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Affrontare psicologicamente la malattia

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Messaggio Da mulan Mar Lug 17, 2012 11:01 am

Ragazze, come molte di voi già sapranno il mio uomo è ricoverato in ospedale per una trombosi al braccio destro con conseguente doppia embolia polmonare. Non è in pericolo di vita, è sveglio e reattivo, e sta reagendo bene alle terapia, anche se i medici hanno detto senza tanti giri di parole che la strada per il recupero è lunga: ci riuscirà, non avrà conseguenze, ma ci vorrà del tempo, quanto non si sa ancora. Dovrà passare almeno 6 mesi assumendo anticoagulanti sotto continuo controllo medico, con analisi del sangue ogni settimana.

La cosa che mi preoccupa è come lui affronterà questa situazione, questo recupero lento, uno stile di vita che proprio non gli si addice: non è uno di quei ragazzi che escono tutte le sere fino alle 5 o si devastano, ma comunque è un tipo molto attivo, deve sempre avere qualcosa da fare, non sta mai fermo. E come se non bastasse a fine settembre dovrebbe partire per un master a York, in Inghilterra, master che comprenderebbe anche 6 settimane da trascorrere in un Paese reduce da una guerra (in lizza ci sono Afghanistan, Sri Lanka, Sudan e Libano), dove di fatto non avrebbe chissà che controllo dal punto di vista medico. In pratica se guarirà entro settembre la partenza per l'Inghilterra sarebbe ok, perchè il volo è breve e potrebbe organizzare la sua terapia con un ospedale locale, ma queste 6 settimane fuori rischiano seriamente di fargli saltare tutto il master.

Ecco, per lui questa è la paura più grande, quando parliamo lui dice sempre che non riuscirebbe mai ad affrontare il fatto di non poter partire, che ha fatto tanto per essere ammesso (e in effetti è vero, è stata una procedura molto lunga e laboriosa), entra nel panico più totale. Il problema è che probabilmente le cose andranno così, non per fare la disfattista della situazione, ma anche nella migliore delle ipotesi (ovvero una guarigione rapidissima), quale medico gli darebbe l'ok per affrontare 6 settimane, in una situazione di grande stress, con una terapia anticoagulante in corso, senza essere monitorato? La dottoressa con cui ho parlato ieri è stata abbastanza chiara a riguardo, dicendomi anche che sarà il caso di aiutarlo a prendere coscienza degli eventi man mano che si presentano, e affrontare il fatto che parecchie cose da lui programmate non si potranno fare.

La cosa mi spaventa non poco, conosco lui, so quanto ci teneva, quanto è importante per la sua carriera futura, e so che sarà dura affrontare questi cambiamenti. Di fatto questo master sarebbe solo posticipato, ma comunque dovrebbe di nuovo ricominciare quel lungo iter, e la cosa lo stresserà parecchio...In generale non so come aiutarlo ad affrontare psicologicamente il fatto che il suo stile di vita cambierà, probabilmente dovrà mettere il karate in stand-by (è stato un trauma a causare il trombo, di certo gli sconsiglieranno sport di contatto), andare in ospedale per i controlli una volta alla settimana. Io per ora non gli ho detto niente di tutto ciò, ma lui non è scemo e spesso tira fuori l'argomento di sua sponte, dice che si sente vecchio e la cosa lo butta parecchio giù.

Scusate il pippone, ma volevo rendere chiara la situazione il più possibile. Qualcuna di voi si è trovata, direttamente o indirettamente, ad affrontare una malattia seria ed eventualmente la relativa convalescenza? Grazie mille.
mulan
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