[È NATA] Elsa di mulan
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[È NATA] Elsa di mulan
Ciao ragazze, con grande gioia vi annuncio che il cambio di luna ha fatto effetto e martedì 11 ottobre è nata la piccola Elsa!
Non vedo l'ora di raccontarvi il mio parto che è stato un'esperienza bellissima, meglio di come mi aspettassi: ho usufruito della parto-analgesia (contro i miei pronostici iniziali ) ma non ho subito alcun trattamento per alterarne le tempistiche, siamo state io ed Elsa a dettarle.
Elsa è una vera ciucciona, siamo tornate ieri a casa e stiamo prendendo le misure con la nuova vita a 3, alterata purtroppo da qualche controllo in ospedale che stiamo continuando a fare perché ha un po' di ittero. Speriamo di chiudere presto queste incombenze!
Non vedo l'ora di raccontarvi il mio parto che è stato un'esperienza bellissima, meglio di come mi aspettassi: ho usufruito della parto-analgesia (contro i miei pronostici iniziali ) ma non ho subito alcun trattamento per alterarne le tempistiche, siamo state io ed Elsa a dettarle.
Elsa è una vera ciucciona, siamo tornate ieri a casa e stiamo prendendo le misure con la nuova vita a 3, alterata purtroppo da qualche controllo in ospedale che stiamo continuando a fare perché ha un po' di ittero. Speriamo di chiudere presto queste incombenze!
mulan- Numero di messaggi : 3150
Età : 34
Data d'iscrizione : 30.08.11
A Jessica piace questo messaggio.
Re: [È NATA] Elsa di mulan
Mulannnn!!! che grandissima gioia!!!
Congratulazioni e benvenuta Elsa
Ti sento serena e ne sono felicissima!
Non vediamo l'ora di conoscere il bellissimo inizio della vostra storia!
Intanto godetevi il momento
Congratulazioni e benvenuta Elsa
Ti sento serena e ne sono felicissima!
Non vediamo l'ora di conoscere il bellissimo inizio della vostra storia!
Intanto godetevi il momento
_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: [È NATA] Elsa di mulan
Ooooh me lo sentivo!
Congratulazioni mulan, e benvenuta Elsa!
Congratulazioni mulan, e benvenuta Elsa!
Eowyn- Numero di messaggi : 3449
Età : 36
Località : Trento
Data d'iscrizione : 05.12.10
Re: [È NATA] Elsa di mulan
Tantissime congratulazioni Mulan! Dalle tue parole traspare tanta soddisfazione per il tuo parto benvenuta piccola Elsa!
Zara- Numero di messaggi : 3785
Età : 37
Data d'iscrizione : 19.08.12
Re: [È NATA] Elsa di mulan
Che emozione Mulan!!!!!! Benvenuta piccolina!!!
cinciarello- Numero di messaggi : 5671
Età : 51
Data d'iscrizione : 10.04.10
Re: [È NATA] Elsa di mulan
Ciao ragazze, vi ringrazio innanzitutto degli auguri. Questi giorni sono stati parecchio impegnativi sia perché stiamo ancora prendendo le misure per la nostra vita a tre sia perché perché dovuti tornare ben cinque volte in ospedale: la piccola aveva infatti un po’ di ittero e in più ha dovuto fare un’ecografia renale (dall’eco di accrescimento era emerso un probabile doppio distretto renale bilaterale). Forse anche per questo sto sperimentando un po' di baby blues, spero che passi presto, intanto però ho preparato il mio lunghissimo racconto del parto.
È lunedì 10 ottobre, sono a 40+3 e ho appuntamento in ospedale per il terzo monitoraggio (ho deciso di farmi seguire nel loro ambulatorio delle gravidanze a termine per l’ultima fase della gravidanza). L’appuntamento è nel primo pomeriggio ma la mia ostetrica, A., mi dice che è di turno la mattina e mi consiglia di anticipare, così può farmelo lei e già che c’è mi visita: il giorno prima ho avuto contrazioni di Braxton Hicks per tutto il giorno e diverse perdite di muco, vediamo a che punto siamo.
