Bambini bilingue

Guarda mio cognato gli parla italiano anche quando c'è la mamma, perché tanto lei capisce. Con la mamma parlano in francese, che è lingua comune a tutti e tre. Tra l'altro lei non ha mai studiato italiano (forse spagnolo) e l'ha imparato così, sentendo parlare mio cognato.
Mio nipote secondo me non si vergogna, ma è proprio che non gli interessa e per lui l'italiano finora è una lingua che serve a capire cosa diciamo noi, ma non a parlare con noi :D per parlare c'è il francese.
Ma tuo marito si fa questi problemi perché capisce poco l'inglese? Tutto si può imparare, specialmente le competenze passive (ascolto), tanto non è che con un neonato parli dei massimi sistemi... ora che metterà in fila due parole saranno passati due anni e tuo marito sarà in grado di capire tutto quello che gli dici.
Secondo me la cosa più naturale è che tra voi due parliate in italiano, che è la vostra lingua, e che tu parli inglese al piccolo, se ti verrà spontaneo. Lui/lei sceglierà come ha voglia di parlare, poi più avanti gli insegnerete che alcune persone capiscono solo l'inglese e alcune solo l'italiano, che è quello che stiamo tentando con mio nipote!

Non lo preoccupa il fatto di non capire, perché come hai detto con un neonato non parli mica di teorie astrofisiche non gli piace e basta, la vede come una separazione, credo che pensi che mi verrebbe come un'altra persona perché non ho mai parlato molto inglese con lui, e si sentirebbe escluso. Vediamo, poi magari cambia idea nei prossimi mesi chissà...

Questo topic mi riguarda da vicinissimo, essendo anche io ex-bambina bilingue, nata e cresciuta in Italia, figlia di papà italiano e mamma americana
Nel mio caso, mamma ha cominciato a parlarmi sia in inglese che in italiano (era in Italia a quel punto da qualche anno) da subito e ho detto le mie prime parole in entrambe le lingue quasi contemporaneamente. Poi nel crescere, mia mamma è stata piuttosto assente e crescendo in Italia, la lingua Inglese per me ha subìto ritardi, tanto che quando ero piccola mi faceva frequentare gruppi di bambini madrelingua inglese e io mi trovavo in difficoltà perché non padroneggiavo la lingua. Capivo quasi tutto, ma parlavo con molti errori. La svolta l'ho avuta a 13 anni quando in Italia è arrivata la tv in inglese con MTV allora ho cominciato a recuperare e alla fine dell'adolescenza ero diventata completamente bilingue come sono adesso.

Dai miei studi di Psicologia dello Sviluppo posso confermare di aver incontrato le teorie che andavano per la maggiore almeno fino ad epoche recenti, che sono quelle che ha citato Luisav, ovvero quelle che consigliavano principalmente a ciascun genitore di mantenere la propria lingua con il figlio. I miei non lo hanno fatto, ma questo non è stato un problema per lo sviluppo delle lingue, se non appunto per l'inglese, che ha avuto più fatica a mantenersi ma perché frequentavo ambienti quasi solo italiani. Non dò molto credito a questa teoria quindi perché l'esperienza mi dice che non avrebbe avuto senso e avrebbe creato "stranezza" avere genitori separati dalla lingua in quel modo.

Se avrò figli, uno degli aspetti che mi entusiasma di più è proprio quello di fare loro il dono della doppia lingua sia perché li agevola nel mondo ma anche per tenere vive le loro origini e la loro cultura. In casa attualmente viviamo già uno stile bilingue e questo penso sia fondamentale, la cosa che è mancata a me è stata proprio il fatto che mio padre si rifiutava di parlare inglese in famiglia, nonostante lo parlasse fluentemente. Quindi le interazioni si limitavano a me e mia mamma, che però erano infrequenti. Il mio compagno i primi anni che stavamo insieme si rifiutava anche lui di parlare inglese con me , poi qualche anno fa, dopo una febbre (non scherzo ) ha cominciato lui a parlarmi in inglese e da allora alterniamo tranquillamente tra le due lingue, lui l'ha perfezionata proprio parlando con me e ora è estremamente fluente (litighiamo anche in inglese! ). Se non avessimo raggiunto insieme questo livello, non cambierebbe che ai miei figli parlerei eventualmente lo stesso in inglese, però il problema della barriera emotiva data dalla lingua, come teme Julmax, è concreto in effetti.

