere.
Altri con un rapido “salto” tra il primo momento in cui sono apparsi nei pensieri dai genitori ed il test positivo nelle loro mani.
Altri ancora, dopo un lungo tempo di attesa, spesso colmo di riflessioni e tentativi, in altalena tra speranze e delusioni, gioie miste a fatiche.
Ma quello che tutti abbiamo in comune è che attraverso la nostra presenza abbiamo cambiato per sempre la storia di due persone - i nostri genitori – ed influenzato in modi sottili ed innumerevoli anche quella delle persone intorno a loro.
Niente male, per degli esserini così piccoli, come siamo ancor prima di nascere, ed inconsapevoli della potenza e dell’amore con cui siamo in grado di trasformare così tante vite, nell’unico atto di essere, improvvisamente, in questo mondo.
Questo ci ricorda come la fertilità sia al tempo stesso un concetto in grado di affascinarci per la sua semplicità - è la forza essenziale per la vita sul pianeta- ma anche per la sua complessità di processi e ramificazioni, un lavoro in cui le fibre della carne si intrecciano in modo profondo con le trame della nostra psiche, fino a legare insieme le corde di più generazioni.
Quando pensiamo alla ricerca di una gravidanza, è innanzitutto quindi fondamentale riappropriarci della nostra potenzialità riproduttiva: la nostra capacità psichica e fisica di generare.
Questo significa recuperare prima di tutto il valore della procreazione a livello interiore, esplorando il nostro paesaggio di emozioni, immagini, ricordi e speranze.
Prendere contatto con questa forza creativa, primordiale ed instintuale è operare un passaggio identitario importante per prepararci ad accogliere nuova vita e per navigare in modo preparato la tempesta di suggerimenti, informazioni ed opinioni che arriveranno da tanti lati nel mondo moderno.
Ci permette di filtrare l'esperienza della generatività, concentrandoci sugli aspetti realmente essenziali e centrali, superando i miti e stereotipi dilaganti su "come rimanere incinta", come se fosse una ricetta pronta, uguale per tutte le coppie e per tutte le storie.
Se la gravidanza sarà, infatti, una trasformazione radicale da un punto di vista biologico, psicologico e relazionale (di coppia, ma non solo), la fase preconcezionale è un’importante occasione per rivoluzionare i nostri punti di vista ad includere nuove prospettive che favoriscano il benessere ed una serena ed autentica transizione alla genitorialità.
Mentre parleremo più avanti del tema dell’infertilità in un articolo appositamente dedicato (non perché sia un processo distinto dalla fertilità, tutt’altro - ma perché merita di veder ricomprese adeguatamente le sue specificità), in questo contesto mi preme mantenere un’ottica volutamente più ampia sui meccanismi della riproduzione e tornare a recuperare una visione della gravidanza "primordiale", nello stato "embrionale" in cui la troviamo nelle nostre menti quando le abbiamo rivolto il pensiero per la prima volta nella vita: da bambine? da ragazzine? da donne? Quando hai pensato per la prima volta ad essere incinta? Questo influenzerà il tuo cammino successivo.
E come ci appare il mondo della fertilità quando lo osserviamo prima ancora di restringere il cannocchiale intorno al bersaglio del concepimento?
Quali pensieri, emozioni, sensazioni genera in noi l’idea stessa della fertilità? Cosa significa, perfino, per noi questa parola? Genera gioia o genera ansia? Un po’ di entrambe …e molto altro ancora?
E’ tutto normale! Ma è fondamentale soffermarci su cosa quella gravidanza significa per noi, nelle nostre vite, sia a livello individuale, sia a livello di coppia. Perché ri-conoscere quel significato che si è costruito dentro di noi nel tempo e coltivare quell’energia in potenziale sono momenti preziosi per esplorare la nostra relazione con la generatività, lungo tutto il percorso che sosterrà la costruzione di una famiglia.
La fertilità è la forza che ci guida verso l’orizzonte -tutto da esplorare- della nascita libera di un nuovo amore.
Da dove vengono i bambini?
Attraverso l’esposizione a programmi televisivi, libri o riviste, in quanto generazione moderna abbiamo imparato come rimanere incinta (o come evitarlo) prevalentemente da frettolosi scambi con operatori sanitari, spesso nel contesto di altre ragioni per la nostra visita. Per altri ancora, queste informazioni restano relegate al passaparola tra amici, da giovani, e non trovano occasioni più mature per espandersi, farsi precise, farsi davvero nostre.
In alcune culture del passato (e auspicabilmente quelle del futuro) invece, l’educazione alla sessualità era una responsabilità dei membri più anziani nei confronti dei più giovani. Ma in qualunque modo avvenga, prima o poi, nella specie umana le informazioni relative alla riproduzione passano dalle parole. Che tipo di linguaggio utilizziamo per parlare di procreazione?
Secondo il programma di natura, per “fare un bambino” serve “fare l’amore” : entrambe cose che “si fanno” .
Si fanno da sole, passivamente? Le facciamo noi? Chi è responsabile ultimo della procreazione?
E questo ci lascia anche l'arduo compito di stabilire dove si trova il confine tra “si fabbricano”, come l’esito di un processo di produzione meccanico, secondo protocolli prestabiliti, con l’obiettivo al risultato, e “si costruiscono”, insieme, unendo i contributi di ciascuno, come un processo realmente creativo in piena regola, con tanto di sorprese e “incidenti di percorso”.
Ciò che è indubbio è che, biologicamente parlando, la procreazione ha sempre inizio con un atto sessuale ed in quanto tale, genitale e di conseguenza intimo e personale. Certamente delicato, sicuramente da proteggere, capace di portare grandi gioie e soddisfazioni. Esattamente come un bambino! Sarà un caso?
E nel panorama culturale attuale ignorare completamente questi passaggi è un rischio concreto: siamo indotti a concentrarci solo su “come rimanere incinta”, come il prodotto di un evento esclusivamente fisico, biologico - un concetto paradossalmente sterile! Siamo incoraggiati a farlo dall’incalzante medicalizzazione dei processi di nascita, a cui fa da coro solo la retorica social, dove lo spirito da combattimento (le "guerriere" della riproduzione) si mescola al lamento della ferita narcisistica.
Recuperare un punto di vista più completo sulle vicende riproduttive, radicato nell’integrazione tra il piano della biologia e quello della psicologia è, invece, tra gli aiuti più preziosi che possiamo dare alla nostra fertilità.