Dal monitoraggio emerge poca roba, giusto un paio di contrazioni di Braxton Hicks, ma la bimba sta bene ed è questo l’importante. A quel punto A. mi visita e mi dice che sono a un centimetro di dilatazione, in effetti qualcosa si è mosso (la settimana prima ho avuto l’ultima visita dalla ginecologa e il collo dell’utero era chiusissimo). Finisce la visita, faccio per alzarmi e arriva la prima contrazione dolorosa della mia vita, lo dico ad A., sente la pancia e mi dice che sì, stavolta non mi sbaglio. Rientro a casa e mi accorgo di aver perso una grossa quantità di tappo, tanto muco striato di sangue, mi metto a letto e dormo un paio d’ore, in cui sento un paio di contrazioni dolorose. Dalle 18 iniziano a diventare più frequenti anche se irregolari, alle 19 riceviamo una visita a casa (che è in vendita) e io sono veramente insofferente, non vedo l’ora che finisca. Subito dopo scrivo ad A. e le spiego la situazione, mi risponde di cenare tranquillamente se ne ho voglia, fare una lunga doccia calda e in caso farle sapere. Mangio quindi una cotoletta di pollo al forno e delle verdure in padella: ricorderò per sempre il nostro ultimo pasto in due, che Elsa ci ha fatto godere perché le contrazioni si sono interrotte per poi riprendere subito dopo. Tempo di digerire un po’ e faccio la doccia calda, ne approfitto anche per lavare i capelli in modo da non ritrovarmeli sporchi in ospedale (ormai ero sicura che stessi entrando in travaglio). In doccia non capisco se le contrazioni si diradano o se semplicemente le sento meno, è una sensazione piacevole, ma dopo 15 minuti devo assolutamente uscire perché la mia pressione bassa, che mi ha accompagnato per tutta la gravidanza, ne sta risentendo troppo e mi sento svenire. Sono le 22 circa e mentre mio marito mi asciuga i capelli inizio a segnare le contrazioni sull’app e noto che si stanno regolarizzando, così appena finito gli consiglio di dormire un po’ per raccogliere un po’ di energie. Ci provo anche io ma stesa a letto le cose vanno in un modo che non mi piace, perché le contrazioni si diradano ma quando arrivano sono più dolorose. Sveglio mio marito e gli chiedo di andarmi a prendere la fitball al piano terra, e a quel punto partono davvero le danze: lì sopra oscillo, ho una contropressione che mi dà sollievo, quando arriva una contrazione stringo la mano di mio marito e ci mettiamo a cantare canzoni random. È l’1:45 e mi rendo conto che da un po’ le contrazioni durano quasi un minuto e hanno frequenza di circa 6 minuti, così decido di chiamare A., che mi chiede come mi sento, se sono serena a rimanere un altro po’ a casa o preferisco andare in ospedale: rispondo di sì, sento Elsa muoversi e questo mi fa stare tranquilla, ho abbondanti perdite di muco miste a sangue ma so che è normale. A. mi dice di richiamarla tra una mezz’oretta, a meno che la situazione non acceleri prima. A questo punto tutto sembra rallentare, le contrazioni tornano più irregolari e meno frequenti, tanto che alla fine richiamo A. solo dopo un’ora per spiegarle la situazione: sono confusa, non so cosa stia succedendo. Mi dice che si prepara e viene da noi, se la prende comoda perché la sentiamo arrivare alle 3:30. Sente il battito di Elsa ed è regolare, e quando arrivano le contrazioni (che nel frattempo sono tornate regolari ogni 4 minuti) accelera, mi visita e sgrana gli occhi: sono dilatata di 4 centimetri, si parte per l’ospedale.
