La scelta di avere o non avere figli

Gloria ha scritto:Io credo che il mio disagio sia, oltre al fatto che sono estranei e non so bene come rapportarmi con loro, anche per la vicinanza dei loro genitori a me; ho come l'idea di essere sotto controllo e che potrei dire o fare qualcosa di sbagliato o che ai genitori non piacerebbe. Forse è solo insicurezza, forse manifesto una specie di gelosia per i figli che ancora non ho...

Guarda, anch'io provo questa cosa! Non la gelosia (non credo), quanto piuttosto la sensazione di controllo da parte del genitore ed il disagio (mio) che ne consegue. Forse potrebbe far parte dell'insicurezza riguardo al non sapersi rapportare, e non voler lasciare che gli altri se ne accorgano....
E provo anche la paura di Arual di non riuscire a occuparmi di un bambino in tutto e per tutto. Credevo che il fatto di lavorare con loro potesse dare una maggiore sicurezza in questo senso, ma a quanto pare non è così...

Fiordiloto di dico cosa mi è successo.
L'ing è sempre stato dell'idea di non avere figli, io non mi ero mai posta il problema: o meglio immaginavo che un giorno li avrei voluti, ma non così ardentemente.
Ho deciso di sposare l'Ing perché lo amo "qui e ora", io non ho il concetto del "per sempre" e quindi non aveva senso per me tagliare una relazione solo perché un domani avrei potuto volerne.
Poi è successo che istintivamente mi è venuta voglia di un figlio, razionalmente no. Ancora adesso se mi chiedo "ma io un figlio lo voglio?" mi rispondo che non ne sono tanto sicura. Anzi se penso a tutto quello che questa cosa significherà, mi vien da chiedermi "chi me lo ha fatto fare?".
Ma è scattato qualcosa: mio figlio conviverà con il mio istinto materno molto flebile.
Ma credo che l'argomento figli comprenda talmente tante sfaccettature che è difficile dire sì o no in senso assoluto.

So che il mio è un discorso un po' involuto... ma non riesco a spiegarmi meglio.

Io ti capisco perfettamente perchè mi sento uguale, con la differenza che non è il momento giusto per la ricerca, ci vorrà ancora un po'! Ma l'ing. ha cambiato idea spontaneamente?

L'Ing è passato da un no assoluto, a un "se capita va bene", a un "facciamolo tanto pronti non lo saremo mai!"
So che può sembrare un pessimo presupposto, ma è quello che penso anch'io. Detto molto terra terra: forse abbiamo accelerato i tempi, ma questo dal punto di vista logico era il momento giusto.
Io non ho mai compreso le persone che dicono di sentirsi davvero pronte, che davvero vorrebbero un figlio a tutti i costi perché quella è la loro vocazione. Io non sono così e non sarò mai pronta davvero per un figlio. più che altro perché io non sarò mamma, ma sarò Valentina e solo dopo mamma.

potrei averlo scritto io...bè, a parte il Valentina! Per me non è un pessimo presupposto, siete esseri umani, siete una coppia, vi amate e avete deciso di mettere al mondo una nuova vita. Non c'è bisogno di nient'altro. Non è detto che chi si ritiene pronto e vocato poi sia un genitore migliore. E a volte si riflette molto su qualcosa per farla al meglio e poi va tutto a rotoli lo stesso. Io sono sicura che sarete splendidi genitori!

OT Io credo che ruttokid dovrà avere molta pazienza FINE OT

valix ha scritto:Ma è scattato qualcosa: mio figlio conviverà con il mio istinto materno molto flebile

Quali prevedi saranno le conseguenze?

Grazie, Valix, per la tua esperienza. Sono un po' le stesse cose che penso io.
Vorrei chiederti, anche, se da quando sei incinta è cambiato qualcosa riguardo al tuo istinto materno, perché io ho un po' l'idea che questo possa aumentare, quando il figlio poi c'è davvero o sta per arrivare.

