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Disciplina dolce

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Messaggio Da Eowyn Ven Mag 06, 2022 5:36 pm

Qualcuna di voi conosce e/o segue la disciplina dolce?
Io per molte cose sono d'accordo e mi piacerebbe confrontarmi con voi su questa cosa... I love you
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Messaggio Da Jessica Sab Mag 07, 2022 4:28 pm

Quella che oggi viene chiamata "disciplina dolce" altro non è che il frutto operativo degli studi sulla relazione di attaccamento madre-bambino Disciplina dolce 412261 Questo corpo di studi a cavallo della prima decade degli anni '50 razionalizza e convalida a livello scientifico i bisogni del bambino, le caratteristiche del genitore efficace e la diversa natura della loro relazione in base a questo incontro.

Le ricadute operative di queste conoscenze implicano che i genitori hanno la possibilità di scegliere come modulare tale relazione in modo da creare un contesto sereno per la crescita del bambino o un contesto che genererà ostacoli, frustrazioni ed altri problemi nelle età successive.

Di conseguenza, la "disciplina dolce" non è altro che il modo in cui tutti i bambini hanno bisogno di essere allevati: con rispetto, ascolto e regole appropriate alla loro fase di sviluppo e della loro soggettività.

Quindi 100% sì ai contenuti! Ma sarò polemica, a me fa sempre sollevare il sopracciglio quando prendiamo lo stato naturale delle cose e facciamo repackaging per renderlo più appetibile da un punto di vista di marketing Disciplina dolce 936791

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Messaggio Da Eowyn Sab Mag 07, 2022 5:01 pm

Sull'ultima cosa hai ragione Jessica, ma io noto un'ENORME differenza tra quello che leggo sulle pagine che parlano di "disciplina dolce" e quello che fanno le persone normalmente...quello che consigliano anche pedagogiste e psicologhe... quello che raccontano altri genitori...
E io stessa sento una grande difficoltà, perché quello che mi verrebbe automatico fare non è quasi mai da disciplina dolce... e non perché i miei genitori lo facessero con me, non sempre almeno, quindi non capisco perché...
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Messaggio Da Jessica Sab Mag 07, 2022 5:56 pm

Si fa il genitore per automatismo, finché non si impara una maniera diversa di farlo.

E anche se questo automatismo non sempre viene da come siamo stati trattati (nonostante sia molto probabile), vale quello che vale di ogni comportamento in generale: deriva dai nostri valori, perciò se osserviamo il comportamento (nostro e altrui), conosceremo i nostri valori, ovvero le nostre credenze sul mondo, su come funziona, su chi siamo, chi sono gli altri, come vanno trattati e così via.

La buona notizia è che i valori si scelgono, dunque i comportamenti si cambiano Disciplina dolce 412261
Alla base c'è la volontà / motivazione di farlo.

Per la risposta giusta, la domanda è sempre la stessa: "cosa è giusto fare?", ma poi in pochi se la fanno (per questo, tanto di cappello a chi se la fa!)

Quando dico che sono scettica sul repackaging della "disciplina dolce" è proprio perché trovo controproducente proporlo come un modello "nuovo", anziché come un modello "giusto". Ma siamo in una cultura dove il relativismo morale impera, perciò è anche un risultato scontato.

Ma ben venga se dargli un nome rende il modello più facile da identificare, conoscere, implementare...perché alla base c'è che è la maniera efficace per rispettare un bambino e la priorità dovrebbe essere sempre quella Disciplina dolce 412261

Ci sono alcune situazioni in particolare che ti fanno riflettere su questo tema?

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Messaggio Da mulan Sab Mag 07, 2022 7:05 pm

Io sarei molto interessata a saperne di più, se avete qualche libro da consigliarmi ditemi pure, anche nel topic dedicato.

Grazie mille. I love you
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Messaggio Da mimi Dom Mag 08, 2022 7:53 am

Aggiungo che secondo me alla base non c'è solo il comportamento che i genitori decidono di avere con i propri figli, ma proprio un atteggiamento alla vita, in ogni sua sfumatura.
Da profana, vorrei però sfatare il mito del "giusto" a tutti i costi, se posso; così facendo si potrebbe innescare la miccia del genitore buono e giusto e genitore cattivo e sbagliato. Rifletterci e porsi le domande, come dice Jessica, trovo sia fondamentale e quindi chapeau a chi lo fa, ma non dovremmo avere fretta di etichettare il nostro modo di essere genitori.