Arriviamo lì per le 4:30, mio marito mi lascia al pronto soccorso (non può entrare per via delle norme anti-covid), mi mandano in accettazione ostetrica dove rivedo A., che mi aiuta con le varie pratiche relative agli esami effettuati durante la gravidanza mentre mi attaccano al monitoraggio. Divertente il siparietto con la specializzanda in ginecologia che le chiede se è sicura che io sia in travaglio perché sono troppo tranquilla, e A. che risponde “beh, se non lo fosse stata sarei tornata a casa a dormire”. Il monitoraggio conferma ovviamente tutto e danno l’ok al ricovero, anche se tutte le sale parto al momento sono occupate e intanto devo andare in degenza. A. mi accompagna al volo fuori dal reparto per salutare mio marito e prendere le valigie (potrà entrare solo in sala parto), poi andiamo in stanza: mi è capitata una singola e questo mi piace, perché posso continuare il mio travaglio senza l’ansia di svegliare la compagna di stanza. A. mi aiuta a tirare fuori il necessario dalle valigie e metterlo a posto, poi mi visita e mi dice che sono quasi a 6 centimetri, sto proseguendo bene e se voglio posso chiedere la parto-analgesia. Io sono lucida, mentre mi metto la camicia da notte le chiedo cosa mi consiglia di fare, lei molto seriamente risponde che ha partorito tre figli senza parto-analgesia e c’è riuscita senza problemi, ma all’epoca non era disponibile di routine e non sa cosa avrebbe fatto se lo fosse stato. Poi mi dice “non pensare agli altri, a quello che fanno e che non fanno, è il tuo parto, sei tu a decidere la strada da percorrere” e questa frase mi rasserena molto, nel frattempo chiedo se posso avere la mia adorata palla e me la porta, così torno a saltellare su di essa. Dopo un po’ (non so quantificare il tempo) ci vengono a dire che una sala parto si è liberata, la raggiungiamo a piedi senza problemi e mi rimetto sulla palla, arrivano le ostetriche di turno e la tirocinante che mi dicono che so sopportare benissimo il dolore. Le ultime parole famose: le contrazioni diventano più frequenti e forti, io reggo abbastanza bene ma a ogni contrazione arriva un conato di vomito e devo farmi portare un secchio. Tra l’altro vedo albeggiare e tra una contrazione e l’altra sento fame e sete, realizzo di non voler arrivare alla fase espulsiva troppo debilitata e chiedo di fare la parto-analgesia. A. mi attacca subito al monitoraggio (da prassi prima della procedura) per ottimizzare i tempi, nel frattempo c’è il cambio turno delle ostetriche e le nuove (con la nuova tirocinante vedendo l’intensità delle contrazioni dal monitoraggio chiedono se si tratti di un parto indotto, invece no, sono così naturalmente. Chiedo di mio marito ma mi rispondono che a quel punto lo faranno entrare dopo la parto-analgesia, visto che se entrasse prima dovrebbe riuscire non appena arrivata l’anestesista e manca poco alla fine del monitoraggio. A. va a chiamare l’anestesista e lì avviene l’imprevisto, perché proprio mentre stavano rientrando viene chiamata in sala operatoria per un cesareo d’urgenza e la collega che l’avrebbe dovuta sostituire per il cambio turno è in ritardo. Sono sconfortata perché a ogni contrazione continuo a perdere liquidi, chiedo quindi di far entrare mio marito perché ho bisogno di lui e in più mi attaccano una flebo per reidratarmi, visto che dopo aver bevuto un sorso d’acqua l’ho subito rigettato alla contrazione successiva. Rivedere mio marito è veramente un balsamo per me, nonostante il mal di stomaco gli chiedo cosa ha mangiato per colazione al bar, gli rispondo che anche io vorrei un bel cornetto alla crema e la tirocinante ridacchia. Finita la flebo A. mi chiede se nel frattempo voglio fare una doccia calda ma non mi va, sono già debilitata e temo che il calore potrebbe farmi abbassare la pressione e indebolirmi ancora di più.
Sono circa le 7:20 quando vedo rientrare A. e l’anestesista di turno, fanno di nuovo uscire mio marito, mi visitano (dilatazione a 7 centimetri e mezzo) e mi preparano: nonostante l’anestetico locale la puntura dell’epidurale si sente ed è fastidiosa, ma non appena mi iniettano i farmaci le cose iniziano ad andare meglio. Vado a fare pipì e poi mi riattaccano al monitoraggio (la procedura dell’ospedale lo prevede praticamente fisso in caso di parto-analgesia), decido di stendermi di lato e riposare un po’ perché sono veramente stanca e finalmente sto meglio: ricordo che chiudendo gli occhi vedevo dei maialini che ballavano e pensai che le contrazioni sembravano orgasmiche. Mio marito rientra e si rilassa anche lui sulla poltrona: scoprirò poi che questa fase durò in tutto circa due ore. A quel punto mi “risveglio”, finalmente bevo, mangio una barretta ai cereali e mi metto a camminare, è bellissimo perché nell’ultimo periodo con il pancione era veramente difficile farlo e con l’anestetico non avverto mal di schiena né gambe pesanti. Mi chiedono se sento spingere e rispondo che sento solo premere verso il basso, mi visitano e mi dicono che sono ormai completamente dilatata a parte un piccolo lembo: ho i brividi per l’emozione, tra non molto conoscerò la mia bimba. Appena ritratta la mano dell’ostetrica sento un “toc” e una marea di liquido che mi scorre tra le gambe, scoppio a piangere e chiedo “cosa mi hai fatto?”, lei mi accarezza la gamba, sorride e risponde “niente, ti si sono rotte le acque”.
