[E' nato] Pietro di DK
+46
saradavidemic
sea
selvynina
Luna nuova
Jillian
formichina
linda
Pantofolina
Farfallina
albapiccola
LadySpank
nicolecom
angelmoon
nike
viva
Sguisch
tomoe
martymcfly
Blue
rogue
greenhope
Luthien
Marti
June
malalaka
sere
Bozilia
lumachina
selene
mulan
Leila
Jessica
Makoda
luisav
Licine
Isis
cinciarello
Julie
mammamike
Elisina
LucyintheSky
Sharon
Zara
Valy
Parsley
dipkick
50 partecipanti
Pagina 6 di 8
Pagina 6 di 8 • 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8
Re: [E' nato] Pietro di DK
Non ci tenere troppo sulle spine, cattivona!
LucyintheSky- Numero di messaggi : 7561
Età : 42
Data d'iscrizione : 29.05.08
Re: [E' nato] Pietro di DK
dip, ti stai facendo desiderare eh!
mulan- Numero di messaggi : 3150
Età : 35
Data d'iscrizione : 30.08.11
Re: [E' nato] Pietro di DK
Nuooooo ho visto il topic ritirato su e mi ero illusa che il racconto ci fosse già!!
Parsley- Numero di messaggi : 8318
Età : 38
Data d'iscrizione : 01.04.10
Re: [E' nato] Pietro di DK
Aspettiamo
sea- Numero di messaggi : 5056
Età : 47
Data d'iscrizione : 19.04.08
Re: [E' nato] Pietro di DK
eee.... eccolo!
è un'epopea, vi avviso, quindi mettetevi comode . Ah, e scusate se la forma non è sempre perfetta ma ho dovuto scriverlo di getto mentre il piccolo dormiva:P:
Eccomi, a quasi sei mesi di distanza, trovo la voglia, il tempo, il coraggio di iniziare a raccontare come è andata la nostra nascita. Avevo letto tanto, tantissimo sul parto. Tanti racconti, tante informazioni, tante esperienze di altre donne. Tutte dicevano che durante un parto non è solo il bambino a nascere, ma anche la mamma rinasce con lui/lei. Ma mai avrei potuto immaginare quanto questo fosse vero prima di provarlo sul mio corpo (e sulla mia mente). Mai avrei potuto immaginare quanto forte fosse il dolore fisico, quanto importante fosse la testa e quanto, in fondo in fondo, impreparata fossi io ad accogliere il mio bimbo… Mai avrei potuto immaginare la sensazione di meraviglia, di forza, di orgoglio che ti dà abbracciare un esserino caldo e viscido che tieni tra le braccia ma è ancora attaccato saldo dentro di te…
Partiamo da lontano, dalla mi gravidanza “ a rischio” per i problemi di coagulazione, dalla prospettiva di dover essere continuamente monitorata se seguita in ospedale, dal mio sogno coltivato per anni di partorire in casa, dalla paura di non trovare ostetriche disposte a seguirmi, dalle lunghe chiacchierate col mio compagno inizialmente molto scettico…
E invece poi tutto è successo da sé, abbiamo iniziato a incontrare ostetriche private, F. si è convinto sempre più, abbiamo scelto le donne “giuste” per noi e abbiamo iniziato il nostro percorso…
La gravidanza è stato tutto quello che avevo sempre sognato: mai nessun malessere, due eco, due esami del sangue, uno all’inizio e uno verso la fine, vita sana e attiva, un pancione bellissimo e un compagno che mi adorava. La data prevista era il 6 di Febbraio, che in Australia corrisponde al pieno dell’estate… e l’estate australiana non scherza! Ma noi abbiamo combattuto il caldo a suon di passeggiate e bagni nell’oceano, sempre in compagnia del nostro Merlin ovviamente!
Le ultime settimane sono state veramente un’altalena emotiva; per la prima volta ho avuto paura del parto, io che sempre ero stata tranquillissima all’idea e anzi, ero sempre stata smaniosa di provare l’esperienza. Invece addirittura ho avuto dubbi sul partorire a casa, ho pensato all’ospedale come un luogo dove mi sarei sentita più sicura (io!?). Insomma dubbi e paure fisiologiche, credo, discusse e superate insieme a F. e alle ostetriche che mi hanno assicurato che in qualunque momento avrei potuto decidere il luogo che mi facesse sentire “al sicuro” seguendo il mio istinto. E se c’è una cosa che queste donne speciali mi hanno insegnato e che rimarrà sempre con me è proprio fidarmi del mio istinto, di quelle sensazioni che vengono dal cuore e che la mente non capisce, di quelle cose che sai, senza saperlo.
Quanto alle cose che avevo in sospeso, mi rimaneva da finire un capitolo della tesi che volevo con tutta me stessa finire prima dell’arrivo del bimbo, ma all’alba delle 39 settimane ho finalmente ammesso che no, non ce l’avrei fatta a finirlo e quel che è fatto è fatto e il resto si farà dopo.
Così il Mercoledì in cui “compivo” le 39 settimane mando una mail ai miei professori dicendo che ci dovevamo vedere per firmare i fogli della maternità e salutarci prima dell’evento…. Quel giorno stesso inizio ad avere contrazioni “diverse”.