Di una gravidanza è più facile notare gli aspetti più esterni, come la pancia in evidenza che cresce, ma questo non deve farci dimenticare che il processo coinvolge tutta la nostra identità: cuore, mente ed anima.
Dal desiderio di gravidanza alla ricerca di concepimento: emozioni in gioco
Come arriva in una coppia il desiderio di gravidanza? Anche questo, può accadere in molti modi diversi. A volte si tratta di un desiderio cullato per anni ed anni, in attesa che arrivi il “momento giusto” per poterlo trasformare in realtà. Altre volte può cogliere di sorpresa i partner ed arrivare per “ispirazione”, come un elettrizzante fulmine a ciel sereno.
Ma è la fase successiva a rappresentare un momento importante e delicato: il passaggio dal “desiderio" di gravidanza alla “ricerca" di gravidanza.
Il periodo della ricerca di gravidanza sarà caratterizzato, infatti, da tentativi esplicitamente rivolti ad ottenere una gravidanza attraverso i rapporti sessuali. Perciò è la conseguenza di un momento decisivo per la coppia, in cui viene concordato (consensualmente, mi raccomando!) di interrompere il metodo contraccettivo utilizzato ed attendere che “la Natura faccia il suo corso”. Oppure i partner possono decidere di utilizzare questo tempo come una fase attiva in cui si cerca di ottimizzare le probabilità di rimanere incinta in diversi modi - molti dei quali, oggigiorno, faranno sprecare loro tempo e risorse! Intorno alla ricerca di concepimento, infatti, è sviluppato uno dei più grandi segmenti di mercato, come si può facilmente osservare dai suggerimenti sulle più grandi piattaforme di vendita online.
A questo proposito, il primo passo davvero utile per orientarci è capire come funziona la fertilità! I metodi naturali sono il modo più veloce e preciso per realizzare il proprio desiderio - ma richiedono conoscenza e non possono essere improvvisati, come purtroppo spesso si crede, finendo appunto in circuiti di suggerimenti inutili e dannosi, come se ne trovano tanti in giro su Internet.
E la fase di ricerca di una gravidanza è legittimamente caratterizzata da gioia, entusiasmo e curiosità. Ma data la sua elevata salienza emotiva, può caricarsi rapidamente di vissuti intensi e scomodi, come la speranza mista a paura del primo test di gravidanza, a seconda delle nostre aspettative più o meno realistiche, ad esempio su quanto tempo sia effettivamente necessario per ottenere una gravidanza.
E’ un periodo speciale della vita di coppia molto simile ad una “luna di miele”, e che quindi richiede cura e delicatezza, in particolare a livello comunicativo. E’ importante, infatti, che i partner siano allineati e di comune accordo nella visione di come gestire la fertilità di coppia. Il modo in cui è gestita questa fase avrà un effetto "a cascata" sul benessere psicologico e relazionale a seguire.
Ad esempio, concordare il grado di interventismo desiderato o meno è un passaggio da non trascurare per evitare incomprensioni, frustrazioni e delusioni che si possono manifestare più tardi, soprattutto se la gravidanza tarda ad arrivare. Valutare insieme le varie opzioni su cosa si è disposti a fare e cosa no per facilitare questo processo -e come queste preferenze possano modificarsi in seguito- crea concretezza e permette di evitare alcune "trappole" psicologiche in cui le coppie possono arenarsi.
Perché ciò che non tarda ad arrivare, purtroppo, è spesso una miriade di dubbi ed incertezze che affollano la mente di chi cerca di rimanere incinta, a volte fin da subito.
Sentirsi insicuri o non avere le idee troppo chiare su cosa ci aspetta è perfettamente normale quando si attraverso un “territorio sconosciuto” – è la sfida implicita in tutte le avventure di questo mondo! Ma è anche un’esperienza che rischia di prendere il sopravvento e sovrascrivere in fretta tutte le belle emozioni che ci aspettiamo dal periodo in cui si tenta di concepire, generando al loro posto sentimenti di frustrazione, ansia, insoddisfazione e sfiducia nelle proprie capacità.
E’ facile immaginare che sperimentare tutto ciò proprio quando ci si appresta ad entrare in una fase di vita che richiede un notevole investimento di energie, come lo è diventare madri o padri, non fa certo alcun favore all’autostima ed al benessere.
E sono ancora queste emozioni negative a condurre, talvolta prematuramente, una certa quantità di coppie , anche sane e potenzialmente fertili, a rivolgersi ai percorsi di procreazione medicalmente assistita (PMA), andando incontro a notevoli costi fisici, emotivi, psicologici e spesso economici.
Da notare che una parte delle coppie potranno realmente beneficiare da questi tipi di trattamento (ad es. coppie con un comprovato fattore di infertilità o sterilità), ma l’obiettivo è usufruire consapevolmente di questi servizi, evitando di ritrovarsi all’improvviso su una strada impervia, solo per effetto del disorientamento, della delusione e peggio ancora, della disinformazione.
Come proteggerci allora? Come prevenire questa fase?
A primo impatto, sembra proprio che gli unici "fortunati" siano quelle coppie in cui la gravidanza arriva in fretta e senza grossi sforzi, così che hanno evitato di impegnare troppo tempo a preoccuparsi o interrogarsi.
Be’, forse può sembrare una soluzione intrigante, ma presenta almeno un grosso problema: in molti casi, non è una situazione realistica.
Come vedremo nei prossimi paragrafi, infatti, non esiste una “ricetta segreta” per garantire che un bambino in carne ed ossa si materializzi ben presto con uno schiocco delle dita, neanche con procedure artificiali e neanche se la coppia è perfettamente fertile...!
Questo perché i bambini si scelgono il loro compleanno e avere fiducia nella Natura e in ciò che sa fare è il primo passo per stabilire una relazione positiva proprio con loro, i figli tanto desiderati!
Procreazione: tra realtà e fantasie
Esistono purtroppo molte idee preconfezionate su come rimanere incinta che potremmo aver ereditato della nostra vita e che possono tutt'ora influenzarci.
Una di queste è il concetto che la gravidanza sia un risultato da raggiungere. Viviamo, infatti, in un mondo che che ha reso gran parte della nostra vita “clickabile” ed organizzata in base ad obiettivi gerarchici da realizzare, a volte in modo molto simile alla struttura di un videogame.
