Come gestite la rabbia?

Beh,allora la tua è una rabbia mirata...e come dire...(oggi non mi vengono in mente le parole) motivata.

Nel senso,capirei se la sfogassi con chiunque,ma lo fai non chi serve.
Certo,non è una cosa bellissima,sopratutto se questa cosa non ti fa stare bene,anche perchè le persone si possono mortificare in tanti altri modi,per lo meno,se si inveisce con me in questo modo mi fa solo incacchiare e rimango offesa,perdendo un po la reale motivazione che ha spinto l'attacco d'ira...ecco,forse potresti pensare a questo,che pur non volendo forse ottieni l'effetto contrario.

Ardath, ma tu... sei me!! Io sono esattamente così. Ho bisogno di leggere negli occhi dell'altro la comprensione di ciò che significa per me qualsiasi cosa sia successa. Se non la vedo, mi dispiace ma come minimo finché ne porto le conseguenze e i sacrifici non riuscirò a trattarlo con leggerezza e allegria! E non credo neanche sia una roba che devo limitarmi eh scusa! Già ho il rancore da tenere a bada (cosa che non voglio fare e che c'è anche il topic apposito), figuriamoci se devo pure imparare a non arrabbiarmi quando la gente mi combina i pasticci Secondo me in queste situazioni (cioè quando poi tu finisci in casini o scazzi più o meno grossi) hai tutto il diritto di infiammarti!
Quando si tratta "solo" di parole è un altro conto invece, si può sempre aver reagito eccessivamente ecc ecc, ma qui se ci vanno di mezzo soldi e clienti e tutto, e chi ha sbagliato invece dorme sonni tranquilli...!

Ardath, sono utilissimi anche a me le tue parole, mi aiutano anche a capire meglio il mio ragazzo!
Infatti, credo di aver compreso meglio l'aspetto emotivo della faccenda: tu vedi l'errore altrui (in questo caso parliamo di cose pratiche, nel mio sono errori che non hanno conseguenze pratiche tipo una perdita di soldi o altro, ma emotive...comunque il concetto è lo stesso) come un danno a te stessa, amplificato dal fatto che, poi, l'altra persona non sa o non vuole rimediare. In qualche modo, qua l'errore non è "l'errore umano" di cui parlavo io prima quando dicevo che la gente non è perfetta, ma è errore quasi fatto con l'intenzione di nuocere, o comunque, come minimo, con indifferenza in caso di un danno vero. Ho capito bene? Tra l'altro, anche il mio fidanzato va fuori di testa quando gli dicono "Sono fatto così, non posso cambiare". Per fortuna questo non succede con me perché io so di potermi migliorare e lo provo a fare sempre, ma noto che questa è una cosa che lo manda in bestia.
Comunque, siccome sono anche pratica, e mi sembra che, tutto sommato, questo tuo atteggiamento non porti un beneficio concreto, ti chiedo: hai pensato ad altre soluzioni? Insomma, l'istintività si può anche riuscire a tenere a freno, soprattutto se si ha pronto un piano B

ArdathLilith ha scritto:Infine: secondo me non siamo OT. Se riusciamo a gestire bene la rabbia in questo topic, parlandone, è già un bel risultato!

E' vero! Sarebbe grandioso!

Valeria: secondo me non si tratta di "non arrabbiarsi", quello è impossibile, mica siamo monaci zen!
Però c'è da distinguere tra persone di cui non ci frega nulla e invece persone con cui si ha un rapporto affettivo (Ardath parlava anche delle sue sorelle, ad esempio): forse quest'ultime non le si vorrebbe ferire. E in ogni caso, anche con le prime, se non ottieni nulla, alla fine forse converrebbe adottare una strategia più efficace per raggiungere il risultato. Come dice Cinzia, le parole taglienti o mortificanti o l'attacco diretto fanno un po' perdere di vista il problema iniziale. Chi aveva ragione in principio, diventa l'aggressore stronzo e l'altro è la vittima, perché gli è stato inveito contro.

