Vaccino Covid in gravidanza

Ciao! Come ho scritto in altri topic lo scorso novembre ho avuto il covid dopo due dosi di vaccino Astrazeneca, sono felice di essermi vaccinata perché nonostante abbia preso la variante delta me la sono cavata relativamente con pochi sintomi (a parte il post-covid abbastanza pesante). Mi era stato consigliato di fare comunque la terza dose dopo 4/5 mesi dall'episodio, poi sono rimasta incinta e ovviamente è andato tutto a slittare. Premetto anche che non ho ben capito la questione green pass per chi ha due dosi + guarigione, perché il mio green pass dovrebbe essere scaduto il 17 maggio ma ancora lo vedo valido, e su varie fonti ho letto che in questo caso non ha validità definita.

A prescindere quindi dall'aspetto burocratico la mia domanda è: qualcuna di voi ha ricevuto il vaccino durante la gravidanza? Se sì in che periodo vi è stato consigliato di farlo? La mia ginecologa (e anche mio padre come medico di base) mi ha consigliato di aspettare il terzo trimestre ma per pura utilità, in quanto ora andiamo incontro all'estate che è il periodo in cui vi è minore propagazione del virus, mentre la bambina nascerebbe a ottobre che è proprio il periodo in cui i contagi aumentano e vaccinandomi più tardi sarebbe più protetta. Quali sono state le vostre esperienze?

Se hai concluso il ciclo vaccinale ed hai avuto un episodio di contagio, questo ti viene conteggiata come 3a dose

Quindi saresti alla quarta dose per la quale non ci sono ancora direttive specifiche, ma sappiamo che è consigliata alle seguenti popolazioni:

persone di 80 anni e più
ospiti dei presidi residenziali per anziani
persone di 60 anni e più con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti

La gravidanza non è considerata un fattore di rischio, tranne se da valutazione del caso specifico con il ginecologo/ostetrica o medico di base.

Puoi farla purché trascorsi 120 giorni (4 mesi) dall'ultima dose o episodio infettivo.
Anche la quarta, come la terza, è "mezza" dose rispetto alle dosi del ciclo vaccinale primario.

Nel Lazio però ad esempio sono aperte dal 14 Aprile le prenotazioni per la quarta, ma solo alle categorie specificate su: https://www.salutelazio.it/quarta-dose-vaccino-anti-covid-19

Non ci sono controindicazioni al vaccino in gravidanza ed è in generale consigliato mantenere elevata la propria copertura vaccinale, soprattutto in preparazione di situazioni di aumentato rischio (es. interventi, degenze ospedaliere, ecc.).

Il potenziale teratogeno di un farmaco in generale è più elevato nel primo trimestre, pertanto in via cautelativa la vaccinazione COVID in gravidanza è stata raccomandata nel secondo e terzo trimestre e durante l'allattamento.

Il vaccino anti-influenzale ad esempio viene raccomandanto intorno alla 28° settimana per permettere un passaggio degli anticorpi al feto, ma nel caso di COVID non è comprovata la stessa utilità.

Altre info si trovano qui:
https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=271

Altrettanto importante è la copertura dei familiari della donna in gravidanza.

Aggiungete pure le vostre esperienze!

Grazie mille, in effetti anche oggi il green pass risulta essere valido, immagino quindi che in effetti il contagio sia stato considerato come terza dose. C'è una confusione notevole su questo aspetto perché ho trovato veramente poche notizie, e in più la regione mi dà anche la possibilità di prenotare la terza dose, è tutto veramente strano.

I miei familiari sono tutti coperti tra vaccino e contagio, da quel punto di vista sono abbastanza tranquilla, la mia preoccupazione più che altro è legata al periodo di nascita della bambina e alla sua copertura anticorpale.