Le contrazioni diventano subito ancora più forti e frequenti, l’effetto dell’analgesia sta diminuendo e ricordandomi ciò che mi aveva detto l’anestesista alla visita preliminare chiedo di chiamarla per farle presente la cosa. Nel frattempo A. mi chiede se sento di avere qualche preferenza sulla posizione da assumere e rispondo che mi piace stare di fianco, proviamo a mettere le gambe in vari modi ma comunque ancora non sento spingere, solo Elsa che scende e nel frattempo ha anche il singhiozzo. Torna l’anestesista e le faccio presente che ormai il dolore è tornato, mi dà altro farmaco ma mi ricorda che ovviamente le spinte le sentirò e così dovrà essere. Va bene, rispondo, sento di nuovo la testa di Elsa scendere e l’ostetrica di turno mi dice che si vedono i capelli, mi dice di assecondare la bambina e tenere le gambe aperte. Chiede alla tirocinante di chiamare ginecologo e pediatra perché ci siamo, li vedo preparare l’isola neonatale e sono emozionatissima.
Sento finalmente spingere e tiro la gamba superiore verso di me mentre lo faccio. Mi incitano a respirare profondamente per continuare a far arrivare l’ossigeno a Elsa, sento il bisogno di tirare anche l’altra gamba verso di me e mi metto in posizione litotomica. A. nel frattempo prende dell’olio e me lo versano sopra in abbondanza massaggiando per non farmi lacerare. Altra spinta e sento un bruciore immenso, mi comunicano che la testa è lì incoronata e A. mi ricorda quanto disse al corso: quando brucia è quasi fatta. Altra spinta e la testa è fuori di un quarto, anche mio marito la vede mentre mi stringe la mano: il bruciore nonostante l’olio è fortissimo, vorrei solo chiudere le gambe e far finire tutto ma Elsa è lì, vuole uscire e io sono la sua mamma, devo fare la mia parte. Arriva la contrazione successiva e spingo forte, sento Elsa piangere e il bruciore non c’è più, mi chiedo se l’ho fatta uscire interamente con una spinta. Rispondono che è uscita solo la testa e mentre finiscono altra contrazione, ultima spinta e lei sguiscia fuori con facilità.
È nata, la mia bambina è lì con il cordone intorno a vari punti del corpo (mi diranno poi che era lungo 60 centimetri), la liberano, la asciugano un po’ e me la mettono sul petto. Io e mio marito piangiamo insieme a lei, l’anestesista chiede subito il cellulare a mio marito e ci fa la nostra prima foto insieme, tutti e tre in lacrime. Non appena il cordone ha smesso di pulsare hanno chiesto a mio marito se volesse tagliarlo e lui nonostante tremasse dall’emozione l’ha fatto, non avrei creduto. A quel punto portano subito la piccola all’isola neonatale per i vari controlli di rito: pesa 3360 grammi, è lunga 52 centimetri, Apgar 9/10. Dopo 45 minuti ho completato il secondamento e mi hanno messo due punti interni dopo un piccolo refill di anestetico.
Finalmente poi abbiamo trascorso due ore noi tre in pace a scaricare un po’ l’adrenalina accumulata, la piccola si è subito attaccata al seno con voracità e io mi sono completamente innamorata di lei e di mio marito come padre.
Sicuramente mi sono dimenticata qualcosa, non appena potrò condividerò la mia esperienza sull’ospedale in cui ho partorito nel topic dedicato, ora sono trascorsi dieci giorni e l'allattamento è ben avviato, tanto che Elsa ha preso 300 grammi dalla nascita recuperando il calo ponderale dopo soli quattro giorni. Fisicamente mi sono ripresa rapidamente nonostante la deprivazione di sonno mi sta mettendo a dura prova. Insomma, i momenti di sconforto ci sono, ma ho la fortuna di avere un marito fantastico con il quale sto condividendo questo turbinio di emozioni.