Avevo sempre avuto tantissime contrazioni preparatorie assolutamente indolori, ma queste erano decisamente diverse. Erano ancora molto molto rare, ne avevo giusto una ogni ora o qualcosa del genere. Dopo una notte tranquilla dal punto di vista fisico, al mattino del giovedì decido di andare comunque in università anche se non avevo ancora avuto risposta dai prof per il nostro appuntamento… istinto?
Quel giovedì c’erano forse sui 36°, io passo la mattinata in uni, consegno le carte per la maternità (meglio tardi che mai, no?), saluto i prof e tutto il dipartimento, mi fanno gli auguri e mi raccomandano di far sapere quando succederà. Al pomeriggio vedo un’amica e la sua bimba, e poi alle 6, come ogni giovedì, ci vediamo con le ostetriche. Loro come mi vedono mi dicono “Oh, now you look like a pregnant woman!!” “Finalmente sembri una donna incinta” . Fino ad allora infatti ero fin troppo “in forma”, forse…
Le aggiorno sulle novità, loro mi dicono che potrebbe essere tutto e niente, in pratica, e di vedere come vanno le cose. Nel frattempo, durante la giornata, mentre ero in giro, avevo avuto forse solo un paio di contrazioni, ma come arrivo casa si fanno più frequenti. Andate via le ostetriche sento mia mamma su skype che, dopo aver visto la pancia diventare quadrata durante una contrazione, si convince che secondo lei ci siamo (e comincia segretamente ad accendere ceri alla madonna ). Per cena preparo del salmone grigliato (dio solo sa quanto mi è tornato su quella notte!) e apriamo una bottiglia di bianco (più scena che altro…). Dopo cena andiamo a fare un giretto per il quartiere con Merlin e io mi devo fermare qualche volta per le contrazioni. Torniamo a casa e andiamo a letto.
Qui devo dire che i ricordi iniziano a farsi sfocati… anche grazie ai video e alle foto ricordo che dopo qualche ora di sonno, verso mezzanotte ci alziamo perché le cose iniziano a farsi serie e io ho da appendere le foto che ho scelto per il mio “birth space”: luna piena, onde dell’oceano, l’albero della vita, una rosa del mio giardino che sboccia, una madonna di montagna, la mia mamma e il mio papà che sono lontani e che vorrebbero tanto essere qui.
La piscina è gonfia da giorni, secchi, stracci, coperte, cannucce, drinks, snacks,rescue remedy è tutto pronto.
E da qui veramente ricordo poco, e foto e video non ce ne sono più ad aiutare la mia memoria. In un tempo imprecisato tra le 12am e le 3am il dolore aumenta in maniera inimmaginabile, comincio ad avere qualche perdita di muco misto a sangue. Alle 3 F. chiama per la prima volta l’ostetrica. Le contrazioni erano abbastanza frequenti ma duravano solo sui 30 sec. Lei mi dice di continuare così, che piano piano si allungheranno e di richiamarla quando arrivano a durare 1 min.
Io entro sempre più in trance. Non è però la trance serena e rilassata che avevo sognato e immaginato. E’ una trance di sofferenza e paura. A ogni contrazione la parte davanti delle gambe mi fa un male atroce. Ricordo che all’inizio riuscivo a muovermi, a camminare, a cercare diverse posizioni. Da un certo punto in poi l’unica posizione che tollero è seduta nel letto con la schiena appoggiata al muro e tanti cuscini a sostenermi. L’unica cosa che voglio è dormire tra una contrazione e l’altra, e penso di riuscirci, anche se le contrazioni sono ogni 1-2 minuti. Durante le contrazioni vocalizzo come mai avrei pensato. Non riesco a gestirle, non riesco a gestire il dolore, come sento che sta per arrivare una contrazione mi prende il terrore e mi contraggo tutta. Ho ancora perdite di sangue, mi preoccupo anche un po’ e allora chiamiamo ancora l’ostetrica (saranno state le 5am, forse?). Lei mi rassicura sulle perdite, ma mi dice che ancora le contrazioni sono troppo corte. Io un po’ piagnucolando le dico che forse avrei bisogno di qualcuno con me, che il dolore è troppo e che non so se ce la faccio da sola. Lei mi dice di tenere duro e che loro verranno quando le contrazioni si allungheranno.
Questo è veramente il momento più buio. Mi sento sola, non capita, anche un po’ stupida se davvero questo è solo l’inizio e il peggio deve ancor arrivare. F. ovviamente è sempre con me, ma non può aiutarmi, io sono totalmente chiusa verso l’esterno. Lui continua a tenere il tempo delle contrazioni, ma sono sempre solo di 30 sec.
Sento sempre più pressione nella zona della vagina, a un certo punto mi ritrovo sul fianco e la pressione è incredibile. Mi ritrovo a quattro zampe e ho la netta sensazione che il mio corpo stia spingendo. Sì, sto spingendo, inutile negarlo, ho qualcosa che spinge dentro di me e vuole uscire. Metto due dita in vagina e sì, a neanche mezza falange dall’uscita c’è qualcosa di duro!! Come posso descrivere quello che ho provato? Un mix di gioia e rabbia (cazzo, l’avevo detto io che non poteva diventare peggio di così!), di paura e felicità (una “freebirth”??? cazzoooo non siamo pronti!! Però che figata…).
