Bullismo

A scuola di mia figlia c'è una "bulletta". Le piace scegliersi una migliore amica (a rotazione) ed escludere le altre, prendendole in giro, dicendo che non possono giocare, escludendole.
Ora si è fissata con mia figlia perché vuole la sua migliore amica. E vabbè, io le ho detto di giocare con qualcun altro.
Ad Halloween eravamo ad una festa ed erano 4 bambine. Sono andate in bagno a truccarsi e questa bambina ha chiuso fuori mia figlia dicendo che non poteva entrare perché non ci stava. Mia figlia è venuta a dirmelo piangendo e io sono intervenuta dicendo che nessuna stanza è troppo piccola per contenere 4 bambine, e che si gioca insieme.
E già qui non so se ho sbagliato. Mia figlia a casa si è arrabbiata con me dicendo che l'ho messa in imbarazzo.

Comunque pensavo fosse tutto risolto, le bambine spontaneamente le hanno chiesto scusa e bon.
Oggi però mi racconta che a scuola la sua migliore amica e questa "bulletta" a ricreazione sono andate al suo banco, le hanno preso un peluchetto che lei aveva portato, la sua amica lo teneva alto dicendo se non me lo regali non sono più tua amica, alla fine mia figlia è riuscita a riprenderselo ma si è un po' strappato.
Mio marito vuole intervenire con l'amichetta dicendo che nostra figlia non è autorizzata a regalare i suoi giocattoli e che non si misura l'amicizia in quantità di regali. (già altre volte queste due le avevano chiesto regali, ma finché erano sorpresine kinder ok... una volta una moneta ma ok... arrivare a rompere un gioco però...)
Io invece vorrei lasciar perdere e vedere come evolve.
Cosa fareste?

Non dico che questo sia già bullismo eh, infatti ho usato le virgolette, ma secondo me inizia ad assomigliarci ecco. E mi sto interrogando su quando e quanto è giusto e utile che gli adulti, i genitori in particolare, intervengano.

Per essere bullismo, è bullismo. Ovunque ci sia una dinamica di potere e dominanza di una parte sull'altra, attraverso manipolazione e/o coercizione, è una relazione tossica.

Purtroppo i bulli ci saranno sempre e dovunque, si può solo scansarli.

E' importante insegnare ai bambini a vedere con chiarezza queste dinamiche, spiegando la differenza tra un'amicizia genuina (fatta da reciprocità ed un'intenzione verso il bene dell'altro) e la manipolazione.

La parte difficile naturalmente è che ogni bambino a sua volta sta imparando come comportarsi nel mondo, quindi non tutti i bambini che socializzano in modo problematico rimarranno bulli. Ma le regole sono le stesse come per gli adulti: se dopo un'azione sbagliata (=che danneggia l'altro) sono capaci di rimorso genuino e cambiano il loro comportamento, possono continuare (a nostra discrezione) a rimanere in una relazione con noi. Altrimenti, no.

Selezionare chi è capace di interagire positivamente con noi, mostrando rispetto, compassione e impegno per il bene reciproco, ed imparare ad allontanarsi da quelli che non lo fanno, è una delle lezioni sociali più importanti che esistano. Molto meglio impararla a 7 anni piuttosto che a 40

Come in tutti gli ambiti, noi abbiamo il controllo solo su di noi. Quindi possiamo agire solo sui nostri figli, sarebbe ingerente voler insegnare ai figli degli altri (salvo situazioni di pericolo, dove diventa chiaramente corretto intervenire). Gli altri genitori devono occuparsi del comportamento dei loro figli, meglio se messi al corrente e data loro l'opportunità di farlo. Resta a voi valutare se informare i genitori, magari attraverso la scuola, oppure limitarvi a insegnare alla bambina come interfacciarsi con queste situazioni. Dipende dalla gravità, è probabile che a questo stadio dove la dinamica è ugualmente squilibrata, ma i comportamenti non sono ancora particolarmente offensivi, si possa preferire un approccio wait-and-see.