Un'esperienza che riporto per via indiretta è quella di una mia carissima amica con DDP a settembre che ha ricevuto la terza dose prima di scoprire di essere incinta, pochi giorni dopo è stata inoltre contagiata. Ovviamente l'ansia era tanta ma i medici l'hanno tranquillizzata, a inizio mese ha effettuato la morfologica e risulta tutto nella norma, a breve farà anche l'ecocardio ma per scrupolo suo, non ha avuto indicazioni a riguardo.

mulan ha scritto:Ovviamente l'ansia era tanta ma i medici l'hanno tranquillizzata, a inizio mese ha effettuato la morfologica e risulta tutto nella norma, a breve farà anche l'ecocardio ma per scrupolo suo, non ha avuto indicazioni a riguardo.

Immagino la paura fosse proprio per la potenzialità di malformazioni. E' vero che ancora non ci sono studi, ma c'è da dire che non c'è qualcosa in un vaccino a mRNA che ci possa far venire il sospetto in questo senso naturalmente la comunità scientifica deve tutelare e tutelarsi e quindi in assenza di dati è corretto non pronunciarsi.
Però andava (e va) fatto secondo me di più per rassicurare la popolazione sul fatto che, ok, potendo pianificare tutto, diamoci pure un calendario ideale (tra vaccino e gravidanza), ma poi nella realtà se capita di aver fatto il vaccino e poi scopriamo di essere incinta? O se rimaniamo incinta poco dopo?

Non c'è motivo di pensare che questo sia un problema, allo stato delle conoscenze attuali La cosa più simile che conosciamo è il vaccino anti-influenzale annuale, che è indicato in qualsiasi fase della gravidanza.

Un problema invece lo rappresenta l'infezione da Covid, al di là degli immediati rischi, per le sue potenziali sequele cardiovascolari/metaboliche, che possono invece interferire con la possibilità di ottenere e proseguire una gravidanza. Il rischio invece dei vaccini a vettore virale (Moderna e Pfizer) è limitato a pericardite/miocardite che sono per fortuna eventi davvero rarissimi, inoltre le donne in età fertile sono tra i soggetti più protetti e ad ogni modo per quanto siano condizioni che la paura la fanno (nonostante siano trattabili efficacemente),c'è da dire che sono un rischio per la madre/donna, ma non direttamente per il feto o la gravidanza.

Jessica ha scritto:Però andava (e va) fatto secondo me di più per rassicurare la popolazione sul fatto che, ok, potendo pianificare tutto, diamoci pure un calendario ideale (tra vaccino e gravidanza), ma poi nella realtà se capita di aver fatto il vaccino e poi scopriamo di essere incinta? O se rimaniamo incinta poco dopo?

In merito a questo, ho sentito da due coppie di amici che i rispettivi medici di famiglia, alla domanda "Quanto tempo dopo la vaccinazione dobbiamo aspettare prima di provare attivamente a concepire?", si sono sentiti rispondere l'una (coppia) che non vi era alcun motivo di attendere; l'altra, che era assolutamente e vivamente sconsigliato un concepimento prima dei 3 mesi dall'ultima dose di vaccino.
Credo che la confusione a cui faceva riferimento Mulan, a questo punto, la si possa intendere anche all'interno della categoria (o forse erano solo QUEI medici ad avere pareri discordanti).

Grazie per la riflessione! mi dà l'occasione di sottolineare alcuni aspetti fondamentali del rapporto utente/paziente-medico, che sono il motivo per cui insisto così tanto sull'educare, educare, educare.

L'abbiamo visto bene con la pandemia, la popolazione viene inondata letteralmente di "voci" in questo caso dall'alto di medici con punti di vista spesso apparentemente completamente contrapposti.

L'esempio che hai citato non è da meno, ma ecco perché bisogna andare a fondo e comprendere come funziona la medicina e per fare questo, capire come funziona il motore di tutte le scienze, ovvero la statistica e la ricerca scientifica.

Nel caso del vaccino COVID non abbiamo appunto ancora una mole di dati che descriva SE c'è un'associazione tra il vaccino e X innumerevoli conseguenze che possiamo immaginare, perché alla fantasia non c'è limite, quindi perché no?

Manca tutto, perciò è assolutamente vero che non si può affermare che "non ci sono rischi". Non ne abbiamo la prova. E nelle scienze serve questa prova.

