[È NATA] Elsa di mulan

Sonno e allattamento Eowyn, sono onesta.

L'allattamento in realtà è partito alla grande, ma da un po' sto combattendo con il riflesso di emissione forte che la fa attaccare male causando ragadi, in più Elsa ingurgita aria e vai di coliche. L'ostetrica mi sta dando una mano ma mi sto rendendo conto che devo anche imparare a capire la piccola, spesso quando poppa è così nervosa che è impossibile correggerle l'attacco nel frattempo, non ci sono santi. Di riflesso anche il sonno ne risente: in realtà la notte tende a essere più quieta, però se sta in culla si sveglia letteralmente ogni mezz'ora, se la teniamo con noi ho un sonno super leggero perché ho l'ansia da SIDS.

Stamattina ho visto che i body taglia 0-1 iniziano a starle stretti ed è stato molto emozionante, mio marito mi ha detto "teniamoli per il secondo figlio questi body", gli ho risposto con il gesto dell'ombrello.

mulan ha scritto:
L'allattamento in realtà è partito alla grande, ma da un po' sto combattendo con il riflesso di emissione forte che la fa attaccare male causando ragadi, in più Elsa ingurgita aria e vai di coliche. L'ostetrica mi sta dando una mano ma mi sto rendendo conto che devo anche imparare a capire la piccola, spesso quando poppa è così nervosa

Potrebbe essere nervosa a causa dell'attacco se è improprio, oppure potrebbe esserlo perché viene attaccata quando è già un po' oltre nel distress.
Come hai detto, è importante imparare a leggere i piccoli segnali comunicativi che ti avvertono della propensione alla poppata, prima di arrivare alla fame più intensa. Quando sono disregolati già da un po', i neonati purtroppo faticano a calmarsi e non riescono a poppare bene, nonostante poppare in modo soddisfacente sia poi proprio quello che li calma!

Stropicciare il viso, portare le mani alla bocca, movimenti dell'intero corpo-gambe-braccia, piccoli suoni, piccole smorfie. Ogni bambino è unico però ci sono segni precursori.

Una consulente per l'allattamento vi può aiutare se c'è bisogno di correggere l'attacco!
Mentre per limitare il riflesso di emissione si può provare ad attaccare tenendo il busto un po' più inclinato all'indietro, ad esempio semi-sedute e reclinate oppure su un fianco.

mulan ha scritto:  in realtà la notte tende a essere più quieta, però se sta in culla si sveglia letteralmente ogni mezz'ora, se la teniamo con noi ho un sonno super leggero perché ho l'ansia da SIDS.

Può essere un'idea il side bed? Così l'avresti proprio lì accanto, ma nel suo spazio la vicinanza fisica potrebbe farla svegliare un po' meno, anche se poi i ritmi sono soggettivi quindi potrebbe anche essere solo la sua abitudine in questa fase di sviluppo!

Come i body che non le stanno più, ti ricordano che tutto è transitorio e va alla velocità della luce coraggio!!

Jessica ha scritto:
Potrebbe essere nervosa a causa dell'attacco se è improprio, oppure potrebbe esserlo perché viene attaccata quando è già un po' oltre nel distress.

Infatti è così Jessica, anche perché il problema si presenta proprio quando si va "oltre". Io cerco sempre di non farlo, il problema è che lei ha un'autonomia bassissima: per farti un esempio magari le do la poppata, si addormenta, l'appoggio nella culla o nel lettone e vado al volo a lavarmi i denti al bagno di fronte. Non appena sente che non c'è nessuno attaccato a lei si sveglia e inizia a piangere, e a quel punto devo ridarle il seno e si attacca male. Si riesce a limitare il problema quando magari sta con mio marito, ma pure lui ha ripreso a lavorare e dalla prossima settimana dovrà anche tornare in ufficio due volte alla settimana, inevitabilmente ci saranno dei momenti in cui dovrò appoggiarla da qualche parte.

Durante il giorno mi trovo bene tenendola in fascia anche in casa, in questo modo si sveglia dolcemente, ma anche lì devo fare una super corsa per allattarla perché passa in pochi secondi dalla tranquillità alle urla.