Eh ma purtroppo qui entra in gioco ciò che abbiamo appreso da bambini... io sono secoli che mi ripeto che devo tenere a bada il nervosismo verso le persone, che con me è una specie di eruzione vulcanica, ma poi quando mi capita non è una cosa controllabile, e soprattutto se in quel momento penso ad altre soluzioni più efficaci o addirittura A NON FERIRE la persona "colpevole" (che in quel momento è il centro della mia rabbia! Come, non ferire? Ma infierire di brutto!) ottengo solo di aumentarmi da sola il nervoso! E quando vedo che aumenta, mi innervosisco ancora di più. La mia strategia sarebbe quella di fermare lì la cosa e riparlarne a freddo, perché mi calmo solo se mi isolo dal mondo e faccio dell'altro. Ma capita che l'altro insista per continuare a parlare... e allora perdo le staffe e urlo o piango o divento offensiva. Il problema è che in quel momento quasi mi piace offendere, o quantomeno è ciò che si merita il "colpevole" per aver commesso la sua colpa... e non esiste ammorbidire il mio atteggiamento perché se già così non capisce o ha ripetuto l'errore più volte, figuriamoci se mi ammorbidisco, penserà che è una bella giornata per un picnic.

Questo è lo schema della mia rabbia... funzioni così anche tu Ardath?

Oggi ho uno splendido esempio di come funziona la mia rabbia, che è molto diversa dalla vostra, Ardath e Vale, e a volte quasi vorrei essere come voi...
Stamattina non riuscivo ad alzarmi dal letto. Sono sveglia dalle 8 ma sono stata 3 ore senza avere la forza di tirarmi su, solo a pensare, rimuginare, piangere a dirotto. E questo racconto non va nel topic delle coccole perché sono triste: sono incazzata nera! Però non avevo energia, mi sentivo completamente svuotata, non riuscivo a fare nulla, solo piangere. Questa, a vederla dal di fuori, è tutto tranne rabbia. Io raffiguro la rabbia come un'energia potente, un'esplosione, il fuoco, la distruzione.
Invece a me cosa accade? Implodo. Funziono così da secoli. Però è brutto, è brutto, è brutto. Sto proprio male, credo sia uno stato (per fortuna transitorio) simile alla depressione.
Quando finalmente sono riuscita ad alzarmi (perché dovevo fare la pipì), mi sono detta che non va bene, che occorre fare qualcosa, e allora mi sono messa, come una matta, a prendere a pugni il materasso. Non contenta, mi sono infilata i miei vecchi guantoni da fit-boxe e ho continuato a girare per casa picchiando qualunque cosa morbida mi capitasse a tiro. Ho sentito che di energia, in realtà, nel mio corpo ce n'è a quintali: sudavo, formicolavo tutta, qualcosa si muoveva. Però non sono andata fino in fondo. Sento che ce n'è ancora, ma è stancante tirarla fuori, mi faccio anche un po' male fisicamente, è difficile e io non sono abituata. Molto più facile, per me che ho sempre fatto così, piangere e trasformare la rabbia in tristezza. Mi sento più a mio agio.
Quindi, per concludere, anch'io vorrei tanto cambiare la modalità di (non) espressione della mia rabbia, e mi trovo faccia a faccia con la difficoltà di trovare una strategia nuova e più costruttiva.
Possiamo sostenerci a vicenda in questo percorso? Io vorrei tanto riuscire a modificare questa cosa....

Ho passato anch'io ad essere come te fiordiloto, tendo ad implodere a somatizzare, ma è proprio distruttivo.
Con l'aiuto del terapeuta, sono riuscita a far emergere la rabbia, a sfogarla...quindi pugni all'armadio o al muro, con conseguenti lividi alle nocche. La mia famiglia non mi ha mai permesso di esser "arrabiata", altrimenti venivo punita. Ora sanno che il terapeuta mi ha detto che è controproducente per le mie somatizzazioni ed ora posso sfogarmi. Sento che mi fa bene...c'è anche da dire che non mi arrabbio facilmente, sono piuttosto paziente...

Siamo molto simili in questo, Sefora: anche a me è stato sempre insegnato a non esprimere la rabbia, eppure, ora che sono adulta, lo so che è una strategia controproducente.
E' stato difficile cambiare modalità?