F. richiama subito l’ostetrica che si mette subito in viaggio, io comincio a contrastare le spinte che sento. Verso le 6 arrivano le ostetriche, F. inizia a riempire la piscina (non mi avevano neanche fatto entrare in piscina!!! Arghhh) e io ci entro appena possibile. Aaahhhh… dio che sollievo. Dico “this is what I needed hours ago” “ questo è quello che ci voleva ore fa”. MI controllano il battito ed è tutto ok. Le contrazioni rallentano molto e tra una e l’altra in pratica mi addormento. Quando arrivano però sono toste. Da qui e per le prossime 3 ore avrò in un mano la mano di F. e nell’altra quella di V., una delle ostetriche, e ad ogni contrazione le stringerò con tutte le mie forze. Continuo coi vocalizzi a tutte le contrazioni, V. mi dice “bring it down” cioè in pratica “usa l’energia per spingere giù, non su”. E funziona. Mentre spingo durante una contrazione sento un pop, dentro di me gioisco “sì, è uscita!” guardo in mezzo alle gambe e invece no, c’è un bellissimo palloncino bianco pieno di liquido. Il signorino è ancora nella sua “camicia!”.
Sono contenta, ho sempre sognato un parto col sacco integro. Ma il tempo passa, le contrazioni si susseguono, il dolore è insopportabile e il palloncino rimane lì. Le ostetriche mi sostengono, mi chiedono se sono pronta a incontrare il mio bambino e io rispondo no. Ho paura del crowning. Ho paura di lacerarmi. MI rendo conto che sono bloccata. Per tutto questo tempo non ho mai spinto, ho lasciato che fosse il mio corpo a spingere. Anzi, forse senza saperlo ho combattuto le spinte per paura del dolore e della lacerazione. Sono forse le 8am nel frattempo, forse 8.30. Sono distrutta, continuo a bere, avrò bevuto almeno 10litri d’acqua dall’inizio del travaglio, ora per fortuna c’è anche il gatorade che avevo comprato apposta il giorno prima. La testa non esce, non esce. Il palloncino sempre lì. Comincio a pensare che forse quasi quasi vorrei un’episiotomia, o che almeno mi rompessero il sacco. Ma soprattutto mi rendo conto che o mi sblocco o rimaniamo lì in eterno. Che il bimbo deve uscire, costi quel che costi. Capisco sulla mia pelle, sulla mia carne, che davvero si deve accettare di rinunciare a se stessi, alla propria “integrità”. Che si deve accettare la “morte” di quella che sei stata finora, per riuscire a dare la vita.
Chiedo alle ostetriche se c’è qualcosa che possiamo fare per sbloccare la situazione. Mi dicono di provare a spingere insieme alla contrazione, come per andare in bagno, mi chiedono se voglio provare a uscire dalla piscina e mettermi sul wc. Dico di sì, sento che da quando sono entrata in acqua le cose sono rallentate tantissimo. In un modo o nell’altro mi alzo, sostenuta da F. e da P. cerco di uscire dalla piscina, ma una contrazione mi coglie proprio a cavalcioni del bordo e tutti e 4 vediamo una massa di capelli neri fluttuare all’interno del palloncino… è quasi fuori ma alla fine della spinta ritorna dentro. V. dice che a questo punto non si va da nessuna parte, che ci siamo quasi. E infatti mi rimetto in acqua, accovacciata, arriva una contrazione, spingo con tutta me stessa e con una mano appoggiata sento il mio corpo che si allarga in una maniera incredibile per fare spazio alla testa del mio bimbo. IL dolore ormai è oltre ogni limite, vedo del sangue nell’acqua, mi sono lacerata, ma la testa è fuori. Dio, ce l’ho fatta, la testa è fuori!
Sento che devo spingere fuori il mio bambino, che lui è pronto per conoscermi, che io sia pronta o no. Arriva un’altra contrazione, spingo, ed eccolo! Sguscia fuori sul fondo della piscina, l’ostetrica lo libera dal cordone e mi dice “ ecco, vuoi tirare su il tuo bambino?”. Infilo le braccia nell’acqua e tiro fuori questo essere perfetto, occhioni sbarrati che mi fissano.
Non dimenticherò mai la sensazione del suo corpo e della su pelle: liscia, turgida, soda, non un filo di vernice. Ha un sacco di capelli neri! E io che ero convinta che il mio bimbo sarebbe stato pelato . Ed è grosso! Le paure che per i miei problemi potesse essere sottopeso, la mia pancia piccola, e invece eccolo lui, 3,65 Kg. IL cordone è cortissimo, riesco appena a tenermelo sul petto e ad appoggiarlo al seno. Continuo a ripetere “ciao! Ciao piccolo!”.
Sono le 9.34am, c’è il sole, farà 38° quel giorno ma noi abbiamo il riscaldamento acceso perché io ho freddo . Mi godo questo nuovo giorno, la soddisfazione di avere un bimbo tra le braccia dopo le ore di “buio” della notte.
