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Rapporto con il medico

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Messaggio Da ArdathLilith Lun Set 02, 2013 3:07 pm

Ciao a tutte, apro questo topic per una riflessione generale sul rapporto medico-paziente e per capire se la mia sensazione individuale è in realtà (come mi sembra) una tendenza comune causata dall'evolversi dei tempi, della professione medica e della tecnologia.

Come molte sapranno, sono incinta di 5 mesi. Sono sana e non ho avuto particolari trascorsi, quindi per me gli esami di routine (del sangue) erano il rapporto massimo con gli specialisti. A parte qualche acciacco a polso e schiena, in generale non ho avuto bisogno di medici o professionisti.
In gravidanza è diverso, perché anche con le visite "minime" previste dal Servizio Sanitario Nazionale, si incappa in ginecologi, ecografisti, e così via.
Ora, una tendenza che ho notato sulla mia pelle è che c'è un atteggiamento del medico che mira NON al benessere del paziente (fisico, ma anche psicologico), bensì solo un atteggiamento volto a pararsi le spalle da qualsiasi contestazione, causa o problema futuro nei loro confronti.

Mi spiego: quando fai un esame, nessuno ti potrà mai dire "è tutto ok al 100%", perché il corpo umano è un po' come il poker. Puoi avere in mano un poker d'assi, e comunque puoi essere battuto da una scala reale. Questo ci sta, tuttavia per mia esperienza personale, non è detto che fare PIU' esami sia indice di maggiore sicurezza o benessere generale, anzi, a volte è il contrario. Se vivo un'esperienza come la gravidanza dovendo continuamente fare esami a "domino" perché ogni medico mi stila il suo referto e poi mi dice: "Tutto ok, ma ovviamente se volesse maggiore sicurezza potrebbe fare anche questo esame" è ovvio che va a finire che io mi faccio influenzare dal parere del professionista e approfondisco. E ancora, "Tutto ok, ma guardi c'è questa cosa che potrebbe essere un indicatore generico per un eventuale rischio di X", e allora giù, un altro esame. E quando nascerà il bambino, comunque fagli fare gli esami, una Tac, una risonanza, il sangue...
Non è un esempio a caso, è un esempio sulla mia pelle.

Allora io penso che essere medico significhi badare al benessere GENERALE della persona e che quindi dirmi di fare un ulteriore esame solo perché così, tra 15 anni, io non potrò farti causa perché tu mi avevi detto che le cose andavano bene, questo non lo sopporto. E' ovvio che se c'è un'evidenza (nel sangue, nell'ecografia, ovunque) loro hanno il dovere di informarti. Però è anche vero che a lavorare così sono capace anche io: vedo un micro-sintomo, ISOLATO, e visto che potrebbe essere sintomo dell'EBOLA allora mi vado a far fare gli esami per l'ebola. Diverso è quando uno ha una serie di indizi che vanno interpretati. Secondo me dovrebbe esserci una maggiore partecipazione da parte del medico, che invece sta zitto per tutto l'esame, poi ti sciorina una "diagnosi" ma ti dice: Niente è certo, vedi tu.
Ma vedi tu cosa? E' vero che è nostro diritto di individui prendere decisioni su noi stessi, ma come faccio a decidere se tu, nelle informazioni che mi dai, mi dici solo cose a TUA tutela, non a mia?

Ho trovato infine questo interessante articolo: http://www.huffingtonpost.it/paolo-veronesi/quando-medico-e-paziente-_b_2518397.html

Vorrei sapere che ne pensate, le vostre esperienze e se avete trovato un modo per vivere in equilibrio l'inevitabile necessità di specialisti e la loro scarsa attitudine alla comunicazione con il paziente.
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Messaggio Da Emanuela Mar Set 03, 2013 4:12 pm

Ardath io la penso esattamente come te. Quando mi è capitato di poter scegliere (nessuna urgenza) ho sempre cercato fino a che non ho trovato un medico che mi rendesse soddisfatta sia dal punto di vista clinico che (soprattutto) dal punto di vista umano umano.
Quando, purtroppo, non è dato scegliere, allora si va a fortuna. Alcune volte mi sono capitati medici bravissimi, che se avessi potuto scegliere non avrei scelto di meglio. Credo che molto dipenda dall'esperienza ma soprattutto dalla passione con cui un medico fa il proprio lavoro. Da medici che fanno il loro lavoro con passione ho riscontrato non solo competenza clinica, ma anche e soprattutto dal punto di vista umano. Per fortuna uno così mi è capitato quando si è operata d'urgenza mia madre. Non so se un altro medico avrebbe saputo fare il lavoro che ha fatto lui nel modo in cui lo ha fatto lui. Dal punto di vista puramente clinico (togliere un tumore) forse si. Ma lo stare attenti a non intaccare nienete altro, il farsi vivo e chiedere continuamente come sta, il perdere tempo per spiegare 1000 volte la stessa cosa in modi diversi, la delicatezza e la sensibilità...Poi ho scoperto che quel medico ha passione, fa anche volontariato nei paesi meno fortunati dei nostri. Comunque, quando posso scegliere, se un medico non mi convince dal punto di vista umano, inteso come rapporto interpersonale, giro i tacchi e ne scelgo un altro. Non mi importa quanto sia luminare Rapporto con il medico 294699
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Messaggio Da Elisina Mar Set 03, 2013 8:52 pm