Sempre più abituati a decidere che vogliamo qualcosa ed a premere un tasto per ottenerla subito, così facendo si riducono progressivamente i tempi tra la percezione del desiderio desiderio e la sua gratificazione – abbattendo anche le soglie della nostra pazienza.
Con questo non si vuole peccare di ingenuità, tutti traiamo piacere dall’avere soluzioni rapide a problemi quotidiani, ed è certamente un valore se questo significa maggiore libertà, efficienza ed aumento della nostra qualità di vita (purché non sia a discapito di quella di altri).
Sul tema della riproduzione, Google è rivelatore: tra le chiavi di ricerca più popolari sul tema della riproduzione, spiccano infatti richieste di utenti che vorrebbero sapere “come rimanere incinta subito” oppure quale sia il “metodo infallibile” per ottenere una gravidanza.
E’ comprensibile che si possa trattare di persone che hanno già fatto dei tentativi (sarebbe però importante capire quali) che non hanno dato l’esito sperato e che sono alla ricerca di soluzioni.
Il problema nasce quando cerchiamo di estendere una logica meccanica di infallibilità a processi che semplicemente non funzionano così. In particolare, la gravidanza non è una performance la cui qualità dipende dalla nostra preparazione; non è un esame di scuola, per il quale è sufficiente studiare in maniera approfondita per assicurarsi un risultato di cui essere fieri. Purtroppo. O per fortuna?
Restare incinta dipende da una pluralità di fattori in gioco simultaneamente. Può essere demotivante – o liberatorio – sapere che alcuni di questi fattori rientrano nel nostro controllo (come alcuni aspetti della nostra salute), ma altri, più insondabili, semplicemente no.
Per paragone, anche le tecniche di riproduzione medicalmente assistita, non possono dare garanzie di risultato, bensì si associano a diversi gradi di probabilità di riuscita, a seconda della tecnica e a seconda della situazione.
Ce lo dimostrano i numeri: le coppie che cercano una gravidanza e non riescono ad ottenerla per un tempo significativo sono circa il 15%; all’interno di questa percentuale, il 10-30% delle coppie riceveranno una diagnosi di “infertilità inspiegata”, ovvero, in cui le cause fisiche, mediche, biologiche dell’assenza di concepimento non riescono ad essere individuate. Questo si traduce nel rischio, per circa l’1-5% di tutte le coppie che cercano un figlio, di non venire mai a conoscenza di quale sia il loro particolare ostacolo alla gravidanza. A meno che non lo riveli il tempo.
Perché, infatti, anche per le coppie non hanno un problema di fertilità ed andranno avanti ad ottenere una gravidanza, proprio il tempo può fare differenze importanti!
Consideriamo scenari all’ordine del giorno: coppie che hanno impiegato fino a 4-5 anni e anche oltre per concepire la prima volta in modo naturale, per poi invece ottenere la gravidanza successiva immediatamente al primo tentativo. E coppie per le quali è accaduto esattamente il contrario.
E’ la nostra visione dei processi di fertilità che deve necessariamente trasformarsi ed essere più flessibile rispetto a come siamo abituati a fare, se vogliamo almeno evitarci frustrazioni e angosce che possono essere superflue.
“Trattiamo l’infertilità come un problema da correggere, quando invece richiede una ricerca più profonda di ciò che la gravidanza comporta a livello interiore. Non possiamo avere una relazione con la nostra fertilità basata sulla paura – perché l’amore è assenza di paura” - Randine Lewis
Da un punto di vista psicologico, quanto più in fretta ci identifichiamo come “infertili”, tanto maggiore rischia di essere il disagio emotivo associato alla fase della ricerca di gravidanza. Ma in molti casi - molti più di quanto si creda- si tratta solo di una differenza legata al tempo, ovvero tra una gravidanza che impiega “meno” tempo ad arrivare ed una gravidanza che impiega “più” tempo ad arrivare.
Se però consideriamo il fatto di ottenere una gravidanza come un “successo”, allora il protrarsi dell’assenza di gravidanza sarà automaticamente definita come “insuccesso”, e da difficoltà potenzialmente transitoria ci troviamo a spingere la nostra identificazione psicologica con un impedimento assoluto. E i nostri valori, ciò che pensiamo e crediamo, modellano sempre la nostra realtà!
Trattare la ricerca di gravidanza in questi termini, come viene fatto oggi con la definizione di "infertilità" ad esempio, espone la coppia alla continua minaccia di fallimento. Mentre per conservare il benessere psicologico è importante invece poter continuare a nutrire fiducia nel proprio ruolo generativo.
Attenzione: questo non significa pensare che avremo sicuramente tutti un figlio prima o poi, costi quel che costi! L'assenza di generatività è un esito realistico che deve essere contemplato ed integrato da tutte le coppie: è la contropartita che fa sempre parte del pacchetto, esattamente come della vita fa parte la morte - e la sua accettazione è fondamentale proprio per poter continuare a vivere.
D’altro canto, c’è invece molto che possiamo fare per prepararci al meglio al percorso che porta a diventare genitori. Questo viaggio in un certo senso, comincia da molto lontano, da quando l'essere umano abita il pianeta Terra ed ha le sue radici nei processi biologici, psicologici e spirituali che creano la vita.
Perché allora non tornare proprio alle basi? Perché non cominciare proprio dalla conoscenza di come il processo riproduttivo funziona in natura? Diventiamo esploratori o scienziati o investigatori che sondano le leggi dell'universo e ne trarremo importanti ricchezze!
La fertilità è una dimensione ampia e profonda e per chi desidera conoscerlo al meglio, il percorso Ladyfertility permette di conoscere tutto quello che c'è da sapere su come ottimizzare le possibilità di avere una gravidanza in modo naturale. Per saperne di più, visita www.jessicaborgogni.it/ladyfertility
Vorresti conoscere meglio la fertilità? Partiamo allora da alcune definizioni essenziali.
Fecondazione, concepimento e gravidanza
Come inizia la vita? Possiamo osservare che a seconda della definizione impiegata, si tratta di fasi diverse tra loro!