Eowyn, scrivi che la maggior parte delle volte ti viene spontaneo comportarti diversamente da ciò che la disciplina dolce converrebbe; posso chiederti come ti senti quando succede?
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Messaggio Da Jessica Dom Mag 08, 2022 2:41 pm

greengiuly ha scritto:Da profana, vorrei però sfatare il mito del "giusto" a tutti i costi, se posso

Mi permetto di portare la discussione un pezzetto più "avanti" Disciplina dolce 936791
Sono anni che va di moda l'idea che non esista un "giusto" in niente (in Psicologia questa idea nello specifico viene da Carl Rogers e la sua auto-determinazione in poi). "Tutto è relativo". Ma per definizione, se "tutto" è relativo, allora questa affermazione è falsa e solo "qualcosa" è relativo  Disciplina dolce 826922 (e qualcos'altro è assoluto).

Io semplifico parecchio e sostengo fermamente che esista sempre un "giusto", a seconda del livello di analisi. Chiaramente nel caso della genitorialità non intendiamo che esista un pacchetto di comportamenti giusti da implementare tipo robot sempre uguali e in tutte le circostanze; il "giusto" in questo caso si riferisce all'adottare come princìpio guida quello dell'ascolto e della sensibilità nei confronti in fin dei conti della realtà. Se ascolto i bisogni di quel bambino, in relazione a quella circostanza, troverò come minimo un set di risposte grossolanamente distinguibili in appropriate e non-appropriate (o neutre). Queste possono essere anche comportamenti opposti, nella concretezza, perché appunto l'attenzione sensibile resta il princìpio operativo e riconosce che esista una flessibilità e proprio in questo diventa applicabile in modo trasversale (e previene i mille dubbi del genitore sui singoli comportamenti, perché adotta un modus operandi).

Non dobbiamo aver paura di guidare le persone con l'idea che le nostre idee non siano palatabili, io di queste proposte ne vedo già troppe, funzionano?

Scoraggiare l'idea che ci sia un modo giusto significa alla lunga trasformare tutto in una terra di nessuno, dove non esistono punti di riferimento e ognuno fa "come meglio crede", ovvero come gli pare, come gli conviene, assecondando il momento senza lungimiranza.

Siamo troppo concentrati da anni su questa idea del non-giudizio da perdere di vista le cose che contano (in questo caso i bambini prima dell'ego dei genitori). Proteggere l'ego a tutti i costi è controproducente. Non per questo lo dobbiamo demolire, ma incoraggiare a capire che esiste una via che darà risultati perché è aderente alla realtà significa non far perdere tempo al genitore con ricette, strategie e mode del momento.

Ecco perché nessuno si sogna di presentarlo come "il modo in cui i bambini hanno bisogno di crescere", ma lo dobbiamo chiamare "Disciplina dolce", così è accattivante. Proprio lì è la mia critica Disciplina dolce 936791 perché non voglio che un genitore pensi che ogni anno esce un nuovo "metodo super" per la gestione dei figli, non è questione di mode a cui stare appresso, ma appunto di come è fatto l'essere umano.

E' un discorso che riverbera a tutti i livelli della nostra società, ma sono d'accordissimo che sia una questione di visione della vita, per cui in fin dei conti, filosofia prima ancora che pedagogia, psicologia, medicina, etc.

Fortunatamente nella genitorialità si applica il fatto che l'essere umano resta abbastanza uguale a se stesso nelle epoche, la sua dignità, i suoi fondamenti, i suoi princìpi di funzionamento generali sopravvivono piuttosto simili attraverso il tempo, la storia e le culture Disciplina dolce 936791

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Messaggio Da Eowyn Dom Mag 08, 2022 9:41 pm

mulan ha scritto:Io sarei molto interessata a saperne di più, se avete qualche libro da consigliarmi ditemi pure, anche nel topic dedicato.
Grazie mille. I love you
A me era piaciuto molto leggere "Amarli senza se e senza ma" e "Come parlare perchè i bambini ti ascoltino", ma ce ne sono molti altri!  Disciplina dolce 936791