Dopo un po’ mi fanno uscire dalla piscina, l’acqua è molto rossa e devono quantificare la perdita. Essì, perché la paura più grande per me era l’emorragia postpartum, visto che ero sotto anticoagulanti. Per fortuna il “timing” era perfetto: parto a 12 ore dall’ultima iniezione di clexane, da manuale, che neanche in ospedale con induzione, monitoraggio e compagnia bella ci sarebbero riusciti! Le ostetriche però giustamente vogliono essere prudenti e finchè la placenta non è fuori non ci si può rilassare del tutto. Provo a spingere, ma da semisdraiata non riesco. Il cordone corto rende difficile gestire il bambino e allora decidiamo di tagliare il cordone, tanto era passata un’oretta dalla nascita e non avevamo intenzione di fare un lotus birth. F. taglia il cordone e prende in braccio per la prima volta il suo bimbo, sotto gli occhi attenti e incuriositi di Merlin che non ci aveva lasciato per un minuto e ci aveva assistito (ehm… più o meno sveglio ) per tutta la notte. Io mi metto a quattro zampe e spingo, V. mi aiuta tirando dolcemente il cordone. La placenta sguscia fuori di me, che grossa! V. la controlla, ci spiega le varie parti, è perfetta! Un’altra possibile complicazione dei miei problemi di coagulazione erano difetti placentari, e invece no, è perfetta. F. e le due ostetriche cominciano a sistemare le cose, io rimango sola col mio bimbo attaccato al seno ed ecco che la tensione si scioglie. Piango, ce l’ho fatta! Nonostante tutto e (quasi) tutti contro, ce l’ho fatta! Ho cresciuto e partorito un bimbo sano, perfetto. Sono le lacrime più belle di tutta la mia vita. Arriva P. che mi fa una coccola, vedo anche in lei il sollievo che sia andato tutto bene.
Dopo un po’ pesano il bimbo, lo controllano e me lo portano nel lettone, dove nel frattempo mi avevano sistemato. Io muoio di fame e di sete, quindi mi portano qualcosa da mangiare e tanta, tanta acqua. Mando un sms ai miei, a mio fratello, alle amiche più care dicendo che Pietro è nato, alle 9.34 del 1 Febbraio 2013. Le ostetriche vanno e mi dicono che torneranno la sera per controllare come sto. F. si mette ai fornelli e prepara il nostro primo pranzo da genitori, che ci gustiamo nel lettone, tutti insieme, insieme a un bel bicchiere di birra che sognavo da 9 mesi .
Come stavo fisicamente? Direi che la sensazione di essere stata schiacciata da un tir potrebbe rendere bene l’idea! Sono distrutta e penso che non lo farò mai più, ovviamente . Quando tornano le ostetriche danno un occhio al mio perineo e dicono che laggiù è tutto molto, molto gonfio e tumefatto. Tre ore di spinte hanno lasciato il segno. C’è anche una piccola lacerazione di primo grado che però non le preoccupa più di tanto. Niente punti, solo miele per aiutare la rimarginazione e tenere lontane le infezioni. I primi giorni sono duri, durissimi, ma io come al solito esagero e il giorno dopo la nascita portiamo il nostro bimbo a vedere l’oceano per la prima volta, poi non contenta tornati a casa mi metto a fare la pizza! Col senno di poi mi ne starei a letto buona buona per una settimana!
F. mi coccola per due settimane, cucinandomi un sacco di prelibatezze, le ostetriche vengono a trovarci ogni giorno. Pietro ha iniziato a ciucciare un’ora dopo essere venuto al mondo e praticamente era già un professionista . L’allattamento parte subito alla grande. Come scrissi allora, è stato come vivere in una bolla d’amore per due settimane.
Sono passati sei mesi e non è passato giorno senza che abbia ripensato anche solo per un instante alla nostra nascita. Al dolore, al “buio”, all’angoscia, alla gioia, all’orgoglio, alla forza. E’ stata dura, molto più di quanto immaginassi. Non è stato il parto perfetto e spirituale che spesso avevo immaginato, ma allo stesso tempo è stato tutto quello che avevo sempre sognato.
Ho capito che la necessità di rinunciare a sé per dare la vita non è che il primo passo verso il diventare genitori, che davvero l’A. figlia, bambina, ragazzina, è dovuta “morire” un po’ per far nascere l’A. mamma. Ho capito che in fondo non ero pronta a questo, e forse se davvero lo fossi stata il parto sarebbe stato più facile. Forse, o forse no. Forse è stato perfetto così.
Di sicuro è stata un’esperienza unica, che mai potrei immaginare di vivere in un posto diverso dalla nostra casa, con accanto il papà del mio bimbo e delle donne esperte e sicure ad assistermi. Ringrazio con tutto il cuore F., che alla fine è rimasto ancora più entusiasta di me, se possibile! E Ringrazio le mie ostetriche per avermi permesso di avere la nascita che ho sempre desiderato.
Grazie a voi per aver letto tutto fino qua e scusate se vi ho fatto attendere così tanto.