E se da un punto di vista bioetico possiamo interrogarci su quale sia il primissimo di questi momenti, dal punto di vista scientifico (osservabile, documentabile e replicabile) è possibile individuare tre momenti distinti:
• Fecondazione: dal momento in cui l’ovaia rilascia un ovulo maturo (o più) e questo viene “aspirato” nelle tube di Falloppio, gli spermatozoi si lanciano nella sua direzione con l’unico scopo di raggiungerlo! Soltanto uno di loro, però, avrà l’onore di riuscire a penetrare la membrana superficiale dell’ovulo, la quale, di conseguenza, modificherà istantaneamente le sue caratteristiche chimico-fisiche per impedire l’ingresso da parte di altri spermatozoi. Il momento in cui lo spermatozoo fa breccia e si introduce all’interno della cellula uovo è considerato il momento della fecondazione e, per convenzione, tipicamente coinciderà con la data stessa di ovulazione, in quanto può avvenire al massimo entro 24 ore da quest’ultima.
• Concepimento : tecnicamente un momento immediatamente successivo al precedente, tanto da essere raramente distinti nelle trattazioni. Possiamo però individuarlo come il momento in cui il DNA del partner maschile si unisce a quello della partner femminile, originando la prima cellula ricostituita con i 46 cromosomi tipici della specie umana. E’ riconoscibile dal fatto che quando la cellula uovo viene attivata dal codice genetico dello spermatozoo, al suo interno si verifica un rilascio di ioni zinco che determina una sorta di “flash” luminoso, visibile al microscopio. Nelle ore successive, la cellula andrà incontro a divisioni cellulari successive e lo sviluppo del nuovo individuo attraverserà diverse fasi.
• Impianto (o Annidamento) : questo momento è successivo ed avviene circa 7-10 giorni dopo la fecondazione. All’ovulo fecondato, infatti, serve il tempo necessario per essere trasferito dalle tube all’interno della cavità uterina. L’impianto è il momento in cui l’ovulo fecondato si impianta sulla superficie endometriale, si connette alla circolazione materna per ricevere nutrimento per la sua crescit e segnala la sua presenza al corpo della madre, in modo che non si verifichi la mestruazione. Questo è il momento in cui ha inizio la gravidanza e dopo anche qualche giorno sarà possibile avere un test positivo attraverso l’esame delle betaHCG.
E la nascita psicologica?
Nel paragrafo precedente abbiamo riflettuto su dove si colloca l’inizio della vita da un punto di vista biologico; ma quando nasce, invece, un figlio nella mente dei suoi genitori?
A tal proposito, è ben nota in Psicologia la differenza proposta da S.H. Fraiberg tra “figlio immaginario”, una rappresentazione mentale del/la bambino/a che esiste nell’immaginario del genitore, fin da epoche anche di molto precedenti l’effettiva genitorialità, ed il “figlio reale”, corrispondente al/la bambino/a esistente sul piano concreto, e talora molto diverso dalle aspettative e dai desideri del genitore.
E’ quest’ultimo, però, che permetterà ai genitori di realizzare un incontro autentico con la realtà di “avere un figlio” e parallelamente con quella di “essere genitore”: un processo trasformativo della propria identità che sostanzialmente durerà tutta la vita, crescendo insieme.
Entrambi i genitori possono essere portatori di un’immagine più o meno definita dei propri figli e del proprio ruolo genitoriale, che può essere molto diversa tra i due partner. Pertanto non è solo l’incontro con il figlio vero a rivestire un ruolo importante, ma a precedere questo momento c’è la possibilità di incontrare l’immaginario del partner e creare una visione comune e condivisa, che appartenga alla coppia. Questo è un aspetto centrale della gestione psicologica della fertilità che ancora oggi molte coppie trascurano.
Uno dei motivi per cui ciò avviene è che consiste in una modalità di difesa emotiva rispetto all’intimità e all’incontro con l’altro sul piano generativo, quando non rispetto all’incontro del piano generativo a livello personale.
Si parla poco o per niente della gravidanza che si cerca di ottenere, sul piano dichiarato, oppure si rinuncia a pensare troppo al/la bambino/a che potenziamente arriverà, ma che ancora non è stato/a concepito/a, spesso a causa della paura che ciò non si verifichi. Di fatto, però, questo corrisponde ad un blocco psichico rispetto all’energia fertile e alla possibilità che fluisca liberamente attraverso il corpo e la mente.
Strettamente collegato a questo, c’è anche una visione pseudo-romantica della gravidanza come un evento destinato a generarsi in maniera praticamente spontanea, con la minima interferenza possibile.
E se una quota di idealismo e fantasticheria fanno bene alle faccende d’amore, perché alimentano il nostro “potere primordiale” - una forza viscerale ed istintuale, sempre meno valorizzata nel mondo attuale, ma nondimeno riconosciuta sotto varie forme (dall’Eros di Freud allo Yin/Yang e molte altre versioni ancora) - un eccesso di tale investimento, al pari della sua negazione, non sono altrettanto utili o benefici.
Ad esempio, nutrire una convinzione che rimanere incinta debba manifestarsi come per magia, può essere collegata al valore del “farcela da soli” a tutti i costi, che mal si concilia con un atto che a tutti gli effetti richiede una compartecipazione profonda, come quella sessuale.
A questo spesso si associano tentativi di ottimizzare le probabilità di gravidanza in modi che possono far sprecare alla coppia tempo biologico prezioso, “pasticciando” con strumenti non scientificamente validati oppure usati impropriamente, come accade spesso con il monitoraggio dell’ovulazione “fai-da-te”. Vuoi imparare a conoscere il periodo fertile correttamente? Allora scopri Ladyfertility: www.jessicaborgogni.it/ladyfertility
Questo "andare a tentoni" in realtà può corrispondere anche ad un messsaggio interno relativo al "non meritare la gravidanza", come conseguenza ad esempio del non meritare la crescita o l’accesso ad un ruolo adulto, poiché caratterizzato da maggior potere rispetto a quello infantile.
In questi casi può essere frequente il diniego delle proprie emozioni di frustrazione ed accompagnarsi ad una mancanza di comunicazione/condivisione con il partner di questi vissuti . Può mancare del tutto la motivazione a cercare qualsiasi tipo di supporto o attenzione medica, che possono essere invece molto opportuni, soprattutto perché se davvero c'è un problema con la fertilità, questo può rivelare un problema di salute in uno o entrambi i partner. Perciò è importante affrontare la fertilità sul piano della salute, ma farlo correttamente, in modo intelligente! Il percorso Ladyfertility ti insegna come farlo in autonomia
Alcuni inaspettatamente, sorprendendo mamma e papà con un turbine di sentimenti, pensieri e decisioni da prendere.