greengiuly ha scritto:Eowyn, scrivi che la maggior parte delle volte ti viene spontaneo comportarti diversamente da ciò che la disciplina dolce converrebbe; posso chiederti come ti senti quando succede?
Mi sento male, mi sento stupida...
Sul come e perchè mi succeda, il discorso è un po' lungo... Allora, io durante le gravidanze (soprattutto la prima) ho "studiato moltissimo", e infatti all'inizio ho fatto più o meno tutto bene, secondo la teoria dell'attaccamento (allattamento, co-sleeping e accompagnamento pian piano al dormire in cameretta...). Il problema è nato a partire dai due anni circa di Viola. Complice un periodo molto stressante al lavoro e lei che non si addormentava mai (giuro, stavamo anche 3 ore nel letto con lei alla sera per farla addormentare), in più i terrible two, ho iniziato a considerare "lecite" cose che razionalmente ed emotivamente avevo sempre sentito sbagliate. Le sculacciate ad esempio, ma anche le urla "cattive".
Poi ci siamo un po' ripigliati, e ora scappa molto raramente una sculacciata solo se si fanno male tra loro e noi ci spaventiamo (parlo di male male, tipo un giorno che Simone ha dato un pugno in faccia a Viola facendole uscire tantissimo sangue dalla bocca Disciplina dolce 589908 oppure una volta che Viola stava per saltare sulla faccia di suo fratello sdraiato a terra, l'ha mancato ma lui ha comunque sbattuto la testa non so come...)
Ecco tipo in questi casi so che la sculacciata non ha alcun senso, anzi, ma mi viene automatica. Forse per scaricare la paura, o perchè penso che sia "una cosa grave che devono capire che non si fa".

Da piccola ricevevo qualche schiaffo (in faccia di solito), ma non molti, si contano sulle dita delle mani. Sculacciate mai che mi ricordi. Umiliazioni molte invece, anche se non era nell'intenzione dei miei. Mortificazioni più che altro ("hai rovinato la vacanza", "sei egoista"...). Ma niente di che.
Ho provato a capire da dove venga allora questo comportamento automatico che se non frenassi razionalmente scatterebbe (sculacciate e soprattutto urla), e ho individuato due-tre motivi:
- dai 22 ai 30 anni circa io e mio marito abbiamo frequentato una coppia di amici che erano soliti usare questi metodi educativi con la loro bambina. All'epoca noi eravamo senza figli ma andavamo in vacanza insieme ecc ecc, e per me sono state le uniche volte a contatto con bambini piccoli prima di diventare mamma (non avevo cugini o nipotini piccoli). Loro erano fermamente convinti del ruolo educativo delle sculacciate, e il padre urlava tantissimo alla bimba (tra l'altro bimba tranquillissima in confronto ai miei figli). Ma per il resto erano persone buone e dolci, tra l'altro cattolici molto convinti.
- sulle urla...a 18 anni ho iniziato a fare la capo scout con ragazzini di 11-15 anni. è un'associazione con forte impronta militaresca, e per fare il capo era importante urlare. Gli altri capi più vecchi mi dicevano che essendo troppo timida non sapevo urlare e non mi facevo rispettare, e così ho dovuto forzarmi e urlare. io sarei stata più dolce con tutti i bambini (infatti i "casi" particolari alla fine li affidavano a me!), ma mi dicevano che non andava bene e che mi mettevano i piedi in testa. Mi forzavo proprio, mi uscivano urla stupide e strozzate. Ora mi viene naturale con lo stesso tono dei capi dell'epoca. Molto forte perchè bisognava farsi sentire da un gruppo di ragazzini urlanti.
- ho sempre frequentato, e man mano che crescevo sempre di più, ambienti fortemente maschili e con tantissima competizione, e mi sono indurita, andando contro alla mia indole in generale...

Non so se vi suonano sensate queste cose... Ora ci sto lavorando molto per tornare sui miei passi, alle cose che avevo letto.
Sono migliorata sulla questione urla e sculacciate (quasi sparite). Ho detto a mia figlia di dirmi quando faccio la faccia e la voce cattiva e lei me lo dice subito e mi aiuta tanto a riprendermi subito, le chiedo scusa e le spiego con tranquillità.
Abbiamo qualche problemino con i ricatti e le minacce (se fai / non fai questo il tal gioco sparisce fino a domani) perchè secondo mio marito non sono così sbagliate le punizioni, e perchè a volte la stanchezza non permette di trovare altre soluzioni immediate. Ma basterebbe pensarci un po' di più a volte.
Mio marito ha idee sulle regole molto più rigide di me, e mi rendo conto che spesso lo assecondo, quando forse non dovrei farlo. Tipo come mangiare a tavola, il disordine per casa... Per me le regole ci sono ma ci sono anche tante eccezioni, per lui meno.

