L'infertilità di cui non si parla

Spesso l’infertilità è considerata come un tabù.

Una sofferenza silenziosa a cui tante coppie si sentono socialmente condannate, catturate nel circolo vizioso tra il desiderio di espressione, condivisione, conforto e la paura delle reazioni altrui, del giudizio, del commento fuori posto.

Il risultato è che se ne parla poco, “male” o troppo, di nascosto o in fretta, sempre nella speranza che una gravidanza arrivi a proclamare la fine di un tempo infelice di cui non dover parlare mai.

Questa "infertilità" ha certo una brutta reputazione...

C’è una coppia, il loro amore e un progetto che sembra non volerne sapere di diventare realtà.

Che invece di una data sul calendario da celebrare (la nascita) diventa un tempo di tipo diverso: non un punto, ma una linea; che si allunga, e si allunga, nell’attesa dell'attesa.

Ma c’è anche un altro tipo di infertilità, di cui si parla molto meno o anche per niente.

È l’infertilità di coppie che hanno un amore da realizzare, ma non le risorse o la stabilità per farlo. Risorse di vario genere: manca il denaro o il lavoro, mancano gli aiuti della famiglia, manca quel benessere che fa nascere il desiderio di aspirare a qualcosa di “più”.

C’è l’infertilità degli adulti single, senza un partner con cui costruire un progetto familiare, mentre gli anni scorrono e la biologia non attende (troppo).

C’è l’infertilità di una persona che ha investito anni in una relazione, poi andata in frantumi, e che ora chiede il conto del tempo investito.

C’è l’infertilità del “non adesso”, “non così”, del “forse un giorno”.

Ci sono tanti modi di essere infertili.

E altrettanti modi di essere fertili: è il significato che diamo al tempo, a fare la differenza

Jessica ha scritto:
Ci sono tanti modi di essere infertili.

Questa frase mi ha toccata veramente tantissimo...Jessica, hai scoccato frecce potentissime in questi ultimi giorni, stai per caso ovulando????

Mi interrogo spessissimo sulla mia infertilità ultimamente, un po' perché sono diciamo a "fine carriera" e un po' anche perché i miei percorsi di vita degli ultimi anni mi stanno spingendo a fare dei bilanci anche solo per il puro piacere dell'introspezione...
Di fatto sono in pace, questa è la cosa più importante, ciò che mi spinge di più è proprio la curiosità verso me stessa...praticamente più cose scopro di me e più ne voglio scoprire!

L'unica cosa certa per me, ad oggi, è che la mia infertilità è il frutto di un desiderio veramente mai provato addirittura su più fronti quindi un non desiderio di gravidanza, un non desiderio di genitorialità (questo forse è l'unico anello un po' più debole), un non desiderio di condividere una cosa del genere con un'altra persona e , al contempo, la totale mancanza del desiderio di affrontare una cosa simile da sola.
E qui secondo me il discorso si diramerebbe su questioni veramente ampie circa la percezione di se come individui aldilà del genere, ma non ho ancora niente di pronto da dire perché ci sto girando intorno da un po' e non ho ancora toccato il centro...

A questo punto direi solo meno male che la prosecuzione della specie non è in mano mia altrimenti eravamo già estinti...

cinciarello ha scritto:

Jessica ha scritto:
Ci sono tanti modi di essere infertili.

Questa frase mi ha toccata veramente tantissimo...Jessica, hai scoccato frecce potentissime in questi ultimi giorni, stai per caso ovulando????

  aww ne sono onoratissima, Cincia!
Sai che me lo sono dovuto chiedere anche io   eppure no, anche meglio: sono in fase luteale   ma approfondisco in questo topic

cinciarello ha scritto:Di fatto sono in pace,  questa è la cosa più importante, ciò che mi spinge di più è proprio la curiosità verso me stessa...praticamente più cose scopro di me e più ne voglio scoprire!

E questo è proprio la manifestazione di una mente fertile!  

cinciarello ha scritto:L'unica cosa certa per me, ad oggi, è che la mia infertilità è il frutto di un desiderio veramente mai provato addirittura su più fronti quindi un non desiderio di gravidanza, un non desiderio di genitorialità (questo forse è l'unico anello un po' più debole), un non desiderio di condividere una cosa del genere con un'altra persona e , al contempo, la totale mancanza del desiderio di affrontare una cosa simile da sola.

Sono riflessioni importantissime perché ci chiedono di verificare sempre meglio con noi stessi il significato di "infertilità"   (che necessariamente non può essere scollegato a quello di "fertilità")

Infatti come la fertilità non è giammai limitata a "fare figli", altrettanto l'infertilità non può essere misurata (solo) con il "non averne": io premo per un cambiamento culturale che la definisca come la percezione soggettiva di quanto siamo liberi di generare, creare, disporre della nostra capacità pro-creativa (in senso esteso) oppure al contrario quanto questa energia nella nostra percezione sia bloccata, castrata, non libera di fluire, per effetto di fattori esterni tanto quanto interni, ed arrivi a causare una sofferenza - di cui non necessariamente siamo consapevoli!

E' una riflessione sottile perché ci obbliga ad allargare il focus anche dentro di noi e non solo sul risultato visibile di questo frutto. Ovvero, quanto dell'assenza di generatività dipende da ostacoli alla mia volontà di riprodurmi e quanto dipende dall'assenza di motivazione interna? Questo topic mette proprio l'accento su questo limbo.

Se da un lato abbiamo persone che manifestatamente hanno il desiderio di riprodursi, ma non ci riescono, allora abbiamo un tipo di "infertilità", quello più noto e più visibile.

All'altro lato potremmo invece chiederci "è infertile una persona che autenticamente desideri di non avere figli?" In inglese la dicitura "child free" nasce appositamente per caratterizzare la differenza rispetto a "childless".

La risposta breve secondo me è che dipende da quanto "autenticamente" e quali ricadute più ampie questa scelta abbia (ma la volontà frustrata di riproduzione del primo caso è solo in apparenza più lineare, le stesse domande sull'autenticità sono ugualmente importanti).

E poi invece c'è poi appunto questa terra di mezzo, di una non-generatività biologica frutto diretto di una infertilità su altri piani di vita: mancanza di risorse, mancanza di partner, mancanza di salute o una storia di vita che semplicemente abbia di fatto magari addirittura prevenuto alla persona la possibilità di farsi queste domande. E' l'infertilità di una persona che non è magari neanche arrivata a chiedersi "voglio avere figli?", per via di quanto la sua condizione fosse lontana dal poter aprire quella domanda sul piano reale, e dunque quella parte della sua energia vitale è rimasta in un limbo.

Ma quando l'energia stagna, questo ha delle conseguenze sull'individuo e culturalmente siamo ancora lontani dall'essere in grado di accoglierle e prendercene cura.

cinciarello ha scritto:A questo punto direi solo meno male che la prosecuzione della specie non è in mano mia altrimenti eravamo già estinti...

La Natura sa benissimo che non tutti i membri della specie si riprodurranno e per questo "fertilità" è anche molto, molto altro
Ogni contributo alla comunità, alla società, alla storia dell'umano...tutto questo è fertilità allo stesso modo!

cinciarello ha scritto:E qui secondo me il discorso si diramerebbe su questioni veramente ampie circa la percezione di se come individui aldilà del genere, ma non ho ancora niente di pronto da dire perché ci sto girando intorno da un po' e non ho ancora toccato il centro...

Ti aspettiamo con le tue riflessioni quando vorrai