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[è nato] Marzio di fatina

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Messaggio Da Zara Mer Giu 08, 2016 2:07 pm

Vi ho pensati tanto! Benvenuto Marzio I love you e congratulazioni a te, Fatina!
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Messaggio Da Stelladelmattino Mer Giu 08, 2016 2:09 pm

tantissimi auguri Fatina!!!!
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Messaggio Da nike Mer Giu 08, 2016 2:43 pm

Che nome forte Marzio! Evviva!
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Messaggio Da Luthien Mer Giu 08, 2016 3:07 pm

Congratulazioni Fatina!! [è nato] Marzio di fatina - Pagina 3 936791
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Messaggio Da Licine Mer Giu 08, 2016 4:49 pm

Che bello...congratulazioni Fatina!
Benvenuto al piccolino, e un pensiero speciale a Samuele!
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Messaggio Da mulan Mer Giu 08, 2016 7:28 pm

Ma che carino Marzio!!!! [è nato] Marzio di fatina - Pagina 3 677225 Congratulazioni fatina, non vedo l'ora di leggere il tuo racconto! [è nato] Marzio di fatina - Pagina 3 529774 drunken
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Messaggio Da Hythien Gio Giu 09, 2016 6:21 am

Benvenuto Marzio!! [è nato] Marzio di fatina - Pagina 3 677225 [è nato] Marzio di fatina - Pagina 3 64619 [è nato] Marzio di fatina - Pagina 3 582699 e tantissime congratulazioni a mamma, papà e al fratellone Samu!! [è nato] Marzio di fatina - Pagina 3 529774 [è nato] Marzio di fatina - Pagina 3 483896 [è nato] Marzio di fatina - Pagina 3 529774
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Messaggio Da fatina Sab Giu 11, 2016 2:52 pm