Altri con un rapido “salto” tra il primo momento in cui sono apparsi nei pensieri dai genitori ed il test positivo nelle loro mani.
Altri ancora, dopo un lungo tempo di attesa, spesso colmo di riflessioni e tentativi, in altalena tra speranze e delusioni, gioie miste a fatiche.
Ma quello che tutti abbiamo in comune è che attraverso la nostra presenza abbiamo cambiato per sempre la storia di due persone - i nostri genitori – ed influenzato in modi sottili ed innumerevoli anche quella delle persone intorno a loro.
Niente male, per degli esserini così piccoli, come siamo ancor prima di nascere, ed inconsapevoli della potenza e dell’amore con cui siamo in grado di trasformare così tante vite, nell’unico atto di essere, improvvisamente, in questo mondo.
Questo ci ricorda come la fertilità sia al tempo stesso un concetto in grado di affascinarci per la sua semplicità - è la forza essenziale per la vita sul pianeta- ma anche per la sua complessità di processi e ramificazioni, un lavoro in cui le fibre della carne si intrecciano in modo profondo con le trame della nostra psiche, fino a legare insieme le corde di più generazioni.
Quando pensiamo alla ricerca di una gravidanza, è innanzitutto quindi fondamentale riappropriarci della nostra potenzialità riproduttiva: la nostra capacità psichica e fisica di generare.
Questo significa recuperare prima di tutto il valore della procreazione a livello interiore, esplorando il nostro paesaggio di emozioni, immagini, ricordi e speranze.
Prendere contatto con questa forza creativa, primordiale ed instintuale è operare un passaggio identitario importante per prepararci ad accogliere nuova vita e per navigare in modo preparato la tempesta di suggerimenti, informazioni ed opinioni che arriveranno da tanti lati nel mondo moderno.
Ci permette di filtrare l'esperienza della generatività, concentrandoci sugli aspetti realmente essenziali e centrali, superando i miti e stereotipi dilaganti su "come rimanere incinta", come se fosse una ricetta pronta, uguale per tutte le coppie e per tutte le storie.
Se la gravidanza sarà, infatti, una trasformazione radicale da un punto di vista biologico, psicologico e relazionale (di coppia, ma non solo), la fase preconcezionale è un’importante occasione per rivoluzionare i nostri punti di vista ad includere nuove prospettive che favoriscano il benessere ed una serena ed autentica transizione alla genitorialità.
Mentre parleremo più avanti del tema dell’infertilità in un articolo appositamente dedicato (non perché sia un processo distinto dalla fertilità, tutt’altro - ma perché merita di veder ricomprese adeguatamente le sue specificità), in questo contesto mi preme mantenere un’ottica volutamente più ampia sui meccanismi della riproduzione e tornare a recuperare una visione della gravidanza "primordiale", nello stato "embrionale" in cui la troviamo nelle nostre menti quando le abbiamo rivolto il pensiero per la prima volta nella vita: da bambine? da ragazzine? da donne? Quando hai pensato per la prima volta ad essere incinta? Questo influenzerà il tuo cammino successivo.
E come ci appare il mondo della fertilità quando lo osserviamo prima ancora di restringere il cannocchiale intorno al bersaglio del concepimento?
Quali pensieri, emozioni, sensazioni genera in noi l’idea stessa della fertilità? Cosa significa, perfino, per noi questa parola? Genera gioia o genera ansia? Un po’ di entrambe …e molto altro ancora?
E’ tutto normale! Ma è fondamentale soffermarci su cosa quella gravidanza significa per noi, nelle nostre vite, sia a livello individuale, sia a livello di coppia. Perché ri-conoscere quel significato che si è costruito dentro di noi nel tempo e coltivare quell’energia in potenziale sono momenti preziosi per esplorare la nostra relazione con la generatività, lungo tutto il percorso che sosterrà la costruzione di una famiglia.
La fertilità è la forza che ci guida verso l’orizzonte -tutto da esplorare- della nascita libera di un nuovo amore.
Da dove vengono i bambini?
Attraverso l’esposizione a programmi televisivi, libri o riviste, in quanto generazione moderna abbiamo imparato come rimanere incinta (o come evitarlo) prevalentemente da frettolosi scambi con operatori sanitari, spesso nel contesto di altre ragioni per la nostra visita. Per altri ancora, queste informazioni restano relegate al passaparola tra amici, da giovani, e non trovano occasioni più mature per espandersi, farsi precise, farsi davvero nostre.
In alcune culture del passato (e auspicabilmente quelle del futuro) invece, l’educazione alla sessualità era una responsabilità dei membri più anziani nei confronti dei più giovani. Ma in qualunque modo avvenga, prima o poi, nella specie umana le informazioni relative alla riproduzione passano dalle parole. Che tipo di linguaggio utilizziamo per parlare di procreazione?
Secondo il programma di natura, per “fare un bambino” serve “fare l’amore” : entrambe cose che “si fanno” .
Si fanno da sole, passivamente? Le facciamo noi? Chi è responsabile ultimo della procreazione?
E questo ci lascia anche l'arduo compito di stabilire dove si trova il confine tra “si fabbricano”, come l’esito di un processo di produzione meccanico, secondo protocolli prestabiliti, con l’obiettivo al risultato, e “si costruiscono”, insieme, unendo i contributi di ciascuno, come un processo realmente creativo in piena regola, con tanto di sorprese e “incidenti di percorso”.
Ciò che è indubbio è che, biologicamente parlando, la procreazione ha sempre inizio con un atto sessuale ed in quanto tale, genitale e di conseguenza intimo e personale. Certamente delicato, sicuramente da proteggere, capace di portare grandi gioie e soddisfazioni. Esattamente come un bambino! Sarà un caso?
E nel panorama culturale attuale ignorare completamente questi passaggi è un rischio concreto: siamo indotti a concentrarci solo su “come rimanere incinta”, come il prodotto di un evento esclusivamente fisico, biologico - un concetto paradossalmente sterile! Siamo incoraggiati a farlo dall’incalzante medicalizzazione dei processi di nascita, a cui fa da coro solo la retorica social, dove lo spirito da combattimento (le "guerriere" della riproduzione) si mescola al lamento della ferita narcisistica.
Recuperare un punto di vista più completo sulle vicende riproduttive, radicato nell’integrazione tra il piano della biologia e quello della psicologia è, invece, tra gli aiuti più preziosi che possiamo dare alla nostra fertilità.