Ma il punto è che nella stragrande maggioranza di conseguenze che possiamo immaginare, non abbiamo neanche il sospetto. Punticino importante su cui torno più sotto.

E si torna al punto di partenza, finché non si guardano i numeri, non si possono fare affermazioni: non si può dire che il vaccino causi XYZ e non si può dire nemmeno che il vaccino NON causi XYZ. Non è scientifico.

Per poter fare un'affermazione devo poter studiare il fenomeno e poi valutare il grado di associazione. Spoiler: uno studio nel mondo reale non potrà praticamente mai dire "X causa Y", ma "X è correlato/associato/incrementa la probabilità di Y".

Nel frattempo cosa risponde alla nostra domanda "cosa fare"? Perché giustamente ben prima che possano arrivare i risultati degli studi noi dobbiamo e vogliamo sapere come comportarci.

Allora qui è dove vediamo la classe medica prendere sostanzialmente 3 possibili posizioni:

- il medico prudente: in assenza di informazioni, consiglia la linea più prudente che esista, in modo da non doversi trovare a rispondere di eventuali problemi - pure se si rivelerà non necessario avere questa prudenza, "non si sa mai". A me questa linea di condotta piace moltissimo, se non fosse che se usata a sproposito purtroppo è un'arma a doppio taglio: perché indurre alla prudenza o evitamento crea anche fobia (e pregiudizio).

Se l'ostacolo è reale, allora la prudenza era perfettamente opportuna e necessaria. Se risulta anche solo ragionevole ipotizzarlo, resta una strategia perfetta. Se l'ostacolo si rivela completamente immaginario, abbiamo potenzialmente creato effetti iatrogeni. Ma si torna in questo caso al "non si sa", quindi tra i due mali è umanamente comprensibile perché venga scelta la cautela (in ogni caso per il medico in particolare è più conveniente dell'alternativa).

- il medico rassicurante: in assenza di informazioni certe, si prende comunque qualche rischio facendo affermazioni che invece lo sono. "Tranquilli,  non succede niente!" Evidentemente questo rischio non lo disturba, molto probabilmente perché la condotta che lui consiglia è molto coerente con la sua visione personale della questione. Ha fatto la scommessa giusta se il pericolo non era reale, altrimenti ahia.

- il medico equilibrista: "non sappiamo che effetti ci sono, ma non sapere non significa che questi effetti ci siano (né che non ci siano)". Una posizione scomodissima la sua, perché ora che riesce a far arrivare con successo alla popolazione il suo messaggio, forse fa in tempo a finire la pandemia la mente umana chiede semplicità: il comportamento o la scelta è UNA, quindi UNA deve essere la proposizione: il rischio c'è o non c'è.

"Eh, ma vede, non si sa. E' quello il problema". Inaccettabile, vado da un altro medico e se è uno dei due sopra, almeno provo a mettermi l'anima in pace seguendo il suo "consiglio".

E come si risolve questa impasse? Nella mia opinione, cercando di fare uno sforzo di buon senso. Non abbiamo gli studi, è vero (qualcosina comunque i medici stanno imparando dalla pratica clinica nel frattempo - e segnali di allarme in questo senso non ne sono arrivati, il che può essere visto sia come rassicurante sia come ancora assenza di informazioni adeguatamente sufficienti).

Allora proviamo a guardare a situazioni analoghe, prossime, per vedere se qualche informazioni scappa fuori. Ecco perché faccio il paragone con il vaccino anti-influenzale
Guardiamo i meccanismi di azione di un prodotto del genere, che è anche lui un vaccino a mRNA , progettato per sviluppare immunità contro un virus. Come interagiscono questi prodotti con il corpo umano lo conosciamo e non c'è praticamente nulla nel loro funzionamento che possiamo immaginare allo stato attuale di conoscenze avere un effetto interferente con la gravidanza, ad esempio (non più del generico stare al mondo, che di suo è rischioso ), non a livello collettivo. Potrebbero saltare fuori indicatori personali di rischio, quello sì. Ma lo possiamo ipotizzare sempre in virtù del conoscere quali meccanismi di salute coinvolge e quali no (in questo caso, la risposta immunitaria).