Grazie a tutte ragazze I love you noi siamo tornati a casa giovedì, tempo di aspettare le 48 ore per il prelievo dello screening metabolico poi siamo scappati :-)
Marzio finora ha alternato giornate molto tranquille e sonnacchiose a giornate super voraci attaccato alla tetta tutto il giorno e oggi siamo su questa lunghezza d'onda. Adesso l'ho lasciato un po' a mio marito, mi sembra che con lui stia più tranquillo, con me dopo un po' inizia a prendere a testate la tetta e mi mastica il capezzolo in modo non esattamente piacevole. Mi sembra comunque molto diverso da Samu e sono proprio curiosa di vedere come sarà questo nuovo bimbo.
In questo momento di calma apparente vorrei approfittarne per mettere nero su bianco il racconto del parto, prima che i pensieri e le sensazioni che stanno affollando i miei pensieri si perdano un po' per strada.
La premessa che vorrei fare è la seguente: l'altra volta non avevo grandi aspettative sul momento del parto, sono arrivata lì abbastanza preparata, avevo ben chiaro tutto quello che mi/ci sarebbe successo, ma non avevo le idee affatto chiare sulle modalità e mi sono affidata alle cure dell'ostetrica che mi aveva presa in carico senza pensarci troppo. Ho avuto un bellissimo parto che ho già raccontato qui sul forum e quello era, per me, inevitabilmente il metro di paragone. Avrei voluto un altro parto come quello, ma con qualche consapevolezza in più, adesso che avevo avuto modo di approfondire alcune cose, un parto di nuovo di notte, nella pace e nella tranquillità, oltre la dpp e con la possibilità di fare un po' di travaglio a casa.
Lunedì mattina alle 3 mi sono svegliata e ho sentito del liquido che stava bagnando copiosamente i miei slip e ho capito che questo bambino aveva scelto un'altra strada per il nostro primo incontro. Ho svegliato mio marito, il liquido non era tantissimo, anzi, non ho neanche bagnato il letto, però gli ho detto che forse si erano rotte le membrane, sono andata in bagno, mi sono cambiata, messa un assorbente e verificato che le perdite non avessero colori strani. Appurato che si trattava di liquido trasparente sono tornata a letto senza però riuscire a dormire: impossibile non pensare che da lì a una manciata di ore qualcosa sarebbe successo e che niente sarebbe andato come avrei voluto.
La mattina ci siamo alzati e ho chiamato mia mamma per dirle di venire su che era giunta l'ora, abbiamo preparato samu per l'asilo e poi siamo partiti tutti insieme; mauri mi ha lasciata al pronto soccorso e ha portato samu a scuola, praticamente di fronte all'ospedale che avevo scelto per il parto. Arrivo in reparto e mi visitano: dall'eco risulta che il liquido scarseggia e il tampone conferma la rottura delle membrane, sono le 9.30 del mattino e vengo ricoverata; il parto sembra ancora molto lontano, nessuna contrazione, nessun movimento a livello di collo dell'utero, niente di niente. E io inizio ad entrare nel panico perchè so che da lì a 24 ore potrebbero indurmi il travaglio e io invece voglio farcela da sola. Sono già stanca perchè ho dormito poco e la giornata scorre lenta e oziosa: le perdite nel pomeriggio aumentano e sono striate di sangue, faccio un paio di tracciati, il bimbo sta bene, ma di contrazioni neanche l'ombra. Arriva l'ora di cena e scopro che quel giorno siamo arrivate in 10, tutte con membrane rotte o travagli pretermine e il giorno dopo dovranno rimandare ad altri ospedali un paio di future mamme perchè il reparto è strapieno e tutte hanno deciso di partorire in questi giorni. Ecco, non avrei avuto il parto tranquillo che avrei voluto, l'altra volta il reparto era semideserto e adesso non c'è neanche il posto per farci mangiare tutte in soggiorno. Dopo cena mi fanno un altro tracciato e io decido di mandare a casa mio marito: preferisco passi un po' di tempo con samu, lo metta a letto sereno e si riposi. Se nel corso della notte cambia qualcosa ci metterà poi 10 minuti ad arrivare.
Quando l'ostetrica mi stacca dal tracciato inizia a darmi una serie di notizie che non vorrei sentire, tipo che mi faranno una flebo di antibiotico ogni 4 ore perchè ho rotto le acque da 18 ore e che insieme al ginecologo di turno valuteranno quando iniziare la stimolazione, se verso mezzanotte o la mattina successiva. Io dico all'ostetrica che voglio aspettare quanto più tempo possibile, lei mi dice che sentiranno il medico. Le dico anche che mi sembra che nulla debba succedere e sono un po' abbattuta e lei cerca di tirarmi su il morale, mi consiglia di riposare e di pensare positivo, al mio bambino che vuole nascere e che qualcosa sarebbe successo. Mentre torno in camera da sola inizio a piangere come una fontana, sono triste, nulla sta andando come avrei voluto, ho mandato a casa mio marito e avrei bisogno di lui, non mi sento pronta e vorrei tornare indietro a ieri sera, quando tutto ancora poteva succedere.
Cerco di dormire, ma il mio sonno è disturbato prima da una delle mie compagne di stanza che viene accompagnata in sala parto, poi da alcune contrazioni che piano piano iniziano ad arrivare. Verso mezzanotte apro un occhio e mi trovo accanto al letto il ginecologo di turno quella notte che mi dice che ha parlato con l'ostetrica, ha visto i miei tracciati e dice che non c'è motivo per indurre prima e che aspetteremo fino a domattina come avevo chiesto. E' molto gentile e carino, ha un tono di voce che mi rilassa e dei modi che mi fanno sentire al sicuro; mi tiro su parecchio il morale e mi dico che è meglio dormire, domani sarà una giornata dura.