Se volete vi metto nell’album anche qualche foto ricordo
è un'epopea, vi avviso, quindi mettetevi comode . Ah, e scusate se la forma non è sempre perfetta ma ho dovuto scriverlo di getto mentre il piccolo dormiva:P:
Eccomi, a quasi sei mesi di distanza, trovo la voglia, il tempo, il coraggio di iniziare a raccontare come è andata la nostra nascita. Avevo letto tanto, tantissimo sul parto. Tanti racconti, tante informazioni, tante esperienze di altre donne. Tutte dicevano che durante un parto non è solo il bambino a nascere, ma anche la mamma rinasce con lui/lei. Ma mai avrei potuto immaginare quanto questo fosse vero prima di provarlo sul mio corpo (e sulla mia mente). Mai avrei potuto immaginare quanto forte fosse il dolore fisico, quanto importante fosse la testa e quanto, in fondo in fondo, impreparata fossi io ad accogliere il mio bimbo… Mai avrei potuto immaginare la sensazione di meraviglia, di forza, di orgoglio che ti dà abbracciare un esserino caldo e viscido che tieni tra le braccia ma è ancora attaccato saldo dentro di te…
Partiamo da lontano, dalla mi gravidanza “ a rischio” per i problemi di coagulazione, dalla prospettiva di dover essere continuamente monitorata se seguita in ospedale, dal mio sogno coltivato per anni di partorire in casa, dalla paura di non trovare ostetriche disposte a seguirmi, dalle lunghe chiacchierate col mio compagno inizialmente molto scettico…
E invece poi tutto è successo da sé, abbiamo iniziato a incontrare ostetriche private, F. si è convinto sempre più, abbiamo scelto le donne “giuste” per noi e abbiamo iniziato il nostro percorso…
La gravidanza è stato tutto quello che avevo sempre sognato: mai nessun malessere, due eco, due esami del sangue, uno all’inizio e uno verso la fine, vita sana e attiva, un pancione bellissimo e un compagno che mi adorava. La data prevista era il 6 di Febbraio, che in Australia corrisponde al pieno dell’estate… e l’estate australiana non scherza! Ma noi abbiamo combattuto il caldo a suon di passeggiate e bagni nell’oceano, sempre in compagnia del nostro Merlin ovviamente!
Le ultime settimane sono state veramente un’altalena emotiva; per la prima volta ho avuto paura del parto, io che sempre ero stata tranquillissima all’idea e anzi, ero sempre stata smaniosa di provare l’esperienza. Invece addirittura ho avuto dubbi sul partorire a casa, ho pensato all’ospedale come un luogo dove mi sarei sentita più sicura (io!?). Insomma dubbi e paure fisiologiche, credo, discusse e superate insieme a F. e alle ostetriche che mi hanno assicurato che in qualunque momento avrei potuto decidere il luogo che mi facesse sentire “al sicuro” seguendo il mio istinto. E se c’è una cosa che queste donne speciali mi hanno insegnato e che rimarrà sempre con me è proprio fidarmi del mio istinto, di quelle sensazioni che vengono dal cuore e che la mente non capisce, di quelle cose che sai, senza saperlo.
Quanto alle cose che avevo in sospeso, mi rimaneva da finire un capitolo della tesi che volevo con tutta me stessa finire prima dell’arrivo del bimbo, ma all’alba delle 39 settimane ho finalmente ammesso che no, non ce l’avrei fatta a finirlo e quel che è fatto è fatto e il resto si farà dopo.
Così il Mercoledì in cui “compivo” le 39 settimane mando una mail ai miei professori dicendo che ci dovevamo vedere per firmare i fogli della maternità e salutarci prima dell’evento…. Quel giorno stesso inizio ad avere contrazioni “diverse”.
Avevo sempre avuto tantissime contrazioni preparatorie assolutamente indolori, ma queste erano decisamente diverse. Erano ancora molto molto rare, ne avevo giusto una ogni ora o qualcosa del genere. Dopo una notte tranquilla dal punto di vista fisico, al mattino del giovedì decido di andare comunque in università anche se non avevo ancora avuto risposta dai prof per il nostro appuntamento… istinto?
Quel giovedì c’erano forse sui 36°, io passo la mattinata in uni, consegno le carte per la maternità (meglio tardi che mai, no?), saluto i prof e tutto il dipartimento, mi fanno gli auguri e mi raccomandano di far sapere quando succederà. Al pomeriggio vedo un’amica e la sua bimba, e poi alle 6, come ogni giovedì, ci vediamo con le ostetriche. Loro come mi vedono mi dicono “Oh, now you look like a pregnant woman!!” “Finalmente sembri una donna incinta” . Fino ad allora infatti ero fin troppo “in forma”, forse…
Le aggiorno sulle novità, loro mi dicono che potrebbe essere tutto e niente, in pratica, e di vedere come vanno le cose. Nel frattempo, durante la giornata, mentre ero in giro, avevo avuto forse solo un paio di contrazioni, ma come arrivo casa si fanno più frequenti. Andate via le ostetriche sento mia mamma su skype che, dopo aver visto la pancia diventare quadrata durante una contrazione, si convince che secondo lei ci siamo (e comincia segretamente ad accendere ceri alla madonna ). Per cena preparo del salmone grigliato (dio solo sa quanto mi è tornato su quella notte!) e apriamo una bottiglia di bianco (più scena che altro…). Dopo cena andiamo a fare un giretto per il quartiere con Merlin e io mi devo fermare qualche volta per le contrazioni. Torniamo a casa e andiamo a letto.
Qui devo dire che i ricordi iniziano a farsi sfocati… anche grazie ai video e alle foto ricordo che dopo qualche ora di sonno, verso mezzanotte ci alziamo perché le cose iniziano a farsi serie e io ho da appendere le foto che ho scelto per il mio “birth space”: luna piena, onde dell’oceano, l’albero della vita, una rosa del mio giardino che sboccia, una madonna di montagna, la mia mamma e il mio papà che sono lontani e che vorrebbero tanto essere qui.
La piscina è gonfia da giorni, secchi, stracci, coperte, cannucce, drinks, snacks,rescue remedy è tutto pronto.
