Fecondazione eterologa: il caso di Audrey Kermalvezen
3 partecipanti
Pagina 1 di 1
Fecondazione eterologa: il caso di Audrey Kermalvezen
Una donna, avvocato francese, figlia della fecondazione artificiale eterologa negli anni '70 da donatore di seme.
Una storia che serve a tutti perché evidenzia gli aspetti più sottili della fertilità e della riproduzione umana. Ci dice che il modo in cui si nasce conta per il resto della vita.
Ci fa capire che cosa si tramanda alle generazioni anche quando non viene detto. Ci rivela gli effetti dei segreti familiari. Ci mostra che le nostre traiettorie sono guidate dalla ricerca di un senso nascosto, spesso generato letteralmente dai nostri temi più intimi.
Per lei è in corso una battaglia legale per la scoperta dell'identità del suo padre biologico, a cavallo tra generazioni di leggi a tutela prima del concepito prima e poi del donatore. Lei che sin da piccola percepisce una "differenza" nella famiglia e chiede spesso se è adottata; che studia diritto bioetico senza ancora sapere perché quelle conoscenze le serviranno in futuro e che si innamora e sposa un uomo, anche lui "figlio in provetta", solo per scoprire più tardi che anche lei è nata così.
Ha scritto un libro, "Mes origines, un affair d'état" (Le mie origini, un affare di stato), un titolo che riassume brillantemente la sua vicenda dai tanti risvolti problematici, dal piano della sofferenza individuale a quello politico.
Qui l'articolo completo: http://www.tempi.it/io-concepita-in-provetta-combatto-per-dire-quanto-e-dura-nascere-cosi#.VkiMkoQimCX
Che ne pensate di questa storia?
Una storia che serve a tutti perché evidenzia gli aspetti più sottili della fertilità e della riproduzione umana. Ci dice che il modo in cui si nasce conta per il resto della vita.
Ci fa capire che cosa si tramanda alle generazioni anche quando non viene detto. Ci rivela gli effetti dei segreti familiari. Ci mostra che le nostre traiettorie sono guidate dalla ricerca di un senso nascosto, spesso generato letteralmente dai nostri temi più intimi.
Per lei è in corso una battaglia legale per la scoperta dell'identità del suo padre biologico, a cavallo tra generazioni di leggi a tutela prima del concepito prima e poi del donatore. Lei che sin da piccola percepisce una "differenza" nella famiglia e chiede spesso se è adottata; che studia diritto bioetico senza ancora sapere perché quelle conoscenze le serviranno in futuro e che si innamora e sposa un uomo, anche lui "figlio in provetta", solo per scoprire più tardi che anche lei è nata così.
Ha scritto un libro, "Mes origines, un affair d'état" (Le mie origini, un affare di stato), un titolo che riassume brillantemente la sua vicenda dai tanti risvolti problematici, dal piano della sofferenza individuale a quello politico.
Qui l'articolo completo: http://www.tempi.it/io-concepita-in-provetta-combatto-per-dire-quanto-e-dura-nascere-cosi#.VkiMkoQimCX
Che ne pensate di questa storia?
_________________
Dott.ssa Jessica Borgogni
www.jessicaborgogni.it
Psicologa dell'area clinica e perinatale
Educatrice del Metodo Ladyfertility
I miei grafici: https://www.fertilityfriend.com/home/1db1de
Re: Fecondazione eterologa: il caso di Audrey Kermalvezen
Parlavo di questo argomento proprio nei giorni scorsi con una mia amica e leggere questo articolo ha confermato l'idea che pian piano mi sto costruendo sull'eterologa.
Delle due esperienze riportate trovo profondamente sbagliato il comportamento dei genitori della ragazza che hanno mentito per 30 anni a lei e al fratello, nonostante loro "sentissero" che qualcosa non andava. E' solo una mia opinione, e capisco che possa non essere condivisibile.
Altro discorso è quello dell'identità del donatore e provo ad immedesimarmi dei due ruoli.