Accidenti PQ... ci sei andata pesante: non è una domanda facile!
Premetto che vi autorizzo a tirare su questo topic il giorno dopo al mio parto quando da brava mamma italiana sbugiarderò con i fatti queste parole
E premetto anche che risponderò a questa domanda in due momenti: uno adesso perché voglio parlare istintivamente e uno più avanti perché voglio ragionarci anche un po'.

Il problema più grande sarà la mie enorme necessità di spazio e di solitudine. Come dicevo altre volte adoro la compagnia, ma ho un bisogno quotidiano di stare sola. Ovvio che, soprattutto nei primi tempi sarà difficile, ma non posso e NON VOGLIO pensare di dover rinunciare a questa cosa. Fin da subito Ruttokid dovrà abituarsi a non stare solo con me o attorno a me, almeno per qualche momento al giorno. Perché come dico sempre "io ho bisogno di aria".
Questa cosa si rifletterà anche sul contatto fisico: non mi piace avere sempre addosso le persone. Faccio un esempio pratico: io non riesco a immaginarmi di andare in giro con mio figlio nella fascia o in braccio, ci saranno dei momenti (pochi) in cui sarà più comodo, ma il suo posto sarà il passeggino.
Leggo di alcune di voi che allattano fino a un anno/un anno e mezzo, alcune anche oltre. Chiariamo fin da subito che non le giudico, sono scelte. Ma io non potrei mai farlo: credo che se madre natura mi darà la possibilità di allattare a lungo, nonostante questo quando ricomincerò a lavorare, questo cordone dovrà essere tagliato.

Dal punto di vista "psicologico", e forse questo si vedrà più avanti, io sarò sicuramente scomoda. Non sono una persona accondiscendente, rispetto le idee degli altri, ma pretendo che le mie vengano rispettate con altrettanta cura (è il motivo per cui io e l'Ing andiamo così d'accordo pur essendo persone profondamente diverse). Ruttokid sarà una persona diversa da me, con idee e volontà diverse, ma dovrà capire presto che se vuole andare d'accordo con me non dovrà pretendere che io la pensi come lui o che io gli dia ragione o che ceda di fronte a determinate richieste.
Non sono una persona protettiva, penso che le persone debbano camminare con le proprie gambe e che il modo migliore per imparare è cadere e rialzarsi da soli. Io non sarò lì a tenergli la mano per tirarsi su (a meno che non si tratti di problemi davvero seri, si intende) sia in senso fisico sia metaforico.
Ho lottato molto e lotto ancora molto contro i vari "sta bene fare questo", "non sta bene fare quest'altro", "si deve fare così" ecc. e lui ovviamente sarà educato in questo modo. Sono convinta che questa cosa avrà delle ripercussioni sulla sua vita in società, perché non è facile vivere in un mondo che ha delle regole che tu non sei abituato a seguire.

A getto queste sono le prime cose che penso... forse anche un po' confuse. Ma stasera a cena parlerò con l'Ing e vediamo di scrivere poi qualcosa di più sensato.

Scusate il post fiume!

EDIT: sincro con Fiordiloto

No, non è cambaito con la gravidanza. Non ti nascondo che avevo pensato che qualcosa sarebbe scattato e invece no. Mi ci sono anche arrabbiata, ho anche pensato di aver fatto una bella cavolata. Ma poi ho capito: non perché sono incinta sono diversa da prima, sono proprio come prima ed è questo che intendevo quando dico che non sarò mamma mamma, ma sarò prima Valentina e poi mamma!
Leila lo sa bene, ché una volta mi anche "costretto" a lasciarmi un po' andare:quello stato di grazia delle donne in gravidanza, quelle emozioni forti che si vivono guardando le ecografie, io non le provo. Chiariamo sono felice, ma sono una persona estremamente razionale e l'istinto materno, proprio perché istinto, non è una cosa così razionale e forse per questo non mi appartiene fino in fondo.

Grazie per aver condiviso!
Ma alla luce di tutto questo, mi sorge particolarmente spontanea la domanda: perché fare un figlio?
Lo chiedo perché in questo post hai messo le mani avanti su molti punti che fanno parte della "job description" di una mamma.