Di una gravidanza è più facile notare gli aspetti più esterni, come la pancia in evidenza che cresce, ma questo non deve farci dimenticare che il processo coinvolge tutta la nostra identità: cuore, mente ed anima.
Dal desiderio di gravidanza alla ricerca di concepimento: emozioni in gioco
Come arriva in una coppia il desiderio di gravidanza? Anche questo, può accadere in molti modi diversi. A volte si tratta di un desiderio cullato per anni ed anni, in attesa che arrivi il “momento giusto” per poterlo trasformare in realtà. Altre volte può cogliere di sorpresa i partner ed arrivare per “ispirazione”, come un elettrizzante fulmine a ciel sereno.
Ma è la fase successiva a rappresentare un momento importante e delicato: il passaggio dal “desiderio" di gravidanza alla “ricerca" di gravidanza.
Il periodo della ricerca di gravidanza sarà caratterizzato, infatti, da tentativi esplicitamente rivolti ad ottenere una gravidanza attraverso i rapporti sessuali. Perciò è la conseguenza di un momento decisivo per la coppia, in cui viene concordato (consensualmente, mi raccomando!) di interrompere il metodo contraccettivo utilizzato ed attendere che “la Natura faccia il suo corso”. Oppure i partner possono decidere di utilizzare questo tempo come una fase attiva in cui si cerca di ottimizzare le probabilità di rimanere incinta in diversi modi - molti dei quali, oggigiorno, faranno sprecare loro tempo e risorse! Intorno alla ricerca di concepimento, infatti, è sviluppato uno dei più grandi segmenti di mercato, come si può facilmente osservare dai suggerimenti sulle più grandi piattaforme di vendita online.
A questo proposito, il primo passo davvero utile per orientarci è capire come funziona la fertilità! I metodi naturali sono il modo più veloce e preciso per realizzare il proprio desiderio - ma richiedono conoscenza e non possono essere improvvisati, come purtroppo spesso si crede, finendo appunto in circuiti di suggerimenti inutili e dannosi, come se ne trovano tanti in giro su Internet.
E la fase di ricerca di una gravidanza è legittimamente caratterizzata da gioia, entusiasmo e curiosità. Ma data la sua elevata salienza emotiva, può caricarsi rapidamente di vissuti intensi e scomodi, come la speranza mista a paura del primo test di gravidanza, a seconda delle nostre aspettative più o meno realistiche, ad esempio su quanto tempo sia effettivamente necessario per ottenere una gravidanza.
E’ un periodo speciale della vita di coppia molto simile ad una “luna di miele”, e che quindi richiede cura e delicatezza, in particolare a livello comunicativo. E’ importante, infatti, che i partner siano allineati e di comune accordo nella visione di come gestire la fertilità di coppia. Il modo in cui è gestita questa fase avrà un effetto "a cascata" sul benessere psicologico e relazionale a seguire.
Ad esempio, concordare il grado di interventismo desiderato o meno è un passaggio da non trascurare per evitare incomprensioni, frustrazioni e delusioni che si possono manifestare più tardi, soprattutto se la gravidanza tarda ad arrivare. Valutare insieme le varie opzioni su cosa si è disposti a fare e cosa no per facilitare questo processo -e come queste preferenze possano modificarsi in seguito- crea concretezza e permette di evitare alcune "trappole" psicologiche in cui le coppie possono arenarsi.
Perché ciò che non tarda ad arrivare, purtroppo, è spesso una miriade di dubbi ed incertezze che affollano la mente di chi cerca di rimanere incinta, a volte fin da subito.
Sentirsi insicuri o non avere le idee troppo chiare su cosa ci aspetta è perfettamente normale quando si attraverso un “territorio sconosciuto” – è la sfida implicita in tutte le avventure di questo mondo! Ma è anche un’esperienza che rischia di prendere il sopravvento e sovrascrivere in fretta tutte le belle emozioni che ci aspettiamo dal periodo in cui si tenta di concepire, generando al loro posto sentimenti di frustrazione, ansia, insoddisfazione e sfiducia nelle proprie capacità.
E’ facile immaginare che sperimentare tutto ciò proprio quando ci si appresta ad entrare in una fase di vita che richiede un notevole investimento di energie, come lo è diventare madri o padri, non fa certo alcun favore all’autostima ed al benessere.
E sono ancora queste emozioni negative a condurre, talvolta prematuramente, una certa quantità di coppie , anche sane e potenzialmente fertili, a rivolgersi ai percorsi di procreazione medicalmente assistita (PMA), andando incontro a notevoli costi fisici, emotivi, psicologici e spesso economici.
Da notare che una parte delle coppie potranno realmente beneficiare da questi tipi di trattamento (ad es. coppie con un comprovato fattore di infertilità o sterilità), ma l’obiettivo è usufruire consapevolmente di questi servizi, evitando di ritrovarsi all’improvviso su una strada impervia, solo per effetto del disorientamento, della delusione e peggio ancora, della disinformazione.
Come proteggerci allora? Come prevenire questa fase?
A primo impatto, sembra proprio che gli unici "fortunati" siano quelle coppie in cui la gravidanza arriva in fretta e senza grossi sforzi, così che hanno evitato di impegnare troppo tempo a preoccuparsi o interrogarsi.
Be’, forse può sembrare una soluzione intrigante, ma presenta almeno un grosso problema: in molti casi, non è una situazione realistica.
Come vedremo nei prossimi paragrafi, infatti, non esiste una “ricetta segreta” per garantire che un bambino in carne ed ossa si materializzi ben presto con uno schiocco delle dita, neanche con procedure artificiali e neanche se la coppia è perfettamente fertile...!
Questo perché i bambini si scelgono il loro compleanno e avere fiducia nella Natura e in ciò che sa fare è il primo passo per stabilire una relazione positiva proprio con loro, i figli tanto desiderati!
Procreazione: tra realtà e fantasie
Esistono purtroppo molte idee preconfezionate su come rimanere incinta che potremmo aver ereditato della nostra vita e che possono tutt'ora influenzarci.
Una di queste è il concetto che la gravidanza sia un risultato da raggiungere. Viviamo, infatti, in un mondo che che ha reso gran parte della nostra vita “clickabile” ed organizzata in base ad obiettivi gerarchici da realizzare, a volte in modo molto simile alla struttura di un videogame.
