Quando dire "no"
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Re: Quando dire "no"
Anche il mio nipotino, che ha qualche settimana piu' di Chiaretta di Sea (quindi 9 mesi emmezzo) e' entrato in fase capricci . Non so se sto dicendo una cavolata, ma ha imparato a strillare in un modo che a me (via skype ) pare proprio di stizza . Puo' essere?
poi volevo chiedere: a quell'eta' dite che capiscono gia', o cmq assimilano i NO! . Cioe', se fa qualcosa che assolutamente non deve fare, tipo giocare con le prese della corrente , e' utile dirgli un NO bello deciso o gli entrerebbe da una parte e uscirebbe dall'altra?
Grazie
poi volevo chiedere: a quell'eta' dite che capiscono gia', o cmq assimilano i NO! . Cioe', se fa qualcosa che assolutamente non deve fare, tipo giocare con le prese della corrente , e' utile dirgli un NO bello deciso o gli entrerebbe da una parte e uscirebbe dall'altra?
Grazie
dipkick- Numero di messaggi : 1971
Età : 41
Località : Perth-Australia
Data d'iscrizione : 24.04.08
Re: Quando dire "no"
Non so DK, quando a Chiara dico un No deciso lei ride ...oppure a volte, se tocca qualcosa che non deve e le faccio capire che sono contrariata lei fa finta di non sentirmi, e continua
Io in questo momento non mi impongo più di tanto perchè penso sia troppo piccolina, e credo che lei tante cose le faccia più che altro spinta dalla curiosità, io per ora mi limito semplice,ente a controllare che non si faccia male e che non si metta qualcosa di pericoloso in bocca....poi magari sto sbagliando, non so
Io in questo momento non mi impongo più di tanto perchè penso sia troppo piccolina, e credo che lei tante cose le faccia più che altro spinta dalla curiosità, io per ora mi limito semplice,ente a controllare che non si faccia male e che non si metta qualcosa di pericoloso in bocca....poi magari sto sbagliando, non so
sea- Numero di messaggi : 5056
Età : 47
Data d'iscrizione : 19.04.08
Re: Quando dire "no"
Se è curiosità come dici, Sea, e vale anche il tuo nipotino, l'ideale è distoglierli, proprio spostarli fisicamente e fargli fare altro. So che è faticoso, ma a quell'età è la cosa più sensata. Il no lo percepiscono come rivolto a loro più che riuscire a capire qual è la cosa che non devono fare. E la cosa più pratica è rimuovere ogni pericolo, tipo coprire le prese.
Sui capricci si, ci sta. In questa fase bisognerebbe avere delle regole molto chiare, nelle quali i bambini si possano muovere, cercando di evitare motivi di frustrazione, tipo i capricci al supermercato sono dovuti dal fatto che per i bambini è faticoso, troppi stimoli, troppo caos, quindi sai che gli stai chiedendo troppo e cerchi di limitare il più possibile.
Sui capricci si, ci sta. In questa fase bisognerebbe avere delle regole molto chiare, nelle quali i bambini si possano muovere, cercando di evitare motivi di frustrazione, tipo i capricci al supermercato sono dovuti dal fatto che per i bambini è faticoso, troppi stimoli, troppo caos, quindi sai che gli stai chiedendo troppo e cerchi di limitare il più possibile.
nike- Numero di messaggi : 5275
Età : 52
Località : Toscana
Data d'iscrizione : 11.06.09
Re: Quando dire "no"
Fino ai 2 anni, quando si sviluppa la capacità simbolica, non sono capaci di riconoscere un'azione "sbagliata" in quanto tale, perché il concetto di "giusto/sbagliato" si acquisisce solo quando si sviluppa il senso del sé e quindi la capacità di provare emozioni di vergogna e colpa.dipkick ha scritto:poi volevo chiedere: a quell'eta' dite che capiscono gia', o cmq assimilano i NO! . Cioe', se fa qualcosa che assolutamente non deve fare, tipo giocare con le prese della corrente , e' utile dirgli un NO bello deciso o gli entrerebbe da una parte e uscirebbe dall'altra?
