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Religione e repressione sessuale

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Messaggio Da Jessica Mer Mag 04, 2022 2:07 pm

Incontro frequentemente commenti di persone cresciute all'interno di una religione che affermano di avere avuto difficoltà sessuali nella relazione di coppia "a causa della loro religione che promuoveva una visione negativa della sessualità".

Anche all'interno della sessuologia questa idea è presente sia apertamente che in modo latente, ovvero si ritiene che la religione possa in qualche modo aver coltivato una visione della sessualità come qualcosa di indecente, problematico, sporco, da evitare.

E se prendessimo per buono questo collegamento tra le due cose, certamente la conclusione logica è che queste religioni siano oppressive e dannose per una sessualità serena, in quanto contribuirebbe a reprimere il desiderio sessuale della persona attraverso una mortificazione dell'atto con cui lo esprimerebbe.


Anche se non mancano riferimenti simili ad altre religioni, in questo topic mi concentrerò su questo tema da una prospettiva Cristiana.

Il risultato è che in molti, credenti o non credenti, possono aver interiorizzato un messaggio simile a "Il sesso è peccato".

Ma sarà vero?

Ci sono alcuni grossi problemi con questa affermazione:

1- Il primo si riferisce alla non validità biblica di questa affermazione. Il concetto che la sessualità sia "sbagliata" non è biblica, perciò se viene ripetuta così com'è, è una falsa dottrina. E' un'affermazione che semplicemente non appartiene alla dottrina Cristiana e presentata in questa formula rappresenta al 100% una distorsione del messaggio biblico.

Nella Bibbia infatti il sesso è considerato una via sacra di comunione intima con l'altro e proprio per questo è un valore bellissimo da difendere, coltivare e da trattare con cura. Tutto ciò che lo degrada o sminuisce o riduce a puro atto fisico certamente va in direzione contraria al suo scopo originario di creare unione, coesione ed un legame sempre più profondo tra due persone.

Per questo motivo, la sessualità appartiene all'interno del matrimonio, l'unione di due persone consenzienti, stabile, duratura, pubblicamente sancita, in quanto questa è la forma che Dio ha scelto per definire la relazione intima e sessuale tra uomo e donna.

Per questo motivo, la Bibbia cita:
1 Corinthians 6:18 "Flee from sexual immorality"
1 Corinzi 6:18 "Rifuggi l'immoralità sessuale"

Per capire questo passaggio, è importante riflettere su cosa significhi "immoralità" e cosa significhi "sessuale".
Così potremo comprendere da cosa Dio (la forza vitale) ci vuole allontanare, affinché continuiamo ad onorarlo.

"Immoralità" è il contrario di "moralità", ovvero in latino la condotta considerata appropriata socialmente (da "mos, moris", costume, usanza, tipicamente stabilita dagli anziani di una società in quanto più esperti o saggi). La condotta è morale quando agisce nel completo rispetto della dignità dell'essere umano e di ciò che è rilevante per la sua sopravvivenza psicologica, oltre che fisica.
"Sessuale" si riferisce all'incontro intimo con l'altro. L'atto sessuale (=il rapporto fisico), animato dal desiderio sessuale (=ricerca dell'altro) è il modo più profondo in cui un uomo ed una donna possano incontrarsi ed è anche esclusivo rispetto ad altre relazioni. Questo rende la sessualità una dimensione particolarmente intima e speciale. Da notare che non è solo l'amplesso ad essere "sessuale", perché lo è qualsiasi modo altrettanto esclusivo e privato di incontrare l'altro, ma certamente l'amplesso è una forma di incontro che ha caratteri specifici rispetto ad altri modi di stare con l'altro.