Io-Donatore donerei solo se mi fosse garantito l'anonimato in ogni circostanza, anche la più estrema come il rischio di un futuro matrimonio tra due consanguinei (tipo la ragazza che portebbe avere lo stesso padre del marito). Questo ragionamento non per egoismo, ma perchè magari ho donato il seme, poi mi sono fatto una mia famiglia e dopo 20 anni mi arriva qualche ragazzo che vuole conoscermi perchè biologicamente sono suo padre. Credo che con tutta la buonafede dei "figli" l'equilibrio famigliare non sarebbe più lo stesso.
Io-Figlia in provetta: oltre a tutta la componente psicologica che tralascio, potrei aver bisogno di conoscere mio padre per questioni appunto di consanguineità (anche se lo ritengo un evento molto raro), sia magari per altre ragioni mediche come malattie ereditarie.
Detto ciò mi dispiace molto per la ragazza, credo che avrebbe il diritto di sapere se ha lo stesso padre del marito, senza tuttavia conoscerne l'identità, che non è necessaria.
In conclusione, all'inizio credevo che la possibilità dell'eterologa fosse una vera conquista per le alcune coppie e che fosse giusto renderla possibile, oggi fatico a non vederlo più come un atto quasi "egoistico" della coppia, viste le conseguenze psicologiche che possono crearsi nei figli nati così.
Per me era moralmente poco accettabile prima e credo lo resterà, ma capisco che l'adozione non è la soluzione ideale per tutti
Delle due esperienze riportate trovo profondamente sbagliato il comportamento dei genitori della ragazza che hanno mentito per 30 anni a lei e al fratello, nonostante loro "sentissero" che qualcosa non andava. E' solo una mia opinione, e capisco che possa non essere condivisibile.
Altro discorso è quello dell'identità del donatore e provo ad immedesimarmi dei due ruoli.
Io-Donatore donerei solo se mi fosse garantito l'anonimato in ogni circostanza, anche la più estrema come il rischio di un futuro matrimonio tra due consanguinei (tipo la ragazza che portebbe avere lo stesso padre del marito). Questo ragionamento non per egoismo, ma perchè magari ho donato il seme, poi mi sono fatto una mia famiglia e dopo 20 anni mi arriva qualche ragazzo che vuole conoscermi perchè biologicamente sono suo padre. Credo che con tutta la buonafede dei "figli" l'equilibrio famigliare non sarebbe più lo stesso.
Io-Figlia in provetta: oltre a tutta la componente psicologica che tralascio, potrei aver bisogno di conoscere mio padre per questioni appunto di consanguineità (anche se lo ritengo un evento molto raro), sia magari per altre ragioni mediche come malattie ereditarie.
Detto ciò mi dispiace molto per la ragazza, credo che avrebbe il diritto di sapere se ha lo stesso padre del marito, senza tuttavia conoscerne l'identità, che non è necessaria.
In conclusione, all'inizio credevo che la possibilità dell'eterologa fosse una vera conquista per le alcune coppie e che fosse giusto renderla possibile, oggi fatico a non vederlo più come un atto quasi "egoistico" della coppia, viste le conseguenze psicologiche che possono crearsi nei figli nati così.
Per me era moralmente poco accettabile prima e credo lo resterà, ma capisco che l'adozione non è la soluzione ideale per tutti
Artemide- Numero di messaggi : 2343
Età : 30
Data d'iscrizione : 22.12.13
Re: Fecondazione eterologa: il caso di Audrey Kermalvezen
Approvo tutto il discorso fatto da Artemide credo che non sia bello ritrovarsi in una situazione simile.
Jessyca- Numero di messaggi : 499
Età : 32
Data d'iscrizione : 14.01.15
Argomenti simili
» Fecondazione eterologa (da donatori): divieto abbattuto per l'Italia
» Cosa aspettarsi dopo aver smesso la pillola
» Quando aspettarsi un test di gravidanza positivo?
» Stick in caso di cisti ovariche o ovaio policistico
» Cosa aspettarsi dopo aver smesso la pillola
» Quando aspettarsi un test di gravidanza positivo?
» Stick in caso di cisti ovariche o ovaio policistico
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.