Comunque in generale ci sto molto molto male se penso a tutti gli errori fatti e che ancora facciamo. Proprio perchè sapevo che quelle cose erano sbagliate. Mi sento un disastro come genitore, anche peggio dei miei a volte... Disciplina dolce 905494
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Messaggio Da mulan Lun Mag 09, 2022 7:19 pm

Eowyn, fai del tuo meglio, sei umana e come tale puoi anche avere dei momenti di debolezza.

Io penso che queste "cadute" siano anche espressione della nostra frustrazione personale di quel momento, che facilmente emerge sotto forma di urla o sculacciate. A me è capitato qualcosa di simile con i ragazzi di cui sono responsabile a lavoro (anche se so che non è paragonabile): io ho sempre cercato un rapporto professionale aperto, con dialoghi costruttivi ma disciplinato. Tra l'altro proprio di mio non sono una persona che tende ad alzare la voce, eppure un paio di volte mi è capitato di farlo, in momenti di estrema frustrazione e di fronte a comportamenti "gravi", come nel tuo caso possono essere state le situazioni in cui i tuoi figli si sono fatti male tra di loro. Penso di aver fatto bene? No, in primis perché alla fine di questi episodi non mi sono sentita bene io. Penso che si possa migliorare? Sempre, ma ciò implica essere consapevoli di essere umani. I love you
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Messaggio Da Jessica Mar Mag 10, 2022 1:58 pm

Quoto Mulan! Disciplina dolce 412261 "fare errori" è comune ed è diverso da fare consapevolmente scelte disfunzionali. Ad esempio, urlare per la paura perché il bambino è in immediato rischio è una risposta fisiologica ed è diverso da urlare in un momento di non-emergenza, dove si avrebbe pienamente il controllo di non farlo.

Si lavora sulla linea di confine! Farsi domande, riflettere e cercare supporto per fare meglio se non siamo soddisfatti dai risultati, è sempre crescita, ed il ruolo di genitore non ne è esente, anzi!

Vorrei offrire alcuni spunti sui temi che hai presentato, intesi come commenti sulla genitorialità in generale (non diretti al caso specifico):

Eowyn ha scritto:secondo la teoria dell'attaccamento (allattamento, co-sleeping e accompagnamento pian piano al dormire in cameretta...)
Mi rendo conto di aver generato un equivoco, chiedo scusa! Disciplina dolce 412261 Quando parlo di relazione di attaccamento, mi riferisco alla teoria originale di Bowlby (convalidata scientificamente e poi elaborata nel tempo da chi si occupa di genitorialità), non all'Attachment Parenting di Sears - che purtroppo è diventata molto più nota della prima, puramente per questioni di marketing - torno sempre lì!

La teoria di Bowlby è la matrice di tutti i lavori sull'attaccamento e quindi entrambe si basano sugli stessi fondamenti teorici (i bisogni del bambino e le risposte dell'adulto), ma la sottile differenza è che mentre Bowlby promuove un approccio alla genitorialità basato sulla sensibilità del genitore ai bisogni del bambino, Sears fa davvero una lista della spesa di comportamenti standard per promuovere l'attaccamento sicuro. Il problema è quello che sottolineava Greengiuly: si dividono genitori in bravi e meno bravi e si omette di stimolare la crescita di risorse personali nel genitore, che ne sostengano la "filosofia" relazionale ed educativa anche nelle età successive!

Eowyn ha scritto: Umiliazioni molte invece, anche se non era nell'intenzione dei miei. Mortificazioni più che altro ("hai rovinato la vacanza", "sei egoista"...). Ma niente di che.
Mi permetto di sottolineare questo passaggio perché lo trovo importante per illustrare come una madre è prima di tutto figlia, che ha vissuto la relazione con i due genitori (portatori di stili simili o diversi tra loro).

Nell'esempio riportato, i comportamenti genitoriali di questo tipo non sono idonei, sono abusanti. Psicologicamente per preservare la relazione con il genitore è comune tendere a minimizzare l'impatto di questi gesti, ma in realtà non è importante quanto l'impatto sia stato percepito o meno. Si torna alla questione del giusto/sbagliato: questi gesti non sono mai accettabili, in quanto lesivi della dignità umana.

La genitorialità non dovrebbe mai includere alcuna forma di violenza/prevaricazione sull'altro: fisica, emotiva, psicologica o di altro tipo.

