Educazione dei bambini

Potremmo parlarne per ore!!!!
I capricci non esistono per davvero: è il modo di comunicare che c'è qualcosa che non va. Poi, ovviamente, c'è chi lo fa con più o meno veemenza.
E Zara, sei una mamma così premurosa ed attenta che hai capito un "trucco": osservando attentamente il bambino si possono evitare i capricci, o essere pronti nell'accettarli.
Spesso ci sono perché la richiesta che noi facciamo ai bambini è troppo grande oppure non compresa da loro: non possiamo poi avere l'aspettativa che capiscano tutto o che si comportino come NOI pretendiamo.
Ad esempio: vado al supermercato con il mio bambino = panico completo (urla, strepiti, scenate, ecc ecc). Ma per lui forse è una richiesta troppo grossa! E' un posto pieno di stimoli che può creare disagio. Ci lavoro su e vedo come va. Se continua a fare scenate non devo "forzarlo" ma capire cosa mi vuole comunicare e agire di conseguenza.
Situazione pigiama a casa mia (o anche cena se volete!): se non rispetto l'orario preciso (cioè entro le 8 pigiamo per tutti) si crea un escalation di capricci e pianti e lagne che mette davvero a dura prova la mia pazienza (e vi giuro che ne ho da vendere!). Solo che ormai lo so, mi organizzo e se non rispetto questa richiesta mi becco i "capricci" e sto zitta. 
La cosa difficile è che non c'è una ricetta che va bene per tutti allo stesso modo, ogni bambino e ogni mamma/bambino è diverso…
di solito più sono grandi più dimostrano una frustrazione grande dietro, nel non riuscire a fare qualcosa, nel non riuscire a dire qualcosa.
Per le letture cerco i nomi precisi e scrivo subito! 

Hythien ha scritto:
Però quando iniziano a diventare più grandini e scoprono che il mondo non solo lo possono esplorare ma ANCHE modificare... a queste incomprensioni si aggiunge un altro tipo di "capriccio" e in questo caso è davvero un modo per "misurare" dove è il limite; e in questo caso bisgna essere intransigenti, calmi ma fermi.

Ecco, questa cosa dei limiti mi ha sempre lasciata perplessa. Capisco che i bambini vogliano capire fino a dove possono spingersi nell'esplorazione e nella modifica dell'ambiente circostante e che spesso gli adulti li debbano fermare perchè incuranti del pericolo o delle norma sociali o dell'incolumità di persone o cose. Se intendiamo questi limiti allora siamo d'accordo.
Credo che poi i capricci della fase dei terrible two siano molto importanti (anche se portano all'esaurimento le madri ). È proprio il fatto di opporsi e dire NO che permette la crescita come individui. Quindi, in quel momento, i bambini stanno compiendo un difficile e importante lavoro di crescita! Sempre a mio parere, il fatto che sappiano verbalizzare il NO è di grande aiuto per i genitori. Non vogliono mettere i calzini, Bene, anche se dovremo inventarci modi per infilarglieli perchè fa troppo freddo e i calzini vanno messi, sapremo comunque il loro parere. Che NO, loro i calzini in quel momento non li vogliono mettere. Non è mica una cosa da poco. Immagino che sia estenuante (io mi sto preoccupando già ora visto il carattere deciso di Dante ), ma il fatto che i bambini abbiano un'idea diversa da noi e che questa idea sia comunque da rispettare (anche se per noi illogica e senza senso) mi pare una cosa importante. Visto che per loro sarà senza senso la nostra di idea, ma si devono adeguare  
Inoltre, pur sapendo dire no e opporsi, non sono ancora in grado di gestire la frustrazione per vedere i loro desideri non esauditi e via con le scenate, che sono parte del pacchetto. Anche qui, non darei una connotazione negativa all'espressione delle proprie emozioni, anche se non saper come fare ad arginare la rabbia non deve essere affatto semplice!

Leggo ora Luisav.
Hai espresso perfettamente il mio pensiero, che io avevo tradotto in modo un po' sconclusionato, così come mi son venute in mente queste considerazioni! Grazie! Aspetto anche io i consigli sulle letture, meglio arrivarci preparati

Zara, è bellissima la lettura che dai di quelli che, fino a pochi minuti fa, a me sembravano solo capricci nel senso brutto del termine. Io sono cresciuta a suon di minacce di scapaccioni e terrore delle ripercussioni; invece tu pratichi il dialogo e trovo quest'approccio infinitamente più bello, maturo e sano.
Non oso neanche immaginare tutta la pazienza che ci vuole!

Zara il tuo post è bellissimo e da incorniciare
Ti confermo che la psicologia dello sviluppo non parla mai di "capricci", ma di "bisogni".
Non è facile sempre capire quale sia il bisogno, ma se nemmeno ci si provasse e si bollasse il pianto come "inutile" allora la partita sì che sarebbe persa (e da lì le spirali di violenza, di pressioni psicologiche, di frustrazione per il bambino e per il genitore e soprattutto: nessuno dei due a quel punto avrebbe imparato nulla dalla situazione!).