Anche io sono ASSOLUTAMENTE d'accordo e mai come in questa gravidanza ho potuto sperimentare quello che tu descrivi.
La differenza per me la fa continuare a cercare finchè non trovi lo specialista giusto, quello che la pensa come te, e ti assicuro che ne esistono ancora. Io fortunatamente ho trovato un ginecologo così. E' stato lui stesso a speigarmi questa tendenza odierna a pararsi il didietro lasciando sempre quel margine (che sarebbe ovvio) e facendo spesso sprofondare le pazienti nell'angoscia... le cause contro i medici sono in aumento e per i motivi più futili. Purtroppo non è una giustificazione per loro, ma una realtà di cui facciamo tutti le spese.
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Messaggio Da ArdathLilith Mar Set 03, 2013 11:04 pm

Proprio stasera, parlando della questione con amici, è emerso quello che dite tutti: la paura di una causa è alla base di tanta "incompetenza" di ritorno. Io però non riesco a giustificare questa cosa. Capisco che ci sia anche una crescente arroganza da parte di certi pazienti (mi vengono in mente i genitori che quando il figlio va male a scuola, invece di fare il cazziatone a lui/lei, vanno a "sgridare" gli insegnanti - atteggiamento che anche solo 20 anni fa era minimo e sta aumentando esponenzialmente), capisco anche che tante delle persone che i medici vedano siano ignoranti, ma perché rinunciare totalmente a cercare di instaurare un rapporto con le persone che invece possono capire e anzi CERCANO un rapporto collaborativo?
Sicuramente quello che dite è fondamentale: farei ciaociao con la manina a quegli specialisti che, anche se accreditati e bravi tecnicamente, non sanno farci sentire a nostro agio o non ci seguono in un percorso di cura a 360 gradi.
D'altra parte che peccato che una professione così sacra come quella del medico stia diventando un servizio "mercificato" e con i "disclaimer" come tanti altri...
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Messaggio Da donnasummer Gio Set 05, 2013 6:58 am

Riflessione molto interessante questa Rapporto con il medico 294699 
Personalmente non ho mai avuto necessità urgenti e gravi, ma in quasi 27 anni di vita ho, come tutti, incontrato diversi dottori e specialisti. Spesso la diagnosi non mi ha soddisfatta (la più eclatante, a inizio anno una ginecologa mi ha dichiarata sterile e come molte sanno 6 mesi dopo sono rimasta incinta) , non sono stata ascoltata e sopratutto non sono state considerate le mie sensazioni. Fortunatamente ho sempre deciso di ascoltarle io, di interrogarmi e ascoltarmi da sola, e sono sempre più convinta che ognuno di noi sia il miglior medico di se stesso. Ciò non toglie che quando c'è bisogno di un esame clinico o di qualcuno di specializzato capitare in buone mani è una roulette russa e questo è molto triste.
Devo però anche ammettere qui a Bologna di aver trovato tante tante persone, dottori e paramedici, che fanno il loro mestiere con amore e passione, preparazione e attenzione al paziente. A partire dal mio medico di base che anche se a volte dimostra di avere una preparazione un po' antiquata, mi dedica sempre tutta l'attenzione e il tempo che può e ha una inclinazione alla visione olistica del paziente, sicuramente imparata per esperienza più che sui libri di medicina!
Comunque alla facoltà di medicina dovrebbero inserire il corso di EMPATIA obbligatorio. Rapporto con il medico 936791
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Messaggio Da ArdathLilith Lun Set 09, 2013 1:48 pm

Oggi mi è arrivata la mappa cromosomica dell'amniocentesi.
Tutto confermato, cariotipo normale XY!