E da qui veramente ricordo poco, e foto e video non ce ne sono più ad aiutare la mia memoria. In un tempo imprecisato tra le 12am e le 3am il dolore aumenta in maniera inimmaginabile, comincio ad avere qualche perdita di muco misto a sangue. Alle 3 F. chiama per la prima volta l’ostetrica. Le contrazioni erano abbastanza frequenti ma duravano solo sui 30 sec. Lei mi dice di continuare così, che piano piano si allungheranno e di richiamarla quando arrivano a durare 1 min.
Io entro sempre più in trance. Non è però la trance serena e rilassata che avevo sognato e immaginato. E’ una trance di sofferenza e paura. A ogni contrazione la parte davanti delle gambe mi fa un male atroce. Ricordo che all’inizio riuscivo a muovermi, a camminare, a cercare diverse posizioni. Da un certo punto in poi l’unica posizione che tollero è seduta nel letto con la schiena appoggiata al muro e tanti cuscini a sostenermi. L’unica cosa che voglio è dormire tra una contrazione e l’altra, e penso di riuscirci, anche se le contrazioni sono ogni 1-2 minuti. Durante le contrazioni vocalizzo come mai avrei pensato. Non riesco a gestirle, non riesco a gestire il dolore, come sento che sta per arrivare una contrazione mi prende il terrore e mi contraggo tutta. Ho ancora perdite di sangue, mi preoccupo anche un po’ e allora chiamiamo ancora l’ostetrica (saranno state le 5am, forse?). Lei mi rassicura sulle perdite, ma mi dice che ancora le contrazioni sono troppo corte. Io un po’ piagnucolando le dico che forse avrei bisogno di qualcuno con me, che il dolore è troppo e che non so se ce la faccio da sola. Lei mi dice di tenere duro e che loro verranno quando le contrazioni si allungheranno.
Questo è veramente il momento più buio. Mi sento sola, non capita, anche un po’ stupida se davvero questo è solo l’inizio e il peggio deve ancor arrivare. F. ovviamente è sempre con me, ma non può aiutarmi, io sono totalmente chiusa verso l’esterno. Lui continua a tenere il tempo delle contrazioni, ma sono sempre solo di 30 sec.
Sento sempre più pressione nella zona della vagina, a un certo punto mi ritrovo sul fianco e la pressione è incredibile. Mi ritrovo a quattro zampe e ho la netta sensazione che il mio corpo stia spingendo. Sì, sto spingendo, inutile negarlo, ho qualcosa che spinge dentro di me e vuole uscire. Metto due dita in vagina e sì, a neanche mezza falange dall’uscita c’è qualcosa di duro!! Come posso descrivere quello che ho provato? Un mix di gioia e rabbia (cazzo, l’avevo detto io che non poteva diventare peggio di così!), di paura e felicità (una “freebirth”??? cazzoooo non siamo pronti!! Però che figata…).
F. richiama subito l’ostetrica che si mette subito in viaggio, io comincio a contrastare le spinte che sento. Verso le 6 arrivano le ostetriche, F. inizia a riempire la piscina (non mi avevano neanche fatto entrare in piscina!!! Arghhh) e io ci entro appena possibile. Aaahhhh… dio che sollievo. Dico “this is what I needed hours ago” “ questo è quello che ci voleva ore fa”. MI controllano il battito ed è tutto ok. Le contrazioni rallentano molto e tra una e l’altra in pratica mi addormento. Quando arrivano però sono toste. Da qui e per le prossime 3 ore avrò in un mano la mano di F. e nell’altra quella di V., una delle ostetriche, e ad ogni contrazione le stringerò con tutte le mie forze. Continuo coi vocalizzi a tutte le contrazioni, V. mi dice “bring it down” cioè in pratica “usa l’energia per spingere giù, non su”. E funziona. Mentre spingo durante una contrazione sento un pop, dentro di me gioisco “sì, è uscita!” guardo in mezzo alle gambe e invece no, c’è un bellissimo palloncino bianco pieno di liquido. Il signorino è ancora nella sua “camicia!”.
Sono contenta, ho sempre sognato un parto col sacco integro. Ma il tempo passa, le contrazioni si susseguono, il dolore è insopportabile e il palloncino rimane lì. Le ostetriche mi sostengono, mi chiedono se sono pronta a incontrare il mio bambino e io rispondo no. Ho paura del crowning. Ho paura di lacerarmi. MI rendo conto che sono bloccata. Per tutto questo tempo non ho mai spinto, ho lasciato che fosse il mio corpo a spingere. Anzi, forse senza saperlo ho combattuto le spinte per paura del dolore e della lacerazione. Sono forse le 8am nel frattempo, forse 8.30. Sono distrutta, continuo a bere, avrò bevuto almeno 10litri d’acqua dall’inizio del travaglio, ora per fortuna c’è anche il gatorade che avevo comprato apposta il giorno prima. La testa non esce, non esce. Il palloncino sempre lì. Comincio a pensare che forse quasi quasi vorrei un’episiotomia, o che almeno mi rompessero il sacco. Ma soprattutto mi rendo conto che o mi sblocco o rimaniamo lì in eterno. Che il bimbo deve uscire, costi quel che costi. Capisco sulla mia pelle, sulla mia carne, che davvero si deve accettare di rinunciare a se stessi, alla propria “integrità”. Che si deve accettare la “morte” di quella che sei stata finora, per riuscire a dare la vita.