È lunedì 10 ottobre, sono a 40+3 e ho appuntamento in ospedale per il terzo monitoraggio (ho deciso di farmi seguire nel loro ambulatorio delle gravidanze a termine per l’ultima fase della gravidanza). L’appuntamento è nel primo pomeriggio ma la mia ostetrica, A., mi dice che è di turno la mattina e mi consiglia di anticipare, così può farmelo lei e già che c’è mi visita: il giorno prima ho avuto contrazioni di Braxton Hicks per tutto il giorno e diverse perdite di muco, vediamo a che punto siamo.
Dal monitoraggio emerge poca roba, giusto un paio di contrazioni di Braxton Hicks, ma la bimba sta bene ed è questo l’importante. A quel punto A. mi visita e mi dice che sono a un centimetro di dilatazione, in effetti qualcosa si è mosso (la settimana prima ho avuto l’ultima visita dalla ginecologa e il collo dell’utero era chiusissimo). Finisce la visita, faccio per alzarmi e arriva la prima contrazione dolorosa della mia vita, lo dico ad A., sente la pancia e mi dice che sì, stavolta non mi sbaglio. Rientro a casa e mi accorgo di aver perso una grossa quantità di tappo, tanto muco striato di sangue, mi metto a letto e dormo un paio d’ore, in cui sento un paio di contrazioni dolorose. Dalle 18 iniziano a diventare più frequenti anche se irregolari, alle 19 riceviamo una visita a casa (che è in vendita) e io sono veramente insofferente, non vedo l’ora che finisca. Subito dopo scrivo ad A. e le spiego la situazione, mi risponde di cenare tranquillamente se ne ho voglia, fare una lunga doccia calda e in caso farle sapere. Mangio quindi una cotoletta di pollo al forno e delle verdure in padella: ricorderò per sempre il nostro ultimo pasto in due, che Elsa ci ha fatto godere perché le contrazioni si sono interrotte per poi riprendere subito dopo. Tempo di digerire un po’ e faccio la doccia calda, ne approfitto anche per lavare i capelli in modo da non ritrovarmeli sporchi in ospedale (ormai ero sicura che stessi entrando in travaglio). In doccia non capisco se le contrazioni si diradano o se semplicemente le sento meno, è una sensazione piacevole, ma dopo 15 minuti devo assolutamente uscire perché la mia pressione bassa, che mi ha accompagnato per tutta la gravidanza, ne sta risentendo troppo e mi sento svenire. Sono le 22 circa e mentre mio marito mi asciuga i capelli inizio a segnare le contrazioni sull’app e noto che si stanno regolarizzando, così appena finito gli consiglio di dormire un po’ per raccogliere un po’ di energie. Ci provo anche io ma stesa a letto le cose vanno in un modo che non mi piace, perché le contrazioni si diradano ma quando arrivano sono più dolorose. Sveglio mio marito e gli chiedo di andarmi a prendere la fitball al piano terra, e a quel punto partono davvero le danze: lì sopra oscillo, ho una contropressione che mi dà sollievo, quando arriva una contrazione stringo la mano di mio marito e ci mettiamo a cantare canzoni random. È l’1:45 e mi rendo conto che da un po’ le contrazioni durano quasi un minuto e hanno frequenza di circa 6 minuti, così decido di chiamare A., che mi chiede come mi sento, se sono serena a rimanere un altro po’ a casa o preferisco andare in ospedale: rispondo di sì, sento Elsa muoversi e questo mi fa stare tranquilla, ho abbondanti perdite di muco miste a sangue ma so che è normale. A. mi dice di richiamarla tra una mezz’oretta, a meno che la situazione non acceleri prima. A questo punto tutto sembra rallentare, le contrazioni tornano più irregolari e meno frequenti, tanto che alla fine richiamo A. solo dopo un’ora per spiegarle la situazione: sono confusa, non so cosa stia succedendo. Mi dice che si prepara e viene da noi, se la prende comoda perché la sentiamo arrivare alle 3:30. Sente il battito di Elsa ed è regolare, e quando arrivano le contrazioni (che nel frattempo sono tornate regolari ogni 4 minuti) accelera, mi visita e sgrana gli occhi: sono dilatata di 4 centimetri, si parte per l’ospedale.