Jessica ha scritto:
Mentre per limitare il riflesso di emissione si può provare ad attaccare tenendo il busto un po' più inclinato all'indietro, ad esempio semi-sedute e reclinate oppure su un fianco.

Già lo facciamo e in effetti va meglio, almeno quando non è nervosa, anche se comunque un po' di fastidio ce l'ha. In generale quando è nervosa adora essere allattata stesa a fianco a me, è anche un bel momento di coccole.

Jessica ha scritto:
Può essere un'idea il side bed? Così l'avresti proprio lì accanto, ma nel suo spazio la vicinanza fisica potrebbe farla svegliare un po' meno, anche se poi i ritmi sono soggettivi quindi potrebbe anche essere solo la sua abitudine in questa fase di sviluppo!

In realtà abbiamo la culla simil next to me, ma onestamente siamo rimasti parecchio delusi. Come ho scritto nel topic sul co-sleeping queste culle sono progettate con una specie di "barriera" che non dà continuità con il letto, quindi gli spazi sono comunque nettamente separati: quando la metto lì mentre dorme inizia a sbracciarsi e non appena realizza che non c'è nessuno si sveglia, e a quel punto l'unica cosa che la calma è la poppata. Lo capisco benissimo perché in natura i cuccioli stanno attaccati alla mamma, e infatti ormai per evitare di svegliarci ogni mezz'ora la tengo vicina a me al lato della culla e sopra la coperta (la tengo nel sacco nanna perché scalcia come un cavallino ). insomma, nel complesso sono molto attenta, poi ho notato che il mio sonno è cambiato molto da quando sono mamma, però non riesco a stare perfettamente tranquilla.

Ovviamente di momenti belli ce ne sono tanti, non è tutto negativo, e non riesco a non pensare che i continui controlli dei primi giorni post dimissione abbiano giocato un ruolo notevole in queste mie insicurezze: se in ospedale mi sono trovata benissimo con il personale ostetrico non è stato lo stesso con il personale pediatrico, estremamente allarmista e indagatorio. Ogni volta partivano dal presupposto che in qualche modo ci fosse stata una negligenza da parte tua, poi stava a te dimostrare il contrario. Ecco, sommando questo alla tempesta ormonale post parto la botta è stata grossa.

mulan ha scritto: e non riesco a non pensare che i continui controlli dei primi giorni post dimissione abbiano giocato un ruolo notevole in queste mie insicurezze: se in ospedale mi sono trovata benissimo con il personale ostetrico non è stato lo stesso con il personale pediatrico, estremamente allarmista e indagatorio. Ogni volta partivano dal presupposto che in qualche modo ci fosse stata una negligenza da parte tua, poi stava a te dimostrare il contrario. Ecco, sommando questo alla tempesta ormonale post parto la botta è stata grossa.

Oh ma li fanno con lo stampino gli ospedali?
Possibile che tutti i racconti che sento dicano la stessa cosa? Puericoltrici e infermiere pediatriche che fanno star male le mamme in modo assurdo... Chissà di quante depressioni post-partum sono responsabili...
L'unica che mi ha raccontato che si era trovata bene è una ragazza del corso preparto che al colloquio prima del parto aveva detto che aveva avuto problemi seri di ansia e depressione in passato, quindi si vede che le avevano appiccicato una qualche etichetta di rischio depressione post-partum e l'avevano trattata coi guanti di velluto. Però non è che le mamme che non sono mai state male non siano a rischio eh, soprattutto se trattate così!

mulan ha scritto: se in ospedale mi sono trovata benissimo con il personale ostetrico non è stato lo stesso con il personale pediatrico, estremamente allarmista e indagatorio. Ogni volta partivano dal presupposto che in qualche modo ci fosse stata una negligenza da parte tua, poi stava a te dimostrare il contrario. Ecco, sommando questo alla tempesta ormonale post parto la botta è stata grossa

Ci credo!! è inaccettabile un trattamento del genere e se hai la motivazione/forze, ti inviterei prima o poi a segnalarlo all'URP dell'ospedale.