Chiedo alle ostetriche se c’è qualcosa che possiamo fare per sbloccare la situazione. Mi dicono di provare a spingere insieme alla contrazione, come per andare in bagno, mi chiedono se voglio provare a uscire dalla piscina e mettermi sul wc. Dico di sì, sento che da quando sono entrata in acqua le cose sono rallentate tantissimo. In un modo o nell’altro mi alzo, sostenuta da F. e da P. cerco di uscire dalla piscina, ma una contrazione mi coglie proprio a cavalcioni del bordo e tutti e 4 vediamo una massa di capelli neri fluttuare all’interno del palloncino… è quasi fuori ma alla fine della spinta ritorna dentro. V. dice che a questo punto non si va da nessuna parte, che ci siamo quasi. E infatti mi rimetto in acqua, accovacciata, arriva una contrazione, spingo con tutta me stessa e con una mano appoggiata sento il mio corpo che si allarga in una maniera incredibile per fare spazio alla testa del mio bimbo. IL dolore ormai è oltre ogni limite, vedo del sangue nell’acqua, mi sono lacerata, ma la testa è fuori. Dio, ce l’ho fatta, la testa è fuori!
Sento che devo spingere fuori il mio bambino, che lui è pronto per conoscermi, che io sia pronta o no. Arriva un’altra contrazione, spingo, ed eccolo! Sguscia fuori sul fondo della piscina, l’ostetrica lo libera dal cordone e mi dice “ ecco, vuoi tirare su il tuo bambino?”. Infilo le braccia nell’acqua e tiro fuori questo essere perfetto, occhioni sbarrati che mi fissano.
Non dimenticherò mai la sensazione del suo corpo e della su pelle: liscia, turgida, soda, non un filo di vernice. Ha un sacco di capelli neri! E io che ero convinta che il mio bimbo sarebbe stato pelato . Ed è grosso! Le paure che per i miei problemi potesse essere sottopeso, la mia pancia piccola, e invece eccolo lui, 3,65 Kg. IL cordone è cortissimo, riesco appena a tenermelo sul petto e ad appoggiarlo al seno. Continuo a ripetere “ciao! Ciao piccolo!”.
Sono le 9.34am, c’è il sole, farà 38° quel giorno ma noi abbiamo il riscaldamento acceso perché io ho freddo . Mi godo questo nuovo giorno, la soddisfazione di avere un bimbo tra le braccia dopo le ore di “buio” della notte.
Dopo un po’ mi fanno uscire dalla piscina, l’acqua è molto rossa e devono quantificare la perdita. Essì, perché la paura più grande per me era l’emorragia postpartum, visto che ero sotto anticoagulanti. Per fortuna il “timing” era perfetto: parto a 12 ore dall’ultima iniezione di clexane, da manuale, che neanche in ospedale con induzione, monitoraggio e compagnia bella ci sarebbero riusciti! Le ostetriche però giustamente vogliono essere prudenti e finchè la placenta non è fuori non ci si può rilassare del tutto. Provo a spingere, ma da semisdraiata non riesco. Il cordone corto rende difficile gestire il bambino e allora decidiamo di tagliare il cordone, tanto era passata un’oretta dalla nascita e non avevamo intenzione di fare un lotus birth. F. taglia il cordone e prende in braccio per la prima volta il suo bimbo, sotto gli occhi attenti e incuriositi di Merlin che non ci aveva lasciato per un minuto e ci aveva assistito (ehm… più o meno sveglio ) per tutta la notte. Io mi metto a quattro zampe e spingo, V. mi aiuta tirando dolcemente il cordone. La placenta sguscia fuori di me, che grossa! V. la controlla, ci spiega le varie parti, è perfetta! Un’altra possibile complicazione dei miei problemi di coagulazione erano difetti placentari, e invece no, è perfetta. F. e le due ostetriche cominciano a sistemare le cose, io rimango sola col mio bimbo attaccato al seno ed ecco che la tensione si scioglie. Piango, ce l’ho fatta! Nonostante tutto e (quasi) tutti contro, ce l’ho fatta! Ho cresciuto e partorito un bimbo sano, perfetto. Sono le lacrime più belle di tutta la mia vita. Arriva P. che mi fa una coccola, vedo anche in lei il sollievo che sia andato tutto bene.
Dopo un po’ pesano il bimbo, lo controllano e me lo portano nel lettone, dove nel frattempo mi avevano sistemato. Io muoio di fame e di sete, quindi mi portano qualcosa da mangiare e tanta, tanta acqua. Mando un sms ai miei, a mio fratello, alle amiche più care dicendo che Pietro è nato, alle 9.34 del 1 Febbraio 2013. Le ostetriche vanno e mi dicono che torneranno la sera per controllare come sto. F. si mette ai fornelli e prepara il nostro primo pranzo da genitori, che ci gustiamo nel lettone, tutti insieme, insieme a un bel bicchiere di birra che sognavo da 9 mesi .
Come stavo fisicamente? Direi che la sensazione di essere stata schiacciata da un tir potrebbe rendere bene l’idea! Sono distrutta e penso che non lo farò mai più, ovviamente . Quando tornano le ostetriche danno un occhio al mio perineo e dicono che laggiù è tutto molto, molto gonfio e tumefatto. Tre ore di spinte hanno lasciato il segno. C’è anche una piccola lacerazione di primo grado che però non le preoccupa più di tanto. Niente punti, solo miele per aiutare la rimarginazione e tenere lontane le infezioni. I primi giorni sono duri, durissimi, ma io come al solito esagero e il giorno dopo la nascita portiamo il nostro bimbo a vedere l’oceano per la prima volta, poi non contenta tornati a casa mi metto a fare la pizza! Col senno di poi mi ne starei a letto buona buona per una settimana!
