Il "miracolo" della PMA?

I risultati delle tecniche di PMA possono essere piuttosto aleatori ed il modo in cui i numeri spesso sono presentati non aiuta.

Infatti conoscere le percentuali di successo o la frequenza del bambino in braccio non permette lo stesso di fare una previsione accurata rispetto al proprio caso specifico.

Perché le situazioni di infertilità sono tutte diverse, a partire dalla distinzione in primis tra “infertilità diagnosticata” ed “infertilità inspiegata”.
Ed ecco che i numeri saltano.

La PMA può sicuramente generare miracoli, in tutte quelle situazioni in cui è accertato che il concepimento naturale sia impossibile (ma la gravidanza sia possibile).
Ad esempio: anomalie tubariche, come tube impervie o parzialmente/totalmente occluse oppure grave ipofertilità o sterilità maschile (azoospermia), assenza di organi necessari, ecc.

In questi casi, è fantastico che la scienza possa offrire opzioni a disposizione, con la conseguente libertà di scelta e arbitrio che ne deriva
Ma quanti conoscono casi in cui la PMA fallisce, per poi magari essere seguita da concepimenti naturali, anche non programmati?

Capita molto più spesso di quello che si pensa e su questa casistica mi vorrei soffermare in questo post, in particolare sulla reazione emotiva che spesso accompagna queste situazioni: a parte la gioia per la gravidanza, in queste coppie spesso c'è un'enorme INCREDULITÀ.

Ovvero, troviamo strano che la Natura sia riuscita laddove l’essere umano (medico), no.
Ecco, questa è la manifestazione di una particolare cultura della fertilità.

Una cultura che ripone talvolta eccessiva fiducia nelle tecniche di sostegno alla riproduzione e molta meno nelle straordinarie competenze di corpo e mente nella riproduzione.
Non possiamo ignorare i costi emotivi, ma anche pratici, di questa visione.

Ritenere la scienza superiore alle capacità intrinsiche della natura significa dare un credito all’artificialità a discapito della naturalità, ma si tratta di una distorsione a tutti gli effetti - come poi queste gravidanze naturali, nonostante i tentativi di PMA, dimostrano.

Ritenere la scienza superiore alla natura significa anche in tanti casi un incremento ingiustificato del ricorso alla PMA. Questa è infatti una domanda che spesso mi viene posta, spesso da donne nella decade dei 30 o 40 anni: "ma alla mia età, non è meglio se faccio subito la PMA, così non perdo tempo"?

Sembra un ragionamento logico, ma salta a pie' pari diversi passaggi, dà per scontati parecchi assunti:
1) l'età è un problema - la fertilità declina statisticamente con l'età, cosa che poi per il singolo non significa quasi nulla
2)

Con costi fisici, emotivi, psicologici ed anche economici notoriamente molto elevati.

La cultura attuale spesso promuove la PMA come la panacea all’infertilità.

Oggetto di promozione sono anche le varie tecniche che si sostituiscono interamente ai soggetti (come nella IUI o nella ICSI), anziché commisurare l’intervento alla necessità (come nel caso della FIVET per bypassare un danno tubarico).

Ma chi promuove la ricerca della verità?