Poi per la scienza rimane che formalmente non si può fare nessuna affermazione. Ma nulla ci vieta di usare nel frattempo le conoscenze ed il ragionamento logico-critico! sottolineando che sono tali e non valgono come affermazioni. E si torna al problema tutto filosofico e molto umano del "cosa fare", bilanciando quello che sappiamo con quello che non sappiamo, e così via.

N.b. vale lo stesso identico ragionamento su Vaccino e... (qualsiasi effetto si voglia conoscere).

P.s. mi sono un po' dilungata, ma spero possa essere utile!

Utilissimo, Jessica! Almeno per me, che con la mia riflessione non avevo intenzione di screditare la categoria medica; anzi, cercavo di confermare la liceità dei loro (e nostri) dubbi proprio perché non hanno abbastanza informazioni a riguardo.

Quello però che un po' mi fa storcere il naso, anche se comprendo perfettamente il tuo ragionamento, è che ci siano medici che fanno affermazioni sulla base di convinzioni personali, facendo rischiare il paziente di turno (mi riferisco alla categoria rassicurante).
Forse sono solo io, ma preferirei un equilibrista che mi dica: "non ci sono evidenze scientifiche sulla correlazione negativa tra vaccino e ricerca di gravidanza, ma non ce ne sono nemmeno sul contrario, quindi sta a voi pazienti agire secondo il vostro livello di accettazione del rischio."
Un po' contorto forse   ma penso che con me funzionerebbe così...

greengiuly ha scritto:è che ci siano medici che fanno affermazioni sulla base di convinzioni personali, facendo rischiare il paziente di turno (mi riferisco alla categoria rassicurante

In realtà ritengo che ci siano pochissimi professionisti così chi glielo fa fare? Non è una posizione conveniente per loro.

Mi trovi perfettamente allineata alla tua formula, se però guardiamo dal punto di vista del medico, la difficoltà si ripresenta perché giustamente le persone vorrebbero conoscere il livello di rischio e non siamo in grado di sapere attualmente se c'è, per cui tantomeno quanto sia ! Ma parliamo comunque di rischi che potrebbero finire per essere immaginari (se parliamo di vaccini e rischi per la gravidanza, nello specifico), quantomeno, il poco che sappiamo suggerisce che sia remoto ipotizzarli.

Per questo qualche medico in stile "rassicurante" magari si trova...ma me ne aspetto meno rispetto alle altre tipologie!

Sì sì, certo! Mi riferivo alle risposte che si sono sentiti dare i miei amici; secondo la tua analisi, uno dei due era palesemente un rassicurante.
Capisco comunque l'ulteriore difficoltà che metti in evidenza, non è certo facile essere un medico, soprattutto in casi di incertezza come questo!

Grazie ragazze per le riflessioni super interessanti.

In effetti anche io ho coppie di amici che hanno ricevuto informazioni contrastanti a riguardo: a una coppia in fase di ricerca è stato consigliato di interromperla per il ciclo in questione (lei aveva le M quando fece la seconda dose), a un'altra coppia idem, ma è vero anche che ciò successe la scorsa estate quando in effetti di informazioni a riguardo ce ne erano pochissime.

Quello che è stato detto a questa mia amica che nel frattempo era rimasta incinta è che sì, il vaccino non è indicato nel primo trimestre MA, in base a quanto emerso, non risulta essere né indicazione a un percorso di secondo livello né tantomeno a una ITG. Lei per scrupolo ha comunque deciso di fare l'ecocardio fetale, ma non le avrebbero potuto fare una prescrizione per farla in convenzione perché mancavano i presupposti, in base a quanto le hanno detto. Nel suo caso tra l'altro la gravidanza non era nemmeno non programmata, ma è arrivata dopo due anni ti tentativi a vuoto e nel primo ciclo in cui avevano di fatto avevano rinunciato a mirare i rapporti.