Arriviamo lì per le 4:30, mio marito mi lascia al pronto soccorso (non può entrare per via delle norme anti-covid), mi mandano in accettazione ostetrica dove rivedo A., che mi aiuta con le varie pratiche relative agli esami effettuati durante la gravidanza mentre mi attaccano al monitoraggio. Divertente il siparietto con la specializzanda in ginecologia che le chiede se è sicura che io sia in travaglio perché sono troppo tranquilla, e A. che risponde “beh, se non lo fosse stata sarei tornata a casa a dormire”. Il monitoraggio conferma ovviamente tutto e danno l’ok al ricovero, anche se tutte le sale parto al momento sono occupate e intanto devo andare in degenza. A. mi accompagna al volo fuori dal reparto per salutare mio marito e prendere le valigie (potrà entrare solo in sala parto), poi andiamo in stanza: mi è capitata una singola e questo mi piace, perché posso continuare il mio travaglio senza l’ansia di svegliare la compagna di stanza. A. mi aiuta a tirare fuori il necessario dalle valigie e metterlo a posto, poi mi visita e mi dice che sono quasi a 6 centimetri, sto proseguendo bene e se voglio posso chiedere la parto-analgesia. Io sono lucida, mentre mi metto la camicia da notte le chiedo cosa mi consiglia di fare, lei molto seriamente risponde che ha partorito tre figli senza parto-analgesia e c’è riuscita senza problemi, ma all’epoca non era disponibile di routine e non sa cosa avrebbe fatto se lo fosse stato. Poi mi dice “non pensare agli altri, a quello che fanno e che non fanno, è il tuo parto, sei tu a decidere la strada da percorrere” e questa frase mi rasserena molto, nel frattempo chiedo se posso avere la mia adorata palla e me la porta, così torno a saltellare su di essa. Dopo un po’ (non so quantificare il tempo) ci vengono a dire che una sala parto si è liberata, la raggiungiamo a piedi senza problemi e mi rimetto sulla palla, arrivano le ostetriche di turno e la tirocinante che mi dicono che so sopportare benissimo il dolore. Le ultime parole famose: le contrazioni diventano più frequenti e forti, io reggo abbastanza bene ma a ogni contrazione arriva un conato di vomito e devo farmi portare un secchio. Tra l’altro vedo albeggiare e tra una contrazione e l’altra sento fame e sete, realizzo di non voler arrivare alla fase espulsiva troppo debilitata e chiedo di fare la parto-analgesia. A. mi attacca subito al monitoraggio (da prassi prima della procedura) per ottimizzare i tempi, nel frattempo c’è il cambio turno delle ostetriche e le nuove (con la nuova tirocinante vedendo l’intensità delle contrazioni dal monitoraggio chiedono se si tratti di un parto indotto, invece no, sono così naturalmente. Chiedo di mio marito ma mi rispondono che a quel punto lo faranno entrare dopo la parto-analgesia, visto che se entrasse prima dovrebbe riuscire non appena arrivata l’anestesista e manca poco alla fine del monitoraggio. A. va a chiamare l’anestesista e lì avviene l’imprevisto, perché proprio mentre stavano rientrando viene chiamata in sala operatoria per un cesareo d’urgenza e la collega che l’avrebbe dovuta sostituire per il cambio turno è in ritardo. Sono sconfortata perché a ogni contrazione continuo a perdere liquidi, chiedo quindi di far entrare mio marito perché ho bisogno di lui e in più mi attaccano una flebo per reidratarmi, visto che dopo aver bevuto un sorso d’acqua l’ho subito rigettato alla contrazione successiva. Rivedere mio marito è veramente un balsamo per me, nonostante il mal di stomaco gli chiedo cosa ha mangiato per colazione al bar, gli rispondo che anche io vorrei un bel cornetto alla crema e la tirocinante ridacchia. Finita la flebo A. mi chiede se nel frattempo voglio fare una doccia calda ma non mi va, sono già debilitata e temo che il calore potrebbe farmi abbassare la pressione e indebolirmi ancora di più.