Non si può parlare di parto umanizzato se si trascura una fase tanto delicata come il post-partum!
Mi dispiace che si siano insinuati nella tua mente e ti abbiano causato insicurezze!
La pediatria purtroppo è una disciplina che risente di retaggi culturali misoginisti, perché se già i medici storicamente tendevano ad un atteggiamento di superiorità nei confronti dei pazienti, i pediatri che non hanno il paziente come interlocutore perché è un minore, finiscono per cercare di controllare le madri che ne sono responsabili.

Su cosa in particolare si sono comportati in modo allarmista o hanno cercato di indagare?

Jessica ha scritto:Su cosa in particolare si sono comportati in modo allarmista o hanno cercato di indagare?

La cosa è un po' lunga, parto quindi dalla prima: nell'eco di accrescimento era stato riscontrato un sospetto doppio distretto renale, una variante anatomica che può essere patologica in un numero molto limitato di casi, e comunque si parlerebbe di una predisposizione alle infezioni del tratto urinario, nulla di particolarmente grave. In fase di accettazione in reparto faccio presente la cosa, l'ostetrica e la ginecologa compilano un foglio destinato al pediatra allegando anche l'ecografia, in modo da effettuare in controllo dopo la nascita.

In fase di dimissione ho un colloquio con la pediatra, chiedo lumi a riguardo, lei sbarra gli occhi e mi dice "ce la comunica adesso questa anomalia riscontrata?", spiego che l'avevo fatto in accettazione ma non so se non ci crede o altro, fatto sta che segna sulla relazione relativa alla bambina che IO ho comunicato solo in fase di dimissione questo potenziale problema. Super terrorismo su cosa può comportare un'infezione delle vie urinarie e la bambina viene messa in dimissione protetta, anche perché ha un po' di ittero che va controllato.

Vado in ambulatorio il giorno dopo e il giorno dopo ancora per il controllo sulla bilirubina, super cazziatone da parte dell'infermiera pediatrica perché il cordone era troppo umido, tutto perché appena arrivata a casa Elsa ha fatto una super cacca (tra l'altro feci di transizione, non facili da togliere) che le ha sporcato anche il cordone, quindi l'ho dovuta lavare (indicazione data anche dalla mia ostetrica). Mi è stato addirittura chiesto come è stato possibile che una cacca abbia potuto sporcarle il cordone, non sto scherzando. Ogni giorno indicazioni diverse su come trattare questo benedetto cordone, il giovedì successivo chiudiamo finalmente la pratica ittero con la visita pediatrica, e lì viene il bello: appuntamento alle 12:30, arriviamo in ospedale alle 12:15 ma uno dei due ascensori per il pubblico era rotto, gli ambulatori di pediatria sono all'ottavo piano (non facile da raggiungere a piedi con l'ovetto) e c'era una fila notevole di gente. Mentre eravamo in ascensore alle 12:30 in punto mi squilla il telefono ed era la pediatra che mi chiedeva se sarei arrivata, ricordandomi che mia figlia era ancora in dimissione protetta e questi controlli sono importanti. Arriviamo al controllo e verifica che la bambina cresce bene, però non crede che sia merito dell'allattamento esclusivo e mi chiede se sono sicura di non darle alcuna aggiunta.

In tutto questo sembra che la prima eco renale abbia escluso il doppio distretto, lunedì avremo la seconda e spero di poter mettere la parola fine a questa storia.

mulan ha scritto:lei sbarra gli occhi e mi dice "ce la comunica adesso questa anomalia riscontrata?", spiego che l'avevo fatto in accettazione ma non so se non ci crede o altro, fatto sta che segna sulla relazione relativa alla bambina che IO ho comunicato solo in fase di dimissione questo potenziale problema

Già dal modo in cui questa persona comunica, si capisce com'è fatta. E' violenta.

Purtroppo questi sono tutti esempi del classico trattamento ospedaliero, che si rischia di trovare ad ogni angolo nell'assistenza sanitaria, sia in qualità di pazienti, sia in qualità di genitori di pazienti.

Sono il motivo per cui dico sempre "a partorire bisogna andare con il coltello in mezzo ai denti" nel mio corso pre-parto.

E' tristissimo, siamo chiari. Però prepararsi a fronteggiare potenziali attacchi dalla classe medica e dal suo modus operandi, di stampo aziendale, basato su una gerarchia dove il paziente è alla base della piramide, anziché al vertice, è tutta preparazione che, se non servisse al parto, serve di sicuro dopo, per fronteggiare tutti, dal pediatra al consiglio non richiesto della nonna.