Le contrazioni sono molto blande, però disturbano il mio sonno, inizio a visualizzarle come una palla che mi si appoggia sul ventre, si gonfia e poi piano piano si sgonfia scivolando sulle mie gambe. Ad un certo punto torna la mia compagna di stanza e non è sola, accanto a lei c'è una bimba con una testa di capelli neri, penso che l'abbia chiamata Camilla, mentre scoprirò solo la mattina dopo che è Miriam ed è nata 20 minuti prima di mezzanotte.
Di notte non dormo granchè, ogni tanto scrivo a mio marito e scopro che neanche lui sta proprio dormendo... verso le 5,30 mi arriva un messaggio sul gruppo delle mie sorelle e scopro che 3 di loro insieme a mio babbo stanno partendo da cesena per venire su. Entro letteralmente nel panico, so che non voglio vederli prima di avere il mio bimbo tra le braccia, non voglio che si stanzino qui in ospedale e soprattutto non voglio che ci restino male se poi stasera devono tornare a casa senza che nulla sia ancora successo. Sento che il mio umore in altalena sta di nuovo scendendo sotto le scarpe, ma spiego a mio marito cosa deve fare e confido anche nel buonsenso della mia famiglia.
Alle sei arriva l'ostetrica e mi accompagna a fare un tracciato per valutare la situazione e vedere col medico come procedere; io le dico che qualcosina si sta muovendo, ma sono io la prima a non essere molto convincente, mi rendo conto anche da sola che queste sporadiche contrazioni sono solo l'inizio del travaglio. Il tracciato infatti non restituisce nulla di incoraggiante, il ginecologo mi visita e il risultato è lo stesso della visita di quasi 24 ore prima, quando sono stata ricoverata. Si rende conto anche lui però che qualcosina sta succedendo, è il mio secondo parto e decide di stimolare le contrazioni col gel con un dosaggio molto basso e vedere come va. A questo punto accetto, inizio ad essere stanca e anche un po' arrabbiata col mio bambino: ha avuto tanta fretta di uscire rompendo le membrane all'improvviso e adesso invece ha cambiato idea. Richiamo mio marito e gli dico di venire su, che mi hanno dato la prima dose di gel e che ormai dovrebbe essere solo questione di tempo, di attesa, quello che continuo a ripetermi da ieri insomma.
La mattina scorre lenta, le contrazioni sembrano intensificarsi un po', ma non so bene neanche io cosa pensare, non sono costanti, non sono regolari, sono un po' a caso e, per come mi sento, anche poco efficaci. Inizio a cambiare idea quando mi accorgo che sto perdendo il tappo: forse qualcosa si sta davvero muovendo. Verso le 11.30 vado a fare un altro tracciato e mi rendo conto osservando l'apparecchio che quelle contrazioni che avvertivo come più forti in effetti lo sono, pur essendo ancora completamente irregolari. Quando mi staccano la ginecologa mi vista e con suo e mio immenso stupore mi dice che sono a 3/4 cm, quasi non ci crede neanche lei. Mi dà appuntamento a tra 2 ore, per valutare insieme come sta procedendo ed, eventualmente, dare un'ultima spinta al parto con l'ossitocina. La saluto e in cuor mio sento che non ce ne sarà bisogno, che finalmente il mio bambino aveva deciso di continuare la sua discesa verso il nostro mondo asciutto. Mio marito mi aspettava in corridoio, gli dico che qualcosa si sta davvero muovendo e insieme ci dirigiamo verso la mia stanza. L'altra volta durante l'ultima parte del travaglio avevo passato buona parte del tempo a sedere sul water, era una posizione che mi aiutava a rilassarmi e ad accompagnare la contrazione senza irrigidirmi e subirla. Chiedo a mio marito di accompagnarmi in bagno, mi siedo lì e in cuor mio penso che non mi alzerò più. Passa forse una mezz'ora e ad un certo punto decido di alzarmi: è ora di tornare in camera. Provo a stare in piedi, aggrappata a qualcosa, in altre posizioni, ma mi rendo conto che la posizione migliore è proprio seduta. La sedia accanto al mio letto è molto comoda e ha anche due "manici" accanto alla seduta: li uso per sollevarmi appena durante la contrazione, per simulare il wc.
Le contrazioni si fanno sempre più vicine e sempre più intense, soprattutto mi sembra che non faccia in tempo a finire la prima che già inizia la seconda; memore dell'altra esperienza continuo a ripetermi "dai che è l'ultima, poi arriva la fase di transizione", ma niente, continuano.
Alle 13,30 dico a mio marito di suonare il campanello che voglio parlare con l'ostetrica: le spiego le mie sensazioni, lei sta lì a guardare come evolve per qualche minuto, poi mi dice di preprarmi che si va in sala parto, tempo di chiamare l'ostetrica di sala. Dico a mio marito di prendere su l'acqua e una bustina con un cambio per me e mi rendo conto che alzarmi da lì non sarà facile. Nel mentre arriva Chiara, un'allieva ostetrica che avevo già conosciuto nelle ore precedenti e che mi scorterà in sala parto; le dico che non so se ce la faccio, ma lei è molto convinta e mi fido. Alla fine di una contrazione schizzo in piedi e parto a passo spedito, sperando di arrivare in sala parto senza dovermi fermare a metà del tragitto. Ovviamente mi sbaglio e ad un certo punto mi devo fermare: gestire queste contrazioni in piedi mi sembra impossibile, inizio a dondolare il bacino, respiro profondamente e continuo a ripetermi che passerà in fretta. Davanti alla porta della sala parto mio marito manda un messaggio a mia mamma per dirle che stiamo entrando, sono le 13,58 e Chiara ci accompagna nella sala parto dove ha visto la luce anche Samu. Mi invita a mettermi nella posizione che preferisco: a mia disposizione