Aggiungo una cosa che riguarda i primi pianti di "rifiuto" che il neonato e poi il bambino più grandicello (soprattutto penso ai 2 anni, bollati come "terribili", che sono quelli della definizione del sé e ricerca dell'autonomia personale): avrete notato che riguardano particolarmente quello che ha a che fare con il loro corpo. Mettere il pigiama, le scarpe, mangiare, uscire, ecc. le richieste a cui loro protestano riguardano quasi sempre azioni dirette sui loro confini fisici, sulla loro proprietà, che imparano (devono poterlo imparare!!) a riconoscere e difendere. Vogliamo che i bambini imparino fin da molto piccoli che il LORO corpo appartiene a LORO, e questo va riconosciuto prima di poter intervenire su di esso. L'adulto deve offrire aiuto fisico pratico per tanti compiti, pensiamo all'accudimento dei primissimi mesi in cui il corpo della mamma e quello del bambino sono quasi un tutt'uno. Ma poi deve iniziare da qualche parte la sua definizione di sé come individuo separato e prima di tutto al mondo siamo un corpo fisico. Quindi il rispetto quando si manipola il loro corpo, anche solo per le cure quotidiane, non dovrebbe essere dato per scontato, ma garantito. Se si ha un approccio rispettoso quando ci si avvicina al corpo del bambino, è probabile vedere anche più collaborazione da parte loro nell'eseguire i gesti quotidiani, come vestirsi, lavarsi, ecc.

Sono contenta di sapere che le mie riflessioni possono essere d'aiuto sia a voi che a me, per districarmi in questa giungla di emozioni che è l'essere madre.
In realtà, vorrei essere molto più paziente di così, ed è da questo proposito di trovare una soluzione e migliorare in primis il mio modo di fare che è scaturita questa riflessione.

È molto vero quello che dici PQ sul rispetto del corpo dei bambini.
Dante mi ha subito messa al mio posto, fin da neonato. Non ho mai potuto, e nemmeno posso ora, accarezzarlo mentre poppa, perchè ne è visibilmente infastidito. Quindi mi sono messa le pive nel sacco e ho accettato il fatto. Poi non è che non voglia essere toccato: quando è in fascia, invece, adora che gli accarezzi la testina . Oppure, io e mio marito abbiamo notato che se, mentre sta mangiando, gli chiediamo il permesso (retorico, ovviamente) per pulirgli la bocca, allora accetta molto più volentieri che gli si passi il tovagliolo altrimenti si lamenta.

Per me capriccio è una parola che indica i comportamenti di sfogo di bambini piccoli e grandi, senza specifcare da cosa siano provocati (incomprensioni, ansie,non riuscire/potere fare qualcosa, aspettare....) tende ad assumere una connotazione negativa per le vagonate di pazienza che richiede ai genitori la loro gestione. Io, anche a casa mia, non ne ho mai sentito parlare come di un "pianto inutile" o un qualcosa da non tollerare, quindi non ho problemi ad usarla come parola, riassume che c'è un problema che va capito e affrontato.

Parlando di limiti intendevo quello che dici tu Zara (soprattutto pericolo), e lì per lì non mi vengono in mente altri tipi di "limiti". Mentre mi vengono in mente un altro tipo di "capriccio" quello derivato dalla difficoltà nell'imparare, a loro volta, la "pazienza" intesa come "non si può sempre avere tutto e subito", ma questa è una cosa decisamente recente anche per noi.... col tempo vedrò che nuovi motivi di rimostranze per le mie decisioni ci saranno  

Invece non conosco quasi per nulla questi problemi riguardanti il proprio corpo, l'unica cosa era il pannolino, ma lo è stato da quando è nata... cioè non le dava fastidio il pannolino pulito o sporco che fosse, ma proprio la gestualità del cambio, infatti i due mesi che abbiamo imparato a farlo da in piedi non ha più protestato... peccato non averci pensato prima.

Poi sono d'accordissimo con  luisav che facendo attenzione dal principio, o imparando dall'esperienza si può riuscire a prevenire/evitare molti momenti di stress; tipo io so che è vitale evitare di far stare la Anto coi cugini mentre ha sonno.
Però ci sono delle cose che proprio non si possono evitare, penso per esempio ai recenti post di Tomoe sull'assenza del papà, o anche più banalmente al mio cruccio sulle prese nei muri, quelle non posso nasconderle come i coltelli, ma neanche soprassedere come quando usa i tupperware come sua personale batteria (qualcosa lo dovrà pur fare..... e pazienza se ha un buon numero di giochi tutti suoi che giacciono inutilizzati).

Sto leggendo una raccolta di scritti della Montessori, si chiama "educare alla libertà", me l'ha regalata mio marito lo scorso anno per natale (sì ok praticamente un anno fa... ma avevo un sacco di arretrati!). Volevo riportarvi qui un paio di passaggi che mi hanno davvero colpita.