Però bambini di tutte le età sono sensibili al tono delle emozioni del genitore e dato che lo seguono come guida alla comprensione delle emozioni, possono reagire anch'essi con spavento, se vedono il genitore spaventato. Tuttavia, difficilmente il genitore riesce a veicolare reale spavento e se anche lo facesse, per il bambino piccolo è molto più traumatico subìre una brusca alterazione dell'umore a cui non riesce in quel momento a dare senso (perché intellittavamente ancora è troppo immaturo). Come dice Nike, la cosa migliore è rimuoverli dalla situazione, magari anche accompagnando comunque da un commento verbale,dato che nel tempo svilupperanno comunque una sempre migliore comprensione del significato
C'è un filone di pensiero che ritiene che il NO! decisissimo vada usato con grande parsimonia, perché se abusato, il bambino impara che non significa nulla, e se anche in un primo momento si riesce ad attirarne l'attenzione, disimpara presto a dargli ascolto, perché ad esso non segue una conseguenza particolare. Invece non usando il NO! per le situazioni quotidiane non pericolose, si garantisce meglio che sia ascoltato quando invece c'è un reale pericolo, perché allora per il bimbo quella reazione del genitore è inusuale e quindi gli presta attenzione. I genitori che abusano del no, che sovrareagiscono in modo concitato per ogni infrazione piccola o grande, hanno spesso figli "disubbidienti", ma in realtà è un sottostante problema di comunicazione.
Per quel che vale, io ho applicato questo principio con il cane di casa, e a me dà retta, e ai miei genitori, che lo "sgridano sempre", no c'è anche il discorso, da non sottovalutare, della relazione: in futuro, per poter usare i genitori come guida per tutti gli apprendimenti, i bambini devono poter essere inseriti in un contesto di fiducia amorevole. Se il contesto diadico è teso, perché il genitore sgrida sempre, la disubbidienza diventa frutto non solo di un errore comunicativo, ma anche di un clima emotivo negativo di sfiducia.
_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Quando dire "no"
In questo senso sto iniziando a chiedermi quando iniziare a far capire a Bea che certe cose non si fanno. Anche lei, come Chiara di Sea, ride se uso un no deciso. Ho provato anche a pestarle la manina (un piccolo colpetto con la mia mano ovviamente) ma anche questo la fa ridere.
Quello che vorrei davvero insegnarle al più presto è a non tirare i capelli! I miei sono lunghi e ricci e riesce sempre ad afferrarli e strapparmene ciuffi, anche se sono legati L'unico modo perchè non possa farlo è non prenderla in braccio, ma non voglio certo rinunciarci!! Come posso fare
Quello che vorrei davvero insegnarle al più presto è a non tirare i capelli! I miei sono lunghi e ricci e riesce sempre ad afferrarli e strapparmene ciuffi, anche se sono legati L'unico modo perchè non possa farlo è non prenderla in braccio, ma non voglio certo rinunciarci!! Come posso fare
Camilla- Numero di messaggi : 517
Età : 48
Data d'iscrizione : 21.07.09
Re: Quando dire "no"
Diciamo che se ride il no non è tanto deciso, perchè quando lo è davvero è più facile che piangano. Forse tu ti senti un po' in colpa, e non riesci ad essere troppo decisa. Per me, fermo restando quanto sopra, vale una regola: non devi fare male a te, a me, a nessuno, anche se sei un bebè, quindi io credo che questa debba essere la tua intenzione! Le togli la mano e la rimetti giù, e continui a rimetterla giù ogni volta che ti fa male, non con l'intento di punirla, ma con quello di preservarti! Cercare di non sgridarli quando ancora non possono capire non deve però arrivare a farti far male, e, diciamolo, quando si aggrappano ai capelli, o agli orecchini, fa davvero un male cane!
nike- Numero di messaggi : 5275
Età : 52
Località : Toscana
Data d'iscrizione : 11.06.09
Re: Quando dire "no"
Ragazze so che probabilmente direte che sono matta e insensibile ma io ho notato che un bimbo piccolo non si scosta molto lontano da un cucciolo di cane.... AAASSSSPEEE... fatemi continuare!