Il terapeuta è riuscito a farmi capire che la rabbia è un sentimento naturale e fa parte di ogni essere umano. Il pensare "brutte cose", in un momento di rabbia è normale, il patologico sfocia nel momento in cui la razionalità non media tra desiderio impulsivo e azione.
Per la mia famiglia, invece, esprimere la rabbia in casa è una mancanza di rispetto. Per mia mamma questo sentimento è malsano e deve esser arginato. Se provavo a manifestare la rabbia, poi somatizzavo ancor di più, non ero abituata ad esternarla e stavo più male che bene, anche per un senso di colpa.
Le parole dello psico, invece, si sono sedimentate in me ed ora ho capito che è normale arrabbiarsi e, in certi limiti, è bene espellerla. Ora, non sto più così male...forse solo l'armadio o il muro ne risente. C'è da dire che tutt'ora mi arrabbio di rado e non me la prendo mai con chi non ha causato questo sentimento. C'è chi è nervoso e lo è con tutti, io lo sono solo con chi mi ha fatta arrabbiare, riesco molto a chiudere in scomparti sentimenti e sensazioni.

Ragazze ho avuto un flesh bruttissimo di un momento che avevo rimosso (quando mi sono lasciata con il mio ex ho passato un momentaccio e ora a distanza di anni ho come un vuoto che va da febbraio 2006 a dicembre 2007, non so se c'è un posto dove poter paralre di questo), una volta ho litigato con il mio ex quando già ci eravamo lsciati, e ho avuto uno scatto d'ira con urla e ribaltamento di mobili (ho ribaltato diverse sedie e un tavolino)... insomma una scena bruttissima ora come ho già detto quando mi parte l'embolo è la fine ma tendo ad essere meno violenta e più vendicativa....

Eccomi, scusate l'assenza, ma ho preso il fine settimana per "sbollire" (complice anche il mio compagno che mi ha fatto passare due giorni stupendi - a casa - divertenti, spensierati, "ubriachi"... Veramente ci voleva).
Purtroppo, il lunedì mi fa ripiombare nel problema che questa volta ha fatto scattare la mia rabbia. Ho letto tutti i vostri interventi, e a vere punti di vista diversi, strategie diverse (di arrabbiarsi o non arrabbiarsi, come dice anche Sefora) è utile per ridimensionare i propri impulsi.
Ecco, a me oggi si prospetta una prova VERAMENTE difficile! Dovrò andare a prendere in stazione questa persona che ha combinato un casino enorme sul lavoro, casino di cui tutti noi dell'ufficio pagheremo le conseguenze, casino che ci porta a perdere un cliente importante per faciloneria e distrazione e svogliatezza (della persona in questione). Ecco, io dovrò andare a prendere questa persona in stazione e farci 20 minuti d'auto insieme. E dovrò trovare un modo per NON parlare, perché se parlo, lucida, spietata e critica come sono, arriviamo in ufficio e lui si impicca.
Non è nella mia indole stare zitta, ma questa volta NON voglio che la passi liscia, per cui se io mi sfogo con lui in auto e magari sono troppo dura, poi dalla parte del torto ci passo IO e non voglio, perché voglio che lui CAPISCA che ha sbagliato, che lo capiscano anche gli ALTRI e che la cosa non passi sotto silenzio. Se invece divento troppo aggressiva e tutto il discorso si riduce a ridimensionare me, e non a correggere o criticare lui, io non lo posso sopportare.
Quindi ho chiesto alla mia migliore amica di chiamarmi per passare 20 minuti con lei al telefono mentre guido (ho l'auricolare) pur di non trovarmi nel vuoto del silenzio e rischiare di dire qualcosa!

So di avere probabilmente torto su tutta la linea, so che non dovrei provare questa rabbia furibonda, ma non riesco a ridimensionarla. Non riesco a sopportare che lui dica "Eh sì ho sbagliato, ma sai, sono fatto così", non riesco a sopportare che il lavoro mio e del mio compagno sia stato compromesso.
La gente dice "Dimentica", ma io non ci riesco! Questa cosa, l'atteggiamento con cui l'ha affrontata, tutto insomma, mi hanno fatto squalificare questa persona, a cui volevo anche bene, in TOTO! Lo trovo ora insopportabile, immaturo, superficiale, paraculo. E lo so che sono troppo assolutista, ma come posso cambiare quello che sento? Che difficile...