Grazie Panic per la tua esperienza
Io pure da bambina, in Nuova Zelanda, avevo iniziato a frequentare una scuola Italiana solo il venerdì (avevo il permesso dalla scuola "normale") in cui eravamo bambini di tutte le età con genitori mezzi o totalmente Italiani, con la maestra Italiana che ci insegnava le tradizioni, festeggiavamo la befana, facevamo le giornate a tema (ricordo solo la tarantella), guardavamo la Pimpa ed era a scopo di mantenere la lingua viva e approfondirla immagino, avere più possibilità di interagire in Italiano dato che poi crescendo le occasioni forse sarebbero state minori (poi chi lo sapeva che saremmo venuti qui!).
Infatti pensavo di cercare anche qualche gruppo di mamme di lingua Inglese con bambini in modo che le occasioni di interagire in Inglese siano più del semplice mamma e nonni materni.
Questa cosa della barriera da parte di mio marito l'ho notata più volte, ad esempio se mi capitava che non mi venisse una parola in Italiano, ma solo in Inglese, si arrabbiava perché non capiva come fosse possibile (dato che alla fine ho sempre parlato Italiano, e ho invece limitato l'Inglese da quando ci siamo trasferiti in Italia). Ora non si arrabbia più, anche se non riesce a capire ancora come sia possibile, ed effettivamente nemmeno io visto che la mia prima lingua è comunque sempre stata l'italiano perché avevo più occasione di parlarle. Cercherò, senza forzare la cosa, di fargli capire che non sarei una persona diversa, magari inizio già da ora a sparlucchiare in casa per abituarlo, ma non per convincerlo a fare in un modo quanto perché penso sia necessario che accetti anche il mio lato inglese "attivo" (e non solo quello disponibile a fare piccole traduzioni ).
Che poi tante volte guardiamo film in Inglese, con i sottotitoli per lui, perché gli fa piacere e voleva migliorarlo con me

Beh questo delle parole che non vengono è normalissimo, non c'entra con la lingua materna ma col fatto che lo stesso concetto può essere espresso in una certa lingua con una parola precisa o più eloquente, e in un'altra lingua con un giro di parole, una descrizione più estesa perché manca il termine. Oppure piace di più, è più immediato il suono con cui la parola in italiano o in inglese evoca quello che abbiamo in mente. Né io né mio marito siamo bilingui eppure abbiamo l'inglese come seconda lingua da molti anni e lo usiamo per tutto, informarci, intrattenimento... e a volte qualche esclamazione tipica scappa, oppure il termine perfetto è quello inglese o non ci viene in mente come si dice in italiano, questo non significa che ci sentiamo anglosassoni o che non ci piaccia l'italiano; e siamo contenti che se avremo figli potranno crescere in un ambiente domestico dove l'inglese c'è tutti i giorni, in Italia non è così frequente.
So di persone che pur non essendo affatto bilingui parlano in lingua 2 al proprio figlio per insegnarglielo ma la trovo una forzatura, perché un conto è esporre alla lingua originale e un conto è parlare con difetti di pronuncia ed errori/imprecisioni.

Io ho avuto intorno molti bambini bilingue. Onestamente l'unico vero problema che ho visto è stato di una donna russa che parlava (male) solo in italiano con la bambina, quindi le passava un italiano davvero pessimo, e in più quando erano dai nonni la bambina non capiva assolutamente niente!
Per il resto ho visto sempre situazioni in cui le scelte erano molto naturali e ora li vedo adolescenti che passano tranquillamente da una lingua all'altra a seconda del contesto, della persona con cui parlano, senza davvero nessun problema.

Jul, scusa Se ti rispondo brevemente. Si', noi viviamo in Oz e I nostro figli sono bilingui . In casa parliamo solo italiano, quindi non ho esperienza diretta di routine familiare bilingue, ma ho tantissimi amici in quella situazione e I bimbi parlano 2-3 lingue senza problemi. Ovviamente la limgua della madre viene mantenuta di piu' per questioni di tempo speso insieme. Tendenzialmente va ancora la teoria one parent one language , ma senza rigidita' del tipo che Se c'e tuo marito tu devi necessariamente usare l'inglese. Tieni presente pero' che come hai vissuto sulla tua pelle al contrario, l'italiano sara' nettamente dominante una volta il/la pupo/a sara' cresciuti/a, quindi piu' l'inglese assorbe da te, meglio e':).

Io ho l'esperienza di una coppia di carissimi amici, lei messicana e lui italiano. Hanno vissuto per alcuni anni in Messico e li hanno avuto la loro bimba, poi si sono trasferiti in Italia quando la bimba aveva 4 anni.
La madre le parla soltanto in spagnolo e il padre in italiano. Lei capisce lo spagnolo, ma si rifiuta di parlarlo.
E da quando vive qui parla soltanto italiano.

Care, vi aggiorno sulla nostra esperienza!
Quando è nato Elio, non ci penso neanche a parlare in Inglese, troppo presa dalla situazione nuova, dopo anni che non lo parlavo normalmente in casa...non mi veniva spontaneo. Poi tutti intorno "ma gli parli in Inglese?" "dovresti provare, così lo impara subito!" ma la mia risposta era sempre che non mi veniva spontaneo. Poi qualche giorno fa ho riprovato, dopo che ho sognato in Inglese dopo anni che non mi succedeva... E ora gli sto parlando solo in Inglese! Mio marito ha detto di volerlo imparare meglio anche lui, perché abbiamo in mente, tra 4-5 anni, di andare a stare in NZ...
Dopo un paio di giorni un po' impacciata, ora sono totalmente a mio agio a parlare Inglese! Speriamo di continuare così, chissà come la prenderanno i suoceri

Che bello Jul! E che progetto...