Dico così perché ho prima cresciuto un cane e poi i miei nipoti e ho notato che se il NO era accompagnato da un'alternativa la cosa funzionava benissimo.
Es: il cane che morde il calzino... NO! però aspetta che ti do il tuo giochino.
Es: il bambino che vuole fare una cosa che non va fatta... NO! ma aspetta che ti do qualcos'altro di buono da fare.
Se non si adotta questa tecnica e si usa solo il NO il cane tenderà a riprendere il calzino e il bambino a fare quello che gli pare.
Faccio esperimenti sui cani e sui bambini... ok... lo ammetto.
Dico così perché ho prima cresciuto un cane e poi i miei nipoti e ho notato che se il NO era accompagnato da un'alternativa la cosa funzionava benissimo.
Es: il cane che morde il calzino... NO! però aspetta che ti do il tuo giochino.
Es: il bambino che vuole fare una cosa che non va fatta... NO! ma aspetta che ti do qualcos'altro di buono da fare.
Se non si adotta questa tecnica e si usa solo il NO il cane tenderà a riprendere il calzino e il bambino a fare quello che gli pare.
Faccio esperimenti sui cani e sui bambini... ok... lo ammetto.
Miwako- Numero di messaggi : 2941
Età : 42
Località : Milano
Data d'iscrizione : 30.01.11
Re: Quando dire "no"
Interessante questo confronto. In effetti in questo periodo ammetto che a volte non so proprio come comportarmi davanti ad alcune situazioni...Chiara, come tutti i bambini, sembra essere attirata solo dalle situazioni più pericolose. Pensate che l'altro giorno si è tirata addosso una sedia, solo per un secondo che l'ho persa d'occhio. Però adesso è davvero un tutt'uno, e a volte è difficile non farsi uscire un NO! dalla bocca. Però capisco anche che la sua voglia di scoprire il mondo e la possibilità che si faccia male anche seriamente, a me mette molta ansia, per cui tante volte quel NO! lo dico nella speranza che capisca solo la mia preoccupazione, però mi rendo conto che è impossibile che lei faccia questa associazione, per cui devo proprio impormi di mantenere la calma e semplicemente di vigilare...insomma, non è per niente facile, in più anche in questo i parenti vogliono sempre mettere bocca...alcuni consigliando anche punizioni corporali, per me in questo momento assolutamente inconcepibile
sea- Numero di messaggi : 5056
Età : 47
Data d'iscrizione : 19.04.08
Re: Quando dire "no"
Sto leggendo in questi giorni il libro "il concetto del continuum" di Jean Liedloff e ci sono alcune riflessioni che possono interessarvi. L'autrice ha vissuto alcuni anni a contatto con una tribù di indios venezuelani, mettendo in luce gli aspetti positivi della loro società, in particolare legati alla cura dei bambini. In particolare il capitolo che mi ha colpitolo spiegava come i bambini vengono lasciati molto liberi, secondo l'autrice il bambino ha infatti un forte senso di autoconservazione che gli permette di non farsi male (i bambini molto piccoli infatti giocano con coltelli, o vicino a buche profonde, e il tasso degli incidenti è minimo). Questo senso di autoconservazione viene meno nella nostra società quando investiamo i bimbi con le nostre paure o ansie..i bambini avrebbero un innato senso che li porta a fare "quello che i genitori si aspettano da loro", ed ecco che quando una mamma teme che il bimbo si faccia male in un tale modo il bambino sente questa predisposizione ed "esaudisce" le aspettative della madre, magari facendosi male proprio in quel modo. Il libro è molto interessante e porta tutta una serie di esempi a rafforzare questa teoria..