C'è una morale di fondo nell'assistenza alla nascita che parte dal presupporto del "sacro bambino (che non deve assolutamente morire)". Chiaro che la sopravvivenza del bambino va tutelata, ma l'approccio spesso è quello di scappare da un insetto lanciandosi da un precipizio. O comunque viene fatto passare questo tipo di paradossale emergenza. In nome della tutela della salute del bambino, è come se tutto fosse giustificato, in questo compreso anche nuocere alle madri! E per questo è paradossale, perché se nuoci alla madre, nuoci al bambino! (però se tutto va secondo i piani, crei dipendenza delle persone dai medici e questo rende gioco alla loro professione).

Sono cinica? Sì, e questi esempi sono il perché. Poi non sono tutti così, per fortuna. Ma quelli così esistono, e non è da sottovalutare!

Chi ha affrontato a più riprese il mondo della sanità purtroppo di questi esempi ha piene le tasche (per non dire di peggio).

Bisogna armarsi di conoscenza, consapevolezza e risposte a tono

Quando sei sicura di te, forte della tua preparazione (che non significa sapere tutto, ma significa un accesso alle risorse adeguate, personali e non), questi commenti e modi di fare ti scivoleranno.

Chiaramente capisco che da neo-madre , con la stanchezza, lo spaesamento, in territorio non familiare e con una bimba tutta nuova da accudire, l'ultima cosa che ti senti di fare è una battaglia col mondo. Ma aspettarselo ti mette già in una posizione di vantaggio.

Oggi è il pediatra che insiste con l'aggiunta (classico!), domani insiste per l'antibiotico e dopodomani insiste per la dieta, e così via.
Pare che il loro mestiere sia insistere e imporsi, solo secondariamente la salute dei bambini o delle madri!

Non vorrei doverla dipingere così, ma per me è importante per far capire che queste non sono eccezioni, ce le ritroveremo davanti a più riprese, e dobbiamo pianificare la nostra postura emotiva se non vogliamo perdere la salute mentale non toglie ovviamente che è traumatizzante doverci passare! Lascia l'amaro e basta poco a togliere la serenità ad una neo-famiglia alle prese già con tutte le normali sfide!

Quindi sfogati con noi quanto vuoi, siamo qui per questo!

In bocca al lupo per la seconda eco!

Grazie mille per la vicinanza Jessica, veramente.

Ammetto che ero arrivata parecchio preparata a eventuali scivoloni del personale ostetrico e ginecologico, mentre avevo completamente sottovalutato i "pericoli" provenienti da quello pediatrico. Oltretutto tendo a razionalizzare molto di solito, ma in questo caso come dicevi anche tu c'è stata una somma di eventi che ha contribuito al mio malessere: è la mia prima bimba, non ho la minima esperienza con i bambini, ero in piena tempesta ormonale e già il giorno dopo le nostre dimissioni siamo dovute tornare lì in ambulatorio alle 8:40 di mattina, sono dovuta entrare da sola per le norme anti-covid e pur avendo avuto un parto tranquillo non ero certo in forma smagliante. Tra l'altro mi vengono in mente anche altri commenti del cavolo fatti anche su un capillare rotto in un occhio della bimba, sul quale avevo chiesto chiarimenti io per prima dopo la nascita e mi era stato risposto che si trattava di eritema tossico neonatale. La pediatra con fare indagatorio mi fa "l'eritema tossico neonatale è un'altra cosa e riguarda il viso, come mai ha questo capillare rotto signora?", a quel punto però ero già parecchio innervosita e ho risposto "la pediatra è lei, me lo dica lei". Ovviamente è rimasta zitta.

Io nel complesso ho avuto anche la fortuna di avere la mia ostetrica che mi è stata di grande supporto anche nel post partum e ha saputo tranquillizzarmi, ma un'altra persona, magari più fragile di me e con meno sostegno, come avrebbe potuto reagire a queste provocazioni? Nonostante tutto sono convinta che questi episodi abbiano avuto un ruolo notevole nel baby blues che ho attraversato, ma chissà per quante persone la cosa ha avuto un proseguo più grave ...