Sono circa le 7:20 quando vedo rientrare A. e l’anestesista di turno, fanno di nuovo uscire mio marito, mi visitano (dilatazione a 7 centimetri e mezzo) e mi preparano: nonostante l’anestetico locale la puntura dell’epidurale si sente ed è fastidiosa, ma non appena mi iniettano i farmaci le cose iniziano ad andare meglio. Vado a fare pipì e poi mi riattaccano al monitoraggio (la procedura dell’ospedale lo prevede praticamente fisso in caso di parto-analgesia), decido di stendermi di lato e riposare un po’ perché sono veramente stanca e finalmente sto meglio: ricordo che chiudendo gli occhi vedevo dei maialini che ballavano e pensai che le contrazioni sembravano orgasmiche. Mio marito rientra e si rilassa anche lui sulla poltrona: scoprirò poi che questa fase durò in tutto circa due ore. A quel punto mi “risveglio”, finalmente bevo, mangio una barretta ai cereali e mi metto a camminare, è bellissimo perché nell’ultimo periodo con il pancione era veramente difficile farlo e con l’anestetico non avverto mal di schiena né gambe pesanti. Mi chiedono se sento spingere e rispondo che sento solo premere verso il basso, mi visitano e mi dicono che sono ormai completamente dilatata a parte un piccolo lembo: ho i brividi per l’emozione, tra non molto conoscerò la mia bimba. Appena ritratta la mano dell’ostetrica sento un “toc” e una marea di liquido che mi scorre tra le gambe, scoppio a piangere e chiedo “cosa mi hai fatto?”, lei mi accarezza la gamba, sorride e risponde “niente, ti si sono rotte le acque”.
Le contrazioni diventano subito ancora più forti e frequenti, l’effetto dell’analgesia sta diminuendo e ricordandomi ciò che mi aveva detto l’anestesista alla visita preliminare chiedo di chiamarla per farle presente la cosa. Nel frattempo A. mi chiede se sento di avere qualche preferenza sulla posizione da assumere e rispondo che mi piace stare di fianco, proviamo a mettere le gambe in vari modi ma comunque ancora non sento spingere, solo Elsa che scende e nel frattempo ha anche il singhiozzo. Torna l’anestesista e le faccio presente che ormai il dolore è tornato, mi dà altro farmaco ma mi ricorda che ovviamente le spinte le sentirò e così dovrà essere. Va bene, rispondo, sento di nuovo la testa di Elsa scendere e l’ostetrica di turno mi dice che si vedono i capelli, mi dice di assecondare la bambina e tenere le gambe aperte. Chiede alla tirocinante di chiamare ginecologo e pediatra perché ci siamo, li vedo preparare l’isola neonatale e sono emozionatissima.
Sento finalmente spingere e tiro la gamba superiore verso di me mentre lo faccio. Mi incitano a respirare profondamente per continuare a far arrivare l’ossigeno a Elsa, sento il bisogno di tirare anche l’altra gamba verso di me e mi metto in posizione litotomica. A. nel frattempo prende dell’olio e me lo versano sopra in abbondanza massaggiando per non farmi lacerare. Altra spinta e sento un bruciore immenso, mi comunicano che la testa è lì incoronata e A. mi ricorda quanto disse al corso: quando brucia è quasi fatta. Altra spinta e la testa è fuori di un quarto, anche mio marito la vede mentre mi stringe la mano: il bruciore nonostante l’olio è fortissimo, vorrei solo chiudere le gambe e far finire tutto ma Elsa è lì, vuole uscire e io sono la sua mamma, devo fare la mia parte. Arriva la contrazione successiva e spingo forte, sento Elsa piangere e il bruciore non c’è più, mi chiedo se l’ho fatta uscire interamente con una spinta. Rispondono che è uscita solo la testa e mentre finiscono altra contrazione, ultima spinta e lei sguiscia fuori con facilità.
È nata, la mia bambina è lì con il cordone intorno a vari punti del corpo (mi diranno poi che era lungo 60 centimetri), la liberano, la asciugano un po’ e me la mettono sul petto. Io e mio marito piangiamo insieme a lei, l’anestesista chiede subito il cellulare a mio marito e ci fa la nostra prima foto insieme, tutti e tre in lacrime. Non appena il cordone ha smesso di pulsare hanno chiesto a mio marito se volesse tagliarlo e lui nonostante tremasse dall’emozione l’ha fatto, non avrei creduto. A quel punto portano subito la piccola all’isola neonatale per i vari controlli di rito: pesa 3360 grammi, è lunga 52 centimetri, Apgar 9/10. Dopo 45 minuti ho completato il secondamento e mi hanno messo due punti interni dopo un piccolo refill di anestetico.