Collegata a questo, la riflessione sul gesto di sculacciare, che è purtroppo molto problematico, perché non solo è un'aggressione fisica, ma coinvolge zone erogene, estremamente sensibili e private. Lo sviluppo psicologico quando affetto da queste intrusioni umilianti alla sfera privata può prendere direzioni imprevedibili e condurre ad aggressività e sadismo. Voglio però precisare che la traiettoria di sviluppo del bambino è molto plastica e modellabile, cancelliamo l'idea che un singolo gesto possa determinare a priori lo sviluppo intero: è come si ripara che conta.

Invece, molto diversa è la questione dell'espressione emotiva: "fare la faccia cattiva" non è da considerare sullo stesso piano di un gesto aggressivo. Infatti, il bambino conta sulle espressioni facciali del genitore per regolare il proprio comportamento. Se dicessimo "non fare questo" con il sorriso stampato sulla faccia, il bambino (ma anche l'adulto!) ignorerebbe serenamente il comando, perché il codice verbale e non-verbale non coincidono e la comunicazione fallisce.

Chiaramente il genitore deve avere cura di non essere spaventante. Ma l'espressione di disapprovazione è importante per il bambino per orientare il proprio comportamento. Ed è molto più potente rispetto all'alzare la voce, che oltre che creare un clima emotivo di antagonismo, di non-collaborazione, crea rapidamente abituazione: dopo un po' che strilliamo, il bambino si desensibilizza e il genitore dovrà intervenire sempre di più per ottenere la correzione del comportamento -anziché sempre di meno, come accade se la sua autonomia viene invece sostenuta.

Un'altra distinzione che mi preme chiarire è quella tra punizioni e conseguenze, sulla quale molto spesso ci sono confusioni:

La punizione è una conseguenza che non ha diretta attinenza con il danno arrecato: ad esempio, "hai rotto questo oggetto, allora non ti porto al parco". Non c'è alcuna correlazione tra i due eventi (la salute dell'oggetto non influisce sull'andare al parco) e quello che viene alimentata è la vergogna , riferita a se stessi come persone- magari ho rotto l'oggetto per incidente e ora subìsco conseguenze spiacevoli senza aver potuto prevenire né riparare il mio errore. E' umiliante e atterrisce.

Si aggiunge un'aggravante quando il comportamento del bambino non è oggettivamente dannoso per sé o per l'altro, non è la contravvenzione ad una regola chiaramente definita e convenuta a priori, ma semplicemente non piace all'adulto in quel momento (es. durante il gioco il bambino fa imrpovvisamente molto rumore).

La conseguenza è invece il risultato diretto e concreto di un'azione errata, in quanto non funzionale a realizzare lo scopo, ad esempio: "non hai finito i compiti, quindi non hai il permesso di uscire a giocare" -> in positivo la regola sarà: prima si finiscono i compiti, poi si potrà uscire a giocare
In questa circostanza il bambino ha completo controllo sugli esiti e sulle azioni: finire i compiti è nel suo potere e così lo è la conseguenza desiderata.
Questo stimola il senso di colpa, riferito all'azione, e che per natura è riparatorio: sperimentare emozioni negative serve a orientare il proprio comportamento, ma funziona positivamente solo quando il bambino è realmente in controllo di modificare o prevenire quel comportamento.

Altro esempio: "se continui a sbattere la tua bambola per terra, si romperà". Non è una minaccia, non è una punizione, è l'osservazione corretta di ciò che effettivamente succederà. Il bambino non ha la percezione di questa correlazione tra eventi e la deve scoprire - ma una volta che l'ha verificata, sarà proprio questo a permettergli di evitarla in futuro (ho capito che i miei giocattoli si rompono se li uso impropriamente, quindi devo trattarli con più gentilezza).

Alla base di questo, ci sono le famose regole: per il bambino non solo non fanno male, ma fanno bene ! Servono davvero. Danno sicurezza perché creano uno script a cui riferirsi, sempre uguale a se stesso e con esso la percezione che è possibile agire nel mondo in modo efficace, che non è un luogo incontrollabile dove vince chi colpisce più forte. Sono la guida per crescere psicologicamente, perché aiutano a creare confini personali chiari tra sé e il mondo, la premessa fondamentale per operare nella realtà.


Ultima modifica di Jessica il Mar Mag 10, 2022 2:49 pm - modificato 1 volta.

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