Sempre più abituati a decidere che vogliamo qualcosa ed a premere un tasto per ottenerla subito, così facendo si riducono progressivamente i tempi tra la percezione del desiderio desiderio e la sua gratificazione – abbattendo anche le soglie della nostra pazienza.
Con questo non si vuole peccare di ingenuità, tutti traiamo piacere dall’avere soluzioni rapide a problemi quotidiani, ed è certamente un valore se questo significa maggiore libertà, efficienza ed aumento della nostra qualità di vita (purché non sia a discapito di quella di altri).
Sul tema della riproduzione, Google è rivelatore: tra le chiavi di ricerca più popolari sul tema della riproduzione, spiccano infatti richieste di utenti che vorrebbero sapere “come rimanere incinta subito” oppure quale sia il “metodo infallibile” per ottenere una gravidanza.
E’ comprensibile che si possa trattare di persone che hanno già fatto dei tentativi (sarebbe però importante capire quali) che non hanno dato l’esito sperato e che sono alla ricerca di soluzioni.
Il problema nasce quando cerchiamo di estendere una logica meccanica di infallibilità a processi che semplicemente non funzionano così. In particolare, la gravidanza non è una performance la cui qualità dipende dalla nostra preparazione; non è un esame di scuola, per il quale è sufficiente studiare in maniera approfondita per assicurarsi un risultato di cui essere fieri. Purtroppo. O per fortuna?
Restare incinta dipende da una pluralità di fattori in gioco simultaneamente. Può essere demotivante – o liberatorio – sapere che alcuni di questi fattori rientrano nel nostro controllo (come alcuni aspetti della nostra salute), ma altri, più insondabili, semplicemente no.
Per paragone, anche le tecniche di riproduzione medicalmente assistita, non possono dare garanzie di risultato, bensì si associano a diversi gradi di probabilità di riuscita, a seconda della tecnica e a seconda della situazione.
Ce lo dimostrano i numeri: le coppie che cercano una gravidanza e non riescono ad ottenerla per un tempo significativo sono circa il 15%; all’interno di questa percentuale, il 10-30% delle coppie riceveranno una diagnosi di “infertilità inspiegata”, ovvero, in cui le cause fisiche, mediche, biologiche dell’assenza di concepimento non riescono ad essere individuate. Questo si traduce nel rischio, per circa l’1-5% di tutte le coppie che cercano un figlio, di non venire mai a conoscenza di quale sia il loro particolare ostacolo alla gravidanza. A meno che non lo riveli il tempo.
Perché, infatti, anche per le coppie non hanno un problema di fertilità ed andranno avanti ad ottenere una gravidanza, proprio il tempo può fare differenze importanti!
Consideriamo scenari all’ordine del giorno: coppie che hanno impiegato fino a 4-5 anni e anche oltre per concepire la prima volta in modo naturale, per poi invece ottenere la gravidanza successiva immediatamente al primo tentativo. E coppie per le quali è accaduto esattamente il contrario.
E’ la nostra visione dei processi di fertilità che deve necessariamente trasformarsi ed essere più flessibile rispetto a come siamo abituati a fare, se vogliamo almeno evitarci frustrazioni e angosce che possono essere superflue.
“Trattiamo l’infertilità come un problema da correggere, quando invece richiede una ricerca più profonda di ciò che la gravidanza comporta a livello interiore. Non possiamo avere una relazione con la nostra fertilità basata sulla paura – perché l’amore è assenza di paura” - Randine Lewis
Da un punto di vista psicologico, quanto più in fretta ci identifichiamo come “infertili”, tanto maggiore rischia di essere il disagio emotivo associato alla fase della ricerca di gravidanza. Ma in molti casi - molti più di quanto si creda- si tratta solo di una differenza legata al tempo, ovvero tra una gravidanza che impiega “meno” tempo ad arrivare ed una gravidanza che impiega “più” tempo ad arrivare.
Se però consideriamo il fatto di ottenere una gravidanza come un “successo”, allora il protrarsi dell’assenza di gravidanza sarà automaticamente definita come “insuccesso”, e da difficoltà potenzialmente transitoria ci troviamo a spingere la nostra identificazione psicologica con un impedimento assoluto. E i nostri valori, ciò che pensiamo e crediamo, modellano sempre la nostra realtà!
Trattare la ricerca di gravidanza in questi termini, come viene fatto oggi con la definizione di "infertilità" ad esempio, espone la coppia alla continua minaccia di fallimento. Mentre per conservare il benessere psicologico è importante invece poter continuare a nutrire fiducia nel proprio ruolo generativo.
Attenzione: questo non significa pensare che avremo sicuramente tutti un figlio prima o poi, costi quel che costi! L'assenza di generatività è un esito realistico che deve essere contemplato ed integrato da tutte le coppie: è la contropartita che fa sempre parte del pacchetto, esattamente come della vita fa parte la morte - e la sua accettazione è fondamentale proprio per poter continuare a vivere.
D’altro canto, c’è invece molto che possiamo fare per prepararci al meglio al percorso che porta a diventare genitori. Questo viaggio in un certo senso, comincia da molto lontano, da quando l'essere umano abita il pianeta Terra ed ha le sue radici nei processi biologici, psicologici e spirituali che creano la vita.
Perché allora non tornare proprio alle basi? Perché non cominciare proprio dalla conoscenza di come il processo riproduttivo funziona in natura? Diventiamo esploratori o scienziati o investigatori che sondano le leggi dell'universo e ne trarremo importanti ricchezze!
La fertilità è una dimensione ampia e profonda e per chi desidera conoscerlo al meglio, il percorso Ladyfertility permette di conoscere tutto quello che c'è da sapere su come ottimizzare le possibilità di avere una gravidanza in modo naturale. Per saperne di più, visita www.jessicaborgogni.it/ladyfertility
Vorresti conoscere meglio la fertilità? Partiamo allora da alcune definizioni essenziali.
Fecondazione, concepimento e gravidanza
Come inizia la vita? Possiamo osservare che a seconda della definizione impiegata, si tratta di fasi diverse tra loro!