Penso anche che per un bimbo sia importante poter sperimentare i propri limiti, avevo letto un testo una volta dove una mamma italiana si confrontava con una mamma americana: quest'ultima aveva lasciato che sua figlia che non sapeva nuotare si addentrasse nel mare e andasse dove non toccava, per poi intervenire solo quando la bimba ha iniziato ad annaspare. La mamma italiana si diceva molto in ansia, lei avrebbe impedito alla bambina di entrare in acqua, mentre la mamma americana sosteneva che in questo modo la bambina aveva testato i propri limiti, capendo da sola e senza troppi "NO".
forse sto andando offtopic, ma potrebbe essere sea che la tua ansia, del tutto comprensibile, possa essere "captata" da Chiaretta, e che sia proprio la molla che la porta a voler a tutti costi fare quello che le proibisci..
Io da piccola ero esattamente così, non avrei mai pensato di toccare il ferro da stiro, fino a quando qualcuno mi diceva "assolutamente non toccarlo! è caldo!".
Una soluzione potrebbe per esempio essere quella di farle vedere in maniera protetta quali possono essere le conseguenze delle sue azioni (per esempio farle sentire da lontano il caminetto, spiegarle che brucia..)
Penso in sostanza che i divieti categorici a profusione siano molto molto controproducenti.
Penso anche che per un bimbo sia importante poter sperimentare i propri limiti, avevo letto un testo una volta dove una mamma italiana si confrontava con una mamma americana: quest'ultima aveva lasciato che sua figlia che non sapeva nuotare si addentrasse nel mare e andasse dove non toccava, per poi intervenire solo quando la bimba ha iniziato ad annaspare. La mamma italiana si diceva molto in ansia, lei avrebbe impedito alla bambina di entrare in acqua, mentre la mamma americana sosteneva che in questo modo la bambina aveva testato i propri limiti, capendo da sola e senza troppi "NO".
forse sto andando offtopic, ma potrebbe essere sea che la tua ansia, del tutto comprensibile, possa essere "captata" da Chiaretta, e che sia proprio la molla che la porta a voler a tutti costi fare quello che le proibisci..
Io da piccola ero esattamente così, non avrei mai pensato di toccare il ferro da stiro, fino a quando qualcuno mi diceva "assolutamente non toccarlo! è caldo!".
Una soluzione potrebbe per esempio essere quella di farle vedere in maniera protetta quali possono essere le conseguenze delle sue azioni (per esempio farle sentire da lontano il caminetto, spiegarle che brucia..)
Penso in sostanza che i divieti categorici a profusione siano molto molto controproducenti.
bluce- Numero di messaggi : 551
Età : 42
Data d'iscrizione : 02.08.09
Re: Quando dire "no"
bluce ha scritto:bambini avrebbero un innato senso che li porta a fare "quello che i genitori si aspettano da loro", ed ecco che quando una mamma teme che il bimbo si faccia male in un tale modo il bambino sente questa predisposizione ed "esaudisce" le aspettative della madre, magari facendosi male proprio in quel modo.
Aiutooo, è proprio quello che mi è successo!Erano giorni che pensavo che Chiara avrebbe potuto tirarsi addosso una sedia, ed è prorpio quello che ha fatto, in un nanosecondo ! Comunque Bluce, io non mi riputo eccessivamente ansiosa, nel senso che la bimba la lascio molto libera di esplorare, cerco più che altro di non perderla di vista, nei limiti del possibile. Il fatto è che quando ti vedi un topo che ti gira per casa, tutto ti sembra pericoloso e in grado di nuocerle, perchè tutto sembra grande e pesante confronto a lei.In più i bambini sono attirati come delle calamite dalle cose più pericolose, o più sporche. Ad esempio, lei ha una fissa assurda per le ciabatte, la ritroviamo che se le ciuccia, a me sinceramente fa schifo ( e ti assicuro che non sono la maniaca dell'igiene) e lì, di riflesso qualche bel NO! ci scappa. Purtroppo penso che un pò d'ansia, nel periodo gattonamento-primi passi, sia fisiologica
sea- Numero di messaggi : 5056
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