ci sono una poltrona e un mega lettone. Arriva Matilde, l'ostetrica, che ci dice che in quella sala sta per arrivare l'idraulico per la vasca e ci dobbiamo spostare nell'altra, che è proprio lì accanto. Chiara porta il telo che aveva già posizionato sul letto e ci mettiamo nella sala accanto. Le spiego questa cosa del wc e lei mi dice che magari poi, per la fase espulsiva, possiamo provare ad usare lo sgabello olandese e io accetto di buon grado. Intanto cerco di capire come gestire queste contrazioni, il lettone è regolato molto alto e decido di appoggiarmi lì coi gomiti e di dondolare il bacino. A metà della seconda contrazione dico a Chiara che devo spingere, che proprio non riesco a resistere. Lei mi dice di aspettare ancora un po' se riesco, ma io insisto e le dico che è proprio più forte di me. Allora mi aiuta a spogliarmi con l'idea di andare poi a chiamare Matilde, ma quando mi aiuta a togliere gli slip mi accorgo anche io che la testa sta uscendo. Arriva subito anche l'ostetrica e insieme iniziano ad interrogarsi su come prendere il bimbo una volta che nascerà vista la posizione poco agevole e considerando il fatto che io sto tremando come una foglia e sento le gambe che non mi reggono più. Mi abbassano il letto e mi aiutano a salire sopra a carponi: mi sento meglio, più stabile e sicura, ma ho paura che tutto stia succedendo troppo velocemente e che mi lacererò, ma loro mi sembrano tranquille e mi aiutano molto. Altre due contrazioni e due spintine ed ecco che vedo sgusciare il mio bimbo tra le mie gambe, non è ancora uscito che già urla come un aquilotto, io mi giro sulla schiena, mi levo la maglia e loro me lo appoggiano sul seno, ancora col cordone attaccato. Lo guardo e non mi sembra vero, continuo a ripetere a mio marito "ma è davvero lui? non mi sembra vero". L'ostetrica ha in mano la nostra coppia di braccialetti e mi chiede se abbiamo poi deciso il nome, una domanda che in questi due giorni mi è stata posta ad ogni visita e ad ogni tracciato che ho fatto, per poter chiamare quel battito come una persona. "Forse Martino o forse Aureliano, aspettiamo di vederlo in faccia", avevo risposto fino a quel momento. Poi però verso la fine del travaglio ho detto a mio marito che questo bimbo era un guerriero, aveva superato tante difficoltà insieme a me in questi mesi, in cui passata una tempesta ce n'è sempre stata un'altra più forte da affrontare. E forse il suo nome doveva portare dentro questa cosa, un nome che gli permettesse di affrontare con la stessa grinta anche tutte le sfide che la vita gli metterà di fronte. E' così che è tornato alla ribalta un nome che a me piaceva, ma che avevamo scartato subito proprio perchè legato al dio della guerra e poi anche perchè piaceva molto ad una delle mie sorelle. Però lì, tra una contrazione e l'altra, ho capito che quello era Marzio e così in sala parto ho guardato mio marito e gli ho detto "allora è Marzio?" ed ecco definitivamente scelto anche il nome per il nostro bimbo.
Matilde ha poi chiesto a Chiara se il cordone pulsava ancora e sì, pulsava ancora. "Aspettiamo a tagliare allora, se sei d'accordo anche tu" mi ha detto. Certo che ero d'accordo; quello che nè io, nè Chiara, nè Matilde avremmo mai immaginato è che il cordone continuasse a pulsare per più di mezz'ora! Quando ci hanno separati, dopo il secondamento Matilde mi ha dato un'occhiata: solo una piccolissima lacerazione che lei non avrebbe ricucito in un primo momento; poi però mi ha detto che continuava a sanguinare e magari un puntino avrebbe aiutato. E io che pensavo che Marzio con la sua fretta di uscire mi avesse ridotta male... invece eravamo pronti entrambi ad incontrarci. Quando è uscita la placenta l'allieva Chiara l'ha studiata a lungo per controllare che fosse integra e che ci fossero anche le membrane; poi mi ha detto che sembrava un cuore e mi ha chiesto se volevo vederla. Le ho detto di sì, allora me l'ha mostrata, mi ha spiegato dove era attaccato cosa e mi ha fatto vedere tutti i vasi che sembravano radici di un albero.
Marzio si è attaccato subito al seno in modo impeccabile e ciucciando con forza per quasi un'ora! E intanto io e mio marito ce lo siamo guardato per bene mentre sgranocchiavamo qualche cibaria di conforto perchè io non avevo pranzato e mi sarei mangiata un elefante! Dopo un paio di orette sono arrivate l'infermiera del nido e la pediatra per la visita e un veloce bagnetto, tutto fatto lì in sala parto, poi è arrivata la culletta di Marzio e io stessa l'ho portato sulle mie gambe in camera da letto, pronta per iniziare la nostra vita insieme e per accogliere i miei genitori e le mie sorelle che da lì ad un paio d'ore sarebbero arrivati per conoscerlo.
Non ho avuto niente di quello che avevo immaginato che avrei voluto, ma ho avuto il parto che non pensavo sarebbe stato quello giusto per me e per Marzio; questa nascita mi ha insegnato molto in questo senso: la vita ci stupisce sempre ed è inutile stare lì a fare programmi e a pensare a come potranno andare le cose.
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Messaggio Da Zara Sab Giu 11, 2016 3:03 pm

Meraviglioso Marzio! Così piccino, ma quanto vi ha già donato!!! Piango come una fontana [è nato] Marzio di fatina - Pagina 3 905494
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Messaggio Da uffa Sab Giu 11, 2016 3:27 pm

Mi accodo alle lacrime di Zara, singhiozzo da mezz'ora. Grazie Fatina e grazie Marzio per la preziosa testimonianza
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