"Crediamo che i bimbi siano simili a fantocci inanimati: li laviamo, li imbocchiamo come essi fanno con le bambole. Non pensiamo mai che il nostro dovere verso il bambino, il quale non sa, non sa fare, ma dovrà poi fare e ha i mezzi fisio-psicologici per imparare a fare, è senza eccezione quello di aiutarlo alla conquista di atti utili. La madre che imbocca il bambino senza compiere il minimo sforzo per insegnargli a tenere il cucchiaio e a cercare la propria bocca, o che almeno non mangia ella stessa invitandolo a guardare come fa, non è una buona madre. Ella offende la dignità umana di suo figlio, lo tratta come un fantoccio, mentre è un uomo affidato dalla natura alle sue cure. Chi non comprende che insegnare ad un bambino a mangiare, a lavarsi e a vestirsi, è un lavoro ben più lungo, difficile e paziente che imboccarlo, lavarlo e vestirlo? Il primo è il lavoro dell'educatore, il secondo è il lavoro inferiore e facile del servo."

"Questa è la nostra missione: gettare un raggio di luce e passare oltre.
Io paragono gli effetti di queste prime lezioni alle impressioni di un viandante solitario che cammina, sereno e felice, all'ombra di un boschetto, meditando, lasciando, cioè, libero il suo corso di pensiero. A un tratto, il suono della campana di una chiesa vicina lo richiama a sé; allora egli sente più profondamente la pacifica beatitudine che già era nata in lui, ma che si era assopita.
Stimolare la vita, lasciandola però libera di svilupparsi, ecco il primo dovere dell'educatore."

verissimo, anche se poi va adattato ai ritmi della vita reale, es. il vestirsi, al mattino alle 7 quando si hanno i minuti contati è impossibile

sicuramente è fondamentale insegnare loro tutto, non trattarli da burattini.....conosco mamme che ai figli di 7/8 anni ancora infilano i pantaloni, anche no!

con la prima ad esempio avevo più tempo per insegnarle a mangiare da sola e bene, non ho mai amato i pasticci esagerati di bimbi piccoli che si mettono la pappa sui capelli ad esempio, perciò su questo ero rigida e ho aspettato i suoi tempi, della serie mangi da sola quello che puoi e che contiene i danni
con la seconda invece non avevo tutto questo tempo, e preferivo darle da mangiare io il primo e poi da sola il prosciutto

la giusta misura ecco

Rossana ha scritto:sicuramente è fondamentale insegnare loro tutto, non trattarli da burattini.....conosco mamme che ai figli di 7/8 anni ancora infilano i pantaloni, anche no!

io conosco di peggio.... mia suocera, potesse, si prenderebbe la briga ancora oggi di vestire il suo caro piccolo figlioletto (di 37anni).
Quando andiamo giù dai nonni mi aspetto sempre che vada a mettergli il pigiama e a rincalzargli le coperte, per fortuna riesce a trattenersi...
Per il resto ora che abbiamo superato gli attriti su allattamento prolungato/dormire nel lettone siamo sulla stessa "lunghezza d'onda educativa", per questo vederla che si affaccenda così dietro a mio marito è di un assurdità unica, sia per la situazione che crea sia perchè è completamente incoerente con tutto il resto degli atteggiamenti che ha nei confronti di tutti i nipoti e della figlia femmina. Mah?

Help? Posso chiedere aiuto?
Cavolo, che due giorni "di inferno"...
Leo ha quasi 3 anni, andiamo d'accordo, ci divertiamo insieme, abbiamo accesi dibattiti su cosa fare/quando farlo, ma tutto sommato conviviamo pacificamente, con lui che si esprime come vuole e io che cerco di guidarlo per quanto possibile. Ogni tanto mi fa venire il nervoso, ogni tanto "si oppone", ma diciamo che son tutte situazioni che si risolvono chiacchierando.
Tranne in questi giorni. Siamo da amici in vacanza, io e lui, 2 giorni fuori casa in un ambiente per me piacevole con persone che mi aiutano (e che mi andava di vedere).
Lui è IMPAZZITO, letteralmente. Quando dico impazzito, intendo:
- incontenibili crisi isteriche per mangiare/dormire/cambiarsi pannolino
- schiaffi in faccia, addosso, morsi, urla

Sono rimasta basita, perché non mi era mai successo, nemmeno con mia mamma, che lo vizia di brutto.
Ora, cose "anomale" da riferire:
- io chiacchiero con gli altri e non ha il 100% della mia attenzione
- una persona del gruppo lo rimpinza di dolci (molto, molto)
- non c'è suo padre
- passaggio ora legale-ora solare

Io ho reagito a questo disastro meglio che potevo, cioè contenendolo fisicamente quando esagerava, portandolo in camera nostra per calmarlo e cambiarlo quando necessario, una volta sola l'ho "sgridato" davanti agli altri perché aveva dato un ceffone a una delle altre persone e non ho potuto lasciar correre.
Lui è... quando siamo soli, si calma. Con gli altri intorno (2 adulti che potrebbero essere i suoi nonni, e 2 ragazzi della mia età) è satana, ma veramente, satana.

Che diavolo non sto capendo? Che sta succedendo?
Io non è che esco tantissimo di casa, ma così è ingestibile, veramente mi vien voglia di seppellirlo davanti alla televisione e farlo riemergere a 19 anni...
Aiuto?