E se da un punto di vista bioetico possiamo interrogarci su quale sia il primissimo di questi momenti, dal punto di vista scientifico (osservabile, documentabile e replicabile) è possibile individuare tre momenti distinti:
• Fecondazione: dal momento in cui l’ovaia rilascia un ovulo maturo (o più) e questo viene “aspirato” nelle tube di Falloppio, gli spermatozoi si lanciano nella sua direzione con l’unico scopo di raggiungerlo! Soltanto uno di loro, però, avrà l’onore di riuscire a penetrare la membrana superficiale dell’ovulo, la quale, di conseguenza, modificherà istantaneamente le sue caratteristiche chimico-fisiche per impedire l’ingresso da parte di altri spermatozoi. Il momento in cui lo spermatozoo fa breccia e si introduce all’interno della cellula uovo è considerato il momento della fecondazione e, per convenzione, tipicamente coinciderà con la data stessa di ovulazione, in quanto può avvenire al massimo entro 24 ore da quest’ultima.
• Concepimento : tecnicamente un momento immediatamente successivo al precedente, tanto da essere raramente distinti nelle trattazioni. Possiamo però individuarlo come il momento in cui il DNA del partner maschile si unisce a quello della partner femminile, originando la prima cellula ricostituita con i 46 cromosomi tipici della specie umana. E’ riconoscibile dal fatto che quando la cellula uovo viene attivata dal codice genetico dello spermatozoo, al suo interno si verifica un rilascio di ioni zinco che determina una sorta di “flash” luminoso, visibile al microscopio. Nelle ore successive, la cellula andrà incontro a divisioni cellulari successive e lo sviluppo del nuovo individuo attraverserà diverse fasi.
• Impianto (o Annidamento) : questo momento è successivo ed avviene circa 7-10 giorni dopo la fecondazione. All’ovulo fecondato, infatti, serve il tempo necessario per essere trasferito dalle tube all’interno della cavità uterina. L’impianto è il momento in cui l’ovulo fecondato si impianta sulla superficie endometriale, si connette alla circolazione materna per ricevere nutrimento per la sua crescit e segnala la sua presenza al corpo della madre, in modo che non si verifichi la mestruazione. Questo è il momento in cui ha inizio la gravidanza e dopo anche qualche giorno sarà possibile avere un test positivo attraverso l’esame delle betaHCG.
E la nascita psicologica?
Nel paragrafo precedente abbiamo riflettuto su dove si colloca l’inizio della vita da un punto di vista biologico; ma quando nasce, invece, un figlio nella mente dei suoi genitori?
A tal proposito, è ben nota in Psicologia la differenza proposta da S.H. Fraiberg tra “figlio immaginario”, una rappresentazione mentale del/la bambino/a che esiste nell’immaginario del genitore, fin da epoche anche di molto precedenti l’effettiva genitorialità, ed il “figlio reale”, corrispondente al/la bambino/a esistente sul piano concreto, e talora molto diverso dalle aspettative e dai desideri del genitore.
E’ quest’ultimo, però, che permetterà ai genitori di realizzare un incontro autentico con la realtà di “avere un figlio” e parallelamente con quella di “essere genitore”: un processo trasformativo della propria identità che sostanzialmente durerà tutta la vita, crescendo insieme.
Entrambi i genitori possono essere portatori di un’immagine più o meno definita dei propri figli e del proprio ruolo genitoriale, che può essere molto diversa tra i due partner. Pertanto non è solo l’incontro con il figlio vero a rivestire un ruolo importante, ma a precedere questo momento c’è la possibilità di incontrare l’immaginario del partner e creare una visione comune e condivisa, che appartenga alla coppia. Questo è un aspetto centrale della gestione psicologica della fertilità che ancora oggi molte coppie trascurano.
Uno dei motivi per cui ciò avviene è che consiste in una modalità di difesa emotiva rispetto all’intimità e all’incontro con l’altro sul piano generativo, quando non rispetto all’incontro del piano generativo a livello personale.
Si parla poco o per niente della gravidanza che si cerca di ottenere, sul piano dichiarato, oppure si rinuncia a pensare troppo al/la bambino/a che potenziamente arriverà, ma che ancora non è stato/a concepito/a, spesso a causa della paura che ciò non si verifichi. Di fatto, però, questo corrisponde ad un blocco psichico rispetto all’energia fertile e alla possibilità che fluisca liberamente attraverso il corpo e la mente.
Strettamente collegato a questo, c’è anche una visione pseudo-romantica della gravidanza come un evento destinato a generarsi in maniera praticamente spontanea, con la minima interferenza possibile.
E se una quota di idealismo e fantasticheria fanno bene alle faccende d’amore, perché alimentano il nostro “potere primordiale” - una forza viscerale ed istintuale, sempre meno valorizzata nel mondo attuale, ma nondimeno riconosciuta sotto varie forme (dall’Eros di Freud allo Yin/Yang e molte altre versioni ancora) - un eccesso di tale investimento, al pari della sua negazione, non sono altrettanto utili o benefici.
Ad esempio, nutrire una convinzione che rimanere incinta debba manifestarsi come per magia, può essere collegata al valore del “farcela da soli” a tutti i costi, che mal si concilia con un atto che a tutti gli effetti richiede una compartecipazione profonda, come quella sessuale.
A questo spesso si associano tentativi di ottimizzare le probabilità di gravidanza in modi che possono far sprecare alla coppia tempo biologico prezioso, “pasticciando” con strumenti non scientificamente validati oppure usati impropriamente, come accade spesso con il monitoraggio dell’ovulazione “fai-da-te”. Vuoi imparare a conoscere il periodo fertile correttamente? Allora scopri Ladyfertility: www.jessicaborgogni.it/ladyfertility
Questo "andare a tentoni" in realtà può corrispondere anche ad un messsaggio interno relativo al "non meritare la gravidanza", come conseguenza ad esempio del non meritare la crescita o l’accesso ad un ruolo adulto, poiché caratterizzato da maggior potere rispetto a quello infantile.
In questi casi può essere frequente il diniego delle proprie emozioni di frustrazione ed accompagnarsi ad una mancanza di comunicazione/condivisione con il partner di questi vissuti . Può mancare del tutto la motivazione a cercare qualsiasi tipo di supporto o attenzione medica, che possono essere invece molto opportuni, soprattutto perché se davvero c'è un problema con la fertilità, questo può rivelare un problema di salute in uno o entrambi i partner. Perciò è importante affrontare la fertilità sul piano della salute, ma farlo correttamente, in modo intelligente! Il percorso Ladyfertility ti insegna come farlo in autonomia
Ultima modifica di Panicqueen il Lun Apr 04, 2022 3:10 pm - modificato 8 volte.
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Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
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