Finalmente poi abbiamo trascorso due ore noi tre in pace a scaricare un po’ l’adrenalina accumulata, la piccola si è subito attaccata al seno con voracità e io mi sono completamente innamorata di lei e di mio marito come padre.
Sicuramente mi sono dimenticata qualcosa, non appena potrò condividerò la mia esperienza sull’ospedale in cui ho partorito nel topic dedicato, ora sono trascorsi dieci giorni e l'allattamento è ben avviato, tanto che Elsa ha preso 300 grammi dalla nascita recuperando il calo ponderale dopo soli quattro giorni. Fisicamente mi sono ripresa rapidamente nonostante la deprivazione di sonno mi sta mettendo a dura prova. Insomma, i momenti di sconforto ci sono, ma ho la fortuna di avere un marito fantastico con il quale sto condividendo questo turbinio di emozioni.
mulan- Numero di messaggi : 3150
Età : 34
Data d'iscrizione : 30.08.11
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Re: [È NATA] Elsa di mulan
Finalmente riesco a leggere questa bellissima storia!!
Tantissime congratulazioni, Mulan!! Quanta dolcezza, anche nelle parti più difficili!
E' un piacere sapere che avete potuto navigare gli eventi insieme, con lentezza, fermezza e tanta soddisfazione!!
Spero che il puerperio allo stesso modo vi stia regalando emozioni speciali
Tantissime congratulazioni, Mulan!! Quanta dolcezza, anche nelle parti più difficili!
E' un piacere sapere che avete potuto navigare gli eventi insieme, con lentezza, fermezza e tanta soddisfazione!!
Spero che il puerperio allo stesso modo vi stia regalando emozioni speciali
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Dott.ssa Jessica Borgogni
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Re: [È NATA] Elsa di mulan
Che bel racconto mulan! mi sembra che tu sia sempre stata tranquilla e che abbia gestito il tutto benissimo, prendendo le decisioni con serenità!
Mi ha fatto sorridere la parte della rottura delle acque, perchè anch'io ero scoppiata a piangere!
Mi ha fatto sorridere la parte della rottura delle acque, perchè anch'io ero scoppiata a piangere!
Eowyn- Numero di messaggi : 3449
Età : 36
Località : Trento
Data d'iscrizione : 05.12.10
Re: [È NATA] Elsa di mulan
Me lo ricordo benissimo Eowyn, infatti ti ho pensata. Lì per lì ho creduto che fosse stata l'ostetrica a rompermi le acque senza avvisarmi, per questo sono scoppiata a piangere, però in effetti non coincidevano le tempistiche.Eowyn ha scritto:
Mi ha fatto sorridere la parte della rottura delle acque, perchè anch'io ero scoppiata a piangere!
Ti confesso che il puerperio è abbastanza duro e sto avendo qualche momento di scoraggiamento. Per dire, quando ripenso al parto mi dico sempre che lo rifarei altre dieci volte, ma considerando il puerperio penso che no, basta figli. Spero ovviamente di ricredermi perché mi sono sempre immaginata con due bimbi.Jessica ha scritto:Spero che il puerperio allo stesso modo vi stia regalando emozioni speciali
mulan- Numero di messaggi : 3150
Età : 34
Data d'iscrizione : 30.08.11
Re: [È NATA] Elsa di mulan
Cosa ti sta mettendo più in difficoltà? L'allattamento? Il sonno? Hai aiuti?mulan ha scritto:
Ti confesso che il puerperio è abbastanza duro e sto avendo qualche momento di scoraggiamento. Per dire, quando ripenso al parto mi dico sempre che lo rifarei altre dieci volte, ma considerando il puerperio penso che no, basta figli. Spero ovviamente di ricredermi perché mi sono sempre immaginata con due bimbi.
Ti capisco benissimo perchè io partorirei altre 10 volte tranquillamente (se volessi altri figli ) ma l'allattamento mai più!
Eowyn- Numero di messaggi : 3449
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