F. mi coccola per due settimane, cucinandomi un sacco di prelibatezze, le ostetriche vengono a trovarci ogni giorno. Pietro ha iniziato a ciucciare un’ora dopo essere venuto al mondo e praticamente era già un professionista . L’allattamento parte subito alla grande. Come scrissi allora, è stato come vivere in una bolla d’amore per due settimane.
Sono passati sei mesi e non è passato giorno senza che abbia ripensato anche solo per un instante alla nostra nascita. Al dolore, al “buio”, all’angoscia, alla gioia, all’orgoglio, alla forza. E’ stata dura, molto più di quanto immaginassi. Non è stato il parto perfetto e spirituale che spesso avevo immaginato, ma allo stesso tempo è stato tutto quello che avevo sempre sognato.
Ho capito che la necessità di rinunciare a sé per dare la vita non è che il primo passo verso il diventare genitori, che davvero l’A. figlia, bambina, ragazzina, è dovuta “morire” un po’ per far nascere l’A. mamma. Ho capito che in fondo non ero pronta a questo, e forse se davvero lo fossi stata il parto sarebbe stato più facile. Forse, o forse no. Forse è stato perfetto così.
Di sicuro è stata un’esperienza unica, che mai potrei immaginare di vivere in un posto diverso dalla nostra casa, con accanto il papà del mio bimbo e delle donne esperte e sicure ad assistermi. Ringrazio con tutto il cuore F., che alla fine è rimasto ancora più entusiasta di me, se possibile! E Ringrazio le mie ostetriche per avermi permesso di avere la nascita che ho sempre desiderato.
Grazie a voi per aver letto tutto fino qua e scusate se vi ho fatto attendere così tanto.
Se volete vi metto nell’album anche qualche foto ricordo
dipkick- Numero di messaggi : 1971
Età : 41
Località : Perth-Australia
Data d'iscrizione : 24.04.08
Re: [E' nato] Pietro di DK
Dip, A. che nasci e che muori, io ho ringraziato di avere un piccolo in pancia mentre leggevo il tuo racconto stupendo, perché forse in caso contrario non ce l'avrei fatta a finirlo. Le lacrime dolci di commozione e desiderio, sarebbero state amare. Le sensazioni che descrivi sono un misto di tutto quello che ho sempre immaginato, e allo stesso tempo se ne coglie l'imprevedibilità e la magia. L'inaspettato.
Tu eri pronta come lo è qualunque donna, quella che legge montagne di libri e quella che a mala pena sa da che buco esce.
Sei stata brava, sei stata tu, siete stati VOI.
Ti ringrazio, con ogni molecola del mio cuore e della mia pancia, per questo racconto così bello e così vero
Mi fai crescere la voglia di parto in casa, cosa su cui ancora non ho riflettuto molto...
Tu eri pronta come lo è qualunque donna, quella che legge montagne di libri e quella che a mala pena sa da che buco esce.
Sei stata brava, sei stata tu, siete stati VOI.
Ti ringrazio, con ogni molecola del mio cuore e della mia pancia, per questo racconto così bello e così vero
Mi fai crescere la voglia di parto in casa, cosa su cui ancora non ho riflettuto molto...
LucyintheSky- Numero di messaggi : 7561
Età : 42
Data d'iscrizione : 29.05.08
Re: [E' nato] Pietro di DK
Non riesco a scrivere altro per ora
Zara- Numero di messaggi : 3785
Età : 38
Data d'iscrizione : 19.08.12
Re: [E' nato] Pietro di DK
Dip che racconto emozionantissimo!!! E' stato un parto favoloso dal mio punto di vista
Julie- Numero di messaggi : 1252
Età : 40
Data d'iscrizione : 14.11.11
Re: [E' nato] Pietro di DK
Dip veramente un racconto commovente e concordo pienamente con questa frase che mi è piaciuta molto
.Capisco sulla mia pelle, sulla mia carne, che davvero si deve accettare di rinunciare a se stessi, alla propria “integrità”. Che si deve accettare la “morte” di quella che sei stata finora, per riuscire a dare la vita.
saradavidemic- Numero di messaggi : 515
Età : 39
Data d'iscrizione : 15.02.11
Re: [E' nato] Pietro di DK
Emozionante e intenso, ci ho rivissuto tutte le fasi del mio parto, che anche se non è stato in casa, è stato proprio così. Si muore e si rinasce, diverse, in modo difficile da descrivere . Quanto più si è state autentiche e selvagge e vere, anche in quella paura, quel buio, che ancora ricordo e che a poco dal parto un po' inizia ad insinuarsi di nuovo sottopelle. E però non vedo l'ora di esserci. Grazie Dip
Elisina- Numero di messaggi : 7414
Età : 47
Data d'iscrizione : 22.05.08
Pagina 6 di 8 • 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8
Argomenti simili
» [E' nato!] 20-05-09 E' nato Simone
» [E' nato!] è nato Angelo!
» [E' nato]
» [E' nato] GUGLIELMO di Pat!!!
» [E' nato] Ludovico di Pat
» [E' nato!] è nato Angelo!
» [E' nato]
» [E' nato] GUGLIELMO di Pat!!!
» [E' nato] Ludovico di Pat
Pagina 6 di 8
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.