Uhm ok, ma in una situazione in cui non ci sono tutti i genitori (quindi i genitori della bulletta non ci sono e non possono intervenire) sarebbe giusto se gli adulti presenti non intervenissero dopo aver visto o sentito un comportamento sbagliato in cui la parte "debole" non riesce a rispondere? Io ho pensato che sarebbe stato come far passare il messaggio (dato che gli adulti avevano visto) che non era una cosa sbagliata e andava bene...

Lo stesso dubbio lo avevo anni fa quando ero capo scout di bambini delle medie. Gli altri capi dicevano "sono cose da ragazzi, devono vedersela loro" e facevano finta di non vedere. Io avrei voluto intervenire e spiegare...(non parlo di litigi ma di situazioni in cui uno veniva preso di mira da tanti e non riusciva a reagire)

Io ritengo che "Giusto" o "sbagliato" esistano, ma non a priori - sempre in virtù del fatto che siano funzionali o non-funzionali ad uno scopo

Può sembrare allettante intervenire a regolare una dinamica di disequilibrio tra pari ma avrà costi e benefici. Allora può valere la pena chiedersi se esiste una strategia che abbia simili benefici e minori costi.

Perché non provare a fare una piccola lista di pro e contro della situazione che avete vissuto e delle strategie impiegate (che risultati positivi ho avuto? che risultati negativi ho avuto?) e poi pensare se ci sono modi alternativi di reagire a quella stessa situazione (brainstorming)

Dici con mio marito o anche con la bimba?

E come cambia secondo te il comportamento da tenere se non si è genitori ma educatori (insegnanti, catechisti, capi scout...)? È un argomento che mi sta particolarmente a cuore perché oltre ad averlo vissuto io da piccola, ho assistito a bullismo abbastanza pesante negli scout, in cui se andava bene gli adulti ignoravano, se andava male colpevolizzavano la vittima (io avevo 20 anni e non avevo molta voce in capitolo).
L'idea che mi sono fatta all'epoca è che tutti i vari esperti, insegnanti, psicologi che fanno interventi contro il bullismo, ecc ecc, non abbiano la piu pallida idea di come intervenire. L'intervento secondo me andava fatto. Non tanto contro il bullo (che spesso lo è a causa di problemi vari) ma verso i compagni che fanno finta di non vedere. Per me se un amico non dice nulla dopo vari comportamenti che fanno male, è complice del bullo, magari senza rendersene nemmeno conto perché nessuno glielo ha spiegato.

Certo, infatti nelle dinamiche di bullismo non rientrano solo i bulli e le vittime, ma anche i testimoni, e i buoni interventi ne tengono conto. Ognuno ha il suo ruolo.

Eowyn ha scritto:Dici con mio marito o anche con la bimba?

Con le bulle e con la bimba, intendo all'interno dell'episodio stesso. Premesso che il senso della riflessione non è individuare se è stato "giusto" o "sbagliato" l'intervento, ma contestualizzare e riflettere sulle dinamiche nella loro interezza. Deprivare un comportamento di contesto significa penalizzarne l'interpretazione.

Le dinamiche di lassismo che hai osservato in un gruppo di giovani adulti sono oggettivamente detrimentali, perché venivano da chi in quel contesto aveva la responsabilità, in quanto guida, dato il contesto più formale e strutturato. Senza contare che il gruppo di pari nel tuo caso avrà avuto un'età media ben superiore, dove i comportamenti socialmente problematici hanno un peso diverso.

Il contesto di una festa è molto più fumoso, è occasionale, e molto spesso non c'è una figura in autorità designata, perché sono volutamente contesti in cui i bambini imparano a socializzare secondo la loro autonomia. L'intervento degli adulti qui ha un ruolo diverso e fa scaturire dinamiche diverse, nei confronti dei bambini stessi, come potenzialmente dei loro genitori.