Immoralità sessuale è essenzialmente tutto quanto non elevi la sessualità al suo stato più alto e nobile.
Questo non significa affatto che l'atto sessuale non sia carnale, estremamente terreno, gratificante per il corpo ed i sensi, oltre che per lo spirito, la mente e costruttivo per la relazione di coppia. Si incade in errore tentando di separare l'elevazione spirituale da ciò che accade in terra. Ma la Bibbia stessa recita "così in cielo come in terra, sia fatta la tua volontà". C'è un rispecchiamento costante tra i due regni, non sono separati, ma si vive invece l'uno attraverso l'altro, in questa esperienza terrena. Dio ci ha creato carne insufflata di spirito, ci ha creato uomo e donna, ci ha disegnato per vivere l'unione con il divino in molti modi, e la sessualità in modo specifico tra questi.

Significa però che esistono modi molto diversi di vivere la sessualità e la differenza è creata nell'intenzione, nel significato attribuito, nelle scelte che facciamo all'interno delle nostre vite.

In questo senso, la forma biblica di vivere la sessualità è all'interno del matrimonio, poiché socialmente è la forma massima di unione tra due persone, secondo un patto in nome di Dio ("covenant", in inglese, che non ha tanto un significato di promessa o voto - in quanto Gesù disse di non promettere!- quanto di definire un gruppo sociale unito da un princìpio).

2 - Il secondo problema è relativo alla definizione di "peccato". Nella concezione comune, pervasa spesso inconsapevolmente di cattolicesimo, il peccato è la "cosa che non si fa, perché è sbagliata". La cosa da evitare. L'azione che ha delle conseguenze negative.

E certamente fare cose che sappiamo essere sbagliate (per estremismo, uccidere, ferire, violare l'altro nei suoi diritti) è peccare. Ma "peccare" non significa "fare la cosa sbagliata". "Peccare" (=in inglese "sin") è un termine derivato dal tiro con l'arco e letteralmente indica "mancare il bersaglio". Non indica un'azione malevola, indica un'azione manchevole.

Certamente possiamo dire che chi è malevolo è mancante di quei valori positivi che gli eviterebbero di compiere il male. E' mancante nella sua scelta di selezionare i valori negativi che lo guidano all'azione malevola.

Ma è manchevole chiunque non faccia la gloria di Dio nelle sue azioni. E' manchevole chiunque manchi di chiedersi qual è la strada verso l'azione giusta. E' manchevole chiunque ignori quale sia la cosa giusta.

In questa accezione il peccato è neutrale. Ed è qualcosa che la conoscenza di Dio, attraverso il Cristo, attraverso la sua parola, può però essere rettificata.

Cosa significa che tutti siamo peccatori? Riprendo l'argomento in questo topic Il peccato

Per ora mi limito a sottolineare come questa visione del peccato come qualcosa che "tanto facciamo tutti" è la più famosa manipolazione di questo concetto, operata ai fini di una completa deresponsabilizzazione. Se tanto tutti siamo peccatori, siamo addiritura nati così, chi me lo fa fare a cercare di avere una condotta morale? Si tratta di scelte.

Quindi se la sessualità è biblicamente bella, e certamente non un peccato in generale, perché la religione cristiana la riserva all'interno del matrimonio? Perché il matrimonio rappresenta la forma più elevata di unione possibile tra uomo e donna.

Non c'è quindi alcun motivo per cui una persona sposata debba sentirsi a disagio con la sessualità di coppia.
"Ma tanti anni di evitamento della sessualità causano un'avversione"

Questo accade quanto non viene veicolato il messaggio corretto: se la sessualità è un'energia da proteggere (allo stesso modo in cui proteggiamo il denaro, la nostra salute, le nostre relazioni), la motivazione a non fare azioni contrarie a questo principìo dovrebbe essere automatica.

Ovvero, non dobbiamo coltivare la motivazione di qualcuno ad evitare la punizione o l'azione scorretta, bensì la sua motivazione a fare la cosa giusta per il suo benessere, la sua energia, la salute delle sue relazioni.

Riprendendo lo stesso passaggio biblico citato sopra:
1 Corinthians 6:18 "Flee from sexual immorality. All other sins a person commits are outside the body, but whoever sins sexually, sins against their own body.
[size=13]1 Corinzi 8:18 "Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo."

La riflessione continua nel topic La purità sessuale  Religione e repressione sessuale 13860

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Dott.ssa Jessica Borgogni
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