Piccolo aneddoto sull'amabilità dei medici. Lunedì scorso ho fatto la morfologica, gli hanno trovato le due cisti dei plessi corioidei che si riassorbiranno per la 28esima settimana e mi hanno specificato che al limite sono soft marker di una trisomia. Io e il mio compagno diciamo con tranquillità: Sì, ma abbiamo un'amniocentesi normale.
E la SIMPATICA dottoressa mi fa: NO, voi avete un referto preliminare che nel 2-4% dei casi è sbagliato.
Rapporto con il medico 4123 
Vi rendete conto di che razza di medici ci sono? Ora, se io non avessi avuto, col mio compagno, il sangue freddo di mandarla a cagare mentalmente, mi sarei fatta un'ALTRA settimana di angoscia, perché "Sa, signora, comunque questo è un soft marker e lei il risultato definitivo non ce l'ha"...
Sono basita, tanto più che anche la genetista mi aveva detto, a suo tempo, di stare tranquilla, che il "preliminare" arriva in realtà dopo 15 giorni ed è attendibile e che se ci fossero stati problemi, la situazione si sarebbe allertata prima dell'invio finale del referto.
Peccato che non si possa fare rapporto alla gente perché è... stronza.
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Messaggio Da selvynina Lun Set 09, 2013 3:37 pm

E invece si dovrebbe cavolo!
Inserire nei corsi universitari delle professioni mediche Umanità 1 e Umanità 2...e anche 3!!!

E anche un bel Ridimensionamento Ego! Perchè quasi sempre se tu essere umano NON MEDICO e quindi povero ignorante fai una sorta di obiezione anche magari per sbaglio fondata...ecco che il medico grande illuminato e intoccabile se ne deve uscire fuori con frasi come quella detta ad Ardath!
Che non è informare la paziente! E' sadismo!

Per non parlare di come viene svolta ora la professione del medico! Sono pochissimi quelli che fanno della sana diagnosi clinica. E successivamente una bella anamnesi!
O ti mandano a fare esami strumentali un pò per tutto, dalla cosa meno grave a quella gravissima (giusto per pararsi le ciappett).
Oppure vanno a tentativi magari rifilandoti anche una cura o un'antibiotico...e vediamo come va! Si ma, la diagnosi?

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Messaggio Da Zara Lun Set 09, 2013 6:40 pm

Shocked Proprio simpatica sta dottoressa. Twisted Evil 
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Messaggio Da Jessica Dom Feb 25, 2018 12:11 pm

ArdathLilith ha scritto:Ok informarsi, ma poi quando si sta male comunque allo specialista ci si deve rivolgere, o no?
Appunto, allo specialista Rapporto con il medico 412261 il medico di base è un generico che purtroppo ha un ruolo prettamente burocratico oggigiorno di "dirigente del traffico" il cui obiettivo è "far spendere poco" allo Stato.
Una buona base culturale sulla salute in famiglia permette di bypassare il medico di base, quantomeno per sapere quando ci vuole l'ospedale perché è un'emergenza e quando ricorrere direttamente allo specialista per il problema individuato (es. ho un problema agli occhi, vado dall'oculista, ecc.)
Si va dal medico di base quando non si sa a che specialista rivolgersi, ma è problematico perché significa avere a che fare con un problema più difficile da discernere (es. prurito alle gambe: potrebbe essere di origine dermatologica, allergica, circolatoria, psicologica, ecc.) e allora se il paziente stesso non intuisce dentro di sé cosa ha, il medico dall'esterno non sa proprio che pesci prendere di solito Rapporto con il medico 826922
In ogni caso, anche dopo aver ascoltato il parere dello specialista, non fa certo male informarsi sui canali a disposizione oggi perché una cosa è certa: nessuno quanto il paziente ha la motivazione di capire, studiare e conoscere il proprio male, quindi se si mette di impegno, di solito ci arriva prima e meglio del medico, per il semplice fatto che è l'unica persona che può sentire il suo problema da dentro.

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Messaggio Da ArdathLilith Dom Feb 25, 2018 12:52 pm

Mm, mi pare un approccio in teoria buono, ma in pratica non sempre è così.
Per dire: mi si gonfiano i linfonodi, da chi vado? Non ne ho la più pallida idea.
Mi fa male il fegato, da chi vado?
So che la salute è una cosa importante, ma il fai-da-te non è sempre possibile. Chiaro che uno, con gli anni, impara a conoscersi: io so benissimo da cosa deriva il mio mal di schiena e, quando si acutizza, vado subito a fare esercizi mirati perché so che risolvono poi per anni, senza la trafila di lastre ecografie eccetera.
Ma non si può avere una conoscenza anche superficiale per tutto...
Il concetto di "sentire il problema da dentro" è valido, ma secondo me per un approccio terapeutico vero ci vogliono basi che difficilmente si acquisiscono così rapidamente.
Quello che voglio dire, Panic, non è che sono "contraria" al tuo discorso, ma che mi pare ottimo in teoria ma di difficile applicazione, o quantomeno io non ho idea da dove partire per mettere in atto un approccio di questo tipo alla salute...
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